Renzi al processo Consip: “Mi sento in colpa per non aver creduto a mio padre”. “Troppe cose che non tornano”

Roma, al centro dell’audizione davanti ai giudici della ottava sezione collegiale della Capitale, tenutasi martedì 6 dicembre, è stato il rapporto tra Matteo Renzi di Palazzo Chigi e il padre Tiziano.

Il 6 dicembre nel maxiprocesso Consip è stato infatti il giorno dell’ex premier Matteo Renzi, convocato dalla Procura di Roma come testimone in un procedimento che vede imputati, tra gli altri, il padre Tiziano.

“Oggi mi sento in colpa per non aver creduto a mio padre – ha detto Renzi rispondendo alle domande del Pm Mario Palazzi -. In questa vicenda ho fatto il capolavoro di non credere a mio papà mettendo a dura prova il rapporto padre-figlio su una vicenda che politicamente non esiste”. Per l’ex premier la vicenda vera che riguarda Consip “è quella delle mascherine, quelli sono appalti importanti”.

Renzi ha però ammesso di avere avuto con il padre “qualche discussione”. “Quando ho letto su un quotidiano che lui avrebbe avuto un incontro in una bettola segreta – ha spiegato – ho chiamato mio padre e ho alzato un po’ la voce. Non me lo vedevo a fare il traffichino, e infatti gli unici soldi che ha preso sono quelli delle cause per le diffamazioni. Politicamente la Consip ma chi la seguiva?”.

Su chi fosse il Luca a cui faceva riferimento in una intercettazione intercorsa con il padre, l’ex premier ha aggiunto: “era Luca Mirco avvocato di mio padre”. Nei confronti di Tiziano Renzi la Procura contesta il traffico di influenza illecite. Al centro del processo, tra gli altri rivoli di indagine, anche due gare bandite dalla centrale appalti della pubblica amministrazione.

La mega commessa Fm4 da 2,7 miliardi e quella da alcune decine di milioni per i servizi di pulizia.

Secondo quanto scrivono i pm nell’atto di chiusura delle indagini l’imprenditore Russo “agiva in accordo” con Tiziano Renzi, sfruttando “relazioni esistenti con Marroni, ottenute anche per il tramite del concorrente nel reato Renzi, come prezzo della propria mediazione illecita – scrive la procura – costituita dall’istigare Marroni al compimento di atti contrari al proprio ufficio, consistenti nell’intervenire sulla commissione aggiudicatrice della gara Fm4, per facilitare la Romeo Gestioni, mediante l’innalzamento del punteggio tecnico nella fase in corso di valutazione tecnica dei progetti”.

Parlando della vicenda Consip il segretario di Italia Viva ha affermato che “ci sono troppe cose che non tornano. È una storia che parte da Ischia (indagine Cpl Concordia, ndr) dove non c’entravamo nulla e in molti dicevano da ‘Napoli arriverà un siluro per Renzi’. Io non credo ai complotti ma troppe cose non tornano in questa vicenda”.

Tornando al periodo in cui era a capo del Governo, Renzi, ha spiegato che ai suoi diceva sempre “state attenti perché l’unico modo con cui ci fanno secchi è la via giudiziaria”.

Rispondendo, poi, alle domande dei difensori, ha ricordato un episodio di quando, l’allora ministro dell’Interno, Marco Minniti gli “propose di coinvolgere un gruppo di persone, tra cui il Capitano Ultimo, nell’Aisi perché io avevo una fissazione: avevo chiesto di prendere Messina Denaro.

Lui era, soprattutto 8 anni fa, il boss dei boss quindi dissi: ‘se riusciamo a dare un messaggio del genere facciamo un’operazione internazionale’ e ne parlai anche con l’allora presidente degli Stati Uniti”, ha aggiunto l’ex premier. “Io dissi quindi a Minniti che non mettevo bocca sul prendere Ultimo ma scopro solo dopo però che era stato preso non all’Aisi ma all’Aise. Da qui iniziano poi a venire fuori tutta una serie di elementi che renderanno la storia molto più complessa”.

Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli, assolti ‘perché il fatto non costituisce reato’

Firenze, la Corte d’Appello del capoluogo toscano ha assolto ‘perché il fatto non costituisce reato’ Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi attuale leader di Italia Viva, nel processo per le fatture false. Condannato, ma con la pena ridotta a nove mesi, l’imprenditore pugliese Luigi Dagostino, ‘il re degli outlet’. La procura generale aveva chiesto la conferma delle condanne del primo grado.

Tiziano Renzi, durante il processo, in un suo excursus, aveva ribadito più volte la sua innocenza e l’estraneità alle accuse, aggiungendo di non aver mai chiesto favori al figlio Matteo Renzi.

“Due anni fa sono stato condannato a 22 mesi di carcere. – aveva raccontato Tiziano Renzi – Io non ho mai chiesto nulla a mio figlio Matteo in materia di incarichi e nomine politiche, anzi, è stato Matteo a riferirmi che anni fa il marito di una magistrata si era rivolto a lui per la nomina in un’istituzione politica”.

In aula Tiziano Renzi aveva anche dichiarato, prima che intervenissero gli avvocati difensori, che era “riuscito a capire le ragioni della condanna soltanto da quello che è successo dopo. Mentre noi eravamo impegnati nel processo, ho scoperto che la procura di Firenze aveva un’indagine parallela nella quale ero accusato di traffico di influenze. Questo presunto reato fu archiviato nell’aprile 2022, due anni dopo la condanna di cui stiamo discutendo in appello, sarebbe stato commesso ancora una volta con Dagostino. Lo avrei aiutato commettendo il reato di traffico di influenze e ciò avrebbe giustificato il pagamento della fattura oggetto dell’odierno processo. Fattura che sarebbe falsa perché emessa per coprire un’altra prestazione, quella teoricamente illecita oggetto del traffico di influenze.”

Tiziano Renzi e Laura Bovoli in appello

Nella mattina di oggi, martedì 18 ottobre, al tribunale di Firenze prosegue il processo che vede tra i protagonisti Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli.

I genitori dell’ex premier Matteo Renzi, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, si sono presentati entrambi in aula stamani al processo d’appello a Firenze che li vede imputati per l’inchiesta su presunte fatture false emesse dalla loro società. Presente in aula anche l’imputato Luigi Dagostino, l’imprenditore ‘re degli outlet’.

Le due fatture false sarebbero una da 20.000 euro dalla società Party e l’altra da 140.000 euro più Iva dalla Eventi 6 – per consulenze ad aziende riferibili a Dagostino. Le consulenze riguardavano studi per un’attività di ristorazione e per potenziare il flusso di turisti, in particolare orientali, verso l’outlet The Mall nel Valdarno. Ma per l’accusa si trattò di pagamenti per operazioni inesistenti e le fatture, pertanto, sarebbero false. I coniugi Renzi sono imputati della loro emissione, Dagostino dell’utilizzo.

In primo grado i coniugi Renzi erano stati condannati dal tribunale di Firenze a 1 anno e 9 mesi di reclusione, mentre l’imprenditore pugliese Luigi Dagostino era stato invece condannato a 2 anni.

Nella scorsa udienza del 26 il procuratore generale Filippo Di Benedetto aveva chiesto la conferma delle condanne di primo grado. Oggi la discussione prosegue con le arringhe difensive.

Rignano, ancora offese a candidata sindaco: “Piuttosto che a governare appariva pronta a rigovernare”

Rignano (Firenze) – Stavolta la frase ‘sessista’ sarebbe opera del cugino di Tiziano Renzi, Mario.

Continua l’accesa campagna elettorale per la poltrona di sindaco di Rignano. Dominga Guerri, candidata sindaca di Rignano sull’Arno (Firenze), che è anche assessore ai lavori pubblici, denuncia nuove offese sessiste ai suoi danni, stavolta da parte di Mario Renzi, “segretario regionale Uil Fpl – spiega – cugino di Tiziano Renzi“.

“Ho dato mandato al mio legale di valutare le iniziative da intraprendere per tutelare la mia persona e l’immagine di tutte le donne”, ha scritto Guerri in una lettera aperta. “Piuttosto che a governare appariva pronta a rigovernare” (lavare i piatti, ndr), ha scritto Renzi della candidata, sulla pagina Fb Rignano 2022, aggiungendo che “a dire che qualcuno che frequenta un cantiere con i tacchi alti è un bischero non si fa del sessismo ma del buon senso”.

Un riferimento, quest’ultimo, alle precedenti “offese sessiste” legate alle dichiarazioni nei confronti di Guerri rilasciate da Michele Matrone, candidato del centrodestra che aveva obiettato: “Come si puo’ pensare che una donna con il tacco 12 che va in un cantiere possa capirci qualcosa”.

“Sessismo, classismo, maleducazione e discorsi del secolo scorso”, ribatte Guerri, candidata per la lista di centrosinistra ‘Insieme per Rignano’, secondo cui “queste insinuazioni e queste violenze verbali sono inaccettabili ed emblematiche di una intollerabile mancanza di cultura politica e di rispetto personale e istituzionale”.

Processo genitori Renzi: chiesta conferma delle condanne in primo grado

Firenze – Il processo ai genitori di Renzi è stato rinviato al 7 luglio prossimo per gli interventi della parte civile e dei difensori.

Il procuratore generale Filippo Di Benedetto ha chiesto la conferma delle condanne di primo grado al processo di appello per l’inchiesta su due presunte fatture emesse da loro società che vede imputati a Firenze Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi, e l’imprenditore Luigi Dagostino. In primo grado furono inflitti un 1 anno e 9 mesi ai coniugi Renzi e 2 anni per Dagostino, ‘re’ degli outlet.

Il processo d’appello per Tiziano Renzi e Laura Bovoli è iniziato questa mattina nelle aule del Tribunale di Firenze. Entrambi i coniugi erano presenti in aula. Anche Dagostino era presente in aula.Le due fatture false sarebbero, una da 20.000 euro dalla società Party, un’altra da 140.000 euro piu’ Iva dalla Eventi 6 – per consulenze ad aziende riferibili a Dagostino. Le consulenze riguardavano studi per un’attività di ristorazione e per potenziare il flusso di turisti, in particolare orientali, verso l’outlet The Mall nel Valdarno. Ma per l’accusa si trattò di pagamenti per operazioni inesistenti e le fatture, pertanto, sarebbero false. I coniugi Renzi sono imputati della loro emissione, Dagostino dell’utilizzo.

Il processo ha rischiato di bloccarsi, durante la giornata perchè non si trovava un fascicolo. Per l’esattezza, stando a quanto riportato dalla Corte, non si trovava il fascicolo con gli atti del processo. Inoltre, non sarebbe stato disponibile un tecnico addetto alla fonoregistrazione richiesto dagli avvocati degli imputati, che hanno presentato istanza di una riapertura parziale del dibattimento.

Nel pomeriggio, poi il processo è ripresto. In particolare, la corte ha precisato di non essere in possesso del fascicolo dell’appello ma di avere comunque copia di tutti gli atti. Quindi la presidente ha invitato le parti a procedere con la discussione.

Legittimo impedimento: rinviato processo appello genitori Renzi

L’istanza di rinvio era stata avanzata questa mattina dall’avvocato Federico Bagattini, difensore di Tiziano Renzi insieme al collega Marco Miccinesi, poiché il padre dell’ex premier si trova ricoverato da ieri sera all’ospedale San Raffaele di Roma.

E’ stato rinviato al 26 aprile 2022 per legittimo impedimento il processo di appello che vede imputati a Firenze per emissione di fatture false Tiziano Renzi e Laura Bovoli, insieme all’imprenditore Luigi Dagostino. L’istanza di rinvio era stata avanzata questa mattina dall’avvocato Federico Bagattini, difensore di Tiziano Renzi insieme al collega Marco Miccinesi, poiché il padre dell’ex premier si trova ricoverato da ieri sera all’ospedale San Raffaele di Roma.

Due le fatture finite nel mirino della guardia di finanza, risalenti al 2015, una per un importo di 20mila euro e l’altra di 140mila euro, relative a studi di fattibilità che Tramor – società di gestione dell’outlet The Mall di Reggello (Firenze) di cui all’epoca era amministratore delegato Luigi Dagostino – aveva incaricato le società Party ed Eventi 6, facenti capo ai genitori dell’ex segretario del Pd. In primo grado Tiziano Renzi e Laura Bovoli sono stati condannati a un anno e nove mesi, mentre a Dagostino è stata inflitta una pena di due anni.

Dal certificato medico prodotto oggi in aula dalla difesa di Tiziano Renzi per chiedere un rinvio, per legittimo impedimento, del processo di appello che lo vede imputato per emissione di fatture false, non si ricaverebbe la certezza che il padre dell’ex premier non sarebbe potuto comparire oggi in aula. Questo quanto afferma la corte di appello, nel provvedimento con cui accoglie l’istanza di rinvio e fissa il processo per il 26 aprile 2022. Dal certificato medico in cui viene indicato che Tiziano Renzi si trova ricoverato “per accertamenti – si legge nel provvedimento – pur non ricavandosi la prova di un assoluto impedimento a comparire, può ritenersi comunque probabile un impedimento dell’imputato a essere presente”.

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