Cgil, governo ignora tribunale Prato, scatta agitazione

Prato, il sindacato ‘Funzione pubblica’ della Cgil di Prato denuncia le “gravi carenze di organico” degli uffici giudiziari pratesi e proclama lo stato di agitazione, inoltre ha inviato una lettera ai parlamentari del territorio, che sono i deputati Giovanni Donzelli, Yana Chiara Ehm, Antonello Giacomelli, Erica Mazzetti, Giorgio Silli, e il senatore Patrizio La Pietra.

La lettera della Cgil firmata dal segretario generale Sandro Malucchi rileva come tra le assunzioni previste per la giustizia dal decreto Rilancio (2700 cancellieri, 400 direttori, 150 funzionari giudiziari specificatamente assunti per i distretti di Venezia, Bologna, Torino, Milano, Brescia), “ancora una volta il Palazzo di Giustizia di Prato viene dimenticato dal governo nazionale”.

“Eppure – scrive ancora Malucchi – la carenza d’organico che incontrovertibilmente e in più di una circostanza, abbiamo dimostrato essere il problema del Tribunale di Prato, si manifesta nei numeri che la Corte d’Appello di Firenze ha inviato al ministero della Giustizia: 100% per il dirigente amministrativo, 60% per il direttore amministrativo, nel 35,3% per il funzionario giudiziario e nel 70% per il cancelliere”.

Una situazione che si ripete per la procura della Repubblica, fotografata nella relazione annuale del giugno 2019 in “una carenza del 100% della figura del dirigente, del 50% del direttore amministrativo, del 75% del funzionario giudiziario, del 66,67% del cancelliere”, e per gli uffici di notificazione, esecuzione e protesti (Unep) e del giudice di pace.

La carenza negli organici, peraltro, scrive ancora Malucchi, “si inserisce in un contesto distrettuale dove nessun altro tribunale soffre di tale discrasia organizzativa, anche e soprattutto in relazione ai carichi di lavoro: in via esemplificativa e nella logica della analisi comparativa infra distrettuale, il personale amministrativo del tribunale pratese ha assegnati, mediamente, più fascicoli di ogni altro tribunale toscano”.

A detta della Funzione pubblica Cgil il Tribunale pratese dovrebbe contare su 112 operatori, mentre ne ha soltanto 44. Da qui la proclamazione dello stato di agitazione, in prossimità della conversione in legge del decreto Rilancio, che, ricorda Malucchi, è “iniziativa prodromica alla proclamazione dello sciopero”. Invece la richiesta di “intervento” ai parlamentari pratesi è per “determinare il raggiungimento dell’obiettivo della prossima assegnazione di personale in via di assunzione”.

Per la Cgil il tribunale pratese dovrebbe contare su 112 operatori, mentre ne ha invece soltanto 44. Inoltre, la carenza negli organici a Prato “si inserisce in un contesto distrettuale dove nessun altro tribunale soffre di tale discrasia organizzativa, anche e soprattutto in relazione ai carichi di lavoro: in via esemplificativa e nella logica della analisi comparativa infra distrettuale, il personale amministrativo del tribunale pratese ha assegnati, mediamente, più fascicoli di ogni altro tribunale toscano”.

Da qui la proclamazione dello stato di agitazione “iniziativa prodromica alla proclamazione dello sciopero”.

 

Prato, figlio con 15enne: nuove testimonianze durante udienza

Si è svolta stamani la terza udienza a porte chiuse del processo che vede imputata la 32enne di Prato che ha avuto un figlio con un 15enne. Sentiti i genitori del 15enne e due operatrici della palestra di Prato, frequentata dallo stesso ragazzo e dalla 32enne.

Secondo quanto emerso durante l’udienza nel Tribunale di Prato, tutti i testimoni avrebbero confermato le rispettive versioni, già riferite nel corso delle indagini. I genitori del 15enne hanno confermato di aver appreso della situazione quando il figlio ha iniziato a manifestare segni di turbamento fino a rivelare alla madre l’esistenza della relazione con la 32enne. Dopo la notizia i genitori avrebbero deciso di andare da un legale e denunciare il fatto alla polizia. Le due addette della palestra hanno invece riferito di aver appreso,  anche se senza certezze, della relazione in base alle ‘voci’ che circolavano nella struttura. Solo in seguito il 15enne ne avrebbe parlato loro.

La 32enne è indagata per atti sessuali con minore e violenza sessuale, mentre suo marito è accusato di alterazione di stato, per essersi attribuito la paternità del bambino nato nell’estate 2018. Per la procura i rapporti sessuali dell’adulta col minore sarebbero cominciati quando il ragazzino aveva 13 anni.

Si attendono inoltre i riusultati della perizia psicologica richiesta per valutare le condizioni psicologiche della donna. L’esame durerà 120 giorni e sarà eseguita dal neuropsichiatra Renato Ariatti, già perito nel processo contro Anna Maria Franzoni, la madre di Cogne condannata per l’omicidio del figlio. La perizia dovrà stabilire anche “qual è lo stato psichico attuale” dell’imputata che si trova agli arresti domiciliari dal marzo scorso.

Prato: false fatturazioni per oltre 108 milioni di euro

La Guardia di Finanza di Prato ha concluso l’indagine che ha fatto venire alla luce un’evasione fiscale di oltre 108 milioni di euro. Evasa IVA per 24 milioni. Diferite dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Prato sei persone, tra cui il titolare delle due società che hanno sede ufficiale a Prato.

Il sistema sgominato dalla Guardia di Finanza di Prato si è svilupatto in due distinte fasi. Nella prima fase si emettevano fatture false su cessioni mai esistite da parte di una delle due società che commercializza materiale ferroso. L’altra, che invece si occupa di comemercio di autovetture, si è così creata un ingente ma fittizio credito IVA. La merce, che non è mai esistita e che riguardava tipologie di prodotti incoerenti rispetto alle attività economiche esercitate, veniva formalmente venduta a clienti esteri anch’essi inesistenti.

La seconda fase invece prevedeva l’utilizzo del credito IVA accumulato in modo illecito, unito alla qualifica di ‘esportatore abituale’ che avevano acquisito grazie alle finte cessioni estere. La società, risultando così certificata, si poneva da intemediario tra produttori e clienti per l’acqusto di autovetture nuove esenti da IVA. Quest’ultime venivano poi cedute sottocosto e consegnate direttamente dalla società a concessionari e commercianti specie del Sud Italia. Grazie a questo escamotage, le società riuscivano a tenere i prezzi più bassi rispetto a quelli di mercato. Le autovetture soggette a questo meccanismo sono state più di 1.800.

La guardia di Finanza di Prato, nella ricostruzione degli eventi, ha accertato un giro di fatture per oltre 108 milioni di euro, tutte per operazioni inesistenti. L’IVA evasa invece ammonta a 24milioni di euro. Al termine dell’attività ispettiva, sono state deferite alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Prato sei persone. Essi sono gli amministratori formali, succedutisi nel tempo, e il titolare di fatto delle due società pratesi, che è il vero artefice dell’illecito.

Figlio con 15enne: niente rito abbreviato, processo odinario il 1/7

Processo immediato con rito ordinario e prima udienza dall’1 luglio. Lo ha deciso il giudice Francesco Pallini di Prato nel procedimento a carico della donna 31enne imputata di violenza sessuale e atti sessuali sul 15enne da cui ha avuto un figlio.

Niente rito abbreviato (e relativo sconto di un terzo della pena in caso di condanna) come richiesto dalla difesa della donna. Il giudice ha accolto un’eccezione della parte civile presentata due giorni fa, relativa alla mancanza di una procura speciale. La circostanza vanifica la celebrazione del processo abbreviato come chiesto dalla difesa. Dunque ci sarà un giudizio immediato – senza filtro dell’udienza preliminare ma direttamente a processo – come voleva la procura.

Con la donna verrà processato il marito, imputato di falsa attestazione di stato (disse di esser lui il padre del neonato). Fuori dal tribunale la coppia non ha fatto dichiarazioni mentre un difensore, Massimo Nistri, ha detto di “non voler commentare la decisione, arrivata nonostante la produzione di tutta la documentazione richiesta per effettuare un processo con rito abbreviato”.

Prato, figlio con 15enne: iniziata l’udienza

E’ cominciata l’udienza presso il tribunale di Prato per incardinare il rito abbreviato del processo contro la 31enne pratese accusata di aver avuto rapporti sessuali con un minorenne, oggi quindicenne, da cui ha avuto un figlio la scorsa estate.

La donna è accusata di atti sessuali con minore e violenza sessuale: la procura di Prato aveva chiesto per lei il giudizio immediato, ma il collegio difensivo della donna – composto da Mattia Alfano e Massimo Nistri – ha chiesto al giudice di poter effettuare un rito alternativo, l’abbreviato.

Questa mattina i due legali si sono presentati in tribunale assieme al marito della donna: “Affronto tutto questo con la coscienza pulita, a testa alta”, ha detto l’uomo entrando e rispondendo alle domande dei giornalisti.

Notizia in aggiornamento.

Prato, inchiesta “finti poveri”: sequestrati 2,5 mln beni Ahmetovic e Halilovic

La corte di appello di Firenze ha ribaltato la decisione del tribunale di Prato. Nel dicembre scorso era stato bocciato il sequestro finalizzato a confisca e ordinato la restituzione dei beni a 14 componenti delle due famiglie residenti in città.

Il patrimonio bloccato viene ritenuto dagli inquirenti pratesi provento di illeciti ed ammonta a un controvalore di circa 2,5 milioni di euro tra case, depositi bancari, libretti postali, polizze vita, gioielli e altri beni. La procura di Prato aveva fatto ricorso in appello per chiedere la sospensione dell’ordinanza con cui il tribunale revocò il sequestro finalizzato alla confisca deciso nel giugno 2017. I beni furono sequestrati nell’ambito dell’operazione della Gdf ‘Finti poveri’ come misura di prevenzione patrimoniale. Le indagini mostrarono una sproporzione tra il valore delle proprietà possedute dalle due famiglie ed i redditi dichiarati, cioè a Isee zero.

Per il tribunale però non c’è nesso fra il possesso di somme così ingenti da parte di famiglie, che formalmente risultano nullatenenti, e i delitti di cui sono accusati molti loro appartenenti. La corte di appello, adesso, dimostra invece di sostenere la linea della procura di Prato.

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