Mer 8 Mag 2024

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Vannacci: “rispetto tutte le etnie, ma non siamo tutti uguali”

Il generale al comando dell’Istituto Geografico militare di Firenze tenta di ribattere alle polemiche scaturire dalle anticipazioni del suo libro (autoprodotto) “il Mondo al Contrario”. “Non mi rimangio nulla, alcune parti fuori dal contesto sono state travisate. Avevo voglia di scrivere un volume esprimendo le mie idee”

“Da gli omosessuali non sono normali” a io non sono come i vu cumprà,  e via discorrendo, il campionario – becero-  che offre la lettura delle estrapolazioni dal libro di Roberto Vannacci è quanto di più incredibile. Anche perché scritto da un generale dell’esercito italiano, e  dunque, da una delle colonne della nostra Repubblica. Voce dal sen fuggita o ‘frasi decontestualizzate’ ed usate ad arte per alimentare la polemica, come sostiene Vannacci’

Vedremo. Di certo il polverone che si è sollevato è dei più densi. Dal sindaco Nardella, al presidente della Regione Eugenio Giani, ai sindati, al PD : tutti in coro a chiedere che venga rimosso dalla direzione dell’Istituto Geografico militare che, guarda caso, ha sede proprio a Firenze. E mentre il ministro Crosetto annuncia iniziative disciplinari, ma chiede di non coinvolgere l’esercito in una vicenda personale,   il generale ha fatto sapere di non rinnegare le sue idee, di volerne difendere come un novello giordano Bruno,  e di rispettare tanto i gay quanto le altre etnie. Ma, precisa, “non siamo tutti uguali”, sottolineando di essere il primo “non normale”.

E che sia ‘non normale’ Vannacci lo ha dimostrato nel tempo. A soli 55 anni vanta un curriculum di primissimo piano. A capo delle più importanti missioni estere dell’esercito italiano, nei teatri di guerra più delicati: dal’Iraq alla Somalia, all’Afganistan. Non c’è missione in cui non abbia messo lo zampino. Talmente non normale da aver aveva denunciato l’esposizione dei soldati italiani all’uranio impoverito al punto da aver presentato, quando era al comando   della missione Prima Parthica in Iraq (tra il 2017 e il 2018),   due esposti alla Procura militare e alla Procura ordinaria di Roma denunciando gravi e ripetute omissioni nella tutela della salute del contingente italiano. Una vicenda che ha avuto poco risalto sulla stampa. Forse non a caso, e che ha visto Vannacci impegnato in prima linea fino ai nostri giorni. E forse, la carica di direttore dell’Istituto Geografico Militare, istituzione nobilissima ma, non ce ne vogliano i geografi dell’esercito, leggermente di secondo piano, alla luce di tutto questo, come le polemiche di queste ore, possono anche  assumere altri  contorni .

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