Ven 19 Apr 2024

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Finito restauro porta sud del Battistero

?Firenze, la Porta Sud in bronzo e oro di Andrea Pisano riprende posto accanto alle due Porte del Battistero di Firenze, nella Sala del Paradiso del nuovo Museo di Santa Maria del Fiore.

Dopo un lungo restauro durato tre anni, infatti, la maestosa Porta del Battistero, realizzata tra il 1330 e il 1336 dallo scultore toscano, è di nuovo visibile al pubblico, a partire dal 9 dicembre, accanto alle monumentali opere rinascimentali realizzate dal Ghiberti, la Porta del Paradiso e la Porta Nord.

Tra le sfide maggiori, un posto speciale occupano le installazioni create appositamente per contenere le famose tre Porte del Battistero. Ora la Porta Sud del Battistero torna a brillare in una nuova custodia dalle prestazioni hi-tech e connotata da una raffinata sensibilità estetica. Alta 6,30 metri, larga 4,30 e profonda 2 metri circa, la struttura della vetrina, come per le altre due Porte, è in acciaio verniciato con tinte atossiche, sigillata da guarnizioni speciali e caratterizzata da un vetro antisfondamento.

La profondità del sistema espositivo consente lo spostamento della pesantissima porta, circa 8 tonnellate, su speciali binari che consentono ai restauratori di monitorare costantemente il prezioso manufatto e intervenire, in caso di necessità, per mezzo di un ponteggio.

La vetrina ermetica è dotata di un sistema di controllo della temperatura e dell’umidità di ultima generazione, capace di garantire la perfetta conservazione della scultura.

La Porta del Pisano, proprio come le altre due Porte bronzee, necessita di un ambiente estremamente secco – con un tasso di umidità costantemente al di sotto del 15% – per impedire l’ossidazione dei materiali e la formazione di sali instabili tra la superficie bronzea e la pellicola dorata. Attraverso il controllo di valvole e umidificatori riposti all’interno delle vetrine, umidità e temperatura sono così facilmente regolabili.

Gimmy Tranquillo ha intervistato Marco Ciatti, soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure e Timothy Verdon, Direttore del Museo dell’Opera del Duomo:

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