Mer 8 Mag 2024

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Fiom, sciopero causa sentenza nel caso morte di Luana

Prato, la Fiom di Firenze, Prato e Pistoia proclama un’ora di sciopero per oggi, venerdì 28 ottobre, all’ultima ora di ogni turno, per protestare contro la sentenza emessa nel caso della morte di Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni deceduta mentre lavorava in una ditta tessile a Montemurlo.

“Riteniamo che la sentenza per la morte di Luana d’Orazio non renda pienamente giustizia per un atto gravissimo che ha causato la morte della lavoratrice al solo scopo di aumentare il profitto di un’azienda si legge in un comunicato della Fiom – La sicurezza sul lavoro deve diventare pratica costante e diffusa nell’organizzazione del lavoro in ogni fabbrica, in ogni ufficio, in ogni luogo”.

“La nostra attenzione ed il nostro impegno continuano ad essere costanti affinché gli incidenti sul lavoro, a partire da quelli mortali, diminuiscano finalmente in maniera rilevante – Così le segreterie Fiom-Cgil di Firenze, Prato e Pistoia dopo i patteggiamenti nella vicenda di Luana D’Orazio – Le Rsu delle aziende metalmeccaniche delle tre province – conclude la Fiom – possono articolare in maniera diversa lo sciopero”.

Ricordiamo che ieri era arrivata la notizia che Pm e avvocati difensori di due dei tre imputati per la morte di Luana D’Orazio, avrebbero raggiunto un accordo, secondo quanto si apprende, per una proposta di patteggiamento, 2 anni di reclusione per Luana Coppini, titolare della ditta in cui è avvenuto l’incidente mortale, e 1 anno e 6 mesi per il marito Daniele Faggi, titolare di fatto, entrambi con sospensione condizionale della pena.

La proposta di patteggiamento è stata concordata con la procura, che aveva posto come condizione l’effettivo pagamento del risarcimento stabilito in circa di 1 milione di euro.

La decisione di accogliere il patteggiamento era stata poi accettata dalla giudice Francesca Scarlatti.

Rispondendo alle domande dei cronisti fuori dal tribunale di Prato, la madre di Luana D’Orazio, Emma Marrazzo , ha poi detto: “Andremo avanti per la nostra strada. Mi dicevano tutti: ‘tanto nel mondo del lavoro non cambia niente, cosa vuoi cambiare? Forse avevano ragione. Aspettavo un po’ più di rispetto, qualcosa in più. Ho sempre detto no alla vendetta, volevo stoppare le morti sul lavoro ma ne avvengono ancora tante. Penso che le persone potranno commentare questa sentenza, non sarò io a farlo”.

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