🎧 Innovazione: presentato “Toscana digital summit”

Il summit si propone di delineare le principali iniziative in corso nella Regione e nei sistemi territoriali per lo sviluppo delle infrastrutture digitali, per favorire la crescita digitale delle imprese e per il miglioramento della qualità della partecipazione e dei servizi ai cittadini.

Dalla sanità alle infrastrutture, dal turismo alla Cybersecurety; come si stanno trasformando le  principali realtà innovative della Toscana? A questo interrogativo proverà a rispondere,  martedì 13 luglio, il “Toscana digital summit”, nell’ambito del “Digital Italy program 2021″.

La manifestazione è articolata in una intera giornata di lavori (dalle 9 alle 18) e prevede la realizzazione di 6 sessioni plenarie dedicate: digital transformation e sviluppo dell’economia regionale; digital healthcare ed emergenza Covid-19; mobilità sostenibile, infrastrutture e trasporto pubblico locale; cybersecurity; smart City e turismo; ecosistema 5G.

Il summit si propone di delineare le principali iniziative in corso nella Regione e nei sistemi territoriali per lo sviluppo delle infrastrutture digitali, per favorire la crescita digitale delle imprese e per il miglioramento della qualità della partecipazione e dei servizi ai cittadini.
La manifestazione, inoltre, ha l’obiettivo di individuare, valutare e valorizzare le migliori pratiche di sviluppo e di innovazione regionale, affinché siano conosciute a livello territoriale e nazionale ed operino in un contesto di collegamento e sinergia.
Il “Toscana Digital Summit” vuole, infine, offrire una importante testimonianza attraverso cui rendere conto ai cittadini di quanto fatto e condividere le linee guida per la crescita, lo sviluppo e l’innovazione della Regione Toscana in un’ottica di programmazione futura.

“Il Digital summit sarà un importante momento di confronto e condivisione – ha spiegato l’assessore alle infrastrutture digitali Stefano Ciuoffo – per aiutarci nello sforzo di riscrivere le modalità con cui la pubblica amministrazione si rapporta ai cittadini e alle imprese e accelerare la transizione digitale che è un elemento essenziale per lo sviluppo. La Toscana è impegnata fortemente in questa direzione e per questo credo sia importante far conoscere a tutti i risultati raggiunti e indicare la strada da seguire per il futuro”.

“Il Toscana digital summit ci porterà nelle principali realtà innovative della Toscana per toccare con mano l’evoluzione della Pubblica amministrazione e dei sistemi territoriali in tutti i settori: sanità, infrastrutture, turismo, Cibersecurety – ha dichiarato Roberto Masiero, presidente di “The Innovation Group Italia“.

Segnale telefonico, circa 50 aree della Toscana non sono coperte

Firenze, “Per riuscire a connettere i 50 comuni della Toscana ancora oggi non coperti dal segnale telefonico, serve un piano di investimenti da parte dello Stato, così come è già stato fatto per la fibra ottica”. Così l’assessore regionale alle infrastrutture digitali, Stefano Ciuoffo, al termine della riunione del tavolo da lui convocato e dedicato alla fonia mobile, al quale hanno partecipato i principali operatori del settore telecomunicazioni e Anci Toscana.

“Rispetto a un anno fa – commenta l’assessore – è cambiato tutto. I piani industriali delle aziende sono stati rivoluzionati e per i cittadini è cresciuta l’esigenza di connessione per poter lavorare, studiare, vivere. Ci auguriamo che il Recovery Plan stanzi risorse ingenti per permettere a tutti i territori di essere connessi”. Nel frattempo, soltanto poche delle 50 aree senza segnale telefonico sono state coperte.

“Di questo – aggiunge Ciuoffo – non si può che ringraziare le società, che sono private e rispondono alle logiche del mercato. Ci siamo però chiesti come poterle incentivare. Prima di tutto dobbiamo aiutarle a ripensare quelle che erano definite aree a bassa richiesta di servizi ma che da un anno, causa Covid, hanno nuovi bisogni di connessioni veloci per comunicare e collegarsi alla rete da dispositivo mobile. Occorre prendere atto della diffusione dello smart working tra i genitori e della didattica a distanza tra i figli”.

Alla riunione hanno partecipato rappresentanti di Tim, Vodafone, WindTre, Iliad, Infratel (la società del ministero dello Sviluppo economico che ha dato vita al Piano banda ultra-larga per quanto riguarda la fibra ottica), del Corecom della Toscana e il direttore di Anci Toscana, Simone Gheri.

Era stata la stessa Anci Toscana a cosegnare un elenco di siti pubblici nei pressi delle 50 zone prive di segnale. L’idea era quella di prevedere l’installazione di un ripetitore senza dover pagare costi di affitto.

Per le zone definite “a fallimento di mercato” dove cioè l’investimento per l’installazione del ripetitore e i costi di manutenzione non sarebbero ripagati da un adeguato numero di clienti che usufruirebbero del servizio con telefonate o traffico dati, per Ciuoffo “non si può attendere che ci siano tutte le condizioni e le autorizzazioni per sostenere gli operatori con sovvenzioni economiche, ma è comunque necessario prevedere un intervento economico diretto dello Stato per coprire quelle aree che nessun operatore è al momento disponibile a coprire, perché non è pensabile che per chi vive in località non urbane non ci siano soluzioni”.

Piccoli Comuni: arrivano sostegni dalla Regione Toscana per interventi

In Toscana la Regione stanzia con un decreto dirigenziale piu’ di 5,7 milioni per finanziare le opere pubbliche nei Comuni con meno di 5 mila abitanti.

A ciascun ente spetta un contributo fra i 41 e i 58 mila euro, a supporto della realizzazione di lavori su viabilita’ urbana, parcheggi, musei, scuole, cimiteri, miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici oltre che per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

La somma che complessivamente la Regione mette a disposizione ammonta a 13 milioni se si considera anche il 2022. “Di fronte ad un bilancio che ha subito ingenti tagli lineari a causa delle difficolta’ dell’attuale crisi pandemica, non abbiamo messo in discussione, ma anzi confermato e garantito, le risorse per gli investimenti per i piccoli Comuni”, spiega l’assessore regionale con delega agli Enti locali, Stefano Ciuoffo.

La Regione, aggiunge l’assessore, ha introdotto alcune novita’ frutto di un lavoro di concertazione con Anci, “come la possibilita’ di finanziare interventi sulle strade comunali. Abbiamo finanziato tutti i Comuni che avevano fatto domanda. E sono lieto che ciascuno abbia approfittato dell’occasione che la legge regionale metteva a loro disposizione. Cosi’ chi ha una popolazione poco numerosa e bilanci ridotti all’osso, potra’ investire in opere pubbliche e migliorie”. Quanto al 2022, anticipa l’assessore, “il contributo concedibile “variera’ da un minimo di 46 mila ad un massimo di 70 mila euro. E ne sono certo la risposta dei piccoli Comuni toscani sara’ ancora una volta corale e di grande qualita’ progettuale. Da parte nostra proseguiremo in questa operazione di sostegno annuale alle amministrazioni che rappresentano l’ossatura di quella Toscana diffusa che vogliamo continuare a riconoscere e supportare, riducendo le disparita’ dovute alle dimensioni e spesso alla perifericita’ territoriale”.

Migranti, rinnovato accordo Regione-Anci per progetti di inclusione

Migranti: rinnovato l’accordo di collaborazione tra Regione e Anci nell’ambito dell’accoglienza, integrazione e tutela dei cittadini stranieri in Toscana.

Lo stabilisce una delibera della Giunta, constatato che il rapporto di collaborazione si è proficuamente rafforzato nel tempo attraverso politiche e azioni che hanno permesso da un lato di accompagnare il territorio nelle diverse fasi di avvio e consolidamento delle Società della Salute e riorganizzazione delle zone distretto nell’ambito socio-assistenziale e sociosanitario. E, dall’altro, di implementare a livello regionale le politiche regionali per le persone straniere, con particolare riferimento ai processi di sostegno all’attuazione e monitoraggio delle progettualità relative al Libro Bianco sulle politiche di accoglienza dei richiedenti asilo politico e titolari di protezione internazionale o umanitaria, approvato con la delibera 1304 nel 2017.

“Con questa decisione – spiega l’assessore all’immigrazione Stefano Ciuoffo – sarà data continuità anche al supporto da parte di Anci Toscana all’analisi degli esiti delle 40 esperienze progettuali di integrazione e coesione sociale e di tutela dei bisogni essenziali delle persone ammesse a finanziamento (su 47 presentati), nell’ambito del bando emanato dalla Regione nel corso del 2019 per sperimentare forme innovative di welfare di comunità, offrire e mettere a disposizione sistemazioni alloggiative temporanee, far crescere le competenze e l’inserimento lavorativo, favorire l’inclusione sociale e la tutela dei diritti di persone e famiglie, che si trovano in uno stato di particolare precarietà sociale. Azioni positive per l’integrazione dei cittadini stranieri che hanno promosso partecipazione, orientamento alle opportunità della formazione e dell’inserimento lavorativo, e all’accesso alle prestazioni sociali, sanitarie e socio-sanitarie, in una prospettiva di partenariato e collaborazione tra enti locali e enti del terzo settore”.

“L’associazione dei Comuni – continua Ciuoffo – seguirà il monitoraggio dei progetti in corso di realizzazione e le competenze che si formano al suo interno sono utili esperienze anche per progetti futuri. Con il bando furono finanziati progetti pilota relativi a interventi di accoglienza temporanea, di accompagnamento all’autonomia e al pronto intervento sociale, attività di orientamento e di consulenza a carattere giuridico-legale. Insomma, azioni per escludere abbandono ed emarginazione di coloro, anche stranieri, privi di mezzi e di reti di inserimento sociale e lavorativo. In sostanza per favorire l’inclusione e la coesione sociale. Su questo l’impegno della Regione prosegue”.

I progetti realizzati, si ricorderà, prevedevano azioni di orientamento ai servizi (il 92%) e di supporto all’abitare (il 90%), promozione della coesione sociale (88%), pronto intervento (83%) e consulenza legale (80%). 18 progetti hanno avuto come capofila soggetti pubblici, i restanti 22 soggetti del Terzo Settore. 26 progetti hanno affrontato varie dimensioni della marginalità, dedicandosi a vario titolo a persone disoccupate italiane e straniere, persone vittime di sfruttamento, donne vittime di violenza, donne sole con minori, persone senza dimora, persone con disagio psicologico o dipendenze e l’80% menziona esplicitamente come target tutte quelle persone che vivono in uno stato di vulnerabilità in seguito al diniego di un titolo di protezione, o che hanno conseguito titoli di protezione che non risultano idonei ad accedere ai servizi del sistema SIPROIMI (ex-SPRAR).

 

 

Beni confiscati alle mafie, in Toscana 141 immobili e 16 aziende destinate

Altri 403 beni e 52 aziende sono in attesa: tra questi 134 e 31 le confisce definitive. L’assessore Ciuoffo ha incontrato il prefetto Bruno Corda: importante snellire le procedure per l’affidamento dei beni e coinvolgere le comunità

Un patrimonio di oltre diciassettemila immobili sparsi per l’Italia – 17.531 per la precisione, dato al 1 dicembre 2020 (il più recente) – e di questi 141 in Toscana. Sono i beni confiscati alla criminalità organizzata che l’azienda nazionale che li amministra, la Anbsc, ha già affidato agli enti territoriali, mantenuto in alcuni casi al patrimonio dello Stato o, in qualche occasione, venduto. Altrettanti sono in attesa di destinazione, gestiti ancora dall’agenzia, di cui 11.500 già confiscati definitivamente. E poi ci sono le aziende: circa 1.500 quelle ’destinate’ nel Paese, attorno alle 2.800 in attesa, tra queste oltre duemila confiscate in via definitiva.

Lo scenario è emerso in un recente incontro avvenuto tra l’assessore alla legalità della Toscana, Stefano Ciuoffo, e il nuovo direttore di Anbsc, il prefetto Bruno Corda: riunione che è servita per entrare subito nel merito, con una disamina delle priorità. Tra le prime quella di snellire le procedure per l’affidamento dei beni.

I 141 immobili già destinati che si trovano in Toscana non sono pochi. La regione non è terra di mafia, ma da anni è noto ed acclarato che le mafie vi investono e riciclano il denaro sporco guadagnato altrove. Il dato appare ancora più evidente se si considerano gli ulteriori 403 immobili che nell’attesa di una destinazione definitiva sono gestiti dall’agenzia. Di questi solo 134, va detto, sono confiscati definitivamente. Vanno poi aggiunte le aziende: sedici quelle destinate (di cui quindici messe in liquidazione, una venduta) e cinquantadue le imprese in gestione tutt’ora all’agenzia ((di cui 31 confische definitive).

“Sulla scorta di quanto avvenuto con la Tenuta di Suvignano in provincia di Siena (terreni e immobili per settecento ettari affidati tre anni fa alla Regione ndr) – ricorda l’assessore Ciuoffo – vorremmo replicare il modus operandi anche per altre proprietà di origine illecita, strutturando un rapporto sinergico con le istituzioni locali, a partire dai Comuni”.

La tenuta di Suvignano tra Monteroni d’Arbia e Murlo è divenuta infatti un’azienda agricola attiva e una casa della legalità, aperta a campi con gli studenti e i giovani e a iniziative con i cittadini. Una vera seconda vita.

“Riteniamo essenziale – prosegue l’assessore – definire un protocollo di intenti che possa fare da cornice alle azioni che dovremo mettere in campo: in collaborazione con l’agenzia, con il nucleo delle prefetture toscane, con gli attori sociali e gli enti locali, affinando il quadro conoscitivo dei beni presenti e del loro stato attuale, migliorando le procedure per l’assegnazione e sostenendo le iniziative di rilancio e rigenerazione, economica e sociale”.

Un lavoro non semplice perché “gran parte degli immobili o delle imprese che erano intestate a condannati o loro presta nome – spiega Ciuoffo – molto spesso sono risultate scatole vuote prive di un valore ‘autentico’”. Per questo, sottolinea l’assessore, è prezioso il lavoro dell’agenzia, che dovrà stabilire su quali immobili e aziende porre l’attenzione per un rilancio: assieme naturalmente a Comuni e Prefetture, “tenendo conto delle necessità delle comunità ma senza lasciare soli i sindaci nell’attività di trasformazione e gestione degli immobili”.

Della necessità di un lavoro di squadra è convinto anche il direttore dell’agenzia nazionale, Bruno Corda. “La cooperazione interistituzionale con le Regioni – sottolinea il prefetto – è di fondamentale importanza per la valorizzazione ed il recupero dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Da tempo è stato avviato un rapporto di collaborazione con il coordinatore della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni per armonizzare la legislazione regionale, al fine di poter operare in un quadro normativo omogeneo che possa consentire agli enti territoriali una più ampia fruibilità dei beni confiscati”. L’obiettivo condiviso è rendere più snello il sistema di destinazione attraverso una accurata selezione dei beni confiscati, immobili e aziende. “In particolare – aggiunge – per le aziende decisivo potrebbe risultare l’aiuto delle Regioni, con il contributo anche di istituti bancari, Camere di commercio e associazioni di categoria, per consentire alle stesse di “stare” sul mercato”. “Occorre creare un tessuto economico e culturale – prosegue – che dia concreta attenzione alle aziende e che le aiuti in un processo di rilancio economico e sociale, con riflessi positivi sull’occupazione”. “La collaborazione avviata con la Regione Toscana – conclude il direttore – non può che essere valutata positivamente”.

Comune per comune, gli immobili destinati
I 141 immobili già destinati in Toscana sono stati affidati in 105 casi ad d enti territoriali (ed utilizzati, tra questi, per 78 volte per fini sociali). Ventitré sono rimasti al patrimonio dello Stato e tredici venduti. Scorrendo la mappa della regione, ce ne sono 43 nella provincia di Arezzo (Marciano della Chiara, Terranova Bracciolini), 23 in provincia di Pistoia (nei comuni di Buggiano, Larciano, Massa e Cozzile, Montale, Montecatini Terme), 16 nel territorio della Città metropolitana fiorentina (Campi Bisenzio, Tavarnelle Val di Pesa, Firenze), 14 a Siena 14 (Chianciano Terme, Montepulciano, Radda in Chianti, Radicofani), 13 in provincia di Massa Carrara (nei comuni di Licciana Nardi, Lassa, Montignoso), altrettanti in provincia di Lucca (Altopascio, Forte dei Marmi, Lucca, Viareggio), otto in provincia di Prato (Montemurlo, Prato, Vaiano), sette nella provincia di Grosseto (Monteargentario), tre nella provincia di Pisa (Cascina, Montopoli Val d’Arno) ed uno nella provincia di Livorno (Rosignano Marittimo).

Gli altri immobili in gestione
Dei 403 beni sul territorio toscano in gestione ancora all’agenzia nazionale, 140 sono in provincia di Lucca(nei comuni di Altopascio, Camaiore, Camporgiano, Lucca, Pietrasanta, Viareggio), 55 a Pisa (Cascina, Castelfranco di Sotto, Pisa, Santa Croce sull’Arno, Santa Maria a Monte, Vecchiano), 46 a Pistoia (Buggiano, Chiesina Uzzanese, Montale, Montecatini terme, Pistoia, Quarrata, Serravalle Pistoiese), 43 a Prato (Montemurlo, Poggio a Caiano, Prato), 40 a Livorno (Campiglia Marittima, Castagneto Carducci, Cecina, Piombino, Portoferraio, Rosignano Marittimo, San Vincenzo), 40 nell’aretino (Arezzo), 14 nel senese(Colle Val d’Elsa, Monteriggioni, San Gimignano), 12 nel fiorentino (Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Firenze), 9 a Massa-Carrara (Carrara, Fivizzano, Massa, Montignoso) e 4 nel grossetano (Grosseto).

Dove sono le aziende liquidate, vendute o in gestione
Di sedici aziende, confiscate alla criminalità, messe in liquidazione o vendute cinque si trovano in provincia di Livorno (Livorno, Piombino, Rosignano Marittimo), una nell’aretino (Montevarchi), due nell’area della città metropolitana fiorentina (Sesto fiorentino, Campi Bisenzio), tre in provincia di Lucca (Lucca e Viareggio), ancora tre a Massa-Carrara (Aulla, Carrara, Massa) e due nel pratese (Prato). Le altre cinquantadue in gestione hanno sede nel fiorentino (15 tra Firenze, Sesto Fiorentino e Fucecchio), in provincia di Lucca (10 tra Viareggio, Camporgiano, Lucca, Pietrasanta e Seravezza), nel pratese (nove tra Prato e Montemurlo), in provincia di Massa-Carrara (a Pontremoli, Carra, Massa e Licciana Nardi, sette in tutto), nel livornese (cinque tra Rosignano Marittimo, Portoferrario, Livorno e Piombino), nel pistoiese (Montecatini Terme, Agliana e Monsummano terme,quattro complessivamente) e nel pisano (due tra Ponsacco e Pisa).

Sul sito della Regione:
Osservatorio sui beni confiscati alla criminalità organizzata – banca dati e mappa georeferenziata: http://mappe.regione.toscana.it/tolomeo.html?preset=33224

Scuola: Toscana, 2,5 milioni per connettività Internet

Dal 23 dicembre sarà possibile presentare le domande da parte degli istituti. Finanziamenti anche per gli studenti che hanno necessità di acquistare dispositivi e di meglio collegarsi alla rete.

E’ di 2,5 milioni di euro lo stanziamento deciso dalla Regione Toscana per permettere agli istituti scolastici e agli studenti e studentesse di collegarsi meglio alla rete e di garantire quindi una migliore didattica a distanza.

Lo hanno annunciato, nel corso di una conferenza stampa, il presidente Eugenio Giani e gli assessori Alessandra Nardini (istruzione) e Stefano Ciuoffo (sistemi informativi ed infrastrutture digitali).

Il bando regionale destinato agli enti locali (Comuni, Unioni di Comuni e Province) si aprirà mercoledì 23 dicembre. Due milioni andranno alle scuole, 500 mila euro agli studenti.

La Regione Toscana, al fine di rispondere a una necessità concreta delle scuole, si è attivata in attesa del piano scuola che a livello nazionale sta attuando “Infratel”, la società in-house del ministero dello Sviluppo economico e soggetto attuatore del piano nazionale banda larga e del progetto strategico per la banda ultra-larga in Italia.

Dai dati raccolti e dalle interviste è emerso che la connettività utilizzata dagli istituti scolastici è fortemente differenziata e spazia dalla connessione in fibra ottica alle connessioni Adsl, via cavo e wireless. I dati sono stati raccolti attraverso il sistema informativo regionale e con interviste fatte ai 378 presidi di scuole di tutte le province. La Regione si è così dotata di uno strumento conoscitivo necessario per aiutare in maniera puntuale e specifica le scuole e gli studenti.

Tali dati sono stati utilizzati per quantificare il finanziamento che consentirà agli Enti locali di acquisire la miglior connettività disponibile per sopperire alle attuali mancanze, con la maggior rapidità possibile, anche grazie alla tipologia di bando utilizzata che prevede l’immediata erogazione dei finanziamenti.

La dotazione finanziaria da destinare a questo avviso pubblico insiste sul bilancio regionale 2020-22 a seguito della recente approvazione, da parte del Consiglio regionale, della terza variazione al bilancio di previsione.

La giunta regionale, attraverso l’assessorato all’innovazione digitale, ha individuato nell’Artea, l’agenzia regionale per le erogazioni, l’organismo che dovrà assegnare, attraverso un bando destinato agli enti locali, i contributi.

Questa misura fa seguito alle iniziative già messe in campo dalla regione Toscana nell’ambito degli interventi a favore degli studenti, dopo la penalizzazione da loro subita con le attività a distanza rese necessarie dal lockdown, indispensabili a contrastare il covid-19. Già da mesi è aperto il tavolo di confronto fra Governo e Regioni e il Piano scuola nazionale è in corso di attuazione. In quest’ottica, tuttavia, la regione Toscana sta mettendo in atto anche delle misure autonome per favorire l’attività didattica e correre in aiuto concreto agli studenti che devono logicamente avere a disposizione adeguati strumenti informatici per seguire le lezioni da remoto.

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