In centro Firenze un appartamento su 5 in affitto su piattaforma

Il turismo cambia aspetto. In Italia, spiega il Rapporto sul turismo italiano presentato alla Bit, c’è stato un incremento nel periodo 2002-2017 di B&B “del 688,4%, in termini di numero di unità e dell’816,7%, in termini di posti letto”.

“Ad agosto 2018, sul portale Airbnb erano disponibili, in Italia, 397.314 alloggi, registrando uno sviluppo che negli ultimi due anni è avvenuto ad un tasso medio del 51%, non
riscontrabile in nessun altro comparto”. Secondo una ricerca del Laboratorio Dati Economici Storici Territoriali del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Siena, a Firenze uno su cinque appartamenti del centro storico della città si trova
sulla piattaforma.
I B&B a Napoli nel 2017 hanno registrato un incremento del 335% rispetto all’anno precedente. A Bologna a fronte di una riduzione dei B&B (-13%), si è assistito ad un aumento di alloggi in affitto pari a circa il 143%. Comunque L’Italia, con 2.239.446 posti letto nel 2017, è il leader europeo per la ricettività alberghiera, seguita dalla Spagna (con 1.916.607) e dalla Germania (con 1.811.615 ).
Diverso è anche il modo in cui si prenotano i viaggi. Come conseguenza della diffusione delle OTA (le online travel agencies), nel 2017 In Italia, le agenzie di viaggio hanno
registrato una flessione pari a circa il 41%, passando da 16.603, del 2016, a 9.725. In nessuna delle regioni italiane si è rilevato un calo inferiore al 30%.

Malattie mentali: appello dei ricercatori per un archivio partecipato

Parte dall’esperienza del manicomio provinciale di Arezzo, il progetto “Voci condivise”, per la creazione di un archivio digitale partecipato sulle esperienze legate alla malattia mentale. L’appello è dei ricercatori dell’Università di Siena e ha l’obbiettivo di realizzare un database in cui custodire e rendere accessibili interviste a figli, nipoti, discendenti che hanno vissuto l’esperienza – diretta o indiretta – di un internamento.

“Il primo appello che facciamo – spiega Silvia Calamai, direttrice scientifica dell’Archivio storico dell’ex Ospedale psichiatrico e docente di Glottologia e Linguistica presso il Dipartimento di Arezzo dell’Ateneo senese – è quello per rintracciare i familiari dei malati che furono intervistati negli anni settanta ad Arezzo dalla storica Anna Maria Bruzzone e ottenere così le liberatorie che ci permetteranno di rendere questo archivio sonoro – unico in Europa – accessibile e fruibile da tutti (fatti salvi i problemi legati alla riservatezza dei dati, che in alcuni casi saranno anonimizzati).
Vogliamo inoltre raccogliere e censire le testimonianze audio, video e iconografiche di tutte le famiglie che in passato hanno avuto a che fare con l’inserimento di alcuni loro cari all’interno dell’Ospedale Psichiatrico”.
Con il progetto “Voci condivise” si vuole pertanto costruire una memoria comunitaria, legata al passato ma anche al presente, a partire da ciò che uno dei luoghi più importanti della psichiatria italiana ha lasciato.
Dal 1971, sotto la direzione di Agostino Pirella, anche l’ospedale psichiatrico di Arezzo diventa infatti protagonista del superamento definitivo della reclusione manicomiale. L’esperienza di Pirella, e dei giovani psichiatri suoi collaboratori ad Arezzo, fu uno dei riferimenti fondamentali del movimento nazionale che portò all’approvazione della “legge Basaglia”, la 180 del 1978.
“Intorno alla vita pluridecennale di questa cittadella manicomiale toscana – conclude la professoressa Silvia Calamai – si sono stratificati, nel tempo, fonti, documenti, memorie, testimonianze, ricordi che consentono di ricostruire la complessa parabola della storia della psichiatria italiana e della manicomializzazione della follia”.
I materiali raccolti e digitalizzati per il progetto “Voci condivise” saranno utilizzati per ricerche universitarie, tesi di laurea, percorsi didattici nelle scuole.

Nasce a Siena il Centro regionale di Medicina di precisione

Nasce a Siena il Centro regionale di Medicina di precisione, un progetto in stretta sinergia tra Università, Fondazione Toscana Life Sciences e Azienda ospedaliero-universitaria Senese

Il Centro di Medicina di preicisone, finanziato dalla Regione Toscana e costituito grazie a un protocollo di intesa firmato dalle istituzioni partner, è stato presentato stamattina in una conferenza stampa che si è tenuta a Siena, nella sede del Rettorato, alla presenza dell’assessore al diritto alla salute della Regione Toscana, Stefania Saccardi, del rettore dell’Ateneo senese, Francesco Frati, del direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, Valtere Giovannini e del presidente della Fondazione Toscana Life Sciences, Fabrizio Landi.

Attraverso la specifica interazione tra ricerca e assistenza, il Centro introdurrà un nuovo approccio alla cura, a vantaggio della salute dei cittadini, che potranno contare su un modello basato su servizi personalizzati per ciascun paziente, tenendo conto delle variazioni individuali del patrimonio genetico, dell’ambiente e dello stile di vita, in particolare in area oncologica e metabolica.

La Regione Toscana ha messo a disposizione del Centro di Medicina di precisione oltre 6 milioni e mezzo di euro.

La Precision Medicine è’ un paradigma innovativo per la prevenzione, la diagnosi e la cura di patologie secondo un approccio personalizzato che tenga conto delle variazioni individuali del patrimonio genetico, dell’ambiente e dello stile di vita. La Precision Medicine è oggi considerata la frontiera delle scienze mediche, dove nei prossimi anni avverrà la sfida tecnologica e di conoscenze che trasformerà la terapia e la diagnosi. Deve essere quindi considerata un settore strategico, nel quale concentrare le risorse pubbliche per la ricerca e per il lancio di specifiche iniziative per finanziare progetti innovativi soprattutto in collaborazione tra pubblico e privato (ad esempio negli Usa sono stati stanziati 215 milioni di dollari solamente per il progetto di mappatura genetica dei volontari), orientate alla scoperta di nuovi marcatori per la diagnosi e la prevenzione di malatt ie neoplastiche, degenerative e genetiche e allo sviluppo di nuove terapie.

La Precision Medicine è un approccio coraggioso di frontiera, che consente di trasformare gli sforzi e gli avanzamenti conseguiti nelle scienze biomediche, fisiche ed ingegneristiche in un reale miglioramento nella prevenzione, diagnosi e cura e, quindi, nell’efficacia, efficienza e sostenibilità dei sistemi sanitari.

L’ambito oncologico, in particolare quello delle nuove immunoterapie e dei nuovi vaccini antitumorali, è quello naturale per lanciare un progetto pilota che possa poi essere esteso, con approccio inclusivo, ad altre patologie e su larga scala. Tra gli altri ambiti di immediata applicazione in Toscana, e in particolar modo nell’area senese, vi sono quello diabetologico e quello dei nuovi vaccini e farmaci per le malattie infettive.

“Il Centro Regionale per la Medicina di Precisione che nasce a Siena, dall’intesa tra Università, Toscana Life Sciences e Azienda ospedaliero universitaria senese, e con il finanziamento della Regione Toscana – è il commento dell’assessore Stefania Saccardi – consentirà di fare un gran passo in avanti nella prevenzione, diagnosi e cura, soprattutto in campo oncologico e metabolico, mettendo a punto terapie sempre più personalizzate, che tengano conto del patrimonio genetico, dell’ambiente, dello stile di vita del paziente. La Regione Toscana ha colto l’aspetto coraggioso, di frontiera, di questo nuovo approccio, e ha messo a disposizione oltre 6 milioni e mezzo per la costituzione di questo Centro, che realizzerà progetti innovativi in proficua collaborazione tra pubblico e privato”.

“L’istituzione a Siena di un polo scientifico e tecnologico di Precision Medicine favorirà la crescita delle eccellenze del nostro Ateneo e del territorio, favorendo progetti innovativi di ricerca e sviluppo, e attraendo fin da subito nuovi investimenti – ha detto il rettore dell’Ateneo senese, Francesco Frati – Ringraziamo la Regione per il supporto a questo importante progetto, che valorizza una delle attività di punta dell’area biomedica dell’Ateneo, riconosciuta a livello regionale, nazionale ed internazionale, come dimostra il grande numero di progetti di ricerca finanziati e di trials clinici condotti e coordinati negli ultimi anni. Con questa scelta, la Regione valorizza le competenze presenti nel nostro territorio e contribuisce a rafforzare le già robuste sinergie tra Ateneo, AOUS e TLS”.

“Si tratta di un importante investimento – afferma il direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, Valtere Giovannini -, una risorsa sociale ed economica che permetterà di realizzare una piattaforma di tecnologie e competenze, un volano per l’innovazione. Ciò consentirà di assumere anche giovani ricercatori per dare respiro a una vera sanità di sviluppo. Ci riempie di orgoglio che questo Centro sia realizzato insieme al nostro ospedale, dove ci sono professionisti validi che guardano al futuro con competenza e fiducia”.

“Oggi si compie un passo importante nel cercare di concretizzare le potenzialità della medicina preventiva, predittiva e personalizzata e ciò fa di Siena e di TLS un punto di riferimento sia nel panorama regionale toscano sia a livello nazionale – afferma Fabrizio Landi, presidente della Fondazione Toscana Life Sciences – Contribuiremo, infatti, mettendo a disposizione l’esperienza di TLS e di alcune realtà ospitate verso una maggiore integrazione delle piattaforme e delle competenze specifiche. L’avvio di un Centro regionale di medicina di precisione rappresenta un vero e proprio macro-progetto di sistema, che conferma quanto il futuro e la competitività nell’ambito della ricerca e sviluppo, e dell’innovazione in generale, passino proprio attraverso nuovi modelli di collaborazione pubblico-privata”.

Tra le attività specifiche che saranno condotte dal Centro regionale di Medicina di precisione, la realizzazione di piattaforme tecnologiche integrate, e il potenziamento di quelle esistenti, come quella di biologia molecolare e cellulare, microscopia, imaging; l’istituzione di un sistema integrato di Bioinformatica e Big data management; il supporto a progetti innovativi di ricerca e sviluppo. Inoltre, il Centro potrà favorire la ricerca e la qualificazione delle attività di sperimentazione clinica attraverso la standardizzazione delle pratiche dei ricercatori, l’innovazione delle procedure e l’integrazione dei gruppi di ricerca attivi nelle sperimentazioni.

‘Bright 2018’, l’appuntamento con la ricerca in Toscana

?Firenze, oltre 500 ricercatori coinvolti nel vasto e articolato  programma  di iniziative che porterà  la ricerca e la scienza nelle piazze delle città  della regione il prossimo 28 settembre, con ‘Bright  2018’ torna infatti l’appuntamento con la Notte delle ricercatrici e dei ricercatori in Toscana, in contemporanea con l’evento  dedicato alla ricerca che si svolge in tutta  Europa.

Bright è promosso dalla Regione Toscana, coordinato  all’Università di Siena, annovera eventi in tutta la Toscana, e si rivolge al pubblico di tutte le età, offrendo la possibilità di avvicinarsi al complesso mondo della scienza incontrando le donne e gli uomini che lavorano quotidianamente nella ricerca.

L’evento “Bright 2018” vede la partecipazione  delle  Università  di Firenze e Pisa, dell’Università  per Stranieri  di Siena, della Scuola Superiore Sant’Anna, della Scuola Normale Superiore e della Scuola IMT Alti Studi di Lucca, insieme  al CNR (area  della  ricerca  di  Pisa), l’Istituto Nazionale  di  Fisica Nucleare  e  l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Sezione di Pisa).

Grazie a un lavoro di squadra collaudato, che vede la collaborazione  attiva di tutti gli organizzatori, i ricercatori  mostreranno al pubblico  il loro lavoro e sveleranno i segreti dei laboratori, portando nel cuore delle città  la ricerca, con attività  dedicate alla scienza, alla letteratura, alla storia, alle materie   sociali  e  politologiche. Tutte  le  discipline,  nessuna  esclusa, parteciperanno  a questa grande festa, per la quale vi è già molta attesa.

Gli eventi si svolgeranno ad Arezzo, Cascina, Firenze, Grosseto, Isola d’Elba- Portoferraio, Livorno, Lucca, Pisa, Pontedera, Prato,Siena e Viareggio.

Gimmy Tranquillo ha intervistato, Luigi Dei, Rettore dell’Università di Firenze, e la Vicepresidente, nonché assessora a Cultura Università e Ricerca, Monica Barni:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/09/180917_03_BRIGHT_DEI-BARNI.mp3?_=1

INFO: http://www.bright-toscana.it/

Test medicina: protesta a Firenze contro numero chiuso, 6 identificati 

Protesta contro l’accesso a numero chiuso alle università questa mattina davanti all’ingresso della Fortezza da Basso di Firenze, dove era in corso il test di ingresso a medicina. Sei manifestanti, tra cui un minorenne, sono stati portati in questura per essere identificati. Nei loro confronti scatterà una denuncia per manifestazione non autorizzata.

I giovani, militanti del Fronte della gioventù comunista, hanno srotolato uno striscione, acceso alcuni fumogeni e letto al megafono un intervento contro i test di accesso agli atenei. Sul posto è intervenuta la polizia. In totale, secondo quanto spiegato dall’Ateneo di Firenze, alla selezione di stamani hanno partecipato 1.884 candidati – le domande erano state 1.972 -, per 324 per medicina e chirurgia e 35 per odontoiatria e protesi dentaria.

Anche a Siena c’è stata una protesta, del sindacato universitario Link Siena, con un presidio e uno striscione apposto e poi rimosso all’ingresso del Centro didattico del policlinico Le Scotte dove si svolgeva la prova. “Medici fantasma. Chi si cura del Servizio Sanitario nazionale?” era scritto sullo striscione. In totale i candidati erano 698 candidati per 221 posti oltre a due posti per cittadini non comunitari residenti all’estero.

Per l’Ateneo di Pisa erano infine 1.606 gli iscritti al test per 252 posti. La prova si è svolta al Polo Fiere di Lucca, in località Sorbano del Giudice (Lucca), “particolarmente idoneo – spiega una nota dell’Università di Pisa, “per accogliere e gestire un numero elevato di candidati in una struttura facilmente raggiungibile E dotata di ampio parcheggio”.

Siena: primi 14 specialisti in ‘Codice Rosa’

Abbiamo i primi 14 specialisti del Master in ‘Codice Rosa’, strategie di intervento per le vittime di violenza, “il tema della violenza è stato affrontato sotto tutti i punti di vista, sia medico che giuridico” commenta Anna Coluccia.

Esperienze a confronto, casi clinici, approcci multidisciplinari a episodi di violenza di genere, domestici e familiari, nei confronti di soggetti deboli quali donne e minori. Questi i temi delle tesi presentate per la conclusione del primo Master in Codice Rosa, strategie di intervento per le vittime di violenza, diretto da Anna Coluccia.

Al suo fianco, in sede di discussione, Vittoria Doretti, ideatrice del Codice Rosa, cioè di quello specifico percorso di accoglienza al pronto soccorso dedicato a chi subisce violenza e mira a rafforzare la collaborazione con altri enti istituzioni e soprattutto per il percorso-donna con i centri antiviolenza.

Diplomati e primi 14 nuovi specialisti, 7 dei quali con borse di studio finanziate dalla Regione Toscana.

“È una formazione compiuta ed esaustiva”, commenta Coluccia “il tema della violenza è stato affrontato sotto tutti i punti di vista, sia medico che giuridico, analizzando tutti gli aspetti e i fattori che caratterizzano questi episodi. Per questo ci tengo a ringraziare la Regione Toscana e l’assessore alla salute Stefania Saccardi per la grande sensibilità dimostrata attraverso le borse di studio che hanno permesso a molti professionisti provenienti da tutta Italia (e una dottoressa anche dalla Nigeria), di seguire proficuamente il corso”.

“Siena è stata il baricentro di questo tipo di formazione”, conclude “anche per merito della stretta collaborazione tra Università di Siena, Azienda ospedaliero-universitaria Senese e Azienda Usl Toscana Sud-Est”. Per Doretti “è stata un’agorà dove sono confluite diverse esperienze provenienti da differenti professionalità, non solo del settore della sanità”.

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