Ven 26 Apr 2024

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Giovane cooperante morto a Capoverde:David ritrovato in una pozza di sangue

David Sollazzo, il cooperante di 31 anni trovato morto nella sua casa sull’isola di Foro a Capo Verde, sarebbe stato trovato a terra in una pozza di sangue. E’ quanto spiegato ad alcuni giornalisti da Giorgio Menchini, il presidente della ong Cospe per la quale lavorava il 31enne fiorentino e che ieri ha dovuto avvisare la famiglia.

Secondo quanto appreso, il vetro di una delle finestre dell’abitazione sarebbe stato trovato rotto, e i frammenti erano sul pavimento. A dare l’allarme, dopo aver scoperto il corpo esanime, sarebbe stata una vicina di casa. La sera prima David aveva partecipato a una festa. Era rientrato verso la sua abitazione in compagnia di un’altra cooperante del Cospe, che si trova ancora sul posto. I due si sono salutati poco prima di entrare nelle rispettive case, distanti poche centinaia di metri.

La Farnesina segue, intanto, con la massima attenzione il caso del cooperante italiano trovato ieri senza vita a Capo Verde. L’Ambasciata d’Italia a Dakar, competente territorialmente, è in contatto con i familiari del connazionale per prestare loro ogni possibile assistenza e con le autorità locali per accertare le cause del decesso. Lo rende noto la Farnesina.

Al momento non c’è una pista privilegiata, tutte le ipotesi “sulla causa della morte “sono in campo. Attendiamo di capire quello che emergerà dall’autopsia”. Lo ha detto l’avvocato Giovanni Conticelli del foro di Firenze, legale della famiglia di David Solazzo.

“Cercheremo un contatto con un avvocato locale – ha aggiunto Conticelli – per seguire sul posto la vicenda giudiziaria e intanto capire cosa emergerà dell’esame autoptico”. Conticelli conosceva Solazzo e lo ricorda come “una persona brillante, capace, che ha amato il suo lavoro e non ha mai avuto problemi nei luoghi dove ha lavorato. Era amato e ben voluto da tutti perché aveva la capacità di entrare nella dimensione della comunità locale”. Nessun commento sulla vicenda dai genitori e dalla sorella del cooperante che hanno preferito non parlare coi cronisti che stamani erano radunati davanti alla loro casa, alla periferia di Firenze. “La famiglia è chiusa nel proprio dolore – ha spiegato Conticelli -, è un momento molto difficile”.

La notizia è stata pubblicata ieri sul sito del Cospe dove si spiega che il giovane sarebbe morto in un incidente sul quale si sta cercando di fare chiarezza.

Solazzo era arrivato a Capo Verde nel novembre scorso, spiega la nota pubblicata sul sito del Cospe, dove aveva “messo in campo la sua professionalità, la sua energia e passione al servizio delle comunità locali”. Il giovane era già stato per la stessa Ong anche in Angola: era un “amico e professionista serio e appassionato”.

Il progetto di cui il giovane fiorentino era il coordinatore si chiama ‘Rotas de Fogo’, il suo obiettivo “è portare avanti azioni per il rafforzamento del turismo rurale e sostenibile
nell’Isola di Fogo”. Il Cospe, conclude la nota, si stringe “attorno alla famiglia, alla fidanzata e agli amici, con l’impegno di fare di tutto per appurare la realtà dei fatti, ancora sgomenti per la tragica notizia”.

David aveva 31 anni ed era specializzato in agronomia . la morte è stata confermata dal console italiano a Praia, Luigi Zirpoli. “Al momento non posso dirvi più di quanto già sapete – spiega all’ANSA il console -. Ieri sera era stato a cena con degli amici e stamani è stato trovato morto in casa dove, credo, vivesse da solo”. “Le autorità stanno indagando – prosegue Zirpoli – e domani ci sarà l’autopsia”.

“Nonostante la sua giovane età, David era esperto di cooperazione e con noi aveva già fatto un’esperienza in Angola”, aggiunge Anna Meli, responsabile della comunicazione del Cospe, l’Ong di Firenze per cui Solazzo lavorava. “A Capo Verde abbiamo un’altra nostra cooperante, una giovane della Sardegna – conclude Meli -, e le prime notizie le abbiamo avute da lei. Poi siamo in contatto, tramite il console, con le autorità e speriamo di avere qualche notizia in più nella giornata di domani. I genitori, che vivono a Firenze, hanno saputo quanto era successo nel pomeriggio”.

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