‘Studenti in lotta per il diritto allo studio’: Aula studio al D14 di Novoli occupata

Firenze, con una mail il collettivo ‘Studenti in lotta per il diritto allo studio’ ha comunicato al rettore Luigi Dei, l’intenzione di mantenere aperta per il fine settimana l’aula studio del D14, un luogo giornalmente vissuto da centinaia di studenti/esse.

“Crediamo fortemente che, – si legge in un comunicato degli ‘Studenti in lotta per il diritto allo studio’ – a più di un anno dall’arrivo dalla pandemia e per di più in prossimità della sessione estiva, sia fondamentale poter fruire di spazi studio aperti ed accessibili anche durante il week-end, momento delicato data la chiusura di quasi tutte le biblioteche e gli spazi studio in città”.

Il testo integrale della lettera:

“Alla cortese attenzione del Magnifico Rettore o di chi ne fa le veci, Le scriviamo oggi come Studenti in Lotta per il Diritto allo Studio, un gruppo di studenti autorganizzati che da oltre un anno si muovono nel contesto pandemico perché venga garantito il Diritto allo Studio a tutto il corpo studentesco. Dopo i due incontri che abbiamo avuto con Lei, a cui poi è seguita l’occupazione della facoltà di Lettere (edificio ex architettura, plesso Brunelleschi), non abbiamo riscontrato una risposta adeguata alle criticità da noi poste. È per questo motivo che oggi occupiamo sino a domenica 23 maggio l’aula studio dell’edificio D14 del Polo delle Scienze Sociali: per noi, infatti, questo gesto simbolico rappresenta una necessità ben concreta che Le abbiamo palesato agli incontri e soprattutto durante l’occupazione, ovvero il bisogno che il corpo studentesco ha di usufruire di maggiori spazi studio. In linea con la prassi seguita la settimana scorsa a Lettere, l’aula verrà regolarmente sanificata e igienizzata, con annesso tracciamento e impiego di congrue igienico-sanitarie. Naturalmente, nella giornata di lunedì 24 non saremo nell’aula studio in modo da permettere al personale di igienizzare lo spazio e di renderlo accessibile il giorno stesso a chiunque abbia prenotato una postazione. Consapevoli del fatto che l’università ha la possibilità di far compiere un’igienizzazione adeguata dello spazio prima della sua apertura, non siamo disposti a tollerare un’ulteriore giornata di chiusura arbitraria (come avvenuto nel plesso di Brunelleschi). Visto l’insuccesso degli ultimi tentativi di dialogo con Lei, ci proponiamo di continuare a mettere spazi studio a disposizione degli studenti finché non saranno adottate misure significative da parte dell’Università atte a garantire l’apertura di un numero maggiore di tali spazi, al momento disponibili ma non sfruttati dall’università, per garantire quello che non è un semplice servizio, ma un diritto fondamentale del corpo studentesco”.

Rettore Dei: “Conte potrebbe tornare subito in classe”

Firenze, il Magnifico Rettore dell’Università di Firenze, il professore Luigi Dei, non vede alcun impedimento riguardo alla possibilità che Giuseppe Conte, professore ordinario di diritto privato all’Ateneo fiorentino, fino alla nomina come presidente del Consiglio dei Ministri, torni a riprendersi la cattedra nel Dipartimento di Scienze giuridiche.

“Se Giuseppe Conte resterà a servire il Paese penso che possa fare bene e mi auguro che continui a farlo – ha dichiarato il Rettore Dei – ma se non ci fossero le condizioni e questo non dovesse accadere, noi lo accogliamo ben volentieri a fare il suo lavoro”, e un suo rientro in cattedra sarebbe automatico.

Secondo quanto apparso su alcuni quotidiani on line, ambienti vicini al premier dimissionario, in questi giorni, avrebbero preso informazioni presso la segreteria dell’Università di Firenze, sugli aspetti amministrativi legati all’aspettativa ed all’eventuale rientro del professor Conte.

Ma l’Università di Firenze precisa però di non aver avuto alcun contatto con Conte o suoi collaboratori circa un eventuale ritorno in Ateneo, anche perché sarebbe un processo automatico.

“Per questo tipo di incarico – dice il Magnifico Rettore Dei – l’aspettativa è automatica, è stato un obbligo dell’Università metterlo in aspettativa, ed è un obbligo riammetterlo in ruolo al termine dell’incarico”.

“Conte non ha chiesto all’Università di Firenze l’aspettativa, l’abbiamo data noi in automatico quando la segretaria della Presidenza del Consiglio dei ministri ci ha informato della sua nomina. E così, automaticamente, rientrerà in ruolo quando ci comunicheranno che ha cessato la sua carica, presumo quando qualcun altro giurerà come presidente del Consiglio”.

Se tramontasse l’ipotesi Conte-ter dunque l’ex premier potrebbe tornare in cattedra già dal 22 febbraio, quando avrà inizio il secondo semestre.

“Se i suoi corsi sono calendarizzati per il secondo semestre – precisa Dei -, potrebbe tornare subito in classe, se invece fossero già stati fatti dai suoi sostituiti Conte tornerebbe a fare l’attività di professore, ricevendo studenti, facendo esami e ricerca, in attesa di tornare in cattedra a settembre-ottobre”.

Progetto ‘Students4Students’, da gennaio universitari in sostegno bambini fragili

Gli studenti universitari che tendono la mano ai più piccoli per aiutarli a far fronte all’enorme fatica di studiare e fare i compiti in ‘modalità dad’. Nasce con questo obiettivo, nella Fase 1 della pandemia, il progetto ‘Students4Students’ (S4S), ideato dall’associazione ‘Le Mille e Una Rete’.

Con la chiusura delle scuole per il lockdown la scorsa primavera e la conseguente attivazione della didattica a distanza, insegnanti, studenti e famiglie si sono trovati di fronte a una ‘nuova scuola’ e a un nuovo modo di fare lezione, che ha subito fatto emergere numerose criticità. È in quel momento che Alessia De Vescovi e Chiara Robimarga, fondatrici di ‘Le Mille e Una Rete’, hanno deciso di offrire un aiuto concreto a studenti e famiglie, costruendo una rete volontaria di studenti universitari per dare supporto agli alunni lontani da insegnanti e compagni e costretti a fare lezione tra le mura domestiche. Una rete di 50 volontari universitari che nelle intenzioni di Alessia e Chiara è destinata a crescere, magari già dal prossimo mese di gennaio, quando partirà la Fase 2 del progetto ‘Students4Students’ con un focus su alunne e alunni più fragili, rimasti ancora più indietro nel programma scolastico dopo i mesi di didattica a distanza.

Il nuovo servizio, in convenzione con l’università e sostenuto dal Comune, prenderà il via in 5 istituti comprensivi pilota (uno per quartiere scelti in collaborazione con i presidenti dei Quartieri), e coinvolgerà ancora una volta gli studenti delle scuole primaria e secondaria di primo grado. Il tutoraggio degli studenti segnalati dalle scuole, come nella scorsa primavera, sarà ancora a distanza, ma l’obiettivo delle ideatrici è quello, una volta superata l’emergenza per il Covid-19, di trasformare almeno una parte dei tutoraggi in presenza e di coinvolgere, tra i beneficiari, anche gli studenti degli istituti secondari di secondo grado.

“Il Comune di Firenze sostiene convintamente questo bellissimo progetto ideato dall’associazione ‘Le Mille e Una Rete’ – ha detto l’assessore a Educazione e Welfare Sara Funaro -, che sfruttando l’approccio ‘peer-to-peer’ vede impegnati gli studenti universitari per aiutare gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado che incontrano difficoltà con la didattica a distanza”. “È per noi una grande soddisfazione annunciare la nuova fase del progetto – ha continuato l’assessore -, che si rivolgerà agli studenti più fragili che in questo periodo difficile per la pandemia, in cui si ricorre spesso alla dad, hanno bisogno, più di sempre, di un aiuto per fare i compiti e studiare”. “Mi auguro che siano tanti gli studenti che aderiranno alla rete – ha aggiunto Sara Funaro -. Spero infatti che la rete degli universitari che mettono il proprio tempo a disposizione degli studenti più in difficoltà cresca sempre di più perché credo molto nell’importanza del sostegno tra ragazzi”.

Tutor e scuole interessate possono contattare l’associazione scrivendo a info@lemilleeunarete.com e seguire gli aggiornamenti sulla pagina Facebook di ‘Le Mille e Una Rete’ https://www.facebook.com/lemilleeunarete e sul profilo Instagram https://www.instagram.com/students4students_s4s/

 

Epidemia Covid-19 segue modelli sviluppo economico

Firenze, secondo un recente studio scientifico: “L’andamento dell’epidemia di Covid-19 presenta una forte relazione col modello di sviluppo territoriale. La correlazione è statisticamente significativa anche tenendo conto delle diverse caratteristiche demografiche, economiche ed ambientali: il virus non corre lungo i confini regionali, ma segue i modelli di sviluppo economico”.

Questa è la conclusione dello studio ‘Covid-19 and rural landscape: the case of Italy’, sulla seconda ondata dell’epidemia, condotto congiuntamente da Mauro Agnoletti, docente dell’Università di Firenze e presidente del programma della Fao per la tutela del patrimonio agricolo mondiale, Simone Manganelli, capo divisione della ricerca finanziaria alla Banca centrale europea (Bce), e Francesco Piras, ricercatore dell’Ateneo fiorentino, che è stato pubblicato su Landscape and Urban Planning e sulla Working Paper Series della Bce.

La ricerca, condotta dalla Scuola di agraria dell’Ateneo fiorentino, rileva il contagio in Italia analizzando le caratteristiche ambientali, industriali e rurali. Dallo studio emerge, si spiega, la presenza di una forte relazione tra modelli di sviluppo e diffusione del Covid-19: il virus corre di più nei territori dove si registrano elevati input energetici dovuti alle attività industriali e agroindustriali. Nel dettaglio l’Italia può essere divisa in due macroaree in base al modello di sviluppo: bassa e alta intensità.

Nelle aree a bassa intensità, meno industrializzate e dove resistono sistemi di agricoltura più tradizionale (e si concentra il 68% delle superfici protette) ci si ammala quasi tre volte di meno: 108 casi ogni 100 km quadrati, rispetto alle aree più industrializzate e ad agricoltura intensiva, dove la media è di 286 casi ogni 100 km quadrati. Entrambi i valori si discostano diametralmente dalla media nazionale, di 145 casi ogni 100km quadrati.

In particolare le aree più colpite risultano essere la Pianura Padana (289 casi per 100 km2 contro i 145 nazionali), il fronte adriatico dell’Emilia Romagna, la valle dell’Arno tra Firenze e Pisa, le zone intorno a Roma e Napoli.

“Emblematico” viene definito il caso delle province della Pianura Padana interessate dalle aree agricole (29% della superficie nazionale) dove si registrano il 70% dei casi Covid-19 in Italia: 36 province da est a ovest, da Torino e Alessandria passando per Pavia, Novara, Milano, Monza e della Brianza, Bergamo, Brescia e ancora Parma, Bologna fino ad arrivare a Venezia, Rovigo e Treviso, dove, oltre alle aree urbane e industriali si concentra anche il 61% delle aree ad agricoltura intensiva del territorio nazionale.

Così nella Pianura Padana si registrano 372 casi ogni 100 km quadrati mentre nelle meno intensive i casi sono 223 ogni 100 km quadrati. L’analisi si basa sui dati resi noti dalla Protezione Civile nel mese di ottobre 2020, a conferma di uno studio già effettuato nella scorsa primavera, sebbene non siano ancora disponibili dati disaggregati che consentirebbero una maggiore precisione. Le aree ad alta intensità sono anche quelle più soggette a inquinamento causato da nitrato, metano ed emissioni di ossido nitroso, che incide sulla qualità ambientale.

“Dallo studio – spiega Agnoletti – emerge che il virus non si diffonde secondo limiti amministrativi regionali, ma secondo le caratteristiche territoriali e non è la densità demografica il fattore più determinante.

È il momento di pensare a progetti mirati a rivitalizzare le aree rurali, in particolare quelle oggetto di abbandono e recessione economica, non solo tramite le nuove politiche agricole ma anche tramite lo strumento del Recovery Fund.

Ciò contribuirebbe da un lato a una diminuzione del rischio, riducendo la densificazione che riguarda solo limitate aree del Paese, e dall’altro allo sviluppo di un diverso modello economico per le zone meno industrializzate”.

Malattie neurodegenerative: 500mila euro per sostenere la ricerca

Aperto il bando all’università di Firenze per progetti di ricerca su  Alzheimer, Parkinson, Sclerosi Laterale Amiotrofica e Sclerosi Multipla

Fino al 25 ottobre sarà possibile candidarsi al bando ‘Progetti competitivi sulle malattie neurodegenerative’, promosso in collaborazione con l’Università di Firenze, rivolto a professori e professoresse e al mondo della ricerca dell’ateneo fiorentino.

Fondazione CR Firenze ha stanziato 500 mila euro per sostenere progetti di ricerca sulle malattie neurodegenerative condotti dall’Università degli Studi di Firenze, in particolare su Alzheimer, Parkinson, Sclerosi Laterale Amiotrofica e Sclerosi Multipla. Le persone partecipanti potranno proporre ricerche oppure approcci innovativi per la riabilitazione e il miglioramento della qualità della vita dei pazienti. Inoltre potranno occuparsi della ricerca clinica e sperimentale nell’ambito delle cure palliative.

“Questo tipo di patologia è purtroppo in costante aumento a causa del progressivo invecchiamento della popolazione – afferma Gabriele Gori, Direttore Generale di Fondazione CR Firenze -. Sono numerose le famiglie che oggi vivono direttamente o indirettamente un’esperienza di malattia neurodegenerativa, con conseguenze drammatiche per la qualità della vita del malato e dei suoi famigliari. Una vera e propria emergenza sociale se si pensa anche all’impatto che queste hanno sulla spesa sanitaria. Per queste ragioni la Fondazione CR Firenze ha deciso di rinnovare il suo impegno per contribuire alla ricerca di cure e programmi che possano migliorare la vita della nostra comunità”.

“Siamo molto grati alla Fondazione CR Firenze per aver rinnovato l’impegno a favore della ricerca sulle malattie neurodegenerative – spiega il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei -. La diffusione crescente di queste patologie, che si accompagna all’allungamento delle aspettative di vita, comporta una nuova sfida per la ricerca scientifica che l’Ateneo fiorentino è pronto a raccogliere. In questo campo i nostri studiosi hanno offerto in questi anni un contributo rilevante come attestano anche le pubblicazioni su riviste internazionali. Grazie a questo bando potranno mettere in campo nuove risorse e lavorare per ottenere ulteriori significativi risultati”.

Per maggiori informazioni visitare il sito dell’Università di Firenze a questo link. 

Università: il giorno dei test per l’accesso a Medicina, in 1500 a Firenze 

Orari di entrata scaglionati, tre diversi ingressi, mascherina, autocertificazione sullo stato di salute e prova nella sede di residenza: sono queste le misure anti Covid adottate per i 1544 candidati iscritti alla prova di ammissione a Medicina e chirurgia e in odontoiatria e protesi dentaria che si è svolta oggi alla Fortezza da Basso di Firenze.

I posti disponibili per medicina sono 365 più 20 per studenti extracomunitari e per odontoiatria sono 33 più 2 per i non comunitari.
“E’ inaccettabile – afferma Link Coordinamento Universitario – che venga fatta questa selezione per diventare medico, quando il nostro Servizio Sanitario Nazionale è ancora in grave emergenza per carenza di organico con la pandemia ancora in corso”

 

Le video interviste a cura di Monica Pelliccia

Università: il giorno dei test per l'accesso a Medicina, in 1500 a Firenze

Exit mobile version