Firenze: all’università cattolici, musulmani ed ebrei pregano insieme

 Uno spazio fisico dedicato al raccoglimento, alla preghiera, alla meditazione. E’ la stanza del silenzio che l’Università di Firenze inaugurerà prima dell’inizio dell’estate al campus delle scienze sociali a Novoli.

Si chiama ‘stanza del silenzio’ ed è lo spazio  che l’Università di Firenze inaugurerà prima dell’inizio dell’estate al campus delle scienze sociali a Novoli. Uno spazio fisico dedicato al raccoglimento, alla preghiera, alla meditazione.

L’area, “fortemente voluta dalla rettrice  Alessandra Petrucci, rappresenta il risultato dell’impegno concreto che l’Ateneo di Firenze  ha assunto per favorire il dialogo tra le diverse sensibilità religiose – si spiega in una nota dell’Ateneo -. L’iniziativa prosegue un percorso improntato sull’apertura e l’incontro avviato nei mesi scorsi anche con l’evento tra i rappresentanti delle diverse confessioni che hanno incontrato gli studenti in Aula magna lo scorso primo febbraio”.

“L’Università dev’essere il luogo dove potersi confrontare liberamente, nel rispetto delle posizioni e dei percorsi altrui – spiega la rettrice dell’ateneo di Firenze  -. L’idea di aprire la stanza del silenzio vuole rafforzare questo principio nel segno dell’integrazione tra le tante anime che sono presenti anche nella nostra comunità. In un anno così importante per la storia del nostro Ateneo, che matura sempre più una vocazione internazionale, credo che occorra ribadire lo sforzo incessante verso la conoscenza reciproca per il perseguimento della convivenza pacifica”.

🎧Delle mostre di arte contemporanea all’università di Firenze per il progetto “Fuori sede”

Come parte del programma per il centenario dell’Ateneo, da un accordo tra UNIFI e il comune di Firenze,  nasce il progetto “Fuori Sede” che vedrà la realizzazione di installazioni d’arte permanenti nei plessi dell’università destinate alla comunità studentesca e cittadina quanto ai turisti. La direzione artistica sarà affidata a Valentina Gensini di Muse-Murate Art District, si inizia con una mostra dell’artista nativa australiana Maree Clarke.

Audio: rettrice di UNIFI Alessandra Petrucci e Titta Meucci, assessora all’università

Allestimenti permanenti di opere scultoree, installazioni, video, interventi di design all’interno di alcuni plessi dell’Università e un programma pubblico di iniziative destinato a studenti, famiglie, cittadinanza e turisti. è quanto prevede l’accordo di collaborazione siglato oggi dall’assessora all’Università Titta Meucci e dalla rettrice dell’Università di Firenze Alessandra Petrucci per il progetto “Fuori Sede. L’arte contemporanea va all’Università”, proposto da UNIFI come evento principale all’interno del programma dedicato al Centenario di Ateneo e condiviso con l’Amministrazione comunale. A dare il via al progetto, sotto la direzione artistica di Valentina Gensini, sarà la mostra co-prodotta da Muse-Mad Murate Art District dedicata all’opera dell’artista nativa australiana Maree Clarke, che nei suoi lavori affronta temi quali diversità e multiculturalità.

L’idea è quella di favorire il coinvolgimento attivo degli studenti della cittadinanza e dei turisti attraverso una serie di attività correlate, come itinerari artistici, visite guidate e talk con gli artisti. Muse, realtà che si occupa della tutela e della promozione del patrimonio storico-artistico del comune di Firenze, curerà la realizzazione degli interventi e delle attività in collaborazione con l’Università di Firenze.

Maree Clarke ha esposto sia a livello nazionale che internazionale e nel 2021 è stata oggetto di una grande mostra di indagine, Maree Clarke –Ancestral Memories, alla National Gallery of Victoria. Altre mostre recenti includono Tarnanthi, Art Gallery of South Australia, Adelaide – 2021, The National Museum of Contemporary Art, Sydney – 2021, Reversible Destiny, Tokyo Photographic Museum, Tokyo – 2021 e il King Wood Mallesons Contemporary Art Prize, per il quale ha ricevuto il Victorian Artist Award. Nel 2020 è stata insignita della Linewide Commission per il progetto Metro Tunnel (attuale) ed è la destinataria dell’Australia Council Aboriginal and Torres Strait Islander Arts Fellowship 2020. Nel 2023, Maree ha ricevuto la prestigiosa Yalingwa Fellowship, un premio di $ 60.000 per un artista senior delle First Nations che attualmente vive e lavora in Victoria che abbia dato un contributo eccezionale alla pratica creativa nella comunità artistica dei First Peoples e si trovi in un momento significativo della sua carriera. Nel 2023 Maree Clarke è stata nominata Australian of the Year.

🎧 Bright Night 2023, torna la Notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori

Bright Night: le piazze di 11 città toscane si animeranno per la manifestazione, di cui sono promotori gli Atenei toscani, insieme a un’ampia rete di Enti di ricerca con il sostegno della Regione Toscana, nell’ambito del progetto Giovanisì.

Appuntamento con la scienza il 29  settembre per l’edizione 2023 di Bright Night La notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori, nata dall’impulso della Commissione europea e che vedrà 11 città coinvolte in Toscana e tutto il mondo universitario e gli enti di ricerca del territorio protagonisti di oltre 300 iniziative, col sostegno della Regione. Sede fiorentina principale piazza SS Annunziata.
AUDIO La rettrice dell’Università di Firenze Alessandra Petrucci

Il programma e le iniziative sono state illustrate nel corso di una conferenza stampa presso la sede della presidenza della Regione Toscana dal presidente Eugenio Giani, l’assessora all’Università e alla ricerca Alessandra Nardini, la rettrice dell’Università di Firenze Alessandra Petrucci.

Intervenuti anche  rettori o rappresentanti delle Università di Pisa, di Siena, Siena Stranieri, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Scuola Normale Superiore di Pisa, Scuola Alti Studi IMT Lucca e degli enti di ricerca che collaborano alla manifestazione: Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), European Gravitational Observatory (EGO), Istituto Nazionale di Astrofisica.

Team ateneo di Firenze trova le tracce in Antartide del plutonio-239 dei test nucleari

Firenze, nel ghiaccio antartico ci sono tracce dei test nucleari del passato secondo una ricerca coordinata dall’Università di Firenze, un team dell’ateneo fiorentino ha infatti misurato, in una carota di ghiaccio, la presenza di plutonio -239, dovuta agli esperimenti fatti a partire dagli anni ’50.

Il team coordinato da Mirko Severi, Rita Traversi e Silvia Becagli, ha agito con attività di perforazione, estrazione e analisi di una carota pubblicando l’esito sulla rivista scientifica Chemosphere. Il reperto è lungo circa 120 metri, fu prelevato tra il 2016 e il 2017 e trasportata e analizzata nei laboratori del polo scientifico di Sesto Fiorentino.

“Il plutonio-239 è un marker specifico per valutare gli effetti sull’ambiente dei test nucleari iniziati negli anni ’50 e condotti fino agli anni ’80 – spiega Mirko Severi, associato di Chimica analitica dell’Ateneo fiorentino -. Si tratta dell’isotopo fissile primario usato per la produzione di armi nucleari. Il suo ritrovamento, in primo luogo, è utile per determinare una datazione accurata degli strati nevosi: dal punto di vista glaciologico, la presenza di plutonio-239 nelle carote di ghiaccio permette, infatti, di attribuire i campioni agli anni in cui venivano condotti i test sulle armi nucleari”.

A partire dal 1952 sono stati eseguiti numerosi test con ordigni nucleari che durante i primi esperimenti venivano fatti esplodere in atmosfera tanto che la radioattività poteva arrivare in posti lontani dall’esplosione, come l’Altopiano Antartico dove il team ha eseguito il carotaggio.

“L’esistenza di tale materiale radioattivo in un posto così isolato, nella parte centro-orientale del continente a oltre 3.000 metri di altitudine, dovrebbe indurre a riflettere su quanto l’azione dell’uomo impatti sul nostro pianeta – commenta Rita Traversi, associata di Chimica analitica di Unifi – I tempi di permanenza nell’ambiente del plutonio-239 sono lunghissimi, la sua concentrazione si dimezza in 24.000 anni”.

“A differenza degli studi precedenti basati su tecniche di misurazione della radioattività che necessitavano di grandi quantità di campioni (qualche chilo di ghiaccio) – aggiunge la ricercatrice Silvia Becagli – le analisi condotte nei laboratori dell’ateneo hanno permesso di raggiungere risultati soddisfacenti con campioni dal volume molto più ridotto”.

‘Human Brain Optical Mapping’, mappatura del cervello umano come non si era mai vista

Firenze, nuove tecniche ottiche per vedere dentro il cervello e il suo funzionamento, fino a livello del singolo neurone, per conoscere con precisione la sua fisiologia e agire sulle sue patologie. È il progetto scientifico ‘Human Brain Optical Mapping’, promosso da ricercatori del Laboratorio europeo di spettroscopie non lineari (Lens), Università di Firenze e Meyer con il sostegno di Fondazione Cr Firenze.

Con il progetto ‘Human Brain Optical Mapping’, per la prima volta, è stato mappato un intero cervello umano con una risoluzione superiore alla risonanza magnetica funzionale, oltre 10mila volte in più. Sono state fatte anche ricostruzioni tridimensionali di elevata risoluzione di circuiti neuronali in alcune aree come l’ippocampo, la corteccia motoria e l’area di Broca.

“Le ricerche realizzare sino a oggi in questo progetto dimostrano come la luce può essere utilizzata per studiare le funzioni e la fine organizzazione anatomico-cellulare del cervello, come anche per controllarne il suo funzionamento – ha spiegato Francesco Saverio, coordinatore scientifico del progetto e professore ordinario del dipartimento di fisica dell’Ateneo fiorentino -. Questo permetterà in futuro di analizzare la riorganizzazione del cervello dopo eventi perturbativi anche dannosi, come ictus e malattie neurodegenerative”.

“La sempre maggiore diffusione di malattie neuro-vegetative ci mette di fronte alla necessità di arrivare a comprendere i loro meccanismi eziopatogenetici, per poter intraprendere nuovi percorsi terapeutici – ha spiegato la rettrice di Firenze Alessandra Petrucci -. Per questo, il contributo di chi sostiene il progetto è di vitale importanza”.

Il presidente di Fondazione Cr Firenze Luigi Salvadori ha ricordato che la Fondazione “investe 8 milioni di euro l’anno nella ricerca”.

Alberto Zanobini, dg dell’Azienda ospedaliero-universitaria Meyer ha osservato che “per fare ricerca avanzata bisogna fare rete”, mentre Renzo Guerrini, direttore del centro di eccellenza di neuroscienze del Meyer ha rivelato che “il progetto ci sta permettendo di individuare le cause e avviare studi finalizzati alla cura di un ampio gruppo di malattie rare legate a meccanismi finora ignoti”.

Presidio di protesta degli studenti per inaugurazione anno accademico

Firenze, circa 70 studenti hanno partecipato giovedì 16 al presidio di protesta sotto Palazzo Vecchio, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università del capoluogo toscano.

Con gli studenti, in supporto, presenti anche il Collettivo di fabbrica della ex Gkn e la Flc Cgil Università. L’obiettivo del presidio di protesta era quello chiedere aiuti economici per i giovani iscritti all’Ateneo.

Diversi gli striscioni tra cui uno con scritto: ‘L’unica proposta che vogliamo discutere è come rendere l’università gratuita tramite fiscalità generale’ e ‘No alle vostre passerelle, l’Università è di chi la vive’. Secondo i rappresentanti del ‘Collettivo di ateneo’ “si è deciso di tener fuori gli studenti.

Parlano di inclusività che offre l’Università ma poi non veniamo coinvolti. Ci bloccano ogni tipo di critica”. Per la Flc Cgil Università “il nuovo attacco al sistema pubblico universitario e al sistema di istruzione si chiama autonomia differenziata. Vogliamo difendere il sistema pubblico universitario e l’intero sistema di istruzione”

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