
Il mercato degli affitti transitori, quelli con durata compresa tra uno e diciotto mesi, sta attraversando una fase di netto rallentamento. I dati raccolti da Immobiliare.it Insights per il primo semestre del 2025 evidenziano un calo marcato della domanda, con le principali città italiane in forte contrazione. In cima alla classifica si trova Firenze, che registra un crollo del -41% rispetto allo stesso periodo del 2024, seguita da Venezia, Napoli e Verona.
Audio: servizio di Viola Giacalone.
Solo un anno fa, questa tipologia contrattuale rappresentava una valida soluzione per chi cercava flessibilità e costi più contenuti rispetto agli affitti tradizionali o turistici. Oggi, invece, sta perdendo attrattiva, messa sotto pressione soprattutto dalla concorrenza degli affitti brevi.
Secondo gli esperti, a rendere meno appetibili i contratti transitori sono proprio le piattaforme di affitti brevi, come Airbnb, che continuano a garantire guadagni più elevati e una maggiore libertà gestionale ai proprietari. In città ad alta vocazione turistica, come Firenze, molti appartamenti sono stati riconvertiti per l’accoglienza a breve termine, riducendo l’offerta per studenti, lavoratori temporanei e professionisti in trasferta, che faticano a trovare soluzioni accessibili. Un dato curioso è che, nonostante il calo della domanda, i prezzi degli affitti transitori stanno comunque salendo. A Firenze, ad esempio, il canone medio è passato da 21,6 a 22,5 euro al metro quadrato in un anno (+4%). Incrementi ancora più marcati si registrano a Bologna (+26,5%) e Roma (+23%). Si tratta di un andamento che sembra andare in controtendenza: meno richieste, ma tariffe in crescita.
Nel frattempo, l’offerta di immobili con contratti transitori è aumentata del 32% su base annua a Firenze. Molti proprietari, di fronte a nuove restrizioni locali sugli affitti turistici, stanno cercando di rientrare nel mercato con soluzioni a medio termine. Tuttavia, la risposta del mercato è debole: le case ci sono, ma mancano gli inquilini. A incidere è anche il cambiamento nelle abitudini delle grandi aziende, che in passato alimentavano questo segmento affittando abitazioni per dirigenti e dipendenti temporaneamente trasferiti. “Oggi molte imprese hanno ridotto gli spostamenti, alcune sono in difficoltà e il turnover professionale è meno dinamico”, spiega Arrigo Brandini, presidente di Fimaa Confcommercio su La Nazione Firenze.
Il comparto degli affitti transitori si trova quindi stretto tra due pressioni opposte: da un lato la flessione della domanda aziendale, dall’altro la competizione con gli affitti brevi, che restano più vantaggiosi per i proprietari. “Affittare ai turisti continua a garantire margini migliori, mentre i contratti per studenti, spesso regolati da tariffe calmierate, offrono meno margine di guadagno”, aggiunge Brandini.
Nonostante nuove regolamentazioni comunali, l’affitto breve continua a rappresentare una quota rilevante del mercato, soprattutto per chi possiede immobili in zone centrali. Contratti chiari, ritorni economici superiori e tempi certi di rilascio rendono ancora questa formula la più appetibile per molti locatori. Il rischio, però, è che questa trasformazione lasci scoperti i bisogni di categorie fragili come studenti fuori sede, giovani lavoratori, specializzandi e professionisti in mobilità, che si ritrovano a dover optare per soluzioni più lontane dal centro.