Corte Conti: procura, riassetto aziende Regione Toscana non soddisfa

L’attuazione del piano della Regione Toscana per la razionalizzazione e l’eventuale dismissione delle sue partecipate “non appare soddisfacente”. Lo afferma Acheropita Mondera, procuratore regionale della Corte dei Conti della Toscana, nella sua requisitoria all’udienza per il giudizio di parificazione del Rendiconto generale 2019 della Regione Toscana.

Le perdite di pertinenza regionale delle società a partecipazione maggioritaria della Regione, al 31 dicembre 2018, sono pari a 7,2 milioni di euro, e superiori a quelle del 2017: secondo Mondera la loro origine è strutturale, e non congiunturale.
“In vari casi – sostiene – la misura di razionalizzazione prescritta non è stata realizzata e, anche quando le società, spesso con ritardo rispetto ai termini fissati, si siano adeguate alle prescrizioni del Piano, la misura di razionalizzazione è stata attuata in maniera non soddisfacente o parziale”. Peraltro, aggiunge il procuratore, “secondo questa procura traspare una incapacità del socio pubblico, anche nei casi di partecipazione di maggioranza, ad incidere sull’indirizzo dell’attività delle società partecipate, e ciò rende inefficace l’esercizio dei diritti societari regionali”.
La Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Toscana ha emesso oggi la pronuncia di parificazione del Rendiconto generale della Regione relativo all’esercizio finanziario 2019, a eccezione del risultato di amministrazione, limitatamente alla mancata previsione del fondo perdite delle società partecipate. Nonostante i risultati economici negativi conseguiti negli ultimi bilanci dalle partecipate dalla Regione, l’importo di 13,8 milioni di euro pari alla perdita registrata, non si è tradotto, a rendiconto, in altrettanti fondi accantonati: in questo modo, secondo la Corte dei Conti, si è fatto figurare un incremento del risultato di amministrazione non regolare in quanto ottenuto con l’azzeramento di un fondo vincolato. La Regione, si legge, ha peraltro provveduto a ristanziarne l’intero importo nel bilancio di previsione degli esercizi 2020-22. L’esercizio 2019 registra entrate e spese di competenza pari rispettivamente a 11.589 mln e a 11.287 mln, chiudendosi con un risultato finanziario negativo per 177,93 mln, in miglioramento rispetto agli anni precedenti. Il disavanzo sostanziale, di 1.967,44 mln, ha raggiunto un livello pari al 20% delle entrate correnti.
“A inizio legislatura avevamo un rendiconto che aveva 3 miliardi di disavanzo e una cassa molto limitata, vicino allo zero: in questo rendiconto il disavanzo è sostanzialmente dimezzato”. Lo ha affermato Vittorio Bugli, assessore alla presidenza della Regione Toscana, intervenendo all’udienza per il giudizio di parificazione del Rendiconto generale 2019 della Regione da parte della Sezione regionale della Corte dei Conti. “E’ un lavoro che bisogna continuare a portare avanti con decisione – ha proseguito – ma il disavanzo è sostanzialmente dimezzato, e la cassa si aggira intorno al miliardo, quindi è un miglioramento importante di cui penso si possa dare atto in questi anni alla Regione”. Sulle partecipate, ha ammesso Bugli, “il lavoro è più difficile”, ma nel caso specifico di Fidi Toscana, sostiene l’assessore, l’aiuto dato alle Pmi “ha prodotto un peso finanziario per la struttura che ancora si tarda a sistemare, ma che sta andando sulla buona strada, per quelli che saranno i risultati del prossimo anno e di quello successivo”. Sulle terme, ha detto Bugli, “abbiamo sistemato sostanzialmente Casciana Terme e Chianciano Terme con la liquidazione delle società immobiliari che sta andando avanti nel suo percorso; continuiamo ad avere problemi su Montecatini Terme, che però in questa fase ha visto un rafforzamento di una proposta di piano più consistente, e che stiamo trattando anche con le banche per ciò che riguarda la gestione del debito pregresso”.

Firenze, cooperative di comunità: presentati i nuovi progetti, finanziati con bando regionale

Nell’arco della legislatura quella delle cooperative di comunità è stata sicuramente tra le esperienze più innovative. E dopo il primo bando, che a dicembre del 2018 ha finanziato con un milione e 200 mila euro di risorse regionali venticinque esperienze (poi diventate ventiquattro), adesso è pronta la graduatoria del secondo bando pubblicato alla fine dello scorso dicembre.

Sono sedici progetti delle cooperative di comunità, finanziati con 740 mila euro che sono stati presentati, oggi, venerdì 3 luglio 2020 nel corso di un incontro a Palazzo Strozzi Sacrati in piazza del Duomo a Firenze, sede della presidenza della Regione. L’incontro è stato presieduto dall’assessore alla presidenza Vittorio Bugli, ed hanno partecipato un rappresentante di ciascuna cooperativa,

I nuovi progetti delle cooperative di comunità, interessano soprattutto realtà montane. Gli obiettivi sono gli stessi del primo bando: creare nuovi occasioni di sviluppo, in forma cooperativa o basati su beni comuni, ma anche offrire servizi ai residenti (e tra i residenti a quelli con una maggiore fragilità).

Le cooperative di comunità, sono realtà speciali, di cui fanno parte tutti gli abitanti (o quasi) di un borgo. Fino all’anno scorso la più famosa in Toscana era quella del Teatro Povero di Monticchiello, paese del senese colpito dalla crisi della mezzadria all’inizio degli anni Settanta e che allora ha scelto di aggregarsi intorno ad un’idea di teatro di piazza che costituisce oggi un’economia importante per i residenti. Con il primo bando sono esplose. Si sono rivelate uno strumento utile per rinvigorire economie sfilacciate della montagna e delle aree interne, ma anche delle periferie marginali urbane caratterizzate da minore accessibilità sociale, economica e di mercato; e la Toscana è stata la prima in Italia a crederci.

Nell’ultimo bando, alcune cooperative di comunità, hanno deciso di puntare ancora sulla valorizzazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari del territorio e chi è partito dall’economia circolare e il ricicolo o dall’offrire servizi per il turismo sostenibile e verde (delle due ruote, ad esempio). C’è anche chi ha messo insieme produzioni locali, tradizione e innovazione tecnologica.

Lorenzo Braccini ha intervistato l’assessore regionale Vittorio Bugli.

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‘Open Toscana’, il portale della Regione si rinnova

Firenze, da quando è nato ‘Open Toscana’ è sempre più la porta di accesso ‘smart’ ai servizi on line della Regione, ma anche agli open data e alle ‘stanze’ virtuali dove informarsi ed esprimere giudizi sulle questioni e i progetti aperti alla partecipazione dei cittadini.

Un portale moderno e semplice da usare. Ora ‘Open Toscana’, open.toscana.it, si rinnova. “Per rendere sempre più semplici ed accessibili i servizi digitali della Regione e di tutta la pubblica amministrazione toscana” spiega l’assessore alla presidenza Vittorio Bugli.

Sono oltre novecento i servizi della Pa toscana individuati: si potranno ricercare per ente, titolo, descrizione o argomento, da quelli della Regione a quelli di Comuni, Province e Unioni di Comuni, ma anche ulteriori settori della pubblica amministrazione.

Quelli della Asl e della sanità ad esempio, disponibili fin dalla prima edizione del portale: per prenotarsi esami e prestazione tramite il Cup, per accedere al proprio fascicolo sanitario che raccoglie tutti i referti ed analisi fatti, per cambiare il medico di famiglia.

Si potranno pagare anche on line, dalla piattaforma regionale, i servizi di più comuni. Si potrà accedere ai servizi della giustizia digitale, a bandi di finanziamento, alle tante opportunità del programma Giovanisì e a molto altro ancora.

La app ufficiale di ‘Open Toscana’è già disponibile sia per Android che per Ios nei rispettivi store. Per accedere ai dati sensibili e a funzioni delicate è necessario disporre di un account Spid, il sistema pubblico di identità digitale, attivabile gratuitamente in pochi clic (soprattutto se si ha già una tessera sanitaria attivata).

L’accesso con Spid consente di ricevere anche notifiche personalizzate collegate al proprio codice fiscale, come il bollo auto. Per molte altre sezioni l’accesso è comunque libero e non occorre disporre di una identità digitale. Le aziende avranno accesso diretto a tutta una serie di bandi. Particolarmente ricca è è la sezione sugli open data: oltre 4000 set di dati aperti della Pa Toscana, compresi gli aggiornamenti sui numeri dell’epidemia Covid-19 provenienti dall’Agenzia regionale di sanità.

Si tratta di dati, come quelli sul traffico o la mobilità, utilizzate dalla grandi company ma anche da start up e piccole imprese per implentare le loro applicazioni. “Un elemento dunque – si sofferma l’assessore – sia di trasparenza sia capace di generare sviluppo economico”.  Il dataset toscano è uno dei più ricchi d’Italia.

Da ‘Open Toscana’si accede anche alle news e ai servizi di Toscana Notizie, l’agenzia di informazione della giunta regionale, e al nuovo sito della cooperativa di comunità (coopdicomunita.toscana.it), dove si raccontano i progetti in corso e gli eventi promossi all’interno di questo autentico laboratorio di innovazione sociale promosso dalla Regione.

E poi si possono raggiungere le pagine di Accoglienza Toscana, accoglienza.toscana.it, dedicate appunto alle migliore pratiche di accoglienze, ci si può collegare al sito Toscana Sicura, sicurezza-toscana.it, che racconta le politiche per la sicurezza urbana della Regione, si può raggiungere pure il sito plastic-free.toscana.it, per conoscere meglio l’iniziativa regionale per liberare mare e spiagge dalla plastica.

Infine, ci sono il sito Collaboratoscana, collabora.toscana.it, che descrive il percorso avviato dall’assessorato alla presidenza della Regione sull’economia della condivisione e della collaborazione, e le pagine dedicate ai processi partecipativi – partecipa.toscana.it – promossi grazie alla legge sulla partecipazione. Open Toscana dispone anche di un proprio profilo Facebook e Twitter.

In tre anni Open Toscana ha visto praticamente triplicare le sessioni di accesso (da poco meno di 200 mila a oltre 550 mila nel 2019) e pure gli utenti (da 131 mila a quasi 362 mila). Un vero successo in termini di innovazione della pubblica amministrazione, sempre più accessibile e vicina ai cittadini.

Toscana, 13 giugno riaprono cinema, discoteche e spettacoli dal vivo

Firenze, emanata nuova ordinanza del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, per la riapertura di varie attività dal 13 giugno con le relative linee guida: i cinema e gli altri spettacoli dal vivo, i congressi e i grandi eventi fieristici, le sale giochi e scommesse, le cerimonie, le discoteche, gli impianti di risalita. Si dettano anche linee guida per i rifugi montani e gli ostelli.

La Regione Toscana ha definito, tramite l’ordinanza, quali comportamenti si dovranno adottare: si tratta di linee guida, molte delle quali comuni con le altre Regioni, che vanno ad integrare il vademecum che era già stato stilato per le attività che sono già ripartite e a cui sono state apportate, nelle ultime riunioni in Conferenza Regioni, piccole modifiche, chiarimenti o semplificazioni. “Adesso – spiega l’assessore alla presidenza Vittorio Bugli, che ha partecipato a tutti gli incontri – queste misure sono state recepite nell’ordinanza”.

Le linee guida più attese erano quelle sui congressi e i grandi eventi fieristici: soprattutto quest’ultimi, rimasti in una sorta di limbo. Rossi aveva sollecitato due giorni fa il Governo: “O decide – aveva detto – oppure dal 14 giugno la Toscana in autonomia farà ripartire anche questa attività”, riferendosi agli eventi fieristici.

“Ce l’abbiamo fatta a definire tutto in tempi stretti, arrivando a un testo comune con tutte le Regioni” racconta oggi Bugli. I congressi, ma anche le fiere si potranno dunque organizzare assicurando la solita distanza di un metro tra gli utenti e valutando il numero dei partecipanti rispetto agli spazi, in modo da evitare assembramenti. Se tra un posto a sedere e l’altro non si potrà garantire il metro di distanza si potrà derogare installando barriere fisiche.

Quanto a discoteche e locali simili destinati all’intrattenimento, altre misure fortemente attese, potranno riaprire, ma sarà necessario rimodulare la capienza in modo da garantire un metro di distanza sempre, e due tra chi accede alla pista da ballo. Preferite, anche in questo caso, sono le

prenotazioni e la compilazione di moduli on line. L’attività da ballo per adesso sarà però consentita solo all’aperto, in terrazze o in giardini, ad esempio. Laddove non sia possibile rispettare il metro di distanza tra le persone sarà obbligatorio indossare sempre la mascherina.

Nel restyling delle linee guida si chiarisce, quindi, che i buffet si potranno organizzare serviti oppure self-service, ma con alimenti, in questo caso, confezionati in porzioni monodose. Sono state definite anche le misure per le cerimonie, come quelle di matrimonio, ad esempio (congelate in questi mesi): si ribadisce il solito metro di distanza tra le persone (ad eccezione dei familiari), mascherine quando non si è al tavolo e l’obbligo di tenere un elenco di tutti i presenti da conservare per quattordici giorni.

Sono state fissate anche le capienze per gli spettacoli dal vivo: non più di duecento persone al chiuso e mille all’aperto. Norme più particolari riguarderanno le grandi orchestre, dove ad esempio se ai musicisti in linea generale basterà stare distanti un metro, ne servirà uno e mezzo nel caso di strumenti a fiato (con una vaschetta con disinfettante per raccogliere la condensa per gli ottoni), due metri dovranno dividere tra loro le file del coro e altrettanti dovranno separare il direttore dalla prima fila della sua orchestra.

Le linee guida approvate riguardano anche i rifugi e gli ostelli: è prevista, tra l’altro, la distanza di un metro e mezzo tra un letto e l’altro. Per quanto riguarda gli impianti di risalita, il rispetto del distanziamento è d’obbligo con l’utilizzo degli impianti con sedute alternate.

Fase 2: Toscana riapre terme e nei circoli registro presenze

Lo prevede una nuova ordinanza della Regione, illustrata oggi dall’assessore alla presidenza Vittorio Bugli, che recepisce alcune linee guida approvate il 25 maggio in Conferenza delle Regioni.

In Toscana possono riaprire terme e circoli culturali e ricreativi, una volta che le strutture si
saranno adeguate alle norme anticontagio: lo prevede una nuova ordinanza della Regione, illustrata oggi dall’assessore alla presidenza Vittorio Bugli, che recepisce alcune linee guida
approvate il 25 maggio in Conferenza delle Regioni.
Fra le disposizioni di sicurezza da seguire, nei circoli, l’obbligo dell’uso delle mascherine in tutti i locali chiusi resi accessibili al pubblico e in tutte le situazioni in cui non e’ possibile mantenere la distanza interpersonale. Previsto anche un registro delle presenze da conservare 14 giorni. Inoltre e’ raccomandato di misurare la temperatura a chi entra e di svolgere le attivita’ il piu’ possibile all’aperto.
Invece per le terme, nelle piscine ogni utente dovra’ avere uno spazio di sicurezza di 4 metri quadrati.

Anticipo su ammortizzatori Covid, incontro con banche. Regione invierà lettera ad aziende

Grazie all’accordo siglato dalla Regione il 14 aprile i lavoratori possono godere di un’apertura di credito fino a 1.400 euro senza spese e a zero interessi. L’assessore Bugli: “Contatteremo gli interessati per ricordare l’opportunità”.

La banca anticipa i soldi, quelli della cassa integrazione e degli altri ammortizzzatori per dipendenti dell’emergenza Covid: fino a due mensilità, 1400 euro in un’unica soluzione. In Toscana si fa senza alcuna spesa e a zero interessi per i lavoratori, meglio dunque dell’accordo nazionale che prevede invece un’apertura di credito solo ‘alle migliori condizioni possibili’. Eppure, dopo tre settimane abbondanti dalla firma dell’intesa, che coinvolge ventiquattro tra gli istituti bancari più diffusi nella regione, sono pochi ancora i lavoratori toscani che ne hanno usufruito. Diverse sono state poi le segnalazioni di disguidi e problemi vari.

Il dato emerge dalla una riunione a distanza che l’assessore Vittorio Bugli, assieme alla collega Cristina Grieco, ha organizzato con le banche per fare il punto proprio sull’applicazione dell’accordo. Il quadro che ne è uscito è che, dopo un periodo iniziale di assestamento, il sistema bancario da un paio di settimane è in grado di gestire le richieste, le quali, peraltro, sono molto al di sotto delle attese. Tra le sole domande di cassa in deroga, che sono solo uno spicchio degli assegni per cui l’intesa vale (che comprende anche Cigo, Fis e Cisoa), si stima che siano meno di 1500: una cifra nell’ordine dell’1,5 per cento delle richieste di Cig in deroga pervenute fino ad oggi alla Regione, la quale fino a ieri l’altro aveva ricevuto 37.637 domande per un totale di 96.629 lavoratori coinvolti. Di queste il 98,55 per cento sono state già approvate, lo 0,4 per cento rifiutate mentre lo 0,77 per cento sono sospese in attesa di integrazione.

Intanto la Regione invierà  una mail  a tutte le 35 mila aziende che hanno fatto domanda di Cig in deroga alla Regione per ricordare l’esistenza di questo accordo e come funziona, e l’elenco degli istituti a cui ci si può rivolgere, con un link ai ai siti delle banche che hanno già pubblicato Faq e istruzioni specifiche. “Chi soffre di più sono del resto proprio i lavoratori che hanno la cassa integrazione in deroga, perché hanno alle spalle aziende più fragili che non possono anticipare loro assegno” aggiunge l’assessore al lavoro della Toscana, Cristina Grieco.

La stessa comunicazione sarà poi inviata anche a tutte le organizzazioni sindacali e alle associazioni di categoria, affinché diano una mano a conoscere questa possibilità.

La Regione, come già annunciato, sta anche lavorando per estendere l’intesa firmata con le banche a Poste Italiane, che non fa parte di Abi ma dove sono tanti i lavoratori che hanno conti correnti e carte prepagate con accredito dello stipendio.

C’è inoltre una seconda notizia. “Sul sito della Regione – spiega l’assessore Grieco – abbiamo da ieri pubblicato l’elenco aggiornato in tempo reale delle domande di cassa in deroga esaminate: quelle approvate e trasmesse ad Inps, quelle sospese e quelle rigettate”. L’indirizzo dove reperire i documenti è www.regione.toscana.it/-/cig-in-deroga-elenchi-domande: così ogni singola azienda e lavoratore potranno conoscere l’esito della propria richiesta. “Sulla cassa in deroga – puntualizza l’assessore – la Regione ha già trasmesso ad Inps tutte le domande finora ricevute e le autorizzazioni avvengono praticamente in tempo reale, grazie a dipendenti che lavorano in remoto ed anche nei giorni di festa&rdqu o;.

Ventiquattro le banche aderenti
Gli istituti bancari che hanno, al momento, sottoscritto l’intesa del 14 aprile con la Regione Toscana sull’anticipo di Cigo, Fis, Cig in deroga e Cisoa sono ventiquattro. Si tratta di: Cassa Risparmio di Volterra, Banca Popolare di Lajatico, Monte dei Paschi di Siena, Unicredit, Banca Cambiano, Intesa Sanpaolo, Banca Alta Toscana Credito Cooperativo, Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo, Banca Centro – Credito Cooperativo Toscana-Umbria, Banco Fiorentino – Mugello Impruneta Signa – Credito Cooperativo, ChiantiBanca Credito Cooperativo, Banca dell’Elba Credito Cooperativo, Banca di Pescia e Cascina Credito Cooperativo, Banca di Pisa e Fornacette Credito Cooperativo, Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve, Banca Tema Terre Etrusche e di Maremma – Credito Cooperativo, Banca del Valdarno Credito Cooperativo, Credito Cooperativo Valdarno Fiorentino Banca di Cascia, Banca Valdichiana – Credito Cooperativo di Chiusi e Montepulciano, Banca Vers ilia Lunigiana e Garfagnana Credito Cooperativo, ViVal banca – Banca di Credito Cooperativo di Montecatini Terme, Bientina e S. Pietro in Vincio, Banca Popolare Emilia Romagna, Banco di Lucca e Credit Agricole.

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