Prato, sgomberato presidio operai Texprint, in piazza Comune

Lo rende noto il sindacato Sì Cobas. In piazza del Comune da due giorni otto operai della stamperia tessile Texprint, insieme a due sindacalisti del Si Cobas, erano in sciopero della fame

Sgomberato questa mattina il presidio organizzato da due giorni in piazza del Comune a Prato dove otto operai della stamperia tessile pratese Texprint, insieme a due sindacalisti del Si Cobas, erano in sciopero della fame per protestare “contro l’immobilismo delle istituzioni” dopo che un gruppo di lavoratori dell’azienda sciopera “da 230 giorni per chiedere l’applicazione del contratto nazionale e di poter lavorare otto ore per cinque giorni invece che 12 per sette”.  “È arrivata la risposta delle istituzioni di Prato a 48 ore di sciopero della fame contro lo sfruttamento”, sottolinea il sindacato in una nota, e “per puntare il dito contro l’immobilismo delle istituzioni, dopo sette mesi di sciopero in cui ancora non si conoscono i risultati del verbale dell’Ispettorato del lavoro, e richiedere la convocazione di un tavolo interistituzionale”. Il Sì Cobas spiega che sotto la questura “si sta formando un presidio solidale che in molti operai stanno raggiungendo. Fanno tanta paura questi operai che parlano e raccontano la realtà della schiavitù del distretto tessile. Così paura da doverli sgomberare come ladri durante la notte”. (

“Questa mattina le chat sono in ebollizione. Alle 6.30 infatti, come dei ladri, i questurini di Prato hanno sgomberato il presidio dei lavoratori #Texprint in Piazza del Comune. Da tre giorni i lavoratori Texprint e i sindacalisti del SI Cobas Prato e Firenze sono in sciopero della fame per denunciare il silenzio delle istituzioni locali di fronte ad un’azienda con comprovati legami con la ‘ndrangheta che sfrutta i lavoratori 12 ore al giorno per 7 giorni” questo il comunicato di Potere al Popolo sulla vicenda.

“Il Comune di Prato infatti, sindaco Biffoni in testa, non ha mai preso posizione e anzi nega lo sfruttamento dei lavoratori endémico su cui si fonda il distretto pretese. L’ ispettorato del lavoro non ha prodotto alcuna denuncia dopo l’ispezione a Texprint: ispettori e giudici sono solerti solo quando si tratta di denunciare i lavoratori, ma latitano quando si deve toccare l’azienda. La prefettura non applica la legge che prevede il conferimento del permesso di soggiorno per sfruttamento” continua il comunicato di PAP.

“Di fronte a questa COMPLICITA’ istituzionale con l’azienda, i lavoratori hanno opposto uno sciopero della fame e un presidio pacifico. La risposta sono stati MANGANELLI e una decina di fermi violenti.L’invito è a raggiungere operai e solidali in presidio sotto la questura di Prato, ora” conclude il comunicato.

 

🎧 Prato, “Tre operai aggrediti a colpi di mattone e pugni al presidio Texprint”

Gli operai della Texprint sono appena usciti dall’ospedale con prognosi che arrivano fino a 30 giorni: traumi cranici e dita rotte.

“Come tutti i giorni negli ultimi cinque mesi questi tre operai si trovavano al picchetto davanti alla Texprint”, spiega Sarah Caudiero del sindacato Si Cobas, “c’è stata un’aggressione capeggiata dai datori di lavoro della Texprint che hanno guidato i responsabili in quest’aggressione violentissima che come si può vedere nei video con mazze, con pugni in faccia hanno aggredito e picchiato i lavoratori e hanno provato a smantellare anche il nostro presidio”.

Gli operai feriti sono usciti dall’ospedale con diverse prognosi: “Traumi cranici, uno di loro si è rotto due dita per cui ha il gesso e una prognosi di 30 giorni. Sono andati immediatamente al pronto soccorso dopo l’aggressione”, continua Caudiero di Si Cobas. “Rimarremo in presidio finché non otterremo diritti e dignità dei lavoratori: 8 ore per 5 giorni e un regolare contratto di lavoro”

Davanti all’azienda Texprint il sindacato è in presidio da oltre 5 mesi per denunciare per denunciare lo sfruttamento lavorativo nel distretto tessile pratese.

L’azienda Texprint ha pubblicato un comunicato stampa ieri sera in risposta a Si Cobas. “Davanti ai cancelli della Texprint si è consumato l’ennesimo episodio di violenza da parte dei manifestanti che da sei mesi tengono in ostaggio l’azienda. Oggi la violenza privata aggravata, ormai reiterata ogni giorno è sfociata in una vera e propria aggressione. Quella di oggi è apparso l’epilogo di un disegno criminoso finalizzato a creare la colluttazione; non avendo ottenuto il risultato con le continue e reiterate provocazioni, ingiurie e minacce, i manifestanti sono passati alle vie di fatto per alzare il livello dello scontro”. Così, in una nota, la stamperia pratese Texprint.

L’azienda, “chiederà alla procura della Repubblica e alla questura un intervento immediato per rimuovere il picchetto illecito che paralizza l’attività dell’azienda e impedisce ai 65 lavoratori della società di continuare a lavorare. E’ arrivato il momento – aggiunge – in cui le autorità preposte mettano fine a queste condotte delittuose che sono ormai addirittura degenerate in atti di prevaricazione e di violenza fisica”. Texprint ricorda che “già nelle ultime querele depositate nei giorni scorsi la società aveva denunciato la crescente e preoccupante escalation di violenza che aveva sempre più caratterizzato le condotte criminose dei manifestanti negli ultimi giorni”.

In podcast: le voci degli operai e di Sarah Caudiero, Si Cobas

Tensioni e contatti tra polizia e manifestanti davanti a cancelli di Texprint

Prato, nuove tensioni tra manifestanti e forze dell’ordine a Prato di fronte alla stamperia tessile Texprint dove da oltre tre mesi è in atto la protesta di lavoratori pakistani contro lo sfruttamento e che per questo sono stati licenziati. La polizia è intervenuta per sgomberare un picchetto di operai in sciopero che avrebbe impedito il movimento di furgoni da lavoro davanti ai cancelli dell’azienda.

Gli operai che hanno denunciato lo sfruttamento sono assistiti dal sindacato Si Cobas. Sulle tensioni e contatti tra agenti e manifestanti di oggi il segretario provinciale del Partito Comunista di Prato Enrico Zanieri ha riferito: “Nella giornata di oggi sono occorsi due eventi perfettamente speculari. Da un lato abbiamo assistito alla violenza della polizia che ha sgomberato gli operai della Texprint in sciopero, ai quali va la nostra solidarietà. Come sempre, non una parola di condanna da parte delle istituzioni. Forse, il pacifico silenzio in cui si sono rinchiusi la giunta e il sindaco alludono alla speranza che la soluzione della questione Texprint venga dalla polizia. Con le modalità che abbiamo visto stamani”.

“Dall’altra parte – conclude Zanieri facendo riferimento al caso di sfruttamento in una pelletteria della provincia dove a un operaio sarebbero state pure inflittte punizioni corporali – abbiamo l’ennesima notizia di sfruttamento lavorativo sul territorio di Prato. Stavolta una ditta che produceva articoli in pelle. Ma qual è la medaglia? La medaglia è il sistema moda. Sfugge ancora a qualcuno che il sistema moda mondiale sia all’apice dello sfruttamento lavorativo nel distretto pratese?”

🎧 Texprint, Si Cobas: via picchetto, azienda torni a tavolo trattativa

Il sindacato autonomo risponde alle accuse dell’azienda: “Texprint che richiede la licenza di sfruttare minacciando i posti di lavoro. E’ un messaggio inquietante che dovrebbe trovare la condanna durissima di tutte le istituzioni. Non si può e non si deve scegliere tra diritti e lavoro”

“L’azienda minaccia la chiusura dando la colpa a chi sciopera, ma la responsabilità di questa situazione è della stessa Texprint che ha deciso di chiudere qualsiasi trattativa a fronte di una sacrosanta e semplicissima richiesta di regolarizzazione dei contratti. Per questo invitiamo ancora una volta l’azienda a sedersi ad un tavolo, entro questo venerdì, per dimostrare se davvero esiste la volontà di risolvere questa situazione oppure si vuole continuare soltanto a piangere lacrime di coccodrillo” questa la denuncia e la richiesta di Si cobas, il sindacato che rappresenta il gruppo di lavoratori in sciopero da settimane con presidio davanti allo stabilimento, per chiedere il rispetto dei contratti nazionali di categoria, diritti e salari adeguati.

“La Texprint vuole invece continuare la serrata? Siamo di fronte ad un’azienda che richiede la licenza di sfruttare minacciando i posti di lavoro. E’ un messaggio inquietante che dovrebbe trovare la condanna durissima di tutte le istituzioni. Non si un fiume di menzogne e calunnie nei confronti del sindacato e di chi sciopera. In questi due mesi il picchetto si è svolto senza alcun atto di violenza e senza mai impedire a chi voleva farlo di recarsi al lavoro. Con altrettanta chiarezza rivendichiamo il blocco delle merci come diritto di sciopero dinanzi allo sfruttamento selvaggio” dice si Cobas. Che accusa Texprint di voler “presentarsi all’opinione pubblica come “la vittima” di questa storia.

“Siamo difronte ad una serie incredibile di paradossi. Un azienda interdetta per infiltrazioni mafiose che prova a far passare come delinquenti i lavoratori che denunciano lo sfruttamento e chiedono un contratto regolare; un azienda che mentre prepara i licenziamenti disciplinari di tutti gli iscritti al sindacato accusa lo sciopero “di mettere a rischio i posti di lavoro”; un azienda che prima annuncia l’indisponibilità ad ogni trattativa con le rappresentanze sindacali e poi piange pubblicamente il prolungarsi degli scioperi e delle agitazioni” aggiunge il sindacato autonomo.

che conclude il comunicato “l’azienda faccia vedere chiaramente se ha intenzione o meno di trovare una soluzione a questa vertenza. Chiediamo pubblicamente alla Texprint di sedersi ad un tavolo e riaprire la trattativa il prossimo venerdì. Nel frattempo sarà sospeso il picchetto ai cancelli. Non vogliamo che questo venga strumentalizzato per sfuggire dal tavolo o giustificare una serrata. Sarà la terza volta in un mese che il sindacato sospenderà il picchetto in maniera unilaterale”.

Texprint: “rischio chiusura a causa picchetto Sì Cobas”

Lo dice in una lettera aperta  l’azienda Texprint di Prato, la stamperia tessile di proprietà di cittadini cinesi che da due mesi è al centro della protesta di circa venti dei suoi lavoratori, quasi tutti bengalesi e pakistani, iscritti al sindacato Sì Cobas.

“Se le autorità non interverranno sul picchetto dei manifestanti Sì Cobas entro la prossima
settimana l’azienda sarà costretta a chiudere, con la conseguente collocazione in cassa integrazione di tutti gli 80 dipendenti”. Così la Texprint di Prato, la stamperia tessile di proprietà di cittadini cinesi che da due mesi è al centro della protesta di circa venti dei suoi lavoratori, quasi tutti bengalesi e pakistani, iscritti al sindacato Sì Cobas.

“A causa degli ingentissimi danni economici alla produzione e all’immagine provocati dalle gravissime condotte illecite poste in essere dagli individui presenti all’esterno della fabbrica,
l’azienda – scrive Texprint in una lettera aperta alle istituzioni cittadine e alle autorità – è stata costretta a mettere in cassa integrazione già 20 degli 80 dipendenti”.

L’azienda denuncia che i manifestanti “impediscono fisicamentel ‘accesso ai mezzi, che per lavoro devono entrare e, fermano leautovetture, occupano la carreggiata e impongono l’apertura delle autovetture, che devono essere previamente ispezionate”.

Nei giorni scorsi ci sono state tensioni con le forze dell’ordine che hanno tentato di dissuadere i manifestanti collocati ai cancelli della fabbrica.

Texprint spiega di aver consegnato a questo proposito materiale alla procura di Prato: “Solo dopo l’assurdo controllo dei mezzi, la verifica dell’assenza di merce a bordo e dopo aver trattenuto i lavoratori, gli amministratori, i clienti e i fornitori per diversi interminabili minuti, il gruppo consente l’accesso o l’uscita dalla fabbrica. Vengono inoltre rivolte nei loro confronti parole ingiuriose e gesti scurrili, come emerge dalle denunce e dai filmati già depositati”. Domani pomeriggio, in piazza del Comune, si terrà una contro-manifestazione degli operai della stamperia non coinvolti nello sciopero, che secondo Texprint sono 65 dipendenti su 80.

Texprint, Regione “attivati soggetti competenti per verifica sicurezza e legalità”

“Stiamo seguendo con preoccupazione ciò che sta accadendo alla Texprint Srl di Prato e ribadiamo la nostra disponibilità ad intervenire nuovamente, secondo le nostre competenze, per promuovere la riapertura di un confronto tra le parti qualora maturino le condizioni”. Così il consigliere delegato al lavoro e alle crisi aziendali Valerio Fabiani, dopo la chiamata in causa dal sindacato SI Cobas riguardo alla situazione di Texprint. Fabiani ha spiegato di essersi attivato presso l’Ispettorato del lavoro e presso il protocollo della Regione Toscana ‘Lavoro sicuro’ per verificare il rispetto dei diritti e delle condizioni di lavoro dei dipendenti.

Fabiani ha sottolineato che, pur non trattandosi di una vera e propria crisi aziendale, data la richiesta di intervento pervenuta dal sindacato SI Cobas, la struttura regionale deputata alla gestione delle crisi aziendali ha comunque ritenuto di provare a trovare una mediazione, nell’interesse di tutti. “Abbiamo perciò convocato separatamente le parti – ha aggiunto -, a cominciare dal sindacato SI Cobas, che ha riferito le ragioni della mobilitazione, che stanno ancora portando avanti, e le proposte rivolte all’azienda. Se su quest’ultime il ruolo della Regione non può che essere teso a  facilitare un negoziato fra le parti, abbiamo invece ritenuto di intervenire subito per fare chiarezza, a fronte delle denunce del sindacato stesso, circa la regolarità dei rapporti di lavoro, la sicurezza sul luogo di lavoro ed il rispetto del contratto collettivo nazionale applicato”.

Al termine dell’incontro con la rappresentanza di SI Cobas Fabiani si è formalmente attivato presso l’Ispettorato del lavoro e presso il protocollo della Regione Toscana ‘Lavoro sicuro’ con lo scopo di verificare le condizioni di lavoro dei dipendenti. “Su questo punto dobbiamo essere intransigenti perché i temi legati alla sicurezza e alla legalità sui luoghi di lavoro e ai diritti dei lavoratori sono principi irrinunciabili”. Fabiani ha concluso con un appello alle parti protagoniste del negoziato che oggi vive una fase di stallo. “In attesa delle verifiche degli organi competenti rivolgiamo di nuovo un appello alle parti affinché maturino le condizioni, finora mancate, per riaprire un confronto. Su questo ribadiamo la nostra disponibilità in sede del tavolo istituzionale”.

Intanto oggi 19 Marzo alle ore 14:30 il sindacato Sì Cobas manifesterà nuovamente con un presidio davanti alla EUROINGRO  a Prato.

 

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