Gio 18 Apr 2024

HomeToscanaIstruzioneFase2, Funaro: "senza riaprire scuole, famiglie lavoratori in difficoltà"

Fase2, Funaro: “senza riaprire scuole, famiglie lavoratori in difficoltà”

©Controradio
Podcast
Fase2, Funaro: "senza riaprire scuole, famiglie lavoratori in difficoltà"
Loading
/

Intervista con l’assessora all’istruzione del comune di Firenze SARA FUNARO. Il tema della scuola è centrale perché riguarda la formazione e l’educazione dei nostri ragazzi, perché riguarda le famiglie, perché riguarda tantissimi lavoratori”

ASCOLTA L’INTERVISTA

1 commento

  1. Sono d’accordo al 100% con quello detto dall’Assessore Sara Funaro. In Danimarca la prima cosa a riaprire sono state le Scuole. Anche perchè senza la riapertura di queste è difficile chiedere ai genitori di tornare a lavorare a tempo pieno. In Italia si paventa il rischio di non riaprire le Scuole nemmeno a Settembre. Siamo già l’unico paese occidentale con una chiusura scolastica di 3 mesi in estate (cosa ormai anacronistica visto che non siamo più negli anni ’60 quando le fabbriche chiudevano un mese e le famiglie avevano altri 15/20 gg. di ferie che permettevano loro di gestire i figli per lunghi periodi di chiusura scolastica.) Oggi le ferie si sono ridotte e sono molto più spezzettate. Avrebbero più senso delle pause primaverili e autunnali delle scuole e una ridotta chiusura estiva. Ma nel nostro paese siamo indietro di 50 anni. Mai una politica che pensi davvero alle famiglie. Ecco un’altra situazione in cui l’onere dell’accudimento dei figli viene riversato sulle famiglie stesse, sui nonni, sui padri e ancor più spesso sulle madri che devono essere pronte a mandare avanti tutto e a fare mille sacrifici senza un minimo aiuto. Non tutte le famiglie hanno a disposizione parenti (nonni, zii, etc…) pronti ad accudire i bambini piccoli, e fortunatamente ci sono molte famiglie dove entrambi i genitori lavorano, anzi se così non fosse per molti sarebbe impossibile metter su famiglia. Se le scuole non riaprono mettiamo in enorme difficoltà queste famiglie. E’ paradossale il fatto che stiamo uscendo da una situazione in cui dovremmo aver scoperto finalmente (come il resto del mondo ha fatto da anni) che si può lavorare anche da casa, perchè gli strumenti tecnologici moderni lo consentono e perchè conta più quello che uno produce realmente, rispetto a quante ore passa seduto sul posto di lavoro in ufficio, magari in modo distratto o poco produttivo. Perchè questa è la mentalità del nostro paese, sia nel pubblico che nel privato. Nel nord Europa alle 17.00/17.30 tutti sono a casa, dopo giornate di lavoro pienamente produttive. Da noi se il capo ufficio arriva alle 11 di mattina e se ne va alle 20 di sera (cosa culturalmente molto diffusa soprattutto nelle piccole aziende delle grandi città come Milano e non solo…), e tu che sei un padre o una madre sei arrivato alle 8.30 e hai lavorato moltissimo fino alle 11.00 (perchè il mattino ha l’oro in bocca e ti piace il tuo lavoro) ai suoi occhi se vai a casa prima di lui, perchè hai una famiglia a casa, è come se non avessi lavorato, vieni visto come la pecora nera dell’ufficio, come lo scanzafatiche. Magari invece sei quello che produce il doppio del tuo collega senza figli che naviga tutto il giorno per i fatti suoi su internet, ma che alle 19 è ancora in ufficio ed è disponibile per l’aperitivo con il boss e il suo gruppo di amici. In un paese così per forza la famiglia arriva e arriverà sempre per ultima. Perciò se non ci sono le condizioni di sicurezza per riaprire le scuole, perchè giustamente la nostra Costituzione antepone la salute pubblica alla libertà individuale, e di questo personalmente sono orgoglioso, almeno costringiamo le aziende a riconoscere finalmente ai genitori l’home working obbligatorio, nei settori dove si può lavorare in home working (che abbiamo improvvisamente scoperto essere moltissimi). E diamo assistenza a tutte le famiglie con genitori che invece non possono lavorare in smart working, per l’accudimento dei figli. E quando dico assistenza significa strutture che accudiscano i figli o politiche di sostegno alla famiglia serie. Altra cosa importantissima è il concetto di centralità dell’istruzione e dell’educazione, che sembra essere posto molto in secondo piano rispetto alla riapertura delle aziende. Questa potrebbe essere anche una grande occasione per rimodernare la scuola sotto molti aspetti. Dopo un’esperienza di questo tipo dobbiamo dimostrare che abbiamo imparato qualosa. Dobbiamo andare avanti, non indietro. Altrimenti l’Italia non è, e non sarà mai “un paese per famiglie”.

I commenti sono chiusi.

Rock Contest 2023 | La Finale

"Prenditi cura di me"