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🎧 Tavolo Moda: Prato e Firenze aspettano risposte

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🎧 Tavolo Moda: Prato e Firenze aspettano risposte
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“Fate presto”. La crisi della moda continua ad interrogare la Toscana manifatturiera, che ha tra Prato e Firenze il suo cuore produttivo. Le misure per tamponare la crisi sono state discusse stamane in un tavolo di confronto tra le aziende, i lavoratori e le istituzioni: tra prospettive e preoccupazione le ditte chiedono un salvagente per superare la tormenta del mercato.

PRATO Un argine alla crisi, pensando agli strumenti per ridisegnare il distretto tessile per il futuro. La proroga per il pagamento degli F24 delle aziende e la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione in deroga – anche per le ditte con meno di 15 dipendenti – sono i provvedimenti di un pacchetto che dovrebbe entrare a far parte del Decreto concorrenza e della legge di Bilancio, testi in discussione alle Camere e nel Consiglio dei Ministri.

C’è la volontà di portare avanti questa strategia, ma ancora nessuna certezza, come emerge dalla preoccupazione che si respirava stamane alla fine del confronto del tavolo di crisi sulla moda, che ha visto impegnati al Prisma Lab di Prato molti rappresentanti delle istituzioni locali e delle categorie economiche, oltre che tre Parlamentari. Proprio quelli in rappresentanza della maggioranza di governo – Chiara La Porta (FdI) e Erica Mazzetti (FI) – hanno assicurato che nelle prossime ore si farà di tutto per inglobare le misure richieste dalle aziende per tamponare la crisi.

Del resto il tempo sta per scadere, come emerge dai numeri che vengono snocciolati durante l’incontro. “Nei nostri uffici – dice Juri Menghetti, sindacalista della Cgil nel settore dei tessili (Filctem)-  vediamo crescere da 10 -12 giorni le persone che vengono a far domanda di Naspi: sono il 20% in più rispetto all’anno precedente Si vede che molte imprese hanno già consumato la cassa integrazione e conseguentemente si innalza il numero di persone che perdono il lavoro”.

Secondo la parlamentare  azzurra di prato Erica Mazzetti il distretto tessile e il suo indotto sono al momento “al 40% della propria forza lavoro impiegata”. Tra le altre richieste presentate dalle categorie economiche alcune moratorie su mutui e finanziamenti: una richiesta di liquidità per sperare che la tormenta del mercato finisca entro l’anno. Ma questo non è scontato: si apre dunque il confronto su come il distretto debba trasformarsi e su come possa essere finanziato un cambio di passo.

 

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