Sab 27 Apr 2024

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Giornata delle Memoria: sorelle Bucci “L’umanità ha la memoria corta”

Un evento per le scuole toscane, per ricordare ai giovani di “non dimenticare” lo sterminio degli Ebrei e i lager nazisti. In vista della giornata della memoria (27 gennaio), al Teatro della Compagnia di Firenze, circa 400 studenti in presenza più 5000 collegati da 316 classi di 71 istituti toscani hanno ascoltato le testimonianze di chi ha vissuto la Shoah.

Un teatro così pieno di giovani non si vedeva da tempo, tanti studenti, circa 400 in presenza e più di 5000 collegati da 316 classi di 71 istituti toscani, a formare un corpo unico, proteso verso le parole delle sorelle Andra e Tatiana Bucci, ma anche di padre Bernardo Gianni abate di S. Miniato al Monte, della linguista Vera Gheno, e vari altri, oggi presenti per “Memoria e conoscenza: semi di pace”, l’incontro dedicato alle scuole che fa da scivolo al Giornata della Memoria, che ricorre sabato 27 gennaio. “L’umanità ha la memoria corta. Per questo è importante ricordare, importantissimo, forse proprio in questo momento, che stanno succedendo queste cose in Medioriente”, ha detto Andra Bucci. “La memoria non deve andare perduta”. “Certe cose non devono ripetersi”, ha aggiunto Tatiana che con la sorella, 80 anni fa, è stata deportata ad Auschwitz. “Quando è scoppiata la guerra tra Hamas e Israele – ha poi detto Andra – ho pensato: ma allora tutto quello che abbiamo fatto noi, tutte le volte che abbiamo parlato, la fatica, è stato inutile?. No, non è sbagliato”, è la risposta che si è data, “bisogna continuare a farlo proprio perché non succeda ancora”. Durante la mattinata si sono susseguiti sul palco interventi, racconti, la musica dell’Orchestra multietnica di Arezzo e dell’Alexian Group. C’è anche Ugo Caffaz, consulente per le politiche della Memoria della Regione Toscana e inventore del Treno della memoria, per il quale “ricordare è necessario, ma evidentemente non è sufficiente se guardiamo a cosa succede nel mondo oggi, se non ci ribelliamo e se restiamo indifferenti”.

“È necessaria questa umiltà della memoria”, spiega Padre Bernardo. “Grazie perché il nostro stare insieme, sperimentare trasversalità di amicizia nel segno di un lucido discernimento antifascista della nostra storia, può dare a tutti noi un’occasione preziosa per incominciare qualcosa di nuovo e di diverso con un orizzonte ben preciso: pace, giustizia, libertà, reciprocità e, possibilmente, amicizia”. E poi, recuperando le parole del filosofo francese Paul Recaur: “Ricordarsi è incominciare, perciò questi esercizi di memoria per i giovani sono fondamentali, così come apprendere l’arte dell’incominciamento”.

Il presidente della regione Eugenio Giani torna sul ruolo fondamentale della Toscana nella cultura della memoria e cita subito Il Memoriale degli Italiani ad Auschwitz all l’Ex3, Memoriale delle Deportazioni che è monito per le nuove generazioni, per chi oggi guarda al passato, un simbolo tragico di una storia lontana che non deve tornare attuale. Eppure i ragazzi parlano d’una violenza deflagrata, non necessaria, di una pace corrotta che ha bisogno quindi di essere rimessa al centro del loro dialogo. “Oggi l’impegno della memoria è ancora più urgente di fronte ai rigurgiti nazifascisti, alle braccia tese dei saluti romani, alle adunate, alle stelle di David vicino alle case degli ebrei e alle sinagoghe”. Così l’assessore regionale all’Istruzione e alla cultura della memoria della Toscana, Alessandra Nardini. “Ricordiamoci sempre – ha aggiunto – che l’orrore della Shoah e delle altre deportazioni non è stato compiuto da mostri alieni, ma da esseri umani. È importante inoltre sottolineare che, accanto ai nazisti, la Shoah e le altre deportazioni si realizzarono anche grazie alla collaborazione dei fascisti. Non possiamo accettare minimizzazioni o revisionismi. Non può esserci spazio per questo, come non dovrebbe esserci per i movimenti dichiaratamente neonazisti e neofascisti, che dovremmo avere il coraggio di sciogliere. Care ragazze e cari ragazzi, vi chiedo di essere intransigenti e di pretendere da chi vi rappresenta nelle istituzioni di dichiararsi antifascista senza ambiguità”. Parlando poi della guerra, Nardini ha detto che “i fatti che accadono in Medio Oriente non possono fungere da giustificazione per rigurgiti antisemiti inaccettabili. È profondamente sbagliato confondere la linea del Governo dello Stato di Israele, che non condivido per niente, con il popolo israeliano nel suo complesso”. Per Nardini “è essenziale lavorare per la soluzione di due popoli e due Stati, per la pace e per la fine della tragedia umanitaria nella striscia di Gaza e, accanto a questo, impegnarci a rifiutare qualsiasi pulsione antisemita”.

“A chi tenta di adulterare questa memoria – sottolinea il Rabbino della Comunità ebraica di Firenze, Gadi Piperno, – a chi usa il nazismo per accusare un nemico o altro antagonista, dico attenzione a non fare sbagliate associazioni come quelle che oggi stiamo vivendo.  Cercando di  ridefinire la memoria si fa un danno alla nostra identità di italiani. Viviamo questa giornata – ha concluso – perché ci insegni veramente, e non cambiamone i connotati”.

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