Sab 20 Apr 2024

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Scandicci: schiavitù, tratta di esseri umani, violenza sessuale e prostituzione

I Carabinieri della Compagnia di Scandicci hanno tratto in arresto una coppia, entrambi 33enni residenti a Scandicci, carcere per l’uomo e arresti domiciliari per la donna

L’attività era stata avviata a partire dalla metà del 2017, quando una donna ha trovato la forza di denunciare di essere stata vittima di tratta di essere umani e riduzione in schiavitù da parte della coppia. Al suo arrivo in Italia, nel 2015, i due l’avevano costretta alla prostituzione nelle strade di Firenze, segregandola in casa nel periodo di non attività e soggiogandola psicologicamente con dei riti voodoo.

I primi accertamenti hanno consentito di acquisire primi e fondamentali riscontri a sostegno della credibilità della denunciante che, non avendo un lavoro in Nigeria, aveva ricevuto l’offerta di partire per l’Italia dove altre persone avrebbero potuto aiutarla.

La vittima, una volta giunta all’aeroporto di Milano (ottobre 2015), è stata prelevata e condotta a Scandicci dalla coppia destinataria dell’odierna misura cautelare.

Qui sono emersi elementi inquietanti come la privazione dei documenti, la sottoposizione a un rito voodoo, consistente nel taglio di una ciocca di capelli, nel prelievo di materiale ematico e nell’imposizione della perdita della verginità, ai fini dell’avviamento alla prostituzione. In seguito è avvenuto l’effettivo avvio all’attività di meretricio a Firenze, zona Novoli, per poter pagare alla coppia la somma complessiva di 50.000 euro.

Durante la segregazione, la donna ha subito vari maltrattamenti e minacce di morte rivolte sia a lei che ai suoi familiari qualora avesse denunciato i fatti alla forze dell’ordine.

La vittima è rimasta a Scandicci, in tali condizioni, fino a metà gennaio 2017 senza avere alcuna libertà di movimento né la possibilità di telefonare a nessuno se non – e solo in modalità viva voce – i suoi genitori con il telefono degli indagati.

Nel gennaio 2017, la vittima è stata “ceduta” ad un’altra donna a Roma con le stesse finalità, ma è riuscita ad evitare il medesimo trattamento riacquistando una condizione più libera che le ha consentito di denunciare i fatti.

Le attività investigative hanno permesso di riscontrare il racconto della vittima ed appurare che i due indagati risultavano effettivamente residenti a Scandicci e che, all’epoca dei fatti, convivevano con due figlie minori ed erano in attesa di un terzo. Inoltre, la famiglia era seguita dai servizi sociali ma versava in buone condizioni economiche, non avendo mai richiesto aiuti economici nonostante un reddito insufficiente a giustificare il loro tenore di vita.

L’attività investigativa, oltre a fornire riscontro alle dichiarazioni rese della denunciante, ha consentito di individuare un’altra vittima, peraltro rintracciata nell’appartamento degli indagati in occasione di una perquisizione delegata eseguita nel febbraio 2018. Superando le pesanti riserve e paure, anche quest’ultima donna si è decisa a fornire indicazioni confermando le circostanze ed aggravando ulteriormente il quadro indiziario accusatorio nei confronti degli indagati.

Durante le perquisizioni eseguite è stato inoltre rinvenuto anche materiale riferibile ai riti voodoo (quali un piatto in ceramica contenente sostanza farinosa bianca ed un braccialetto di conchiglie, oltre ad alcune conchiglie sfuse e rotte; una statuetta voodoo in argilla essiccata, con un pezzo di stoffa legata attorno alla vita, altro materiale organico simile ad un frutto essiccato; una ciocca di capelli, materiale organico) nonché scontrini fiscali per l’acquisto di capi di vestiario e accessori di lusso in contanti per un ammontare complessivo di 31.000euro, oltre a 7 telefoni cellulari di ultima generazione, 3 computer e un I-Pad.

Vari sacchetti in cellophane e contenitori in plastica contenenti materiali organici e farinosi.

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