Sciopero del commercio a Pasqua e Pasquetta in Toscana proclamato da Filcams Cgil e UilTuCS

“Il commercio è da sempre uno dei settori più colpiti da un consumismo insostenibile che vuole negozi sempre aperti e addetti costretti in un modello di società che non consente più di conciliare i tempi di vita e lavoro”. Spiegano così Filcams Cgil Toscana e UilTuCS Toscana lo sciopero indetto in occasione della Pasqua 2024.

 

“Chiuso per festeggiare”. È con queste parole d’ordine che Filcams Cgil Toscana e UILTuCS Toscana hanno proclamato lo sciopero e l’astensione dal lavoro nel commercio durante le festività di Pasqua e Pasquetta 2024. “Lasciare aperti i negozi nelle festività pasquali è un gesto in contrasto con i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori – spiegano Filcams Cgil Toscana e UILTuCS Toscana – Il commercio è da sempre uno dei settori più colpiti da un consumismo insostenibile che vuole negozi sempre aperti e addetti costretti in un modello di società che non consente più di conciliare i tempi di vita e lavoro”. Rispettare le feste per rispettare le persone: è questo l’obiettivo dello sciopero indetto da Filcams Cgil Toscana e UILTuCS Toscana in occasione della Pasqua 2024.

“Non diciamo solo no al lavoro festivo, ma dobbiamo rivedere i tempi e i modi del commercio, ripensare il ruolo dei centri commerciali, riflettere sull’apertura continua di grandi strutture, un processo che non tiene minimamente in considerazione la sostenibilità ambientale, urbana e sociale – spiega Stefano Nicoli, Segretario Generale Filcams Cgil Toscana – Difendiamo il diritto di vivere le feste per valorizzare la vita delle persone”.

“Noi siamo convinti che si debba cercare un altro modello di riferimento nel commercio, che vada oltre il consumismo e le aperture indiscriminate – dice Marco Conficconi, Segretario Generale UILTuCS Toscana – Recuperare una dimensione sociale e familiare del riposo festivo è una necessità contro le liberalizzazioni sbagliate che illudono di dare crescita economica, ma creano solo dumping sociale e salariale. I diritti e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio non sono merce in vendita”.

Firenze: la protesta degli addetti ai Musei di Opera

Presidio questa mattina davanti agli Uffizi indetto dai sindacati contro il bando con cui sono stati messi a gara i servizi museali che, secondo i lavoratori di Opera, non fornirebbe le giuste garanzie a chi finora quei servizi li ha forniti

“Non ci sono garanzie per i lavoratori che sono qui da anni. Chiediamo che vengano mantenuti i livelli occupazionali e quelli retributivi” .  A dirlo è Laura Zucchini della Uiltucs Toscana davanti alle decine di lavoratori di Opera, l’impresa che gestisce i servizi museali fiorentini (biglietterie, bookshop, accoglienza, pulizie, sorveglianza), che questa mattina hanno partecipato a un presidio davanti agli Uffizi contro il bando con cui sono stati messi a gara i servizi museali il maggio scorso.

I lavoratori coinvolti sono 240.  Giuseppe Martelli della Filcams Cgil di Firenze ha spiegato che “la priorità è la gara che ad oggi non garantisce nessuno, ma siamo qui anche per dire che c’è un mondo che ruota intorno ai musei che a fronte di una ricchezza smodata, che si quantifica nell’ordine di miliardi, ha una busta paga da 8 euro all’ora e ad ogni cambio di appalto siamo qui a lottare per il mantenimento delle paghe minime”.

Riccardo Pollastri della rsu di Opera Laboratori ha aggiunto che “abbiamo creato questo presidio per chiedere di essere ascoltati. Viviamo in una città invasa dal turismo di massa, ma che a noi non ci tutela, di questa ricchezza che ci circonda ci arrivano soltanto le briciole”.

Tra i presenti al presidio anche il segretario del Pd toscano Emiliano Fossi, con una delegazione. “Il bando uscito di recente non rassicura né per numero di occupati, né per livelli di stipendio né per qualità del servizio – spiega – Potrebbero essere tagliati posti di lavoro ed essere esclusi tasselli importanti come quello della didattica, fondamentali per far conoscere alle nuove generazioni le meraviglie degli Uffizi e delle altre strutture museali. La ricchezza dell’offerta culturale dipende anche dalla professionalità di chi ci lavora”.

Unicoop Firenze, ai lavoratori va il Premio Variabile di Risultato migliore rispetto al 2019

Filcams Fisascat UilTucs Toscana: “Nonostante la pandemia per unicoop un ottimo obiettivo raggiunto. Segno che la contrattazione paga e che il sacrificio delle lavoratrici ed i lavoratori è stato determinante”

Con la prossima busta paga verrà erogato ai lavoratori, un Premio Variabile di Risultato pari al 25% dell’Utile Commerciale realizzato da Unicoop Firenze, che ammonterà complessivamente a circa 6,5 milioni di euro, che verranno ridistribuiti ai circa 8 mila dipendenti, unitamente a circa 12 mila euro derivanti dal recupero delle differenze inventariali, tutto secondo i criteri concordati nel Contratto Integrativo Aziendale.

L’applicazione vedrà l’erogazione di un Premio medio di 916 euro.

Filcams, Fisascat e Uiltucs giudicano positivo il risultato conseguito, frutto della Contrattazione Integrativa, anche alla luce del contesto dato e perché in controtendenza con quanto avviene nella Distribuzione privata, dove vengono messi in discussione diritti acquisiti e livelli occupazionali.

“Mai come quest’anno, la partecipazione e il sacrificio delle lavoratrici ed i lavoratori di Unicoop- dicono i sindacati- hanno permesso di raggiungere questo importante risultato, sia per i dipendenti che per la cooperativa”.

“Le lavoratrici ed i lavoratori unicoop- prosegue il comunicato dei sindacati-  insieme ai delegati, sono pronti, come sempre, a fare la loro parte per affrontare le difficili sfide che si prospettano, ma chiedono alla cooperativa comportamenti coerenti con una vera distintività, che deve vedere una proficua partecipazione dei lavoratori attraverso le loro rappresentanze ai confronti ed alle scelte.”

“Partecipazione e condivisione delle scelte che dovrà essere l’obiettivo comune con il quale rinnovare il contratto integrativo aziendale, che dovrà confermare la distintività cooperativa anche nella contrattazione” concludono Filcams, Fisascat e Uiltucs

 

Aperture commerciali Primo Maggio, Uiltucs Toscana prepara esposto alla Procura

“Noi vogliamo capire come sia stato possibile che alcune aziende abbiano potuto conoscere anticipatamente il contenuto della delibera regionale emanata nel tardo pomeriggio di ieri” dice  il Segretario Generale Uiltucs Toscana, Marco Conficconi.

Una vicenda che arriverà sul tavolo della Procura della Repubblica. “Presenteremo un esposto in Procura – dice il Segretario Generale Uiltucs Toscana, Marco Conficconi, – E’ ormai chiaro che alcune grandi aziende sapessero dell’apertura del Prima Maggio prima che l’ordinanza della Regione fosse firmata dal Presidente Giani. Perché? Noi siamo per la chiarezza e, coerentemente con questo principio, chiediamo che sia fatta chiarezza sulla vicenda. Innanzi tutto a beneficio delle lavoratrici e dei lavoratori, che, ricordiamolo, sono quelli che ne escono danneggiati”.

“E’ assurdo come siamo arrivati a questo punto – ricorda Conficconi – Qualche giorno fa tutti i sindacati del commercio, unitariamente, avevano trovato un’intesa di massima con la Regione Toscana che sanciva le chiusure della media e grande distribuzione e dei centri commerciali in occasione della Festa dei Lavoratori, una giornata non soltanto simbolica ma carica di valori e di ideali che sono fondamento della storia del nostro Paese e non solo”.

“Ci domandiamo perché non sia stato dato seguito a quell’intesa e si sia deciso, con un dietrofront davvero incomprensibile, di far uscire l’ordinanza di ieri pomeriggio che di fatto consente di aprire tutto, in totale spregio degli accordi già presi. La Uiltucs non si ferma qui e farà valere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio. Lavoratori traditi da questo modo lobbista di fare politica”.

“Alcune ore prima dell’ordinanza regionale che consentiva l’apertura dei supermercati la mattina del Primo Maggio, alcune aziende già avevano informato i loro clienti sui social che sarebbero state aperte, con orari poi successivamente inseriti nell’ordinanza. Chiediamo che a spiegarci come sia stato possibile questo evidente episodio di preveggenza, ai limiti del paranormale, sia il Governatore Giani.”
A dirlo sono i segretari toscani di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, rispettivamente Stefano Nicoli, Alessandro Gualtieri, Marco Conficconi. “Quando nel comunicato di ieri abbiamo parlato di ‘una politica inaffidabile e completamente in mano alla lobby della grande distribuzione e delle associazioni datoriali del commercio” evidentemente avevamo colto nel segno” aggiungono.
“La sensazione, assai sgradevole, è che la Regione agisca sotto dettatura di pochi soggetti economici e delle loro potenti associazioni datoriali, più che tenere conto dei diritti dei lavoratori e del bene dei cittadini che li hanno eletti, in nome e per conto dei quali dovrebbero governare” , spiegano i tre sindacalisti, che concludono: “Di certo questa scelta scellerata, compiuta oltretutto con un bruttissimo voltafaccia, dimostra come le ragioni dei registratori di cassa pesino più di quelle della storia, della sicurezza e dei valori del mondo del lavoro. E’ doloroso constatarlo alla vigilia del Primo Maggio.”
Per domani, sabato Primo Maggio, i sindacati hanno confermano lo sciopero e l’astensione dal lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici della media e grande distribuzione.

 

Musei: sindacati Firenze, 300 lavoratori Opera a rischio

Chiedono tavolo confronto a ministero, Comune e direttori dei lavori di Opera che gestiscono i servizi nei musei di Uffizi, Accademia, Bargello, museo di San Marco.

“Il combinato disposto tra le aperture dei musei a singhiozzo, il mancato arrivo dei ristori all’azienda e i ritardi nella cassa integrazione sta creando una situazione sempre più insostenibile” per i lavoratori di Opera che gestiscono i servizi museali di Uffizi, Accademia, Bargello, museo di San Marco.

A dirlo sono Filcams Cgil, UilTucs e Rsu, che questa mattina hanno incontrato la stampa nel piazzale degli Uffizi a Firenze con una rappresentanza di lavoratori.

In assenza di interventi, hanno detto i sindacati, “non è remota l’ipotesi che Opera possa chiudere entro l’anno, lasciando a casa i 300 lavoratori. Siamo stati la forza lavoro che ha permesso le riaperture a singhiozzo di questi mesi – aggiungono – e le relative passerelle mediatiche per direttori e politici. Siamo uomini e donne che da anni lavorano nel settore dei Beni culturali e che ora, a causa del disimpegno dello Stato, del ministero e dei direttori museali, rischiano il posto di lavoro dopo mesi di cassa integrazione e di enormi sacrifici”. I sindacati chiedono a ministero, Comune di Firenze e direttori dei musei un tavolo per affrontare la questione: “Vanno scongiurati – dicono – gli scenari peggiori per i lavoratori”.

A fine gennaio, Filcams Cgil e lavoratori avevano chiesto anche progetto con tutte le scuole di ordine e grado dell’area Metropolitana di Firenze per permettere agli studenti di visitare i musei, fare lezione dentro gli spazi espositivi.

Martedì 15 ottobre lavoratrici degli appalti pulizia scuole in sciopero

Martedì 15 ottobre è indetto lo sciopero delle addette alla pulizia e alla sorveglianza nelle scuole in appalto. Lo sciopero è annunciato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs che hanno organizzato, per la giornata di domani, una manifestazione a Roma. L’agitazione riguarda l’internalizzazione dal primo di gennaio del personale in appalto nel mondo scuola che mette centinaia di posti di lavoro a rischio.

Lo sciopero delle addette alla pulizia e alla sorveglianza delle scuole in appalto di martedì 15 ottobre riguarda il bando statale dell’assunzione di tali addette. Il bando però prevede oltre 10mila assunzioni nonostante le lavoratrici del settore siano in Italia oltre 16mila. I nuovi parametri del bando escluderebbero circa 5mila addetti che non potranno partecipare si legge nel comunicato.

“In Toscana ci sono circa 800 lavoratrici nel settore degli appalti delle pulizie scolastiche, 200 di loro con tutte le Filcams della Toscana saranno in piazza alla manifestazione a Roma domani”, ha detto Stefano Nicoli, segretario generale Filcams Cgil Toscana. “Centinaia di persone rischiano di perdere il lavoro, chiediamo che il Governo, con i Ministeri interessati, individui dei percorsi per salvaguardare anche chi ha storie lavorative diverse”, ha continuato.

“Vanno trovate soluzioni che abbiano il segno della solidarietà e dell’inclusione e che rappresentino una risposta complessiva al tema della precarietà, per non dividere e contrapporre i lavoratori. Il Governo e la politica – ha concluso Nicoli – devono intervenire anche alla luce del colpevole comportamento delle imprese che hanno aperto la procedura di licenziamento collettivo per tutti i 16mila lavoratori”.

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