Forteto: Mise ha commissariato cooperativa

Il commissariamento del Forteto è arrivato: è Jacopo Marzetti, 36 anni, avvocato attualmente garante per infanzia e l’adolescenza della Regione Lazio. L’annuncio twittato dal Ministro Bonafede arriva dopo mesi e mesi di richieste, appelli, sollecitazioni bipartisan, dai sindacati e Confcooperative per fare luce sui rapporti tra la comunità capeggiata da Rodolfo Fiesoli e l’azienda mugellana, dando  a quest’ultima nuove prospettive gestionali e produttive. 

E’ una figura di una sensibilità importante e dalla necessaria esperienza. Sicuramente una persona adatta ad affrontare un compito così delicato”, ha detto Andrea Quartini, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle. La nomina  di Marzetti è stata decisa dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ieri aveva disposto il commissariamento della cooperativa.

“Il Forteto è stato finalmente commissariato”. Inizia così la breve comunicazione serale del Ministro della Giustizia  che però ha un valore enorme dopo mesi ed anni di richieste a gran voce affinché le sorti della cooperativa potessero avere una cesura definitiva rispetto ad una commistione che per troppo tempo ha legato l’immagine e la gestione del Forteto al  guru della comunità, condannato per maltrattamenti e violenze sessuali.

“Il Governo ha fatto in pieno il suo dovere, quello che i precedenti governi non hanno avuto il coraggio di fare”. Così, su twitter, Bonafede annuncia il commissariamento della cooperativa dove lavorano molti degli ospiti della realtà creata da Rodolfo Fiesoli.

“Era un atto dovuto.  Si tratta di un passo verso la giustizia in quella che è una delle pagine più vergognose e oscure della storia recente della nostra regione”, ha commentato il consigliere regionale di M5S Andrea Quartini.

“Finalmente il Forteto è tolto dalle mani dei fedelissimi di Fiesoli, una decisione che sarebbe dovuta arrivare molti anni fa. Ci auguriamo che venga nominato un commissario che garantisca l’indipendenza e abbia la forza necessaria per rompere in maniera drastica e senza esitazioni con il passato”. Ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli che insieme a Bambagioni del Pd, ad Alberti della Lega e allo stesso Quartini aveva rivolto un appello a fine novembre a Di Maio dopo il tentativo dell’attuale dirigenza di espellere due soci lavoratori che hanno contribuito in maniera determinante a dare il via alle indagini che hanno portato alla luce il sistema di illegalità e violenze emerso e sancito anche dalla Corte di cassazione.

Il Ministero per lo sviluppo economico nei prossimi giorni nominerà così un commissario per la cooperativa di Vicchio. “A parte la triste corsa a metterci sopra il cappello… era l’ora”. Lo scrive su facebook il deputato Fi, che ha presieduto la prima commissione di inchiesta sul Forteto del Consiglio regionale della Toscana, Stefano Mugnai. 

Un commissariamento chiesto in questi anni non solo dalla commissione d’inchiesta regionale sul Forteto e da numerosi esponenti politici e sindacati, ma anche, di recente, dalla relazione presentata da Confcooperative a conclusione dell’ispezione 2017 che avrebbe contestato alla coop una mancata discontinuità nei rapporti con la comunità del Forteto.

“Finalmente giustizia è fatta su una delle pagine più brutte della Toscana. Finalmente le vittime del Forteto dopo tante sofferenze hanno avuto giustizia. Il ministro Di Maio è riuscito là dove altri hanno fatto orecchie da mercante. L’augurio è che il commissario sappia rilanciare un’azienda importante per la Toscana”. Così Paolo Bambagioni, consigliere regionale del Pd e già presidente della seconda commissione d’inchiesta, destinatario nelle settimane scorse di una querela da parte della cooperativa per dichiarazioni relative alla mancata discontinuità ai vertici della cooperativa. L’udienza, in calendario il 18 dicembre scorso, è stata rinviata al 5 febbraio prossimo.

Forteto: Mugnai (Fi), nuova condanna a Fiesoli conferma l’esistenza di una setta

“La nuova condanna comminata a Rodolfo Fiesoli per gli orrendi abusi perpetrati ai danni di minori collocati in affido all’interno della comunità Il Forteto del Mugello, in provincia di Firenze, non è che l’ennesima conferma di quanto abbiamo sempre sostenuto anche in ordine all’esistenza di un ”sistema Forteto” e sul fatto quella comunità avesse, come ancora ha, la natura di una setta. Per questo non posso che rinnovare l’invito alla maggioranza Lega e M5S affinché consenta la rapida attivazione della commissione d’inchiesta parlamentare che io stesso ho richiesto calendarizzando la mia proposta di legge”.

Lo afferma il Vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera Stefano Mugnai all’indomani del riconteggio della pena per il leader della comunità Rodolfo Fiesoli da parte della Corte d’Appello di Firenze, un secondo passaggio frutto del rinvio della Cassazione disposto nel dicembre 2017.

“Rodolfo Fiesoli all”interno del Forteto si faceva chiamare ”Il Profeta”. Già questo crea una cornice suggestiva per inquadrare il contesto”, sottolinea Mugnai che segue la vicenda Forteto fin dal 2012 quando, come consigliere regionale della Toscana, ebbe a presiedere la prima commissione regionale di inchiesta quella che portò alla luce il sistema di violenze e abusi praticato all’interno di quella che anche la magistratura avrebbe in seguito bollato come comunità-setta, esprimendo condanne fino al terzo grado di giudizio.

“Questo nuovo pronunciamento da parte della Corte d”Appello fiorentina – commenta Mugnai – cristallizza proprio il ”sistema” laddove qualifica il reato di violenza sessuale di gruppo. Al Forteto esisteva attorno a Fiesoli una sorta di ”cerchio magico” di chi se non abusava favoriva il perpetrarsi degli abusi, o taceva, o girava il capo. Una setta su cui ancora dovremo tanto scavare anche a livello parlamentare. Chiedo che ci si affretti”.

Forteto: dimesso direttore generale cooperativa

“Commissariamento subito: sul Forteto è necessario, e ormai indifferibile, un taglio netto tra cooperativa e comunità-setta. Anche per questo invito la maggioranza di governo, Lega e M5S, a calendarizzare quanto prima alla Camera l’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sulla comunità mugellana degli orrori”. Lo afferma il vice capogruppo di FI alla Camera Stefano Mugnai.

La decisione sarebbe dovuta a divergenze con la dirigenza e alla impossibilità di portare avanti il mandato ricevuto per un cambiamento con la separazione della cooperativa dalla comunità.

Il direttore generale della cooperativa il Forteto, di Vicchio in Mugello (Firenze), Marco Fenili si è dimesso. E’ quanto si apprende da fonti vicine a Il Forteto.
E’ stato lo stesso Fenili a comunicare alla cooperativa la propria decisione. Il direttore generale avrebbe terminato il proprio incarico alla fine dell’anno.

La cooperativa agricola ha continuato a portare avanti le proprie attività economiche anche dopo i processi che hanno visto la condanna del fondatore del Forteto Rodolfo Fiesoli e di parte dei suoi collaboratori più stretti. La cooperativa era nata negli anni ’70 insieme alla comunità di persone che sperimentava forme nuove di convivenza comune e sfociate poi nell’accoglienza di minori disagiati affidati dai tribunali dei minorenni.

“E’ sempre più evidente – afferma il parlamentare azzurro Mugnai – la necessità di scindere il futuro dell’azienda da quello della comunità-setta. Il criterio di una testa/un voto che si applica ai processi decisionali di una cooperativa mal si concilia con la natura del Forteto.”

“Se, come è stato chiarito anche nelle sentenze, quella è una setta – prosegue – allora significa che li c’è una testa che decide per tutte le altre”.

“E se Fiesoli si faceva chiamare Il Profeta – sottolinea Mugnai – un motivo ci sarà… Per tutto questo è necessario un taglio netto tra azienda e setta: è necessario il commissariamento. Ed è necessario – conclude – che la maggioranza (Lega e M5S) calendarizzino quanto prima l’istituzione della commissione d’inchiesta parlamentare alla Camera”.

Tramvia: scoppia la polemica, linea 2 nuovi ritardi

Anche il sincado di Firenze risponde: “Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia non hanno mai voluto la tramvia di Firenze, e cercano qualunque alibi per bloccarla: per questo oggi attaccano, perché non la vogliono la tramvia”. Queste sono le parole di Dario Nardella, che incontra, al cantiere di viale Belfiore, i rappresentanti delle aziende del subappalto dei lavori della linea 2, che hanno sospeso i lavori a causa di gravi ritardi nei pagamenti da parte dell’appaltatrice Grandi Lavori Fincosit, , che ha chiesto l’ammissione al concordato preventivo.

“La destra non vuole la tramvia”, ha aggiunto “e ora usa questi operai, usa queste ditte per attaccare; a parte che qui non vedo nessuno dei signori che hanno parlato, non vedo nessuno della Lega, di Forza Italia e di Fdi. Prima si sta accanto agli operai, prima si dimostra con i fatti di volere le cose, poi si critica. Io non ho mai visto questi signori darmi una mano per risolvere i problemi: stanno sempre alla finestra ad attaccare”.

“I soldi che il Comune ha pagato”, per i lavori della linea 2 della tramvia “devono essere sbloccati per mettere tutte le ditte in condizioni di riprendere i lavori di questa opera”, continua Nardella.

“Ci aspettiamo che un passo avanti venga fatto anche dalle banche e dalle aziende che costituiscono il consorzio Tram che è la stazione appaltante”, ha affermato Nardella, secondo cui “l’attuale legge sugli appalti, le leggi fallimentari vigenti, e il contratto alla base dell’appalto non creano alcun ostacolo alla prosecuzione dei lavori”. Il sindaco ha ricordato che “abbiamo intimato a Tram di pagare le ditte subappaltatrici”, e “se Tram ci conferma la delega siamo pronti a pagare direttamente le ditte anche per le quote successive”. “I tempi per finire i lavori”, ha concluso, “li sapremo quando ricominceremo a lavorare”.

Comunali, FI Toscana: “se centrodestra unito avremo anni di vittorie”

Lo ha affermato Stefano Mugnai, coordinatore regionale di Forza Italia in Toscana, commentando i risultati del primo turno delle elezioni amministrative di ieri.

“Vedremo se la Lega vorrà trasformare l’alleanza di governo con il M5s in un progetto politico-elettorale: io vedo che il centrodestra, se riesce a rimanere unito, ha davanti a sé un paio d’anni di vittorie a mani basse”.
Secondo Mugnai, sarebbe difficile “lasciare la possibilità, quasi la certezza di vincere in tantissime elezioni che ci saranno da qui a due anni, per avventurarsi in qualcosa di nuovo e di diverso, con cui non so se i risultati sarebbero gli stessi”.
Il risultato di Forza Italia nelle varie città, più basso rispetto quello delle elezioni politiche del 4 marzo, “non è che ci fa entusiasmare” secondo il coordinatore azzurro, “però è la conseguenza inevitabile” anche della presenza di liste civiche.
“Negli ultimi anni in Toscana stiamo vincendo – ha spiegato – perché abbiamo capito che il centrodestra vince se non si chiude nel perimetro dei partiti, ma se si apre alle realtà civiche”.
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