Sanità Toscana, Saccardi: “Sistema regge, attenersi a regole per farcela quando arriverà picco”

Ascolta l’intervista integrale di Domenico Guarino all’assessora Stefania Saccardi.

“Il sistema sanitario toscano sta reggendo, speriamo di farcela al momento del raggiungimento del picco” afferma l’assessora alla Sanità della Toscana, Stefania Saccardi questa mattina ai nostri microfoni sottolineando il duplice impegno nel potenziamento dell’assistenza e nel preservare operatori sanitari e cittadini dal possibile contagio. In questo senso sul fronte delle tanto richieste mascherine, Saccardi palude all’idea del presidente Rossi dell’auto produzione delle mascherine ‘tessuto non tessuto’ e dice, “Ci chiedono come sono fatte anche dal ministero”.

“Tutto il sistema sta lavorando insieme in modo concorde. Abbiamo dato alcuni letti a regioni più in difficoltà. Ogni giorno contiamo una crescita di casi, ma regolare non esponenziale però  non dobbiamo comunque  abbassare la guardia. Non siamo arrivati ancora all’apice dei contagi e il tema vero è la capacità del sistema di fare fronte ad un numero così altro di persone che hanno problematiche respiratorie. Preservare ospedali e reparti da rischio contagio e potenziamento letti e assistenza respiratoria per aumentare la ricettività è il nostro costante duplice impegno – spiega Saccardi aggiungendo ai microfoni di Controradio- come sapete abbiamo interrotto gli interventi programmati e le visite non urgenti per concentrarci sull’emergenza e migliorare la risposta. Speriamo di essere pronti quanto raggiungeremo il picco. dobbiamo lavorare sulla prevenzione e i provvedimenti del governo vanno in questa direzione per limitare il diffondersi del virus. Non c’è scelta”.

Accordo tra Regione Toscana e pediatri di famiglia per arginare Covid-19

Siglato un accordo tra Regione e i pediatri di famiglia per la gestione dell’emergenza epidemica determinata dal Coronavirus (Covid-19). L’accordo, sottoscritto ieri 5 marzo, definisce compiti e obiettivi dell’attività dei pediatri di famiglia per arginare il diffondersi del Coronavirus, in collaborazione con tutti i professionisti del Sistema Sanitario Regionale.

In linea con le disposizioni nazionali, regionali e delle aziende sanitarie, i compiti del pediatra di famiglia prevedono: fornire ai genitori le corrette informazioni, individuare precocemente i casi sospetti, indicare il corretto percorso da seguire ai soggetti che presentano un rischio epidemiologico o una sintomatologia respiratoria grave per evitare l’eccessivo e inutile accesso autonomo al Pronto Soccorso.

L’impegno dei pediatri di famiglia si realizza con l’aumento della contattabilità telefonica, dalle 8 alle 20, di tutti i giorni della settimana, come misura straordinaria prevista delle ordinanze della Regione Toscana. Il contatto telefonico rappresenta una misura essenziale per poter acquisire le informazioni utili a identificare un caso sospetto, a rilevare la presenza di sintomi sospetti di gravità, a supportare e seguire periodicamente la famiglia per valutare quando sia necessaria una visita o un invio presso i centri ospedalieri.

Durante i giorni feriali l’ampliamento della contattabilità telefonica del pediatra assicura la corretta gestione del bambino con febbre e sintomi respiratori, garantendo nei casi non sospetti la presa in carico con le consuete modalità assistenziali, avendo però cura di programmare accessi regolati e preferibilmente in spazi e orari dedicati.

Durante i giorni prefestivi e festivi, la contattabilità permetterà di fornire consigli telefonici e supportare le famiglie nella gestione dei sintomi, che allarmano maggiormente quando presenti nei bambini, e a indirizzare ai servizi individuati dalle Asl i soggetti che necessitano di un approfondimento diagnostico.

“Ringrazio i pediatri per il senso di responsabilità che dimostrano – ha dichiarato l’assessora al diritto alla salute Stefania Saccardi – perché ci aiutano a rassicurare le famiglie e a evitare accessi impropri negli ospedali, garantendo la massima collaborazione possibile in un momento così delicato e complesso come quello che stiamo vivendo in questi giorni”.

“I pediatri di famiglia – ha sottolineato Valdo Flori, segretario regionale della Fimp (Federazione italiana medici pediatri) Toscana – partecipano al percorso intrapreso dalla Regione per arginare l’epidemia del Coronavirus con senso di responsabilità professionale e deontologica, come fra l’altro prevede l’art. 8 del Codice deontologico, ovvero che ‘ll medico, in caso di catastrofe, di calamità o di epidemia, deve mettersi a disposizione dell’Autorità competente’. Per il rapporto di fiducia che abbiamo con le famiglie, siamo convinti che la nostra disponibilità possa rappresentare un valore aggiunto nella gestione di una emergenza, dove più che l’importanza delle cure è necessario seguire semplici comportamenti per arginare il contagio del virus. Comprendiamo l’ansia e la preoccupazione dei genitori di fronte a una febbre elevata e che persiste per giorni, ma dobbiamo rassicurarli e aiutarli a comprendere che la febbre è il sintomo meno importante per valutare la gravità di un’infezione virale. Un colloquio telefonico può essere sufficiente al pediatra per valutare la gravità del quadro clinico e per consigliare il corretto percorso assistenziale, che nella maggior parte dei casi consiste nello stare a casa con la sola terapia di supporto per i sintomi presentati, ma con la certezza della contattabilità del proprio pediatra. Invito, pertanto, i genitori ad avere fiducia nel loro pediatra di riferimento, che sono certo saprà fornire tutto il supporto necessario per la tutela della salute dei loro figli”.

 

Toscana, lotta al diabete: 170mila euro investiti per campi scuola

Ammontano a 170mila euro, in linea con gli anni precedenti, i finanziamenti per il 2020 destinati ai campi scuola per bambini e ragazzi con diabete in età evolutiva.

L’atto è stato approvato dalla Giunta regionale in occasione dell’ultima seduta su proposta della Direzione diritti di cittadinanza e coesione sociale, assegnando 110mila euro all’Azienda ospedaliero universitaria Meyer (sede del Centro regionale di riferimento per il diabete dell’età evolutiva), 30mila euro alla Asl nord ovest e altrettanti 30mila euro alla Asl sud est.
“La Regione è impegnata da anni, fin dal 2000, nel sostenere progetti di organizzazione di campi scuola per bambini e adolescenti con diabete – commenta in una nota l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi -. Sono iniziative fondamentali che aiutano i ragazzi a imparare a essere autonomi e sempre più responsabili nel gestire la propria patologia. Le esperienze maturate in questi anni sono state tutte estremamente positive ed efficaci. E’ per questo motivo che, in sinergia con le associazioni di volontariato, abbiamo voluto dare continuità a progetti di grande valore educativo e terapeutico, che migliorano e rafforzano le capacità di autogestione e di integrazione sociale fra i minori”.
I campi scuola per bambini e ragazzi con diabete Sono parte integrante dei programmi di educazione all’autocontrollo e all’autogestione del diabete. I programmi prevedono nozioni teoriche, addestramento pratico e supporto psicologico per imparare a superare le problematiche legate alla convivenza con la malattia nel quotidiano

Donazioni di sangue, Saccardi: “Nessun allarme, si può continuare a donare”

“Non c’è nessun allarme Coronavirus per il sistema sangue toscano. Si può continuare a donare in piena sicurezza, senza correre alcun rischio”. Così l’assessore toscano al diritto alla salute Stefania Saccardi che invita i donatori a continuare a donare.

“I donatori devono comportarsi come sempre – sottolinea Saccardi in una nota -, seguendo il fondamentale criterio dell’autosospensione in caso di sintomi da raffreddamento e febbre o altri sintomi simili. Un rallentamento delle donazioni legate a timori che sono ingiustificati, potrebbe avere ripercussioni serie sull’efficienza del sistema”.

Saccardi invita “tutti a tenere i nervi saldi, informarsi solo da fonti ufficiali e continuare a donare per evitare che ingiustificati allarmismi abbiano conseguenze ben più gravi del dovuto come il mancato supporto trasfusionale alle attività sanitarie”.
I criteri per poter donare il sangue, ribadisce l’assessore, garantiscono di per sé da ogni rischio: si dona il sangue solo quando si è in buona salute, quindi anche un semplice raffreddore o mal di gola, senza alcun collegamento al Coronavirus, sarebbe causa di esclusione temporanea. Vista la situazione degli ultimi giorni, Il centro nazionale sangue, per conto del Ministero, ha comunque emanato una circolare riguardante le misure da adottare: ai donatori è richiesto di aspettare almeno 28 giorni prima di andare a donare se sono rientrati di recente da un viaggio in Cina, o se sono transitati ed hanno sostato dal 1 febbraio 2020 nei Comuni dove siano state disposte misure urgenti di contenimento del contagio.

“Ci atteniamo scrupolosamente al principio di massima precauzione – conclude Saccardi – ma è importante ribadire che il nostro sistema trasfusionale è sicuro e di qualità”.

Coronavirus: Toscana; Rossi, controllate migliaia persone, no condizioni misure emergenza

La situazione al momento appare sotto controllo e non ci sono le condizioni per giustificare provvedimenti d’emergenza come, ad esempio, la chiusura delle scuole o la sospensione dei concorsi”

“Ad ora tutti i casi sospetti che si sono manifestati in Toscana, anche quelli che poi si sono rivelati negativi, sono stati isolati e valutati. La situazione al momento appare sotto controllo e non ci sono le condizioni per giustificare provvedimenti d’emergenza come, ad esempio, la chiusura delle scuole o la sospensione dei concorsi”. Lo ha detto il governatore Enrico Rossi dopo la riunione con i sindaci della Toscana convocati da Anci, presente il presidente dell’Associazione Matteo Biffoni e l’assessore regionale alla salute Stefania Saccardi.

“Abbiamo identificato e messo sotto controllo migliaia di persone, iniziando con le 1500 persone cinesi che rientravano dal Capodanno. Lo abbiamo fatto in maniera seria, risalendo ai genitori attraverso le assenze scolastiche dei figli, contattandoli famiglia per famiglia” ha aggiunto Rossi.

“E’ stato più difficile rintracciare chi non aveva figli – ha aggiunto -, ma in larga parte ci siamo riusciti trovando un grande senso di responsabilità nella comunità cinese, che è stata molto disciplinata”. Il governatore ha ricordato che “non saranno fatti tamponi a tappeto, né a tutte le persone in isolamento controllato. I tamponi verranno fatti solo a chi presenta sintomi sospetti ed ha avuto contatti con le aree di contagio”. Inoltre, ha concluso, “è obbligatorio per chi proviene da Cina, Lombardia o Veneto manifestarsi, chi non lo fa commette una violazione penale, così come chi esce dalle zone di focolaio”.

Coronavirus, Rossi: “Situazione sotto controllo, no a chiusura scuole”

Il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha fatto il punto in merito alla situazione coronavirus. In seguito alla riunione con i sindaci di tutti i Comuni regionali la decisione è quella di non adottare misure d’emergenza.

“Ad ora tutti i casi sospetti che si sono manifestati in Toscana, anche quelli che poi si sono rivelati negativi, sono stati isolati e valutati. La situazione al momento appare sotto controllo e non ci sono le condizioni per giustificare provvedimenti d’emergenza come, ad esempio, la chiusura delle scuole o la sospensione dei concorsi”. Ha così affermato il governatore Rossi.

In Toscana “ci sono solo due casi di tamponi positivi per i quali manca ancora la conferma definitiva dal Ministero. Per il momento la situazione è sotto controllo. Non c’è un focolaio, né è stata definita una zona con la più elevata possibilità di contagio. Il sistema di prevenzione e controllo messo in atto sembra funzionare”.

“La situazione si evolve di giorno in giorno – ha aggiunto -, quindi se le condizioni cambieranno, anche le misure di controllo cambieranno. L’attenzione resta alta, ma ogni provvedimento deve essere preso attenendosi a criteri scientifici. Dobbiamo far prevalere la razionalità e la logica, non assecondare la paura solo per placare l’opinione pubblica”.

“Il nostro primario interesse è stato mettere in sicurezza i presidi sanitari. L’efficienza di ospedali e luoghi di cura deve essere tutelata prima di tutto, anche perchè se davvero il virus si propagasse quei luoghi si riveleranno fondamentali – ha spiegato Rossi -. Il caso di Codogno mostra meglio di qualsiasi altro esempio quali sono le conseguenze quando ‘crolla’ la sicurezza di un presidio ospedaliero. Per evitarlo è fondamentale che si creino dei ‘corridoi’ speciali per l’isolamento dei casi sospetti, che non devono ‘impattare’ sulle normali procedure sanitarie. E’ quello che abbiamo fatto fino ad ora, come ha dimostrato anche il caso, che per fortuna poi si è rivelato negativo, della signora ‘presa in carico’ dal 118 a Santa Maria Novella”.

Parlando poi delle ordinanze e delle misure ministeriali, Rossi ha ricordato che sono due i “baluardi”: il tampone, che si effettua solo su soggetti sintomatici, e l’autoisolamento, che vale per chi ha avuto contatti diretti e prolungati con soggetti risultati positivi.

Alla riunione erano presenti il presidente dell’Associazione Matteo Biffoni e l’assessore regionale alla salute Stefania Saccardi.

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