
Referendum – Domenica 8 dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15 si vota per i 5 quesiti referendari su Lavoro e Cittadinanza. Tutti i dettagli nella scheda curata da Domenico Guarino.
Mancano poche ore al voto per i referendum dell’8 e 9 giugno. Si vota domenica 8 dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15. I quesiti sono in tutto cinque e perché i risultati siano validi sarà necessario raggiungere il quorum, ovvero la partecipazione alle urne del 50%+1 degli elettori.
In concomitanza in diversi Comuni italiani si svolgeranno i ballottaggi delle elezioni amministrative dopo il primo turno degli scorsi 25 e 26 maggio.
Sono ammessi al voto per i referendum tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto 18 anni e risultino iscritti alle liste elettorali italiane. Gli aventi diritto dovranno recarsi ai seggi muniti di tessera elettorale e documento di identità in corso di validità. Per questa consultazione è stata prevista, in via sperimentale, la possibilità di votare fuori sede per chi si trova in un’altra città per motivi di lavoro, studio o cura. Pertanto chi ha fatto richiesta entro i tempi previsti, potrà recarsi al seggio allestito presso il proprio Comune di domicilio, munito dell’attestazione di ammissione al voto rilasciata dall’ente stesso.
Si tratta di un referendum abrogativo, in pratica saremo chiamati ad esprimersi sulla volontà di abrogare una norma o una parte di essa. Le schede elettorali sono in tutto cinque, una per ogni quesito, contraddistinte da colori diversi (verde per la prima, arancione per la seconda, grigia la terza e così via). All’interno l’elettore troverà citata la legge o la parte di legge di cui si chiede l’abrogazione e subito sotto, due opzioni: Sì o No. Chi è favorevole ad eliminare la norma in questione potrà barrare la X sul ‘Sì’; chi la vuole mantenere così com’è invece, potrà scegliere l’opzione ‘No’.
Nel dettaglio, il primo quesito chiede di eliminare la norma che disciplina i licenziamenti illegittimi secondo il sistema dei contratti a tutele crescenti introdotto dalla riforma del governo Renzi. Il secondo chiede di togliere il tetto massimo di indennità che spetta al lavoratore ingiustamente licenziato all’interno di una piccola impresa.
Il terzo invece, punta ad abrogare la norma che consente al datore di lavoro di stipulare contratti a termine – fino a dodici mesi – senza una causale. Il quarto quesito riguarda la sicurezza sul lavoro, in particolare la responsabilità negli appalti, tra imprese committenti e appaltatrici.
Infine, il quinto quesito, chiede di dimezzare i tempi di soggiorno legale necessario per poter chiedere la cittadinanza italiana da 10 a 5 anni.