Vicofaro: bando per accoglienza migranti ospitati da Don Biancalani

Il procedimento di evidenza pubblica fa seguito alla delibera della Giunta regionale Toscana dello scorso 10 luglio ‘Assegnazione di contributi alle Zone distretto per esigenze territoriali di natura straordinaria’. Il bando  per l’assistenza dei rifugiati accolti nella parrocchia di Vicofaro è  rivolto a soggetti del terzo settore

A 20 giorni dall’ordinanza contingibile e urgente  emessa  dal Comune di Pistoia nei confronti del legale rappresentante della struttura, don Massimo Biancalani, per disporre . “l’immediato sgombero di persone e cose dagli immobili del complesso parrocchiale di Vicofaro” e il “, il divieto assoluto di accesso agli stessi fin tanto che non saranno ripristinate le idonee condizioni igienico-sanitarie” la Società della salute di Pistoia ha pubblicato il bando per l’assistenza dei rifugiati accolti nella parrocchia.

Il bando è  rivolto a soggetti del terzo settore, disponibili a coprogettazione e gestione in partenariato per l’attività di mappatura delle persone nella parrocchia di don Massimo Biancalani e per la definizione di interventi per decongestionare l’emergenza sul territorio.

Il procedimento di evidenza pubblica fa seguito alla delibera della Giunta regionale Toscana dello scorso 10 luglio ‘Assegnazione di contributi alle Zone distretto per esigenze territoriali di natura straordinaria’. “L’obiettivo generale – spiega la presidente della Sds Anna Maria Celesti – del bando  è individuare soggetti del terzo settore, anche in forma raggruppata, con esperienza e professionalità adeguate per la messa in opera di interventi finalizzati a facilitare l’attivazione di percorsi adeguati alle esigenze individuali delle persone accolte nella parrocchia di Vicofaro”.

Tra le attività della prima fase, oltre alla mappatura dei presenti, rilevazione dei bisogni delle singole persone, anche con la collaborazione di enti e soggetti operanti sul territorio, predisposizione di soluzioni di uscita/autonomia insieme ai servizi territoriali e la rete di riferimento. Il termine ultimo per la presentazione delle proposte è il prossimo 6 settembre.

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Sostegno domiciliarità persone autonomia limitata, bando in scadenza

Scade il 30 agosto prossimo il bando per il sostegno alla domiciliarità per persone con autonomia limitata. Il bando, rivolto alla Zone distretto e alle Società della Salute, destina 12,3 milioni di euro per il sostegno economico alle famiglie, per favorire la permanenza presso il proprio domicilio delle persone non autosufficienti o affette da demenza nella fase iniziale della malattia.

Il bando rientra nel POR FSE (Programma operativo regionale del Fondo sociale europeo) 2014-2020. Due le azioni previste per il sostegno alla domiciliarità: un contributo da 400 a 700 euro al mese per le persone anziane non autosufficienti; un pacchetto di interventi fino a un massimo di 4.000 euro l’anno per le persone affette da demenza. Tutte le azioni saranno avviate a settembre dalle Società della Salute/Zone distretto ed erogate alle persone già valutate, o che verranno valutate dall’UVM (Unità di valutazione multidisciplinare) , e riconosciute non autosufficienti.

“Assistere una persona non autosufficiente è un impegno molto gravoso per le famiglie – è il commento dell’assesore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi – E come Regione stiamo mettendo in atto tante iniziative per essere vicini alle famiglie e non lasciarle sole in questo impegno. E’ importante che i pazienti non autosufficienti restino quanto più è possibile nel proprio domicilio: è scientificamente dimostrato che restare nel proprio ambiente, a contatto con i propri affetti, può contribuire anche a potenziare gli effetti delle cure, o comunque a non far peggiorare le condizioni psicofisiche. Con questo bando, vogliamo offirere alle famiglie opportunità in più per mantenere le persone con scarsa autonomia a casa propria”.

Due i tipi di azioni previsti:

1) Percorsi innovativi per la cura e il sostegno familiare di persone affette da demenza lieve o moderata: la persona, presa in carico e valutato dalla UVM zonale, riceverà un Piano individualizzato che potrà prevedere la combinazione di diverse tipologie di prestazioni consentendo la composizione di un pacchetto di interventi il cui ammontare può variare da un minimo di 3.000 e massimo 4.000 euro l’anno, erogabili attraverso Buoni servizio e formalizzati in un Piano di spesa. Le prestazioni previste potranno essere Servizi domiciliari professionali (assistenza di base, fisioterapia, stimolazione neurocognitiva, supporto psicologico, ecc. a domicilio), frequenza a Centri Diurni, Caffè Alzheimer e Atelier Alzheimer, Musei dedicati alle persone con Demenza.

2) Ampliamento del servizio di assistenza familiare: è rivolto a persone ultra65enni non autosufficienti che presentano un elevato bisogno assistenziale e prevede l’erogazione di contributi economici a fronte del costo sostenuto dalla famiglia per l’assistente familiare, assunto con regolare contratto di lavoro, per facilitare la permanenza nel proprio contesto familiare della persona e anche promuovere l’occupazione regolare e una maggiore sostenibilità della spesa a carico delle famiglie. Il contributo verrà erogato attraverso un Buono servizio il cui ammontare mensile può variare da 400 a 700 euro a seconda della condizione economica del destinatario verificata attraverso l’attestazione Isee. Da sottolineare che i contributi possono essere corrisposti anche a chi è in lista di attesa per entrare in una Rsa: chi riceve il contributo non perde il diritto a entrare nella Rsa.

Diritti samaritani: approvate da Regione linee guida

La Giunta regionale toscana ha approvato la delibera che fissa gli indirizzi di un prossimo avviso pubblico, finanziato con quattro milioni di euro, per la presentazione di progetti di integrazione e coesione sociale e per la tutela dei bisogni essenziali delle persone, nell’ambito della legge sui ‘diritti samaritani‘ all’esame del Consiglio regionale. Al futuro bando potranno partecipare enti pubblici, istituzioni e soggetti del Terzo settore.

Saranno finanziati come progetti pilota interventi di accoglienza temporanea, di accompagnamento all’autonomia e al pronto intervento sociale, attività di orientamento e di consulenza a carattere giuridico-legale, attività di orientamento ai servizi e di crescita della competenze. “Il fenomeno migratorio si affronta in due modi – hanno spiegato il presidente della Toscana Enrico Rossi e l’assessore all’immigrazione Vittorio Bugli -. Lo si fa con politiche di accoglienza, rivolte a profughi e richiedenti asilo, e con politiche di integrazione, per chi vive in Toscana con un regolare permesso di soggiorno”.

Hanno accesso al bando Comuni, Unioni di Comuni, Città metropolitana, Province, Società della salute, Aziende sanitarie locali e altri enti, Cooperative sociali e loro consorzi, associazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale ed altre articolazioni del Terzo settore o chiunque persegua finalità sociali o di inclusione sociale. I progetti potranno essere presentati singolarmente o in forma associata.

Un’esperienza pregressa di almeno tre anni nelle gestione di progetti in ambito sociale è richiesta a tutti i soggetti, esclusi gli enti publici. L’esperienza dovrà più precisamente essere maturata nel settore dell’immigrazione. Infine la sede dei soggetti parteipanti dovrà essere localizzata nel territorio dove andranno ad operare.

La sfida, sostiene la Regione, è “sperimentare forme innovative di welfare di comunità per l’offerta e la messa a disposizione di alloggi, per la crescita delle competenze e l’inserimento lavorativo, per l’inclusione sociale e la tutela dei diritti in favore delle persone e delle famiglie che si trovano in uno stato di particolare precarietà sociale”. I progetti dovranno insistere su un’area pari almeno alla zona-distretto. Saranno premiati quelli che si inseriranno in modo armonico e complementare nella rete dei servizi già attivi, i progetti con un focus specifico su richiedenti asilo e rifugiati e altri cittadini stranieri in situazioni di vulnerabilità, quelli promossi da partenariati, collegati ad altri interventi regionali, che insistono su territori dove sono già in essere altri progetti pubblici dedicati ad accoglienza e inclusione e che comprendono il coinvolgimento delle comunità locali.

Firenze, rsa l’Uliveto, sciopero contro riduzione personale

I lavoratori della Cooperativa Libera sciopereranno lunedì 4 marzo. La Fp Cgil: “Diminuzione del personale nei turni, riorganizzazione dei servizi non concordata”. Rischio di 8 esuberi o di riduzioni di lavoro, chiesto un incontro a Sds, Usl e Comune.

Il personale della Cooperativa Libera, iscritto alla Fp Cgil Firenze ha indotto una giornata di protesta e di lotta per lunedì 4 marzo. Le ragioni,spiega un comunicato di Fp Cgil Firenze, sono da ricondurre alla “ostinata volontà della Cooperativa Libera di non concordare tempi e modi della riorganizzazione dei servizi, dei turni di lavoro, dei carichi di lavoro” con il sindacato ed i lavoratori stessi. “Ciò è aggravato dalla riduzione stabile di personale nei vari turni e con la riduzione di un’unità di assistenza notturna, con il rischio di lasciare sguarnita la sorveglianza e l’assistenza a un piano” del cosiddetto “plesso Uliveto”.

La nota di Fp Cgil Firenze continua dicendo che “la riduzione stabile delle ore contrattualmente definite individualmente per ogni singolo lavoratore, come proposto dalla Cooperativa Libera, dovrebbe, a nostro parere, essere concordata ai tavoli istituzionali, in quanto la riduzione complessiva delle ore contrattuali determina un esubero di personale pari a circa 8 unità.”

Il personale della Cooperativa ricorda che “la Cooperativa Libera è subentrata nella gestione della Rsa alla Cooperativa Uliveto in virtù di un passaggio disciplinato dal codice civile, non si comprende la riduzione del personale perché, appunto, tutelato dal codice civile; se contrariamente c’è riduzione di personale, tale tutela pare non essere applicata e di conseguenza il percorso di gestione degli esuberi deve seguire altra via, disciplinata da altre disposizioni di legge” e chiede, quindi, un primo incontro tra Fp Cgil, Società della Salute, USL Toscana Centro e Comune di Firenze per discutere della questione.

Reddito di cittadinanza, restano fuori 17.000 famiglie povere toscane

Per l’assessore regionale Stefania Saccardi il reddito di cittadinanza non basta, perchè non tiene conto di molti fattori che “contribuiscono a creare e alimentare una situazione di povertà”.

Istituito in Toscana il Tavolo regionale della Rete della protezione e dell’inclusione sociale, articolazione regionale dell’Alleanza contro la povertà nazionale, con l’obiettivo di condividere programmi, azioni e attività di contrasto del rischio di povertà ed esclusione sociale. Ne fanno parte una quantità di soggetti, che stamani nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, sede della giunta, hanno firmato un protocollo: Regione, Anci Toscana, Società della Salute, Conferenze dei sindaci, Zone distretto, organizzazioni sindacali, Tavolo regionale Alleanza contro la povertà, Caritas.

Il Piano prevede di avviare le attività del Tavolo regionale della Rete della protezione e dell’inclusione sociale come organismo di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali, e come sede istituzionale stabile di raccordo tra Regione, Comuni, organismi pubblici, Terzo settore, parti sociali, che a vario titolo si adoperano per contrastare il rischio di povertà e di esclusione sociale. Principale finalità del Tavolo è quella di condividere programmi, azioni e attività. Il protocollo siglato stamani, che istituisce il Tavolo, ha validità triennale.

“La Toscana, comunque toccata dalle ripercussioni della crisi economica e dalla conseguente crescita delle disuguaglianze – osserva l’assessore regionale alle politiche sociali, allo sport e alla sanità Stefania Saccardi – ha saputo resistere, mettendo in campo importanti innovazioni sociali affinché i servizi, le opportunità d’inclusione, di riscatto, possano essere accessibili, per rendere migliore il territorio e le comunità che lo popolano. I valori toscani sulla povertà, sia assoluta che relativa, sono inferiori, e quindi migliori, rispetto alla media nazionale. Ma il quadro fornito dall’Osservatorio sociale regionale nell’ultimo suo lavoro ci fa intravedere la crescita di fenomeni di marginalità e povertà che, seppur con numeri meno elevati, investono anche i nostri territori, ponendoci di fronte a sfide sempre più complesse. Il Tavolo che viene istituito stamani con la firma di questo protocollo vuole coordinare il lavoro di tutti i soggetti che a vario titolo lavorano per contrastare povertà ed esclusione sociale, con una cabina di regìa regionale”.

“Le stime Irpet – ha continuato l’assessore Saccardi – ci dicono che con il Reddito di cittadinanza si copriranno 45.000 famiglie toscane. Secondo i dati del nostro Osservatorio sociale in Toscana le famiglie in povertà assoluta sono 62.000, quindi ne restano fuori 17.000. Questo perché il reddito di cittadinanza prende in considerazione solo indicatori economici, mentre sono tanti i fattori che contribuiscono a creare e alimentare una situazione di povertà”.

Il 3,8% delle famiglie toscane sono in povertà assoluta (media Italia 7,3%): circa 62.000 famiglie e 143.000 individui, numeri raddoppiati rispetto al 2008, ma che nel confronto nazionale mettono in rilievo una buona capacità di resilienza rispetto alla crisi economica in corso. La povertà è aumentata soprattutto per le famiglie con componenti in età da lavoro e con figli, mentre sembra aver risparmiato le famiglie con capofamiglia in pensione. Le tipologie familiari più colpite sono le numerose, le monogenitore, quelle con capofamiglia under 35, straniero o con titolo di studio basso. L’incidenza è massima in caso di disoccupazione ma nel 43% delle famiglie povere il capofamiglia lavora, a significare che l’assenza di lavoro non è l’unica faccia della povertà da considerare.

Una sfida che la Toscana ha colto è quella di una strategia regionale complessiva: all’acuirsi di situazioni di disagio economico e di esclusione sociale la Regione Toscana ha risposto approvando per la prima volta un Piano regionale di contrasto alla povertà, che prevede un programma triennale volto a ridurre le cause dell’impoverimento e a sostenere le persone nel percorso di uscita dalle condizioni di marginalità ed esclusione sociale, e mette a disposizione oltre 120 milioni, tra risorse regionali, statali e comunitarie, con l’obiettivo di promuovere un sistema regionale integrato finalizzato all’inclusione sociale.

 

Gimmy Tranquillo ha intervistato l’assessore Stefania Saccardi:

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