Mer 24 Apr 2024

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Firenze, occupanti somali lasciano stabile Gesuiti

L’edificio era stato occupato dopo il rogo dell’ex mobilificio ad Arezzo dove vivevano. Assistiti dalla Caritas si dirigono verso nuove sistemazioni

Stanno lasciando stamani lo stabile di proprietà dei Gesuiti, in via Spaventa a Firenze, i circa cento somali che lo avevano occupato dopo il rogo dell’ex mobilificio Aiazzone, dove vivevano a Sesto Fiorentino, il 12 gennaio scorso. Nell’incendio morì un somalo di 44 anni e altri due restarono feriti. Stamani nello stabile vuoto dove finirono i somali si è presentato personale della Caritas, del Comune e della questura, offrendo loro nuove sistemazioni.

Gli occupanti stamani hanno lasciato lo stabile dei Gesuiti aderendo volontariamente alle proposte di sistemazione avanzate da Comune di Firenze e Caritas. L’edificio verrà sottoposto a sequestro preventivo dalla polizia, in esecuzione di un decreto emesso nei mesi scorsi dall’autorità giudiziaria. Secondo quanto appreso, l’operazione era stata programmata da tempo nel corso di alcuni vertici in prefettura, durante i quali si era deciso di procedere a liberare lo stabile solo dopo aver trovato adeguate sistemazioni per gli occupanti. Questa mattina i somali si sono allontanati a piccoli gruppi, a bordo di furgoni della Caritas che li hanno portati nelle nuove strutture che li ospiteranno. Alcuni che lo avevano richiesto hanno ottenuto titoli di viaggio (biglietti) per poter lasciare l’Italia.

A Palazzo Vecchio ha espresso il suo parere positivo il sindaco di Firenze Dario Nardella sulla liberazione pacifica dell’immobile dei gesuiti occupato: “Abbiamo dimostrato
che se c’è spirito di squadra, senso di responsabilità e buona organizzazione si può evitare quello che è successo a Roma e che ha scatenato tutte le polemiche sul problema delle occupazioni abusive”.

“Abbiamo dato una soluzione ad un problema sociale e anche di legalità perchè la abbiamo ripristinata in una realtà che ha visto una occupazione abusiva e dunque una violazione del
diritto di proprietà. A Firenze queste cose si possono fare”, ha aggiunto.

Il sindaco Nardella ha sottolineato che quanto è avvenuto oggi “è il risultato di mesi di lavoro che hanno visto coinvolti la questura di Firenze, lo stesso ordine dei gesuiti, il Comune di Firenze con l’assessorato al sociale e anche molte associazioni di volontariato e solidarietà. Un lavoro di squadra che ci ha consentito di trovare una pluralità di soluzioni, sia consentendo ad alcuni degli occupanti di andare all’estero, altri di individuare soluzioni proprie, altri ancora di trovare sistemazioni in strutture private di associazioni e in parte
minoritaria in strutture messe a disposizione dal sistema Sprar di Firenze”.

“Siamo contenti e riconoscenti che, dopo undici mesi, la collaborazione tra Comune di Firenze, Sprar (Anci e Ministero dell’Interno), Caritas diocesana, Compagnia di Gesù e altre associazioni permetta di prospettare soluzioni molto più dignitose rispetto a quelle proposte inizialmente”. Lo ha detto padre Ennio Brovedani, legale responsabile dello stabile di proprietà dei Gesuiti liberato questa mattina a Firenze dall’occupazione illegale di 100 somali che sfuggirono a un incendio di un capannone ex Aiazzone dove vivevano abusivamente in precedenza.

“Si tratta – continua Brovedani – di soluzioni che sono state accettate da tutti gli occupanti, fuoriusciti dall’immobile senza alcuna resistenza e che adesso potranno sperimentare un’accoglienza meno disumana dell’occupazione, nella speranza di
una loro graduale integrazione”.

“La nostra politica è stata chiara fin dall’inizio – precisa ancora -, denuncia dell’occupazione ma nessuna richiesta di sgombero senza alternative dignitose”.

I Gesuiti hanno continuato a portare aiuti ai somali per tutto il tempo della loro permanenza nell’edificio, dove nell’ultimo periodo, spiega Brovedani, gli occupanti vivevano in ‘durissime condizioni climatiche, insostenibili condizioni di degrado e di insicurezza’.

“La nostra politica di mediazione – conclude padre Brovedani – è stata attuata tramite un permanente tavolo di trattative, incontrando piu’ volte l’assessore comunale e il prefetto”.

Per l’edificio liberato questa mattina è  in corso una trattativa per la vendita a un’università della Cina.

“L’intervento di stamani è l’ulteriore dimostrazione che il modello Firenze, basato sulla
stretta collaborazione tra i vari soggetti chiamanti ad intervenire, funziona ancora”. Lo affermano in una nota l’assessore all’accoglienza del Comune di Firenze, Sara Funaro,
e il presidente del quartiere 2 Michele Pierguidi, commentando l’esito dell’operazione che stamani ha portato alla liberazione della stabile occupato di via Spaventa, di proprietà dei
Gesuiti.

“L’intervento – proseguono Funaro e Pierguidi – è stato effettuato senza problemi e senza l’uso della forza, ed è stato portato avanti grazie al grande impegno dei Padri Gesuiti e
delle varie associazioni, in particolar modo la Caritas. Agli occupanti sono state proposte soluzioni differenziate di sistemazione sul territorio e titoli di viaggio”.

Diverse sono le soluzioni di accoglienza presentate ai circa cento somali che occupavano lo stabile: appartamenti privati per i lavoratori, che pagheranno l’affitto, posti Sprar del
Ministero in collaborazione con il Comune, alcuni posti all’Albergo popolare per le persone più fragili, progetto di accoglienza per le donne e titoli di viaggio per coloro che, da
diverso tempo, stavano aspettando di partire.

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