Ha ancora negli occhi il racconto di quel padre palestinese, conosciuto durante il volo che ha accompagnato i suoi due figli in Italia: il più piccolo con schegge di bombe conficcate negli arti inferiori, l’altro ha subito l’amputazione di una gamba. Venivano in Italia con una sola speranza: ricevere cure mediche adeguate. Non nasconde l’emozione Nicola Petrucci: 39 anni, infermiere del 118 presso la centrale di Pistoia-Empoli e iscritto al sindacato NurSind, da oltre un anno svolge il ruolo di coordinatore infermieristico delle missioni MedEvac all’estero.
“Quel padre – le sue parole – mi ha raccontato della sua numerosissima famiglia. Un giorno l’esercito israeliano ordinò a tutti di trasferirsi in un casolare all’interno di una zona considerata sicura. Talmente sicura che venne bombardata e gli unici a salvarsi furono i due bambini, che in quel momento stavano giocando in cortile, il padre e alcuni parenti uomini che erano a lavorare da un’altra parte”. Negli ultimi 12 mesi, si spiega in una nota, Petrucci ha partecipato a due missioni MedEvac, per l’evacuazione di persone da Gaza. “Nelle ultime missioni ci siamo occupati di bambini feriti da azioni di guerra e totalmente privi di bagagli e di ricordi – dice ancora -. Non dimenticherò mai quel genitore che è salito in aereo portando con sé solo un sacchetto di carta con panini e acqua, un portafoto con i documenti di tutta la famiglia e pochi spiccioli”.
“Racconti che ti segnano e sono mille volte più forti di qualunque servizio televisivo – conclude Petrucci -. Siamo orgogliosi di dare il nostro piccolo contributo, contribuendo alla salvezza di quanti salgono sui nostri aerei. Certo, resta l’amarezza legata alla consapevolezza che si tratta di una goccia nel mare della sofferenza di un intero popolo”