Sab 27 Lug 2024

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Toscana, Commercio: nel 2020 persi 3 mld fatturato e 20 mila posti lavoro

In termini di fatturato, in Toscana sei titolari di pubblici esercizi su dieci hanno lamentato un crollo di oltre il 50%, mentre il 35,2% ritiene che il fatturato si sia contratto tra il 10% e il 50%. I dati della FIPE

Nel 2020 la Toscana ha perso circa tre miliardi di euro di fatturato, oltre 20mila posti di lavoro (20.548) e un migliaio di imprese (973) nel solo settore dei pubblici esercizi. รˆ quanto emerge dal Rapporto annuale sulla ristorazione realizzato dallโ€™Ufficio Studi di Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) e presentato ieri (18 maggio 2021) a Roma alla presenza del ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e del presidente della Fipe Lino Stoppani.

A fornire il dettaglio dei dati regionali รจ Confcommercio Toscana. โ€œLa sfiducia รจ ai massimi storici per il mondo dei pubblici esercizi. Nel 2020 in Toscana hanno aperto 570 nuove aziende a fronte di 1.543 cessazioni. Ma il dato sulla mortalitร  รจ ancora falsatoโ€, precisa il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, โ€œmolte aziende sono sotto anestetico: indecise sul da farsi, stanno in bilico tra la vita e la morte aspettando di avere liquiditร  sufficiente a chiudere. Perchรฉ anche cessare lโ€™attivitร  rappresenta un costo proibitivo per chi, come il 97,5% degli imprenditori di bar e ristoranti, ha perduto parte importante del fatturato: oltre il 50% per sei su dieciโ€.

โ€œIl nostro settore esce devastato dalla pandemiaโ€, sottolinea il presidente della Fipe toscana Aldo Cursano, che รจ anche vicepresidente vicario nazionale della categoria, โ€œe insieme alle nostre imprese esce con le ossa rotte anche lโ€™intero sistema di accoglienza italiano e uno stile di vita che da sempre ci caratterizzava nel mondo. In questi mesi i nostri locali sono stati additati come luoghi di contagio. Ora finalmente, dati alla mano, possiamo confermare quanto abbiamo sempre sostenuto e mettere la parola fine a quella credenza diventata quasi un luogo comune. Infatti, da quando bar e ristoranti hanno potuto riprendere la somministrazione sul posto, seppure solo allโ€™esterno, lโ€™indice dei contagi si รจ addirittura abbassato. Perchรฉ i nostri locali offrono piรน sicurezza alla socialitร , molta di piรน di quella che รจ garantita nelle case private o negli assembramenti spontanei allโ€™apertoโ€.

โ€œApprezziamo il segnale che il Governo Draghi ha voluto dare al Paese e al sistema economico, perchรฉ finalmente abbiamo delle date per programmare la riapertura totale, ma ci aspettavamo un po’ piรน di coraggio. La ripartenza della somministrazione allโ€™interno solo dal 1ยฐ giugno รจ insufficiente: mancano solo pochi giorni a questa data, รจ vero, ma per noi ogni giorno in piรน a guadagni ridotti รจ insostenibileโ€, evidenzia Cursano. Il secondo lockdown รจ stato addirittura peggiore del primo da un punto di visita psicologico ed economico: โ€œi ristoranti non hanno lavorato la sera per sei mesi. Prima della riapertura del 26 aprile scorso, in Toscana abbiamo servito lโ€™ultima cena il 25 ottobre 2020, lโ€™ultimo pranzo il 13 febbraio 2021. E fino al 1ยฐ giugno lavorerร  solo chi ha spazi esterni. Arriveranno pure i soldi del Recovery Fund, ma speriamo che trovino le imprese ancora vive. Di questo passo, rischiano di trovare solo macerieโ€, dice con amarezza Cursano.

A proposito di ristori, il rapporto di Fipe ha messo in evidenza lโ€™insufficienza di quelli stanziati finora: il 23% delle imprese, ad esempio, non li ha ricevuti per una serie di difficoltร  burocratiche, tra codici Ateco e mancate aperture di partite Iva. Fra gli imprenditori che li hanno ricevuti, nove su dieci li considerano inutili o poco efficaci.

In termini di fatturato, sei titolari di pubblici esercizi su dieci hanno lamentato un crollo di oltre il 50%, mentre il 35,2% ritiene che il fatturato si sia contratto tra il 10% e il 50%. I motivi alla base della riduzione dei ricavi sono dovuti principalmente al calo della domanda a causa delle misure restrittive dovute al Coronavirus, sia sulle attivitร  che sulla mobilitร  delle persone (88,8%), nella riduzione della capienza all’interno dei locali per l’attuazione dei protocolli di sicurezza (35,4%) e nel calo dei flussi turistici (31,1%), in particolare di quelli stranieri. Dopo aver raggiunto il suo massimo storico nel 2019, con oltre 46 miliardi di euro a livello nazionale, il valore aggiunto generato dalle imprese italiane della ristorazione รจ precipitato in un solo anno del 33%.

 

Oggi lโ€™84,3% degli imprenditori scommette su una ripresa del settore, subordinata perรฒ alla fine dellโ€™emergenza. Secondo gli intervistati da Fipe-Confcommercio, il 2021 sarร  ancora un anno di fatturati in calo, mediamente del 20%. Il 66% dei responsabili di grandi aziende della filiera (industria, distribuzione e ristorazione) prevede una ripresa non prima del 2022-2023, mentre il 27% pensa che solo nel 2024 ci sarร  una vera inversione del trend.

 

โ€œLa ripresa sarร  purtroppo molto dura e lentaโ€, avverte il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, โ€œperchรฉ in questi oltre 15 mesi le famiglie italiane hanno cambiato le loro abitudini, tra paura dei contagi, smartworking, locali chiusi e restrizioni. Ci siamo abituati a mangiare di piรน in casa, ma la bilancia รจ in deficit: la spesa alimentare tra le mura domestiche รจ cresciuta di 6 miliardi di euro, ma quella in bar e ristoranti รจ crollata di ben 31 miliardi di euro. Manca allโ€™appello lโ€™80% dei consumi che fino al 2019 erano consolidatiโ€. In termini di consumi generali, la perdita รจ stata di 130 miliardi di euro. A livello di reddito siamo tornati ai livelli del 1994 con circa 900 euro pro capite

 

โ€œLa voglia di normalitร , di uscire e tornare a frequentare bar e ristoranti come prima รจ fortissima โ€“ rileva Marinoni – speriamo poi che la bella stagione aiuti in questa direzione. Ma lโ€™onda lunga della pandemia proseguirร  ancora per diverso tempoโ€. La filiera prova comunque a guardare al futuro: il rilancio del settore, secondo gli esperti, passerร  da un potenziamento dei servizi digitali, food delivery in testa, e da una maggior attenzione su qualitร  dei prodotti, originalitร  nellโ€™offerta, marketing e sostenibilitร . โ€œI consumatori, anche in Toscana, hanno scoperto la praticitร  di servizi come la consegna a domicilio dei pasti e non torneranno indietro. I locali devono tenerne conto e investire nellโ€™innovazione e nella comunicazione digitale per assecondare questo nuovo trendโ€.

 

A livello nazionale, il settore della ristorazione ha perso quasi 250 mila posti di lavoro (514mila se si tiene conto anche del settore alloggio) molti dei quali a tempo indeterminato e soprattutto di giovani e donne. Nel 2020 sono oltre 22 mila i pubblici esercizi, bar e ristoranti, che hanno chiuso a fronte delle 9.190 che hanno aperto, un saldo negativo di oltre 13 mila imprese.

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