Consip: Travaglio ancora condannato per intervento TV

“Nella seconda causa Tiziano Renzi contro Marco Travaglio, il direttore del Fatto Quotidiano è stato nuovamente condannato, stavolta per un intervento televisivo. Travaglio condannato due volte nel giro di un mese, insomma: dovrà pagare altri 50.000 euro”. Lo scrive su Fb Matteo Renzi.

“Sono ovviamente contento per mio padre, ben difeso dall’avvocato Luca Mirco. Ma soprattutto vorrei condividere con voi un pensiero: bisogna sopportare le ingiustizie, le falsità, le diffamazioni. Perché la verità prima o poi arriva. Il tempo è galantuomo. Ci sono dei giudici in Italia, bisogna solo saper aspettare. E verrà presto il tempo in cui la serietà tornerà di moda. Ci hanno rovesciato un mare di fango addosso. Nessun risarcimento ci ridarà ciò che abbiamo sofferto – conclude Renzi sulla condanna di Travaglio – ma la verità è più forte delle menzogne. Adesso sono solo curioso di vedere come i tg daranno la notizia”.

Sulla vicenda interviene anche il senatore del Partito Democratico Dario Stefano:”Per la seconda volta in un mese, Marco Travaglio sarà costretto a risarcire Tiziano Renzi per tutte le menzogne che ha detto e scritto. È una buona notizia, diffamare e raccontare fake news non è giornalismo, non è cronaca e quindi è giusto che abbia un prezzo da pagare.”

“Travaglio inizi a fare economie per onorare la Giustizia”, ha concluso Stefano.

Tiziano Renzi paga pagina giornale e si sfoga, lascio mondo affari e vendo tutto

“Mi arrendo, lascio ogni incarico, vado in pensione e tra un’udienza e l’altra farò il nonno”. E’ lo sfogo di Tiziano Renzi, in una pagina a pagamento su La Nazione intitolata ”Oggi dico basta, vendo tutto”, all’indomani della richiesta per la sua archiviazione nella vicenda Consip.

“Può sembrare strano che decida di arrendermi proprio oggi, scrive Tiziano Renzi, “ma c’è un perché”. “Dal 2014 la mia vita è cambiata – spiega -. Ho conosciuto il dolore di chi viene accusato, sa di essere innocente, eppure è su tutte le prime pagine”. “Sto collezionando archiviazioni delle indagini contro di me e condanne in sede civile per chi mi ha diffamato. Ma serviranno ancora molti anni” e “purtroppo i tempi del business sono diversi dai tempi della giustizia”.

“La mia azienda è stata accusata ingiustamente e ha perso clienti molto importanti”, scrive ancora Renzi, perciò “per garantire il posto di lavoro ai collaboratori ho deciso di farmi da parte” e vendere la società. Me ne vado a testa alta”, “devo andarmene per rispetto a chi lavora con me”.

Consip: Procura chiede archiviazione Renzi padre

La Procura di Roma ha chiuso le indagini sul caso Consip. Chiesta l’archiviazione per Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio, accusato di traffico d’influenze in uno dei filoni dell’inchiesta

Rischiano di finire a processo l’ex ministro dello Sport Lotti (favoreggiamento), l’ex comandante generale dei carabinieri, Del Sette (rivelazione del segreto d’ufficio) e il generale dell’Arma Saltalamacchia (favoreggiamento), l’imprenditore Russo (millantato credito), Vannoni (favoreggiamento). Per rivelazione segreto e falso, l’ex maggiore del Noe, Scafarto. Per quest’ultimo c’è anche l’accusa di depistaggio assieme all’ex colonnello dell’Arma, Sessa.

Nella richiesta di archiviazione per Renzi, in base a quanto si apprende, non si ipotizza più il reato di traffico di influenze illecite ma millantato credito. Nel motivare la decisione i pm sostengono che il padre dell’ex presidente del Consiglio non ha avuto un ruolo attivo nei fatti oggetto d’inchiesta emersi anche dalle intercettazioni telefoniche. Per gli inquirenti, tuttavia, Renzi senior, nel corso dell’interrogatorio tenuto a piazzale Clodio nel febbraio del 2017 da indagato e quindi con facoltà di non dire la verità, ha fornito una ricostruzione “largamente inattendibile”.

Nei confronti di Renzi non sono, comunque, emersi elementi sufficienti a dimostrare la conoscenza e partecipazione da parte sua dell’attività illecita dell’imprenditore Carlo Russo.
Renzi,infine, secondo quanto accertato dai magistrati romani, ha effettivamente incontrato l’imprenditore Alfredo Romeo ma nel 2015 a Firenze, un periodo ritenuto temporalmente troppo lontano rispetto al cuore della vicenda.

Così, in una nota, il legale di Tiziano Renzi, Federico Bagattini:”Questi ultimi giorni hanno dimostrato che il tempo è galantuomo, prima il riconoscimento del risarcimento nel danno a titolo di diffamazione, ora la richiesta di archiviazione del procedimento così detto ‘Consip’.  Alla soddisfazione professionale per l’esito, del resto ancora da confermare trattandosi solo di richiesta di archiviazione, si unisce quella personale da parte del dottor Tiziano Renzi, che risulta, tuttavia, menomata dalla considerazione che la campagna subita negli ultimi due anni abbia prodotto gravi e irreversibili danni sul piano personale, familiare ed economico”.

La Procura di Roma, oltre a quella di Tiziano Renzi, ha chiesto di archiviare la posizioni dall’ex parlamentare del Pdl Italo Bocchino e dell’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, indagati per traffico di influenze. I magistrati hanno, inoltre, chiesto al gip di fare cadere le accuse per l’ex ad di Consip Domenico Casalino, per l’ex dirigente Francesco Licci e per l’ex ad di Grandi Stazioni Silvio Gizzi, cui era inizialmente contestata la turbativa d’asta. Richiesta di archiviazione anche per l’ex presidente di Consip, Luigi Ferrara, accusato di false dichiarazioni al pm.

Commentando la richiesta di archiviazione della Procura di Roma per Tiziano Renzi sul caso Consip è intervenuto sulla sua pagina Facebook il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci:

“Mesi e mesi di titoli giornalistici, di attacchi dei 5 stelle, di ironie dei compagni di strada, mesi e mesi di ricostruzioni false, di accuse inventate, manipolate, distorte.Poi arriva l’archiviazione della Procura di Roma per Tiziano Renzi. Prima di lui, sono tante tantissime le vittime dell’uso politico della giustizia. Indagate, infangate, e poi assolte o archiviate.Qualcuno le risarcirà? Arriveranno le scuse di Marco Travaglio e di Luigi Di Maio?”.

Renzi: “Travaglio e Il Fatto condannati a risarcire mio padre”

Il giudice della prima sezione civile del tribunale di Firenze Lucia Schiaretti ha riconosciuto le ragioni del padre dell’ex premier per tre di questi articoli condannando l’editore, il direttore Travaglio e una giornalista, in solido, per complessivi 95mila euro. La sentenza dovrà inoltre essere pubblicata, per estratto, sul quotidiano e sull’on line.

Tiziano Renzi aveva querelato l’Editoriale Il Fatto spa, il direttore Marco Travaglio, il direttore de “Il fatto Quotidiano” Peter Gomez, e due giornalisti per 6 articoli usciti tra il 15 dicembre 2015 e il 16 gennaio 2016.
Non può essere invece “ritenuto responsabile il direttore del Quotidiano on line” per il reato di omesso controllo “giacché – scrive il giudice citando precedenti sentenze della Cassazione – l’attività on-line non è riconducibile nel concetto di stampa periodica”. Per questo Tiziano Renzi dovrà pagare le spese processuali di Gomez e di un giornalista: per ciascuno in complessivi 6.415,00 euro.

L’ex premier e senatore del Pd, Renzi, lo annuncia attraverso un tweet: “Travaglio con i suoi colleghi è stato condannato a pagare a mio padre 95.000€: è solo l’inizio. Il tempo è galantuomo.”

“Marco Travaglio, una sua collega, la società del Fatto Quotidiano sono stati citati in giudizio da Tiziano Renzi per numerosi articoli. Oggi la prima sentenza.”
“Niente – aggiunge Matteo renzi – potrà ripagare l’enorme mole di fango buttata addosso alla mia famiglia, a mio padre, alla sua salute”.

Questo il messaggio diffuso dall’ex segretario del Pd ed ex Presidente del Consiglio, che si riferisce alla vicenda Chil Post e Mail Service Srl, e all’accusa di bancarotta fraudolenta (accusa poi decaduta per via dell’archiviazione dell’indagine da parte del Gip di Genova Roberta Bossi) che pesava sul capo di Tiziano Renzi e della moglie Laura Bovoli (genitori del senatore dem), alle quali “Il Fatto Quotidiano” dedicò diversi articoli e approfondimenti.

Genitori Renzi: fatture false, gup li rinvia a processo

“Era una decisione scontata, da quando abbiamo scelto di chiedere il processo nel marzo 2018”. E’ quanto si legge in una nota dei legali dei genitori dell’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Le fatture finite sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti sono due, da 20.000 e 140.000 euro più Iva. La prima udienza del processo è fissata per il 4 marzo 2019.

L’avvocato Federico Bagattini e i legali dello studio Miccinesi, che compongono il collegio difensivo di Tiziano Renzi e Laura Bovoli, rinviati oggi a giudizio dal gup di Firenze per emissione di fatture false da parte di loro società hanno dichiarato in una nota: “Vogliamo difenderci in un processo e non nel tritacarne mediatico, anche perché le fatture ci sono, sono state regolarmente pagate e il progetto per il quale Renzi ha lavorato è in corso di realizzazione. Siamo dunque molto fiduciosi sul merito del procedimento”.

Le due fatture, risalenti al 2015, riguardavano studi di fattibilità di cui Tramor – società di gestione dell’outlet The Mall di Reggello (Firenze) e di cui era all’epoca amministratore Dagostino – aveva incaricato le società Party ed Eventi 6 facenti capo ai Renzi. Secondo i pm Luca Turco e Christine von Borries le consulenze per la Tramor, che si è costituita parte civile, non sarebbero però mai state eseguite, circostanza negata dalle difese degli imputati. Nelle indagini gli investigatori della guardia di finanza non avrebbero trovato riscontri convincenti all’oggetto del prezzo. Gli studi dovevano riguardare uno l’ampliamento al ‘food’ dell’offerta dell’outlet, l’altro per incentivare la logistica in modo da portare turisti giapponesi a fare acquisti nel centro commerciale.

Caso Consip, pm Ielo: ‘Scafarto voleva perquisire Tiziano Renzi’ 

Il procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo, oggi ascoltato come testimone nel procedimento disciplinare a carico dei pm di Napoli del caso Consip Henry John Woodcock e Celestina Carrano ha raccontato: “L’allora capitano del Noe Gianpaolo Scafarto intendeva eseguire una perquisizione nei confronti di Tiziano Renzi e voleva farlo alle cinque del mattino”. Ielo e Woodcock concordavano sull’inopportunità dell’iniziativa.

Gran parte dell’inchiesta è stata in seguito trasferita per competenza a Roma e Ielo è il titolare insieme al collega Mario Palazzi, che sarà sentito dalla Sezione disciplinare del Csm il 6 settembre prossimo.

I fatti risalgono al 20 dicembre del 2016, il giorno in cui l’allora amministratore delegato di Consip Luigi Marrone aveva chiamato in causa tra gli altri Luca Lotti e il comandante generale dei carabinieri dell’epoca Tullio Del sette, come fonti della notizia che c’era un’indagine sulla centrale di acquisti della pubblica amministrazione.

Woodcock aveva riferito al notizia e incontrato Ielo in vista della trasmissione degli atti per competenza alla procura di Roma. Quella sera c’erano anche Carrano e Scafarto , che appunto parlò della sua intenzione di perquisire il padre dell’allora premier, legata a una intercettazione che risaliva a tre mesi prima.

Ma Ielo sconsigliò questa iniziativa. “Dissi: è un atto che espone moltissimo e ha una probabilità molto bassa di portare a casa un risultato. Woodcock fu assolutamente d’accordo sull’inopportunità di questa perquisizione”.

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