Lun 29 Apr 2024

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🔊 I campi alle donne! Dalla leadership alla formazione

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🔊 I campi alle donne! Dalla leadership alla formazione
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I campi alle donne! L’esperta trattorista Michela Nieri guiderà per i prossimi cinque anni il movimento Donne Impresa Coldiretti. Il genere femminile in agricoltura è ancora fortemente penalizzato e la formazione deve puntare a sensibilizzare le giovani a sviluppare professionalità e competenze in questi ambiti. Gli strumenti messi in campo da Chiantiform.

Interviste a Michela Nieri ed Elisa Corneli laureata in Biotecnologie Agrarie, presidente di Chiantiform

Produce cereali ed è una esperta trattorista la nuova leader regionale delle imprenditrici agricole di Coldiretti. Già presidente di Coldiretti Pistoia tra il 2015 ed il 2017, Michela Nieri guiderà per i prossimi cinque anni il movimento Donne Impresa Coldiretti. Succede ad Elena Bertini, titolare di un’impresa che coltiva abeti di Natale nel Casentino. La vulcanica imprenditrice della Valdinievole, impegnata con i suoi mezzi agricoli anche nei lavori di bonifica e manutenzione del territorio, è stata scelta dall’assemblea elettiva regionale che si è tenuta a Casa Coldiretti, a Porta a Prato, alla presenza del direttore regionale, Angelo Corsetti e della responsabile regionale del movimento, Olivia Fossi. Nominate anche le due vice responsabili che sono la grossetana Marianna Dori e la livornese, Sabina Vitarelli ed il comitato formato dalla responsabile uscente, Elena Bertini (Arezzo), Francesca Buonagurelli (Lucca), Silvia Giovannini (Firenze), Lorena Ferrari (Massa Carrara), Bianca Mascagni (Siena).

“Le donne in agricoltura sono le influencer del Made in Tuscany, del cibo buono e della ristorazione tipica, della sostenibilità, della didattica contadina e dell’agricoltura sociale. – ha esordito la nuova responsabile – Essere imprenditrice significa concepire e declinare la multifunzionalità con originalità e creatività mettendo a disposizione della comunità le nostre imprese e le nostre esperienze. Davanti a noi abbiamo sfide che non possiamo sottovalutare e perdere: dal cibo sintetico che vuole stroncare il legame tra cibo, territorio e storia al consumo di suolo fertile che minaccia la nostra sovranità alimentare a vantaggio delle importazioni dall’estero di prodotti meno sicuri, meno controllati e spesso frutto di lavoro irregolare e sfruttamento, dagli investimenti sull’agricoltura di precisione per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici all’applicazione della legge sulle pratiche sleali da noi fortemente sostenuta per garantire alle imprese un prezzo giusto ed equo che non sia mai al di sotto dei costi di produzione. La nuova legge sull’agricoltura sociale, frutto del nostro lavoro, è un’altra straordinaria opportunità per le nostre imprese che dobbiamo cogliere così come lo sono i mercati contadini di Campagna Amica, sempre più punti di riferimento dei consumatori che difendiamo da speculazioni e caro-prezzi”.

A definire il ruolo centrale nello scacchiere dell’agricoltura toscana delle imprenditrici è anche la forza dei numeri: una impresa su tre (31%). Poco più di 12 mila secondo i dati dell’Istituto di Studi e Ricerche della Camera di Commercio Toscana Nord. In frenata rispetto al 2021: – 2,9%. Fondamentale è il loro contributo nelle campagne dove spicca la grande propensione alla multifunzionalità, creando nuovi spazi ed opportunità di business sostenibile ma anche nel fare rete e socializzare collegata ad una maggiore propensione ad innovare rispetto alle colleghe di tutto il Paese, ad investire sulle produzioni biologiche e sull’accoglienza turistico. Il 48% delle strutture agrituristiche è gestito da una imprenditrice, il 32,6% delle imprese è informatizzato contro una media nazionale del 23,1% ed una su cinque (26,6%) ha fatto un investimento innovativo nel triennio 2018-2020 (fonte Irpet) a conferma di una straordinaria elasticità ed adattamento ai nuovi scenari.

In cima alla lista degli obiettivi di Donne Impresa Coldiretti c’è il progetto “Curiosi per Natura” in accordo con la direzione scolastica regionale che ha permesso nell’anno scolastico appena concluso di coinvolgere 20 mila
alunni di ogni scuola di ordine e grado grazie anche ad un approccio digitale innovativo nel panorama nazionale. Il progetto didattico nasce dalla volontà di invertire la pericolosa tendenza del cibo spazzatura contrastando le cattivi abitudini alimentari dei bambini in età scolare partendo dai principi della stagionalità, della filiera corta, della sostenibilità e della Dieta Mediterranea.

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