“Torniamo a fare spettacolo”​: presidio del mondo della cultura per la ripartenza

Si è tenuto anche a Firenze il presidio nazionale organizzato dai sindacati del mondo dello spettacolo per denunciare la grave crisi del settore a un anno dalle prime chiusure

“Dobbiamo ripartire, non si può più contrapporre la sicurezza e il lavoro: contemporaneamente all’azione di sostegno e al rafforzamento delle tutele crediamo sia esigenza non più rinviabile quella di organizzare le modalità di riapertura delle sale perché le condizioni di sicurezza devono essere finalizzate alla ripartenza della programmazione e dell’attività produttiva”, come si legge nel comunicato stampa diffuso per il presidio. Il mondo della cultura è sceso in piazza anche a Firenze, nell’ambito della mobilitazione nazionale di lavoratori, lavoratrici, gestori del comparto culturale.

Erano presenti musicisti, attrezzisti, attori, sarte di scena tra gli altri lavoratori e lavoratrici del comparto dello spettacolo.

presidio nazionale spettacolo sarte di scena
Foto Controradio

Il prolungarsi della pandemia potrebbe avere conseguenze irreversibili: chiusure definitive di teatri, cinema, sale da concerto e, in generale, di tutti quei luoghi in cui è esercitata l’attività culturale dello spettacolo dal vivo, con la conseguente perdita di posti di lavoro e di molte professionalità. Tra le richieste c’è la programmazione della riapertura dello spettacolo dal vivo e del cinema con protocolli di sicurezza stringenti. I sindacati chiedono anche indennità e ristori per accompagnare il settore fuori dalla crisi; la ridefinizione delle modalità di finanziamento al settore (come il Fondo Unico per lo Spettacolo); una serie di investimenti mirati attraverso il Recovery Plan e una riforma legislativa organica, per garantire diritti e tutelare i lavoratori dello spettacolo, che sono tra le figure professionali più fragili e colpite dall’emergenza sanitaria.

presidio spettacolo
Foto Controradio

 

Il presidio ha visto anche varie esibizioni artistiche dal vivo come quelle di Emanuele Urso, primo corno del Maggio Musicale Fiorentino, e della cantautrice Chiara Riondino. Alcuni sindacalisti, al termine dell’iniziativa, sono stati ricevuti in Prefettura dove hanno portato le richieste al Governo per salvare il settore e i lavoratori.

Secondo Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil territoriali, infatti, “il prolungarsi della pandemia potrebbe avere conseguenze irreversibili: chiusure definitive di teatri, cinema, sale da concerto e, in generale, di tutti quei luoghi in cui è esercitata l’attività culturale dello spettacolo dal vivo, con la conseguente perdita di posti di lavoro e di molte professionalità. Dobbiamo ripartire, non si può più contrapporre la sicurezza e il lavoro: contemporaneamente all’azione di sostegno e al rafforzamento delle tutele crediamo sia esigenza non più rinviabile quella di organizzare le modalità di riapertura delle sale perché le condizioni di sicurezza devono essere finalizzate alla ripartenza della programmazione e dell’attività produttiva”.

presidio spettacolo
Foto Controradio

Inoltre, aggiungono i tre sindacati, “la pandemia ha messo drammaticamente a nudo i limiti del sistema che ordina l’offerta e la fruizione dello spettacolo dal vivo. Non è più rinviabile una riforma organica del settore, anche cogliendo l’occasione offerta dal Next generation, che preveda, oltre ad ammortizzatori sociali adeguati, il giusto riconoscimento per le competenze e un ripensamento del sistema previdenziale, un potenziamento degli investimenti strutturali sulle professionalità, sulla formazione, sui luoghi e le modalità dell’offerta culturale che, senza essere snaturata, colga le adeguate opportunità delle nuove tecnologie”.

Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil territoriali concludono così: “Il dramma di questo anno appena trascorso non va reso vano. Oggi abbiamo l’occasione di cambiare e costruire un futuro diverso e migliore per il settore, perché la Cultura è un bene comune, in essa è conservato lo spirito e l’identità della comunità nazionale e va per questo ad ogni costo salvaguardato non solo, quindi per chi ci lavora ma per tutti i cittadini di questo paese”.

 

“Torniamo a fare spettacolo”, il 23 febbraio lavoratori e sindacati in piazza a Firenze

Lavoratori dello spettacolo, martedì 23 febbraio presidio-flash mob a Firenze (ore 10-12 in via Cavour davanti alla Prefettura) con Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil per denunciare lo stato di grave crisi del settore e per chiedere ammortizzatori, apertura delle sale in sicurezza e un rilancio del comparto.

Martedì 23 febbraio, ad un anno dal primo decreto sull’emergenza sanitaria, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo scenderanno in piazza a livello nazionale per denunciare lo stato di grave crisi del settore e la loro condizione, lavorativa e personale, ormai non più sostenibile. A Firenze previsto un presidio/flash mob dalle ore 10 alle 12 via Cavour sotto alla Prefettura.

DAL COMUNICATO DI ANNUNCIO DELLA MOBILITAZIONE

Il prolungarsi della pandemia potrebbe avere conseguenze irreversibili: chiusure definitive di teatri, cinema, sale da concerto e, in generale, di tutti quei luoghi in cui è esercitata l’attività culturale dello spettacolo dal vivo, con la conseguente perdita di posti di lavoro e di molte professionalità.

Dobbiamo ripartire, non si può più contrapporre la sicurezza e il lavoro: contemporaneamente all’azione di sostegno e al rafforzamento delle tutele crediamo sia esigenza non più rinviabile quella di organizzare le modalità di riapertura delle sale perché le condizioni di sicurezza devono essere finalizzate alla ripartenza della programmazione e dell’attività produttiva.

La pandemia ha messo drammaticamente a nudo i limiti del sistema che ordina l’offerta e la fruizione dello spettacolo dal vivo.

Non è più rinviabile una riforma organica del settore, anche cogliendo l’occasione offerta dal “Next generation”, che preveda, oltre ad ammortizzatori sociali adeguati, il giusto riconoscimento per le competenze e un ripensamento del sistema previdenziale, un potenziamento degli investimenti strutturali sulle professionalità, sulla formazione, sui luoghi e le modalità dell’offerta culturale che, senza essere snaturata, colga le adeguate opportunità delle nuove tecnologie.

Il dramma di questo anno appena trascorso non va reso vano. Oggi abbiamo l’occasione di cambiare e costruire un futuro diverso e migliore per il settore, perché la Cultura è un bene comune, in essa è conservato lo spirito e l’identità della comunità nazionale e va per questo ad ogni costo salvaguardato non solo, quindi per chi ci lavora ma per tutti i cittadini di questo paese.

Per questo chiediamo sostegno e solidarietà anche alla cittadinanza: ci troveremo a Firenze dalle ore 10 alle 12 via Cavour sotto alla Prefettura: musica, slogan (“Torniamo a fare spettacolo”), cartelli, flash mob e (dalle 11) interventi al megafono di sindacalisti (Cgil, Cisl, Ul e Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil) e lavoratori.

L’assenza spettacolare in piazza a Firenze a sostegno del lavoro e della cultura

“L’assenza spettacolare”: oggi 30 ottobre lavoratori/trici delle spettacolo in piazza a Firenze (manifestazione regionale) con la Slc Cgil e Cisl-Uil di categoria: “L’ultimo Dpcm che ha disposto la chiusura, a nostro avviso incomprensibilmente, del settore fino al 24 novembre prossimo, rischia di assestare un colpo mortale e irreversibile al futuro della produzione culturale italiana”.

lavoratori spettacolo
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Controradio seguirà la manifestazione con dirette radio e social.

“Il settore dello spettacolo sta soffrendo a causa dell’epidemia da Covid-19 e i dati sulla crescita del contagio non fanno certo sperare in un rapido ritorno alla normalità. In questo contesto il DPCM del 24 ottobre u.s., che ha disposto la chiusura, a nostro avviso incomprensibilmente, del settore fino al 24 novembre prossimo, rischia di assestare un colpo mortale e irreversibile al futuro della produzione culturale italiana.
Tutti i lavoratori e le lavoratrici stanno pagando un prezzo altissimo; ancora di più lo stanno pagando i precari e le precarie che non hanno potuto ottenere le stabilizzazioni, coloro che si sono visti annullare i contratti sottoscritti senza ottenere nessun risarcimento, i lavoratori e le lavoratrici intermittenti, le piccole realtà che fanno cultura ed educazione diffusa sul territorio, senza dimenticare tutto l’indotto (trasportatori, fornitori, noleggiatori di materiale audio/luci/video e scenografico) anch’esso in grave sofferenza.
Tutto il comparto è chiaramente in grandissima sofferenza: troppi lavoratori non hanno ancora ricevuto gli ammortizzatori/bonus e sono senza tutele garantite, nonostante le promesse fatte.

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E’ necessario e chiediamo con forza di avere:

– “ristori” CERTI e IMMEDIATI per fronteggiare l’emergenza;
– un reddito che riconosca i periodi di lavoro, preparazione e formazione, adottando misure di contrasto al lavoro nero;
– sostegni realmente esigibili per i lavoratori e per le imprese per un periodo consono;
– un piano di rilancio, anche attraverso l’utilizzo del Recovery Fund;
– l’apertura di un tavolo permanente tra le parti sociali, i ministeri e le istituzioni locali per il sostegno e il rilancio del settore anche in relazione ai contratti collettivi nazionali di lavoro scaduti, non rinnovati, non rispettati;
– ammortizzatori e tutele strutturali per tutti i lavoratori e lavoratrici atipici e discontinui;
– la stabilizzazione per i precari e le precarie delle fondazioni lirico sinfoniche.

Foto Controradio

Per tutti questi motivi i lavoratori del settore manifesteranno unitariamente in tutta Italia a livello regionale il 30 ottobre 2020.
In Toscana la manifestazione si terrà a Firenze con un presidio dalle 10,00 alle 12.00 in Piazza Santissima Annunziata.
Chiediamo alle istituzioni di partecipare per sostenere e rappresentare le rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori del settore.

SLC CGIL TOSCANA, FISTEL CISL TOSCANA, UILCOM UIL TOSCANA

Hanno dato adesione alla manifestazione diverse realtà culturali: tra le altre, Assolirica, Adi, le cooperative di shownet, Professione Spettacolo Toscana Ovest. Auf, Bauli in Piazza, 360 Live Crew Net

Maggio: Fabio Luisi si dimette da direttore musicale

Fabio Luisi si dimette da direttore musicale del Maggio Fiorentino: l’annuncio in una lettera al sindaco Dario Nardella e al sovrintendente Cristiano Chiarot diffusa poi ai dipendenti. Le dimissioni arrivano dopo l’annuncio di Nardella di voler nominare come suo delegato alla presidenza della Fondazione Salvatore Nastasi, decisione non condivisa da Chiarot che ha annunciato che lascerà l’incarico alla fine del suo mandato, il 28 luglio.

Fabio Luisi annuncia la decisione “con un sentimento di estremo disagio e grande dispiacere” e parla di “incomprensibili scelte strategiche degli ultimi giorni”, con “una svolta di natura politica alla gestione del Maggio”, che “necessariamente si rifletterà (e dei cui prodromi mi sono accorto da tempo) sulla programmazione artistica.

“Sono giunto a maturare questa decisione definitiva – scrive Luisi – nonostante l’intenso, proficuo lavoro con il teatro e tutti i collaboratori coi quali abbiamo dovuto affrontare lo sforzo di mettere in atto l’avvio di un coerente rilancio artistico i cui pieni risultati si sarebbero potuti apprezzare soltanto nel tempo, nonostante l’affetto dimostratomi in varie occasioni dal pubblico e nonostante gli innegabili successi artistici raggiunti”. Per questo ringrazia “tutta la struttura del Maggio, innanzitutto Orchestra e Coro”. “Le incomprensibili scelte strategiche degli ultimi giorni – prosegue – mi hanno convinto che manca a Firenze la volontà di continuare quel programma iniziato, condiviso sin dall’inizio” con Chiarot, “il coordinatore artistico Conte e con i miei collaboratori e colleghi del Maggio”.

“Purtroppo per me dunque non è più possibile continuare in questa direzione, direzione che era mia e di Chiarot, che mi sento di ringraziare pubblicamente per l’umanità e la competenza dimostrata in questi anni di lavoro comune. Ciò che è accaduto in questi ultimi giorni – scrive ancora Luisi – non può essere derubricato in ordinaria amministrazione per cui, dopo un’attenta riflessione di qualche giorno, necessaria per evitare risposte emotive, sono giunto alla decisione di dimettermi”, considerando “il bene della Fondazione come interesse primario. Proprio in questa ottica, non mi sento di disdire gli impegni fiorentini del prossimo settembre sia al Maggio che per la tournee a Bucarest al Festival Enescu”.

“Ringraziando tramite tuo, caro sindaco, l’intera città per l’affetto che mi ha tributato – conclude Luisi – auguro a Firenze, anzi ne sono più che certo, di poter contare sempre su un Teatro del Maggio Musicale degno della sua storia”.

Intanto è forte la preoccupazione dei sindacati riguardo alla vicenda. “Un tavolo permanente”, sul Maggio fiorentino “che inizierà con un primo incontro già la prossima settimana”, per affrontare tutte le questioni aperte: dalla capitalizzazione “in modo da poter disporre di maggiori risorse economiche” alla “stabilizzazione del personale” e alla “riorganizzazione della governance e delle figure di riferimento per i vari settori”. E’ quanto deciso ieri nel corso dell’incontro tra i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Fials Cisal e il sindaco Dario Nardella sulla situazione del Maggio.

Nell’incontro, si legge in una nota unitaria, i sindacati hanno anche espresso “il senso di disorientamento dei lavoratori” e “chiesto chiaramente quali sono gli obiettivi per la Fondazione e rassicurazioni in merito alla continuità dell’impegno del Comune di Firenze, sia dal punto di vista politico che economico finanziario. In tal senso il sindaco ha riferito della sua intenzione di rimanere presidente della Fondazione almeno fino a quanto la situazione del Maggio non sia giunta ad uno stato di stabilità”.

Nardella, “ha inoltre ribadito che la nomina del futuro sovrintendente, stante la fine del mandato di Chiarot, sarà effettuata sotto la sua diretta responsabilità”. E solo dopo la nomina del sovrintendente, come spiegato ieri, Nardella provvederà poi alla nomina di Nastasi. I sindacati “sono in attesa di una data per l’inizio dei lavori del tavolo con la presenza anche dell’assessore alla cultura” di Firenze Tommaso Sacchi.

Sindacati denunciano: “Maggio Fiorentino non rinnova contratti a termine”

Nel dettaglio, precisano i sindacati, al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino già circa una dozzina di contratti a termine scaduti a novembre non sono stati rinnovati, mentre a dicembre un numero ancora più elevato di contratti a termine scadrà e molto probabilmente non saranno rinnovati: si tratta, in questo caso, di personale tecnico.

La sentenza della Corte di Giustizia Europea ha accolto il ricorso di una ballerina precaria dell’Opera di Roma, disponendone l’assunzione.
Lo stato d’agitazione, sostengono i sindacati, “dovrà essere propedeutico ad azioni volte a recuperare interlocuzioni politico-istituzionali oltre al dialogo con la parte datoriale per la ricerca di soluzioni prospettiche per il rilancio e il futuro del settore. I sindacati hanno ricevuto mandato di intraprendere un percorso con la Sovrintendenza al fine di trovare soluzioni che tutelino i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”

Questa la denuncia di Slc-Cgil, Fistel-Cisl Uilcom-Uil, Fials-Cisal,riguardo alla situazione dei contratti a termine del Maggio Musicale Fiorentino. che lamentano “scelte operate unilateralmente” in risposta alla sentenza della Corte di giustizia europea dello scorso 25 ottobre e all’entrata in vigore del decreto Dignità.

L’assemblea dei lavoratori del Maggio “ritiene inaccettabile che lavoratrici e lavoratori con anni di precariato alle spalle, che hanno permesso al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino di continuare a produrre e sui quali il peso della crisi si è scaricato in modo pesante, possano ritrovarsi da un momento all’altro senza lavoro e senza sostegno economico”.

Inoltre, concludono i sindacati, “la crisi e la ristrettezza delle risorse, gli interventi legislativi, l’incertezza della natura giuridica e la difficoltà di interlocuzione delle rappresentanze dei lavoratori con il Governo e le controparti, fanno ritenere che non sia più rinviabile la proclamazione di uno stato di agitazione a livello nazionale”

Sciopero dei lavoratori ‘TheSpace’ di Livorno

Livorno, sabato 2 settembre sciopero dei lavoratori di TheSpace per chiedere di “Reinserire in azienda tutti i lavoratori licenziati”, i lavoratori saranno in sciopero anche domenica 2.

Lo sciopero dei lavoratori di TheSpace è stato indetto dai sindacati per protestare contro “Licenziamenti individuali e atti unilaterali effettuati dai vertici dell’azienda.

“Livorno, Bari, Salerno – si legge in un comunicato dei sindacati –  l’azienda continua a aggirare le leggi sui licenziamenti collettivi. Ribadiamo con decisione che non è questo il modo per affrontare le criticità del settore e le difficoltà di mercato. Nel quadro dello stato di agitazione, già dichiarato, che prevede la sospensione di tutte le prestazioni accessorie, è ancor più necessario procedere con ulteriori iniziative. Le segreterie nazionali Slc-Cgil, Uilcom-Uil e Fistel-Cisl hanno pertanto deciso di indire uno sciopero nazionale dei lavoratori di The Space Cinema nei giorni 31 agosto e 1 e 2 settembre per complessive 6 ore. Le modalità e la collocazione dell’astensione saranno stabilite a livello di sito o territorio. Lo scorso mese l’azienda licenziò 4 lavoratori del cinema di Livorno, tra i quali una rsu Cgil: ‘Licenziamenti profondamente ingiusti. Chiediamo con fermezza che tutti i 4 lavoratori siano reinseriti in azienda’ dichiara Graziano Benedetti, segretario generale Slc-Cgil provincia di Livorno”.

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