La Prefetta di Prato sospende un’impresa edile per rischio di infiltrazione camorristica. L’azienda ora esclusa da appalti, licenze e contributi pubblici secondo la normativa vigente.
Il recente provvedimento della Prefetta di Prato Michela La Iacona, che ha disposto l’interdittiva antimafia nei confronti di un’impresa edile locale, rientra nella strategia di prevenzione delle infiltrazioni criminali nei settori più esposti dell’economia pratese. La misura, adottata dopo un’approfondita indagine del Gruppo interforze antimafia della Prefettura (di cui fanno parte anche Dia, Questura, Carabinieri e Guardia di Finanza), è scattata per il concreto rischio di collegamenti con la camorra. L’impresa coinvolta, specializzata in edilizia e carpenteria metallica, non potrà ora ottenere licenze o autorizzazioni amministrative, né stipulare contratti pubblici o ricevere finanziamenti o contributi pubblici, come prevede la normativa vigente. Si tratta di una sanzione amministrativa preventiva: nessuna condanna penale, ma la perdita immediata dell’accesso al mercato degli appalti pubblici, una misura volta a impedire ad aziende considerate a rischio di fungere da canale d’infiltrazione o riciclaggio per capitali mafiosi. Questo è il quarto provvedimento di questo tipo solo nel 2025, e sottolinea la particolare attenzione delle autorità sul distretto pratese, un’area a forte vocazione industriale e quindi molto appetibile per fenomeni di penetrazione mafiosa. Le interdittive riguardano settori tradizionalmente vulnerabili come l’edilizia, lo smaltimento dei rifiuti e il commercio, spesso scelti dalla criminalità organizzata per riciclare denaro e ottenere illecitamente appalti e risorse pubbliche. Il prefetto La Iacona ha ribadito che il lavoro di prevenzione, svolto “con massimo rigore e impegno”, serve a difendere il tessuto economico sano di Prato e a garantire concorrenza leale e trasparenza negli affari pubblici. Solo nel 2023, erano già stati varati numerosi provvedimenti simili anche per aziende di altri settori, a ulteriore conferma della pressione esercitata dalle mafie sull’economia toscana. Si tratta dunque di una misura che ha un doppio scopo: colpire immediatamente chi è esposto ai tentativi d’infiltrazione mafiosa e lanciare un monito all’intero mondo imprenditoriale locale sull’importanza della legalità come precondizione imprescindibile per accedere a risorse pubbliche e rapporti con la pubblica amministrazione.