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Mer 30 Lug 2025
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🎧 Facciamo rumore per Gaza, in piazza con le Donne per la pace di Firenze

Domani in piazza a Firenze e in tutt’Italia la manifestazione per la Palestrina libera: “Gaza muore di fame, disertiamo il silenzio”, promossa da donna e insieme per la pace . A Firenze il concentramento è domani, domenica 27 luglio, in piazza Sant’Ambrogio. “Facciamo più rumore, più chiasso possibile” è l’invito delle organizzatrici 

Non è il momento, ora, mentre infuria la guerra a Gaza, per il riconoscimento dello Stato di Palestina. È l’opinione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

“L’ho detto varie volte, anche in Parlamento. L’ho detto alla stessa autorità palestinese e l’ho detto anche a Macron: io credo che il riconoscimento dello Stato di Palestina, senza che ci sia uno Stato della Palestina, possa addirittura essere controproducente per l’obiettivo. Se qualcosa che non esiste viene riconosciuto sulla carta, il problema rischia di sembrare risolto, quando non lo è“. 

La premier lo dichiara a Repubblica, all’indomani della comunicazione da parte del presidente francese di voler riconoscere lo Stato di Palestina e della dura replica del presidente Usa, Donald Trump. “Quanto ho detto è la ragione per la quale essendo favorevolissima allo Stato della Palestina, non sono favorevole al suo riconoscimento a monte di un processo per la sua costituzione”, spiega la premier.

Intanto si moltiplicano le iniziative per chiedere la fine della guerra e l’inizio di un vero processo di pace. Domani in piazza a Firenze e in tutt’Italia la manifestazione: Gaza muore di fame, disertiamo il silenzio, promossa da donna e insieme per la pace . A Firenze il concentramento è domani, domenica 27 luglio, in piazza Sant’Ambrogio. “Facciamo più rumore, più chiasso possibile” è l’invito delle organizzatrici.

Intanto, Nazioni Unite affermano che , sebbene il lancio di aiuti per via aerea sulla Striscia di Gaza possa essere utile, lei lanci aerei “sono il modo più costoso e inefficiente” per far arrivare gli aiuti nella zona, definendo la mossa una “distrazione dall’inazione” del governo israeliano. Lo riporta la Bbc riferendo dell’apertura di Israele a questa modalità di aiuto umanitario.

 Mentre gli allarmi sulla carestia a Gaza si intensificano, anche il Programma Alimentare Mondiale (WFP) delle Nazioni Unite afferma che la crisi alimentare ha raggiunto “nuovi e sorprendenti livelli di disperazione”, con quasi un terzo degli abitanti di Gaza “che non mangia da giorni”. Secondo l’Onu, questo metodo di distribuzione degli aiuti ha una portata molto più limitata, e al contempo comporta costi maggiori, portando molte organizzazioni internazionali a sostenere che potenziare altri meccanismi più tradizionali sarebbe un modo più efficace per affrontare la crisi umanitaria.

NELL’AUDIO: Micaela Frulli, Ultimo Giorno di Gaza