Sul cubo nero, l’edificio nato al posto dell’ex Teatro Comunale a Firenze, “l’amministrazione ha fatto tutto quello che è di sua competenza. Modificare il manufatto esistente? L’unico elemento sarà di trovare, in collaborazione con la proprietà e la sovrintendenza, degli elementi di modifica rispetto a quello che è stato realizzato. Come si trova un accordo? Solo con la buona volontà dei proprietari”. Lo ha dichiarato il capogruppo del Pd a Palazzo Vecchio Luca Milani, parlando con i giornalisti a margine della commissione urbanistica, sul palazzo bianconero e con un cubo nero al vertice nel centro storico.
Milani, nel corso della commissione, ha poi spiegato che questa “vicenda grottesca è stata montata ad arte con materiale a mio giudizio artefatto e con foto modificate”. “Non ci sono mancanze da imputare al Comune – ha aggiunto – Se c”è qualcosa da chiare rimane in capo alla Soprintendenza, perché doveva autorizzare i colori dell’edificio in corso d’opera. Lo ha fatto? Stiamo aspettando su questo delle risposte”.
Secondo il capogruppo del Pd l’opposizione “anziché buttarla in ‘caciara’ avrebbe dovuto aprire un dibattito pubblico sul ruolo dell’urbanistica e non fare quella farsa come avvenuto in Consiglio comunale”, nello specifico “Schmidt ha fatto una caduta di stile e tutto il suo aplomb si è consumato in un minuto”. Una delle soluzioni è “provare a parlare con la proprietà per provare a cambiare quei colori, ovvero la pietra dello scandalo di questa vicenda”.
Parlando a margine con i giornalisti a fine commissione l’assessora all’Urbanistica Biti ha ribadito che “la prescrizione sui materiali e sul colore è competenza di chi tutela il paesaggio” ovvero della “soprintendenza, “la Costituzione dice questo, la norma nazionale dice questo”. Biti poi, riferendosi all’ex soprintendente Pessina, ha dichiarato di “essere colpita” dalle sue dichiarazioni quando ha affermato di non ricordare di quell’atto. “L’auspicio che possiamo fare come amministrazione – ha detto – è che nelle partite di trasformazioni così grosse ci possa essere un’attenzione maggiore, fermo restando che siamo confidenti che anche la soprintendenza abbia fatto tutti i passaggi che doveva fare, poi quella “risposta da chi doveva tutelare il paesaggio all’epoca credo abbia colpito un po’ tutti”.