Variante al regolamento urbanistico, il Tar dà ragione al Comune respingendo per la seconda volta il ricorso di Italia Nostra

Intervista con l’assessora all’Urbanistica del comune di Firenze, Cecilia Del Re

La variante normativa al regolamento urbanistico è una norma che tutela il patrimonio storico-architettonico della città. Lo ha confermato oggi, per la seconda volta, il Tar Toscana respingendo il ricorso dell’associazione Italia Nostra e dando nuovamente ragione al Comune di Firenze, come già avvenuto con l’ordinanza del 21 febbraio 2019.La prima pronuncia del Tar Toscana, che aveva già dato ragione al Comune di Firenze, è del 21 febbraio 2019. Già in quella ordinanza si leggeva: “Le norme impugnate da un lato continuano a limitare in modo sostanziale le trasformazioni degli immobili di interesse storico architettonico e documentale siti nel centro storico della città e dall’altro costituiscono un necessario adeguamento alle novità normative ed ai consolidati orientamenti giurisprudenziali in materia di interventi sul patrimonio edilizio esistente”.
In seguito al ricorso di Italia Nostra, il Consiglio di Stato aveva poi disposto la sospensiva rinviando gli atti al Tar Toscana per la pronuncia di merito. Dal 24 luglio scorso, a seguito della precisazione depositata al Tar da parte dell’associazione Italia Nostra, gli effetti della sospensiva sono cessati nell’area fuori dal centro con conseguente sblocco dei cantieri in questa parte di città. La pronuncia di oggi sblocca i lavori anche in centro storico.

“E’ un giorno importante per tutta la città – hanno detto il sindaco Dario Nardella e l’assessore all’Urbanistica Cecilia Del Re – e per i tanti cittadini e lavoratori che aspettavano una svolta dopo essersi visti bloccare i lavori per effetto del ricorso di Italia Nostra e della relativa ordinanza del Consiglio di Stato. Il Tar Toscana, per la seconda volta, ha confermato oggi il valore di tutela delle norme che abbiamo introdotto con la variante: non c’è alcun rischio per il patrimonio storico-architettonico della città. Abbiamo approvato uno strumento che mantiene intatta, anzi aumenta, la tutela del patrimonio edilizio di Firenze, rendendo più certe e chiare le norme per cittadini e operatori. Dopo lo sblocco dei cantieri fuori dal centro arrivato a luglio scorso, anche a seguito dell’impegno del Comune per la riperimetrazione della domanda di Italia Nostra al solo centro storico – hanno proseguito -, oggi arriva la svolta definitiva che ridà ossigeno alla città anche per quanto riguarda gli interventi in centro storico. Siamo molto soddisfatti”

Aeroporto Firenze: ricorso Avvocatura dello Stato contro annullamento Via

L’Avvocatura generale dello Stato ha presentato, per il ministero dell’Ambiente e l’Enac, un ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar della Toscana, emessa nel maggio scorso, che ha annullato il decreto di Via per il masterplan di potenziamento dell’aeroporto di Firenze.

La notizia è stata comunicata dall’associazione Vas – Vita Ambiente Salute, tra i promotori del ricorso accolto nei mesi scorsi dal Tribunale amministrativo regionale. Secondo quanto si apprende da fonti ministeriali, il ricorso sarebbe stato presentato dall’Avvocatura in base a osservazioni formulate dalla Commissione di Via.

I comitati ambientalisti della Piana fiorentina chiedono ora analogo provvedimento da parte dei Ministeri: in caso contrario, sostengono, sarà chiara “la volontà politica di costruire questo nuovo aeroporto”.

In una nota l’Enac ha tuttavia annunciato “di aver richiesto all’Avvocatura dello Stato di ritirare l’appello, erroneamente presentato dall’Ente”, decisione disposta “in quanto l’impugnazione era relativa ad un atto non emanato dall’Ente”.

Comunque, secondo i ricorrenti, “il Tar ha immotivatamente – si legge – ovvero presuntivamente omesso di considerare la disciplina introdotta dal d.lgs. n.104/2017”, che detta le nuove regole per la Valutazione di impatto ambientale, e che all’articolo 23 “ha previsto l’applicabilità di tali modifiche anche per i progetti presentati anteriormente il 16.05.2017”.

Il Tar della Toscana, si sostiene nel ricorso, ha “erroneamente” ritenuto che in sede di Via sia stato presentato “un progetto parziale e comunque insufficiente a consentire una compiuta valutazione degli impatti ambientali non essendosi individuate compiutamente le opere di realizzare”, mentre invece “contrariamente a quanto ha ritenuto il Tar, il progetto sottoposto a Via contiene la puntuale descrizione delle opere da realizzare”. Per i ricorrenti, inoltre, mentre la normativa vigente “ha previsto per i provvedimenti di Via – si legge ancora nel testo del ricorso – che gli elaborati progettuali presentati dal proponente siano predisposti con livello di dettaglio equivalente a quello del progetto di fattibilità, il Tar Toscana ha erroneamente ritenuto che il livello progettuale adeguato sia quello in cui le opere vengono ‘compiutamente definite’ come dovrebbe avvenire, invece, in sede di progettazione definitiva o anche esecutiva”.

Il ministero dei Beni culturali ha comunicato all’Avvocatura dello Stato che non intende invece  ricorrere presso il Consiglio di Stato contro le sentenze del Tar della Toscana. Secondo quanto si apprende, il Mibac il 27 maggio aveva già trasmesso all’Avvocatura distrettuale dello Stato la propria decisione di non ritenere opportuna una eventuale impugnazione da parte del Ministero. Comunicazione, si apprende adesso, reiterata in data odierna.

Architetti su edilizia: “Rispettare e preservare Firenze non vuol dire cristallizzarla”

Con un comunicato diffuso oggi, l’Ordine degli Architetti di Firenze si esprime in merito all’ordinanza del consiglio di Stato con cui, secondo lo stesso Ordine, verrebbe sospesa l’efficacia di alcune norme del Regolamento Urbanistico del Comune di Firenze.

“La città che non si rinnova muore. Alla luce dell’ordinanza si bloccherà gran parte dell’attività edilizia, con gravi ripercussioni addirittura sui cantieri in corso. Confidiamo che il TAR ribadisca rapidamente la legittimità della variante, togliendo il settore dall’incertezza normativa, e sollecitiamo il Comune alla revisione del Regolamento Urbanistico.

Con l’ordinanza del Consiglio di Stato del 23 maggio scorso, con cui si sospende l’efficacia di alcune norme del Regolamento Urbanistico del Comune di Firenze e si rinvia al TAR l’approfondimento delle questioni di merito, siamo in presenza di un corto circuito che fulmina quanti sono impegnati a ‘fare’ e gratifica gli specialisti dell’opposizione a prescindere. Ricordiamo che l’ordinanza del Consiglio di Stato non entra nel merito ma sospende e rinvia al TAR: d’altronde il TAR aveva già effettuato una scrupolosa disamina in prima istanza (ordinanza 137/2019), quindi ci aspettiamo che confermi il proprio orientamento e ribadisca la legittimità delle norme in discussione.

Ma quanto costano queste ‘altalene’ alla città, ai professionisti e agli operatori coinvolti nei progetti? Mentre si propugnano il rilancio economico e la ripresa degli investimenti, si fa precipitare il settore dell’edilizia in una insostenibile incertezza di diritto. Rispettare e preservare Firenze non vuol dire cristallizzarla, la città che non si rinnova muore e ‘la Firenze’ così aprioristicamente difesa è apprezzata nel mondo proprio perché ha ‘vissuto’ per secoli, aggiungendo, demolendo, modificando, non immobilizzandosi e lasciando che gran parte del tessuto urbano si spopolasse.

Alla luce dell’ordinanza si bloccherà gran parte dell’attività edilizia, con gravi ripercussioni addirittura sui cantieri in corso: chiediamo quindi prioritariamente al TAR di pronunciarsi quanto prima per le valutazioni di merito.

Nel corso del 2018, per tener conto di alcune novità giurisprudenziali e offrire maggiori certezze agli operatori, l’amministrazione comunale, con la variante urbanistica in discussione, aveva introdotto la sottocategoria d’intervento della ristrutturazione edilizia con limitazioni. Pur riconoscendo il senso positivo della novità, come Ordine degli Architetti di Firenze, insieme alla Consulta provinciale delle professioni tecniche, in coerenza con quanto già sostenuto fin dall’aprile del 2015 nella fase di formazione del Regolamento Urbanistico, abbiamo sempre ribadito la necessità di una più dettagliata classificazione edilizia del patrimonio edilizio esistente. Classificazione che può consentire una differenziata articolazione della disciplina edilizia, adeguata alla condizione dei singoli edifici.

Quando abbiamo affermato che la nuova categoria era ancora troppo limitante per gran parte del patrimonio edilizio, non ci riferivamo agli immobili di maggior pregio, ma a quel patrimonio diffuso che è trattato alla stessa stregua.

Da un lato confidiamo che il TAR ribadisca rapidamente la legittimità della variante, togliendo il settore dall’incertezza normativa. Dall’altro sollecitiamo il Comune di Firenze alla revisione del Regolamento Urbanistico, affinché con una classificazione puntuale degli edifici sia possibile una maggiore articolazione della disciplina edilizia, in grado di attivare davvero i processi di rigenerazione urbana, il positivo riuso dei contenitori dismessi e anche di rendere più semplice l’esecuzione degli interventi minuti”.

Aeroporto Firenze: Tar accoglie ricorsi contro, annullato decreto Via

Stando alla sentenza pubblicata oggi, il Tar ha accolto i ricorsi dei comitati e dei Comuni contrari al progetto di ampliamento dell’aeroporto di Firenze. La decisione comporta, secondo quanto appreso, l’annullamento del decreto ministeriale di Via. La sentenza è stata pubblicata oggi.

Come riporta il giornale online “Notizie di Prato”, il Tar ha accolto i ricorsi dei comitati e dei Comuni contrari al progetto, tra cui quello di Prato e di Sesto, ed ha annullato di conseguenza il decreto ministeriale di Via. Ciò significa che il progetto di Enac e di Toscana Aeroporti per realizzare una pista parallela all’autostrada che avrebbe portato aerei in decollo e in atterraggio sui cieli di Prato e della Piana è al palo.

La sentenza è stata pubblicata oggi, 27 maggio, a poche ore dalla chiusura dei seggi e sposa in pieno la linea dei comitati.

Con la sentenza n. 793/2019 il TAR della Toscana ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Sesto Fiorentino contro il decreto di VIA per il progetto del nuovo aeroporto di Firenze.

I giudici hanno accolto pienamente il ricorso, giudicando illegittimo il decreto di VIA poiché non ha compiutamente valutato l’impatto ambientale del progetto, prevedendo un elevato numero di prescrizioni che per tenore di fatto hanno posticipato la valutazione dell’impatto ambientale alla effettiva realizzazione del progetto. Tra gli elementi di criticità, anche la costituzione dell’osservatorio ambientale senza il coinvolgimento dei Comuni interessati dall’opera.

“Una giornata di straordinaria importanza per il nostro territorio e il suo futuro. Il TAR ha riconosciuto la validità delle ragioni dei Comuni, delle associazioni, dei comitati contro un’opera che noi riteniamo sbagliata – afferma il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi – Si tratta di una grande vittoria, che dovremo senz’altro approfondire, ma che nella sostanza è chiara: il decreto di VIA è illegittimo e cade, pertanto, tutto il castello giuridico e amministrativo messo su anche con alcune forzature per arrivare a realizzare a tutti i costi una pista incompatibile col nostro territorio e illegittima dal punto di vista giuridico. Un pensiero, oggi, va a tutti gli amministratori e ai cittadini che per anni si sono battuti contro un’opera sbagliata. L’unico rammarico è che a questo risultato si sia dovuti arrivare per via giudiziaria e non attraverso la politica”.

“Il progetto sottoposto a Via non conteneva quel grado di dettaglio minimo e sufficiente affinché il Ministero dell’Ambiente addivenisse ad una corretta valutazione di compatibilità ambientale, non essendosi individuati compiutamente le opere da realizzare”, si legge nelle sentenze pronunciate dai giudici della prima sezione del Tar della Toscana, che hanno accolto i cinque ricorsi presentati dai Comuni – Prato, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Calenzano, Carmignano, Poggio a Caiano, Signa – e dai comitati.

Secondo i giudici “la previsione di un numero così elevato di prescrizioni, ma soprattutto il carattere e il tenore di queste ultime, dimostra inevitabilmente il difetto di istruttoria in cui sono incorsi i Ministeri” dell’Ambiente e dei Beni culturali “che si sono limitati a posticipare la valutazione dei relativi impatti ambientali”, perché le prescrizioni “devono attenere alla fase di esecuzione del progetto e non riguardare aspetti che avrebbero dovuti essere valutati e risolti in sede di Via.”

“Siamo esterrefatti della sentenza del Tar che con la sua decisione nega la validità della valutazione d’impatto ambientale per realizzare la nuova pista dell’aeroporto di Firenze. È difficile immaginare come si sia potuta prendere, da parte dei giudici, una decisione così in contrasto con quanto tre ministeri, Enac, Regione Toscana, amministrazioni locali concordemente hanno approvato in un documento frutto di anni di lavoro”. Lo afferma in una nota il Comitato Sì Aeroporto. “Increduli, aspettiamo il Consiglio di Stato per capire se a prendere un abbaglio su un progetto così importante e decisivo per il territorio siano state molteplici istituzioni dello Stato italiano oppure un singolo tribunale – prosegue la nota – Nel frattempo chiediamo alle imprese di non desistere: coloro che dovevano investire allettati dalla nuova infrastruttura mantengano gli investimenti, coloro che stavano per disinvestire aspettino a farlo. Il Comitato Sì Aeroporto continuerà a fare di tutto per portare avanti il progetto e dare voce a chi non si arrende, come le migliaia di cittadini che hanno firmato l’appello sul sito www.siaeroporto.org”.

TAR da ragione a Comune di Firenze anche sui Dehors

Firenze, il piano dehors adottato dal Comune e le scelte sulle tipologie ammesse in piazza Duomo e via dei Renai sono legittimi e ragionevoli, questo quanto ha stabilito il Tar Toscana dando ragione al Comune e rigettando i cinque ricorsi presentati da tre esercenti di piazza Duomo e due di via dei Renai.

Il nuovo piano dehors, approvato a fine dicembre 2017, prevede per piazza Duomo il passaggio dalla tipologia B (pedana e ombrellone) alla tipologia A (solo tavoli e sedie senza pedana) e per via dei Renai il passaggio dalla tipologia C (pedana con copertura fissa) alla tipologia B (pedana e ombrellone).

Il Tar ha sdoganato le scelte adottate su piazza Duomo e via dei Renai, che sono state correttamente motivate nella delibera di giunta con la quale si è approvato il nuovo piano sottoscritto con la Soprintendenza.

In particolare, si legge nella sentenza: “nella parte motivazionale [della delibera] si evidenzia, con scelta ragionevole, che “la protezione degli assi visuali e dei coni visivi debba avere la priorità e, nelle valutazioni strategiche e decisionali generali, si debba tenere conto anche della pressione turistica e quindi di ‘spazio’ fisicamente occupato da turisti e residenti nei loro spostamenti”.

Si tratta di una scelta di bilanciamento tra l’interesse pubblico alla fruizione, da parte della collettività e in particolare dei numerosi turisti che affluiscono a Firenze, dei monumenti ivi collocati, e l’interesse proprio degli esercenti attività di somministrazione a mantenere gli spazi dedicati alla stessa.

“In tale scelta, l’Amministrazione, con obbligo di motivazione che ora è stato assolto, è libera di ritenere la prevalenza dell’uno o dell’altro interesse, pur nei limiti della ragionevolezza che in questo caso appaiono rispettati posto che l’attività di somministrazione all’aperto non è totalmente inibita, ma declinata con modalità tali da favorire la visuale dei beni facenti parte del patrimonio culturale fiorentino”.

“Il potere discrezionale della pubblica amministrazione – continua il Tar – appare correttamente esercitato proprio perché non pone una disciplina uniforme in tutto il territorio interessato, ma distingue caso per caso in relazione alle caratteristiche proprie di ciascuna strada e ciascuna piazza del centro storico cittadino. Il trattamento è differente poiché differente è la realtà materiale su cui le Amministrazioni si trovano a intervenire, sicché alcun vizio di disparità può essere dedotto a questo riguardo”.

Gli esercenti dovranno quindi adeguarsi entro marzo 2020 alla nuova tipologia prevista dal piano

Pisa: espulso da centro accoglienza, Tar lo riammette

A Pisa, dopo essere stato sorpreso in possesso di alcune piantine di marijuana, il centro di accoglienza gestito dalla Croce rossa lo aveva espulso e gli aveva revocato lo status di richiedente asilo, ma ora il Tar lo riammette.

Dopo l’espulsione di un migrante da un centro accoglienza, qualche mese più tardi il Tar ha accolto il suo ricorso e lo ha riammesso alla tutela e lo Stato gli pagherà l’avvocato. La storia è stata riportata dal quotidiano Il Tirreno. Nei mesi scorsi un gambiano fu trovato in possesso di alcune piantine di erba, una quantità modica che gli ha consentito di evitare l’arresto, ma non la denuncia: l’accusa è produzione e traffico di stupefacenti. Lo straniero si è difeso, è stato ammesso al gratuito patrocinio e pertanto lo Stato pagherà la notula da 1500 euro al suo legale.

Per l’ordinanza del Tar, le accuse contro il migrante erano troppo generiche, “solo un ripetuto, astratto e generico cenno al deferimento per produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti ma senza alcuna descrizione delle concrete condotte contestate, e senza che vengano chiarite le circostanze di tempo e di luogo in cui queste si sarebbero verificate”.

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