Sab 20 Apr 2024

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Aborto ‘at home’: associazioni scrivono a Giani

Un nutrito gruppo di associazioni e realtà pro aborto della Toscana in una lettera aperta indirizzata al presidente della Regione Eugenio Giani e al presidente della commissione sanità del Consiglio regionale Enrico Sostegni.

“Scriviamo in quanto rappresentanti di associazioni che da tempo si occupano di diritti riproduttivi, sempre più messi in discussione dalla difficile situazione sanitaria legata alla pandemia da Covid  in particolare, l’accesso all’aborto volontario è ostacolato dalla mancata applicazione dell’aggiornamento delle linee di indirizzo sull’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico, emanate il 12 agosto 2020 dal ministero della Salute”.

Lo scrive  un nutrito gruppo di associazioni e realtà pro aborto della Toscana in una lettera aperta indirizzata al presidente della Regione Eugenio Giani e al presidente della commissione sanità del Consiglio regionale Enrico Sostegni.

Le associazioni chiedono alla Regione Toscana di provvedere ” urgentemente alla convocazione di un tavolo tecnico che definisca i nuovi protocolli applicativi, al fine di consentire l’avvio delle procedure ‘at home’ per l’aborto farmacologico”.

Le associazioni ricordano che “nel documento del Ministero è prevista la possibilità di effettuare l’aborto farmacologico anche presso i consultori familiari. Sebbene, già nella precedente legislatura, siano state approvate mozioni in Consiglio regionale riguardanti proprio l’avvio di tale procedura, non è stato fatto un solo passo per permettere realmente alle donne toscane di scegliere il regime ‘at home’ con l’assunzione delle prostaglandine a domicilio, regime già adottato nella Regione Lazio”.

“Ad oggi – concludono -, le nostre reiterate richieste di potenziamento della rete dei consultori, indispensabile per rendere veramente esigibile il diritto di libera scelta delle donne, garantendone al contempo la salute e la sicurezza risultano ancora senza effettivi riscontri, mentre il diritto di scelta e le libertà individuali rischiano di essere calpestate dall’ingresso nei consultori, come già successo in altre regioni, di associazioni antiabortiste”.

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