Gio 2 Mag 2024

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Fase 2: Cgil, aiuti ai locali? Solo se dipendenti assunti

“Questo significa nessun lavoratore a nero (o ‘in grigio’), utilizzo dei contratti nazionali firmati dai sindacati maggiormente rappresentativi, nessun utilizzo di tirocini o lavoro a chiamata”. Così la Cgil Firenze e la Filcams Cgil fiorentina in una nota.

“Bar e ristoranti hanno sicuramente sofferto enormemente la chiusura di questi mesi e la riapertura non potrà che essere parziale e rallentata. Per questo non siamo pregiudizialmente contrari a forme di sostegno pubblico al settore. Qualsivoglia aiuto pubblico deve però essere rivolto alle attività che certificano e dimostrano di utilizzare lavoratori regolarmente assunti. Questo significa nessun lavoratore a nero (o ‘in grigio’), utilizzo dei contratti nazionali firmati dai sindacati maggiormente rappresentativi, nessun utilizzo di tirocini o lavoro a chiamata. Servono inoltre protocolli certi per la tutela della salute e sicurezza per i dipendenti in un settore ad alto rischio per il rapporto ravvicinato con la clientela”. Così la Cgil Firenze e la Filcams Cgil fiorentina.

“Non c’è dubbio che sarà sicuramente difficile mantenere l’attuale densità di attività ristorative nel centro storico fiorentino – sottolinea il sindacato in una nota -, considerando che le presenze turistiche nei prossimi anni sono destinate a una netta riduzione. All’Amministrazione chiediamo quindi un impegno anche per sostenere una necessaria riconversione delle attività per mantenere i livelli occupazionali”. Per i sindacati “all’interno di questa prospettiva siamo disponibili a valutare il tentativo di riaprire bar e ristoranti utilizzando gli spazi all’aperto. A tal proposito vorremmo però ricordare che tale progetto deve essere compatibile con il diritto all’abitare dei residenti; che l’utilizzo del suolo pubblico deve essere tale da permettere la possibilità di vivere gli spazi all’aperto anche per coloro che non vogliono consumare, e soprattutto le concessioni alle attività private non devono danneggiare la necessità di utilizzare luoghi pubblici per cercare di riavviare l’attività culturale e didattico-formativa. Proprio come utilizzare gli spazi pubblici nell’interesse collettivo – conclude il sindacato – crediamo debba essere un tema di approfondimento dei prossimi giorni”.

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