La nuova stagione del Teatro della Toscana orientata ai giovani, con 13 prime nazionali e 17 produzioni

Non un semplice cartellone di spettacoli ma la ricerca costante di un rapporto col proprio pubblico, presente e futuro. Così il teatro della Pergola  presenta la nuova stagione 2019/20 puntando su 17 produzioni, eccellenze europee, giovani artisti ed esclusive italiane. Una sfida tra tradizione e innovazione portata avanti non solo nello storico spazio de La Pergola di Firenze ma anche negli altri teatri gestiti dalla Fondazione Teatro della Toscana: il teatro Era di Pontedera, il Mila Pieralli di Scandicci e il Niccolini.

Le interviste di Chiara Brilli a partire dal direttore enerale Marco Giorgetti.

Teatro della Pergola, Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ Scandicci 2019/2020

9 prime nazionali – 13 produzioni

Il domani è oggi

Il teatro come fattore attivo nella società, luogo di incontro e arricchimento. Anche nella stagione 2019/2020 la Pergola di Firenze si conferma non interessata alla semplice erogazione di spettacoli, quanto, piuttosto, alla ricerca di un rapporto con il nostro pubblico. Presente e futuro. Centrale, per tutti noi, è la costruzione e cura di una comunità coesa, raccolta attorno alla storia, proiettata nel domani, del Teatro della Pergola. Continua, quindi, l’investimento sulla qualità professionale degli artisti in cartellone, in un rapporto da sempre fruttuoso tra tradizione e innovazione, anche grazie al progetto StudioTeatro a Scandicci.

Produzioni e coproduzioni ricercano la qualità artistica attraverso i nomi di artisti riconosciuti a livello nazionale, con uno sguardo internazionale rivolto alle eccellenze europee. E si comincia proprio da un’esclusiva per l’Italia: Isabelle Huppert interprete per Robert Wilson in Mary Said What She Said di Pinckney (11-13 ottobre). Poi, Gabriele Lavia dirige e interpreta I giganti della montagna di Pirandello (24 ottobre-3 novembre). Maurizio Scaparro riallestisce con Pino Micol Memorie di Adriano di Yourcenar (5-10 novembre). Emanuele Gamba dirige Daniela Poggi in occasione di Emily Dickinson – Vertigine in altezza di Valeria Moretti (22-30 novembre). Roberto Andò dirige Gianfelice Imparato Carolina Rosi inDitegli sempre di sì di De Filippo (27 dicembre-5 gennaio). Glauco Mauri Roberto Sturno sono guidati da Andrea Baracco in Re Lear di Shakespeare (10-19 gennaio). Claudio Longhi affronta Elias Canetti ne La commedia della vanità (18-23 febbraio). Ferzan Özpetek porta a teatro le sue Mine vaganti (31 marzo-5 aprile). Quanto al ricambio generazionale attraverso il rapporto giovani/maestri, foriero di una nuova modalità produttiva, I Nuovi – Giovane Teatro della Toscana sono impegnati in un percorso di approfondimento e indagine conGiancarlo Sepe, che porta a ridare vita al suo storico The Dubliners da Joyce (14-19 aprile; 28 aprile-8 maggio).

Molte le ospitalità: classici, riletture, e drammaturgia contemporanea, tra cui Giulio Scarpati e Valeria Solarino, Silvio Orlando, Gigio Alberti e Barbara Bobulova, Renato Carpentieri, Natalino Balasso, Giuseppe Battiston, Giuliana De Sio e Isa Danieli, Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini, Vinicio Marchioni, Daniele Russo e Alessandro Gassmann, Eros Pagni.

 Pier Paolo Pacini Coordinatore Area Fiorentina – Fondazione Teatro della Toscana

Teatro Era 2019/2020

4 prime nazionali – 6 produzioni

 Il Teatro Era è!

 Le linee di sviluppo della stagione 2019/2020 del Teatro Era si diramano a partire da un rapporto solido con compagnie e nomi della scena nazionale e internazionale portato avanti dalCSRT – Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale, che ne sottolineano l’aspetto di luogo di indagine dei linguaggi teatrali contemporanei. La presenza dell’artista e registaJan Fabre, della danza firmata da Lisbeth Gruwez Claire Chevallier, dell’Odin Teatret, per arrivare agli italiani MotusEmma DanteLino MusellaPippo DelbonoAlessandro Serra, delineano un panorama ricco e fertile su cui si inseriscono l’ultima creazione Svegliami e il Progetto Oblomov di Roberto Bacci.

Fondamentale, da questa prospettiva, il lavoro costante con la drammaturgia che trova in Michele Santeramo la figura di congiunzione tra la stagione teatrale, la formazione e progetti territoriali di sempre maggior respiro come il Festivaldera, di cui Santeramo è autore centrale. Il rapporto testo/contesto ha del resto l’obiettivo di ridisegnare il territorio attraverso la spinta dello spettacolo dal vivo e attività di qualità che ripartano dal Teatro Era quale luogo riconosciuto di identità e riferimento della Valdera e possano mostrare il fare teatro anche da prospettive inedite. L’idea di attivare nel tempo una rete progettuale delle eccellenze territoriali si muove verso un ampliamento relazionale costante che sta ponendo le basi per una piattaforma di pensiero, dialogo e confronto sempre più vitale e aperta.

Si struttura infine con ancora maggior solidità rispetto al passato il profilo del Teatro della Toscana quale Teatro Nazionale in cui il Teatro Era trova – tra innovazione e tradizione – ulteriori modalità di avvicinamento del pubblico anche verso proposte immaginate per comunità di spettatori eterogenee e diversificate, moltiplicando le possibilità di incroci tra sguardi e proposte di qualità. Sotto questa spinta entrano in stagione nomi del calibro di Filippo Dini, Valeria Solarino e Giulio Scarpati, Ferzan Özpetek, Gianni Clementi, Roberto Andò, Vinicio Marchioni, Luca Zingaretti.

 Carlo Calabretta Coordinatore Area Valdera – Fondazione Teatro della Toscana

Enrico Rossi: “Necessario avviare nuova stagione di lotte e rilanciare investimenti”

“E’ necessario riprendere una nuova stagione di lotte, con un conflitto regolato tra capitale e lavoro che permetta di produrre nuovi patti e di rilanciare gli investimenti”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

Il presidente della Regione è intervenuto, stamani, all’attivo dei delegati e dei pensionati della Cgil della Toscana che si è tenuto al Teatro Era di Pontedera (Pisa), dedicato al lavoro, ai diritti, allo stato sociale e all’Europa. Parlando di stato sociale, Enrico Rossi ha sottolineato inoltre che “negli ultimi dieci anni le lotte per i diritti hanno subito un forte arretramento, così come la spesa pubblica e quella sociale, creando un mix pericoloso che ha messo in crisi la democrazia nel Paese e fatto diminuire salari e fiducia, determinando una contrazione della spesa da parte dei cittadini”.

“E’ necessario cambiare direzione – ha concluso il governatore – rilanciando la spesa sanitaria, oggi sotto il 6,5% e quella per la casa, praticamente azzerata se si eccettuano i correttivi che ha cercato di introdurre la Regione. Il mancato finanziamento statale delle specializzazioni, in Toscana ha determinato l’insufficienza dei radiologi e la difficoltà di garantire la prevenzione.”

Pontedera, Teatro Era: ultimi appuntamenti della stagione

Si chiude, con gli spettacoli che andranno in scena dal 3 al 19 maggio, la stagione del Teatro Era di Pontedera.

Il 3 e 4 maggio alle ore 21 andrà in scena “Reparto Amleto”, lo spettacolo scritto e diretto da Lorenzo Collalti con Luca Carbone, Flavio Francucci, Cosimo Frascella, Lorenzo Parrotto e prodotto dal Teatro di Roma in collaborazione con L’Uomo di Fumo – Compagnia Teatrale.

Lorenzo Collalti nel suo spettacolo scompone e attualizza il famoso personaggio shakesperiano: “Reparto Amleto” traspone la vicenda ai giorni nostri, ambientandola in un ospedale dove il Principe di Danimarca si è recato in preda ad un attacco isterico vaneggiando e sostenendo di aver visto il fantasma del padre.

“’The Tragedy of Hamlet, Prince of Denmark’ è forse l’opera più rappresentata, rivista e interpretata della storia. Lo è a tal punto da scoraggiare chiunque nella sua messa in scena. È proprio da questa riflessione che parte l’idea del testo: se il personaggio di Amleto fosse stato svuotato dalle infinite rappresentazioni e fosse sprofondato in una pesante depressione? Se fosse in una crisi continua, sottoposto a diverse interpretazioni degli innumerevoli registi fino a non capire più chi sia realmente e quali siano i suoi obbiettivi? Non risulterebbe forse più umano e vicino a noi? Un Amleto talmente sfinito da farsi internare. Cos’è Amleto se non un ragazzino troppo piccolo per essere re, abbastanza grande da piangere la morte di un padre e con un compito più grande di lui da portare a termine?” dichiara Collalti.

Dal 10 al 19 maggio l’organizzazione “Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards” proporrà un ricco programma per offrire uno spaccato della sua attuale ricerca: il Focused Research Team in Art as Vehicle, guidato dal direttore artistico del Workcenter, Thomas Richards, e l’Open Program coordinato dal direttore associato Mario Biagini, presentano le opere e gli eventi performativi che fanno attualmente parte del loro repertorio.

Venerdì 10 maggio alle ore 21 andrà in scena “Katie’s Tales” (Open program), con Agnieszka Kazimierska e la regia di Mario Biagini. Il giorno successivo, sabato 11, si susseguiranno più spettacoli: alle 19:00 sarà rappresentato “L’Heure Fugitive” (Focused Research Team in Art as Vehicle), concepito da e con Cécile Richards e diretto da Thomas Richards, mentre alle 21:15 sarà il turno di “The Underground: A Response to Dostoevsky” (Focused Research Team in Art as Vehicle), con Antonin Chambon, Benoît Chevelle, Jessica Losilla Hébrail, Guilherme Kirchheim, Sara Montoya, Tara Ostiguy e Thomas Richards, con la regia di Thomas Richards. Lo spettacolo sarà replicato anche il giorno dopo, domenica 12 maggio, alle 17:30.

Venerdì 17 maggio, alle ore 21, sarà in scena “The Living Room” (Focused Research Team in Art as Vehicle), con Antonin Chambon, Benoît Chevelle, Jessica Losilla Hébrail, Guilherme Kirchheim, Sara Montoya, Tara Ostiguy, Cécile Richards e Thomas Richards, con la partecipazione di Eliot Richards e la regia Thomas Richards.

E’ previsto per sabato 18 maggio alle ore 18 il “Seminario libero di canto” (Open Program), guidato da Mario Biagini insieme a Thomas Gasser, Agnieszka Kazimierska, Pauline Laulhe, Eduardo Landim, Felicita Marcelli, Daniel Mattar, Jorge Romero Mora, Graziele Sena Da Silva e i membri del Coro dei cittadini. Nello stesso giorno, alle 21:00, Mario Biagini, Thomas Gasser, Agnieszka Kazimierska, Pauline Laulhe, Eduardo Landim, Felicita Marcelli, Daniel Mattar, Jorge Romero Mora, Graziele Sena Da Silva, diretti da Mario Biagini, porteranno in scena “The Hidden Sayings” (Open Program).

Domenica 19 maggio alle 17:30 a chiudere la stagione teatrale sarà lo spettacolo “The Open Choir” (Open Program), un incontro cantato guidato  da Mario Biagini insieme a Thomas Gasser, Agnieszka Kazimierska, Pauline Laulhe, Eduardo Landim, Felicita Marcelli, Daniel Mattar, Jorge Romero Mora, Graziele Sena Da Silva e i membri del Coro dei cittadini.

Per informazioni e prenotazioni consultare il sito teatroera@teatrodellatoscana.it

Pergola: Boni e Yilmaz in “Don Chisciotte”

Al Teatro della Pergola di Firenze, da martedì 19 a domenica 24 marzo, (ore 20:45 – domenica ore 15:45), Alessio Boni è Don Chisciotte e Serra Yilmaz è Sancho Panza nel Don Chisciotte di Cervantes adattato da Francesco Niccolini e diretto da Alessio Boni, Roberto Aldorasi e Marcello Prayer. Una produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo, Fondazione Teatro della Toscana.

Il dissolvimento dell’antico mondo e la contraddittorietà del presente sono trattati come materia di trasformazione parodistico-fantastica della realtà.

“Tre sono le parole cardine – afferma Alessio Boni – su cui abbiamo puntato e in cui ci siamo immersi totalmente per costruire questa messinscena: ironia, poesia e il codice onirico, l’incantesimo che crea la spettacolarizzazione. Le scene sono costruite con dei quadri narrativi che ti immergono nel racconto, con una grande semplicità, quasi fanciullesca, la stessa che provano i bambini”.

Don Chisciotte combatte per un ideale etico, eroico, che ha arricchito di valore ogni suo gesto quotidiano e l’ha reso immortale. Dopotutto, sono proprio i ‘folli’ abbastanza da credere nella loro visione del mondo che meritano di essere ricordati in eterno.

Il coraggio, la follia, l’amore per la vita. Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi dalla rete di regole predeterminate che, a loro volta, ci determinano – avvalendosi del sogno, della fantasia, dell’immaginazione – sono stati spesso considerati ‘pazzi’. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia.

Forse, ci vuole pur una qualche forma di pazzia, ancor prima che di coraggio, per compiere atti eroici. Quella che permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite. Don Chisciotte combatte contro l’inadeguatezza della nobiltà, un mondo che non lascia spazio all’immaginazione e annichilisce ogni aspirazioni. Un simbolo di libertà e utopia.

“Abbiamo deciso di mettere in scena Don Chisciotte – spiega Alessio Boni ad Angela Consagra nel foglio di sala dello spettacolo – perché si tratta di un romanzo iconico e visionario, come fosse frutto di un sogno. Attraverso il teatro possiamo approfondire la conoscenza dell’opera, raccontare di nuovo questa storia. Don Chisciotte è un personaggio che ha scavallato le varie epoche, è il protagonista di un romanzo moderno: per la prima volta – precisa – uno scudiero sta accanto a un cavaliere errante e i due si parlano da pari, il linguaggio rude del contado e quello alto dell’aristocrazia trovano un compromesso e si intrecciano”.

La gestazione dello spettacolo è stata lunga. Boni, insieme al gruppo con cui aveva già trasposto per la scena I Duellanti di Joseph Conrad, ha iniziato a studiare il romanzo un anno e mezzo fa per riuscire ad adattare per il palcoscenico la figura ideale di Don Chisciotte, che lotta con la poesia, ma anche con la parte più prosaica della vita, in continuazione, senza fermarsi mai. Con una sorta di armatura e su un vecchio ronzino si mette in viaggio, seguendo un unico obiettivo: rimettere in sesto il mondo che, secondo lui, ormai è completamente decaduto.

“Don Chisciotte è la storia di un magnifico folle, ma è una follia declinata nella versione più alta e nobile del termine – precisa Boni – rappresenta la qualità più bella dell’essere umano, è quello che tutti noi vorremmo essere, ma che, a causa delle vicissitudini della vita, dei compromessi e delle delusioni, poi siamo costretti a non diventare mai fino in fondo”.

La sua è una battaglia contro le ipocrisie e le insolenze dei potenti. Inseguendo anche l’amore, una donna vista una sola volta e subito idealizzata con il nome di Dulcinea del Toboso, divenuta, nella sua testa, la dama dei desideri. Il Siglo de Oro è visto dall’uomo più puro, l’anziano hidalgo idealista, che confonde realtà e fantasia.

“Il nostro spettacolo è un viaggio per riportare il pubblico all’infanzia – commenta Alessio Boni – a quel tipo di inconscio primordiale senza calcoli né pregiudizi, dove non si sta a vedere quanto le persone che abbiamo di fronte siano riuscite a conquistare nella vita, quantificandone i guadagni. Oggi, purtroppo – conclude – continuiamo a valutare le persone in base a quello che possiedono, perché il Dio denaro ormai ci ha forgiato tutti, e invece Don Chisciotte va controcorrente da questo punto di vista: infatti, non a caso, questo è il vero motivo per cui è il terzo libro più letto al mondo dopo la Bibbia e il Corano”.

Giovedì 21 marzo, ore 18, Alessio Boni, Serra Yilmaz e la Compagnia incontrano il pubblico. Coordinano Riccardo Ventrella e Matteo Brighenti. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Lo spettacolo sarà al Teatro Era di Pontedera martedì 26 e mercoledì 27 marzo, ore 21.

Pergola

INFO:

Teatro della Pergola , via della Pergola 30, Firenze

055.0763333

biglietteria@teatrodellapergola.com

Dal lunedì al sabato: 9:30 / 18:30 – domenica chiuso

Al ‘Mila Pieralli’ Scandicci i mum&gypsy con “Il mio tempo”

Da martedì 5 a giovedì 7 marzo, ore 21, il Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci si trasforma in un hotel di periferia dove si parlano lingue diverse, per chi è in cerca del proprio tempo. Ci accompagnano in questo luogo misterioso i performer della compagnia giapponese mum&gypsy che, insieme ad alcuni attori italiani, danno vita allo spettacolo Il mio tempo, che mescola i linguaggi del teatro, del cinema e degli “anime”.

In scena ci sono Aya Ogiwara, Ayumi Narita, Satoshi Hasatani, Yuriko Kawasaki, Andrea Falcone, Giacomo Bogani, Sara Fallani, Camilla Bonacchi, diretti da Takahiro Fujita, uno dei più brillanti e prolifici artisti del teatro contemporaneo giapponese e della nuova generazione di registi e drammaturghi.

Un progetto di Fondazione Fabbrica Europa, Fondazione Teatro della Toscana / Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale, con il supporto di Agency for Cultural Affairs Government of Japan in the fiscal year 2017, Arts Council Tokyo, The Saison Foundation, e presentato nell’ambito del Festival d’Autunno 2018 / Progetto Area Metropolitana.

Il mio tempo è ambientato in un hotel di periferia dove ogni giorno si mescolano lingue diverse, dove ci sono persone che arrivano e partono, dove le storie degli ospiti e dei clienti si intrecciano. Dove si trova questo hotel? In quale anno si svolge la storia? Non lo sappiamo. Sappiamo soltanto che questo è l’hotel per tutti coloro che sono in cerca del proprio tempo.

Dopo una prima fase di lavoro che ha dato vita a Il mio tempo – Different shape, prodotto dalla Fondazione Teatro della Toscana con il supporto della Fondazione Fabbrica Europa e presentato al Teatro Era di Pontedera nel 2015, Takahiro Fujita ha riunito quattro membri del cast più consolidato delle sue produzioni precedenti e i quattro attori italiani per sviluppare la creazione in due residenze presso il Sainokuni Saitama Art Theater di Tokyo, dove lo spettacolo ha debuttato nel 2017.

Come in altri suoi lavori il regista giapponese non è partito da un testo precostituito, ma lo ha costruito giorno dopo giorno attraverso vere e proprie interviste agli attori, accompagnandoli a dettagliare e ricostruire ricordi d’infanzia, suggestioni ed esperienze. Questi ricordi sono stati poi elaborati e spogliati da riferimenti autobiografici, mixati e montati insieme fino a ottenere quello che lo spettatore vedrà al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci da martedì 5 a giovedì 7 marzo, ore 21.

Per i giovani attori giapponesi e italiani (Aya Ogiwara, Ayumi Narita, Satoshi Hasatani, Yuriko Kawasaki, Andrea Falcone, Giacomo Bogani, Sara Fallani, Camilla Bonacchi) questo lavoro in più tappe ha rappresentato anche un’occasione per trovare nuove modalità di comunicazione in scena, superando limiti linguistici e differenze culturali.

mum&gypsy
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mum&gypsy è una compagnia teatrale fondata nel 2007 da Takahiro Fujita, uno dei più brillanti e prolifici artisti del teatro contemporaneo giapponese e della nuova generazione di registi e drammaturghi venuta alla ribalta dopo il 2000, influenzata dalle ricerche del maestro Oriza Hirata.

Partendo dalle teorie del maestro, Fujita ha maturato un suo personale stile drammaturgico basato su linee narrative che si sviluppano in parallelo attraverso un complesso intreccio di scene, ripetute come una sorta di refrain e presentate dalle prospettive dei diversi personaggi. Le scene sono mostrate al pubblico con una sequenza che ricorda un montaggio cinematografico, dove le linee temporali s’intrecciano, tra flashback e anticipazioni, mostrando i ricordi dei protagonisti e il loro universo interiore.

Nel 2011, all’età di 26 anni, Fujita ha vinto il 56° Kishida Drama Award con la trilogia The Signs to Return, Awaiting Dining Table, There, It is, The World to Throw Salt on.

I lavori di mum&gypsy sono stati ospitati in prestigiose strutture e festival in Giappone e all’estero: Tokyo Metropolitan Theatre, Kyoto Experiment, Beijing Fringe Theater Festival (Cina), GAM-Centro Gabriela Mistral (Cile), MESS International Theatre Festival Sarajevo (Bosnia), 24Hz Festival (Germania), Toyohashi Arts Theatre, Yamaguchi Center for Arts, International Theater Festival Okinawa for Young Audiences.

mum&gypsy
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INFO:

Biglietteria di prevendita

Teatro della Pergola, via della Pergola 30, Firenze

055.0763333

biglietteria@teatrodellapergola.com

Dal lunedì al venerdì: 9:30 / 18:30 – sabato 9:30 / 13:30 – domenica chiuso

Biglietteria serale

A partire da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli presso la biglietteria del Teatro Studio, Via Gaetano Donizetti 58, Scandicci.

Pontedera: “Petruška” in scena al Teatro Era

Per la stagione teatrale del Teatro Era (Parco Jerzy Grotowski, via Indipendenza, Pontedera) protagonista del 2 febbraio alle ore 21 è la grande danza della Compagnia Virgilio Sieni. Sieni rilegge Petruška di Igor Stravinskij, ispirata alla tradizione popolare russa della marionetta, per creare un lavoro in cui riprende il rapporto tra la marionetta e tragedia.

“Petruška getta un legame con l’impossibile. Tra noi e il vuoto, tra noi e il nascosto. Petruška è una marionetta e non è una marionetta, convive nei due mondi, nelle due visioni ed esperienze, trascendendo l’esistenza stessa dell’uomo per identificarsi con il gesto liberatorio. Non un semplice scatenamento, ma ascensione per cadere nuovamente nell’esperienza dell’umano. La vita come palestra verso la natura intrecciata da una geografia di sentimenti che ci indica quanto essa, la vita, vada vissuta per quello che è: un travasare inarrestabile da un’esperienza all’altra, e allo stesso tempo esperienza trascendentale, dove il corpo è messo in opera nella sua essenza archeologica, capace di creare un’infinità di gesti e posture figurali secondo un sistema di combinazioni articolari” commenta Virgilio Sieni.

“Petruška è qui in cammino tra lazzi e innamoramento, tra gioco e tragedia, si dimentica della sua incorporeità e da angelo delle fiere e del divertimento apre uno squarcio nella vita. Ci permette di penetrare in quel tratto dell’immaginario dove l’essere marionetta ci guida nel vissuto: marionetta che disattiva con le sue movenze e le danze, l’inesorabile decadimento. Dunque, danzare fino alla fine del mondo, fin dal primo momento che già assapora di tragedia nonostante il clima festoso. Qui la coreografia vuole rimanere fedele al mito di Petruška così come amiamo alla follia le infinite fuoriuscite di Pulcinella che donano leggerezza alla gravità delle azioni. Lo spettacolo si sviluppa intorno alla relazione tra marionetta e tragedia, gioco e archeologia: un ciclo di azioni sentimentali sulla natura del gesto e l’abilità di stare al mondo” prosegue  Sieni.

Lo spettacolo Petruška è anticipato da Chukrum e, conclude Sieni: “La composizione musicale sembra addentrarsi nel ‘notturno del corpo’ svelando piani percettivi che richiamano alla notte rivelatrice di un mondo di forze ancestrali, dell’origine. Il brano coreografico si pone in relazione col Petruška, con quello che sta prima e dopo, l’uomo nella sua ricerca continua dell’origine ma anche della leggerezza che segna il suo passaggio. Chukrum propone quattro quadri che introducono un altro punto di vista del fantoccio Petruska e delle sue vicende ‘umane’: uno sguardo sulla natura dell’uomo, dove il lato oscuro non è altro che l’essenza del corpo nel suo mostrarsi orfano di orpelli. Tutto il brano allude alla nascita, non solo dell’uomo ma del bagliore che lo genera, del gesto che lo determina. Sembra che ogni avvento avvenga per via della luce, di aloni ed energie che formano una materia che rimane indeterminata, accennando al materializzarsi del corpo. Allo stesso tempo il respiro che risuona in queste apparizioni sembra avere un’ampiezza maggiore rispetto alla capacità data all’uomo di assorbire e restituire l’aria attraverso il suo organismo. L’ampiezza nel suo sostanziarsi attraverso la lentezza molecolare e indicibile dell’origine, introduce la figura del Petruška”.

Virgilio Sieni si forma in discipline artistiche e architettura dedicandosi parallelamente a ricerche sui linguaggi del corpo e della danza. Approfondisce tecniche di danza moderna, classica, release con Traut Streiff Faggioni, Antonietta Daviso, Katie Duck.

Nel 1983, dopo quattro anni di studio sul senso dell’improvvisazione nei linguaggi contemporanei della danza tra Amsterdam, Tokyo e New York, fonda la compagnia Parco Butterflye nel 1992 la Compagnia Virgilio Sieni, affermandosi come uno dei protagonisti della scena contemporanea internazionale.

Dal 2003 dirige Cango Cantieri Goldonetta Firenze, il Centro Nazionale di produzione per la danza nato per sviluppare ospitalità, residenze, spettacoli e progetti di trasmissione fondati sulla natura dei territori.

Nel 2007 fonda l’Accademia sull’arte del gesto, contesto innovativo di formazione rivolto a professionisti e cittadini sull’idea di comunità del gesto e sensibilità dei luoghi. Dal 2013 al 2016 è direttore della Biennale di Venezia-Settore Danza. Nel 2013 è nominato Chevalier de l’ordres des arts et de lettresdal Ministro della cultura francese.

Lavora per le massime istituzioni teatrali, musicali, fondazioni d’arte e musei internazionali, realizzando progetti sulla geografia della città e dei territori che coinvolgono intere comunità sui temi dell’individuo e della moltitudine poetica, politica, archeologica.

pontedera

INFO:

Teatro Era, Parco Jerzy Grotowski via Indipendenza, 56025 Pontedera

0587.55720 / 0587.57034 – www.teatroera.it www.teatrodellatoscana.it

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