Rossi: “Cordoglio per la morte di Paolo Bonaiuti”

E’ morto Paolo Bonaiuti, aveva 79 anni. Originario di Firenze, si è spento dopo una lunga malattia. Il cordoglio del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e della Giunta regionale. Bonaiuti fu giornalista, storico portavoce di Silvio Berlusconi, parlamentare (deputato dal 1996 al 2013 e senatore dal 2013) e sottosegretario alla presidenza del Consiglio nei governi Berlusconi II, III e IV.

“Ho appreso con grande dispiacere la notizia della scomparsa di Paolo Bonaiuti. Pur essendo su fronti politici molto distanti, in questi anni ne ho apprezzato la serietà e la professionalità. Alla famiglia e agli amici vanno le mie più sentite condoglianze e quelle dell’intera Giunta regionale”, ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana.

“Con Paolo Bonaiuti scompare una persona che ha segnato la storia politica del nostro Paese negli ultimi 25 anni. Mai fuori dalle righe, da senatrice ricordo il suo tratto tanto gentile quanto professionale, e la sua partecipe umanità”, sono le parole della parlamentare Rosa Maria Di Giorgi. “Al di là delle scelte politiche che negli anni ci hanno spesso diviso – continua- , Bonaiuti rappresentava ancora quella temperie istituzionale che oggi purtroppo vediamo spesso scomparire anche nei luoghi più impensabili”.

Cordoglio anche dal capogrupo in Consiglio comunale Jacopo Cellai e del consigliere Mario Razzanelli, insieme ai consiglieri di quartiere di Forza Italia. “Ricordiamo un fiorentino che ha lavorato tanto anche per la città come deputato prima e senatore poi e che si è fatto apprezzare, a livello nazionale, come sottosegretario alla presidenza del Consiglio e come portavoce del presidente Silvio Berlusconi”.

Firenze: Berlusconi indagato anche per attentato a Maurizio Costanzo

Ai reati contestati dalla Procura di Firenze a Silvio Berlusconi, si aggiunge quello per l’attentato al giornalista Maurizio Costanzo del 14 maggio 1993. Questo è quello che si evince dalla documentazione rilasciata dai pm di Firenze ai legali dell’ex Premier. I documenti sono stati depositati alla Corte d’Assise d’appello di Palermo nel processo sulla trattativa Stato-mafia e richiesti dai legali di Berlusconi in vista della sua deposizione.

La Procura Toscana ha infatti riaperto l’indagine sulla stagione stragista di Cosa nostra. I difensori hanno presentato istanza per sapere se il loro assistito è indagato in procedimenti connessi a quello in corso a Palermo e capire così se debba essere sentito come indagato di procedimento connesso. Questa condizione permette infatti di potersi avvalere della facoltà di non rispondere, o come teste puro.

La stagione stragista comprende gli attentati di Milano, Firenze e Roma del 1993, il fallito attentato all’Olimpico del ’94. Alla richiesta dei legali dell’ex Premier, la procura ha risposto con l’elenco dei reati ipotizzati nei suoi confronti. Nella ricostruzione dei pm infatti egli avrebbe agito in concorso con Cosa nostra e sarebbe coinvolto nell’intera pianificazione stragista. Sono compresi sia il fattilo attentato contro Costanzo che il mancato omicidio del pentito Salvatore Contorno del 14 aprile 1994 a Formello.

Firenze: Berlusconi indagato in procedimento stragi

Silvio Berlusconi è indagato nel procedimento aperto dalla procura di Firenze sulle stragi mafiose del 1993.

La notizia si apprende a Palermo. La notizia è circolata nell’ambito  nel processo d’appello sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, dove gli avvocati dell’ex Cavaliere hanno depositato alla corte d’assise d’appello, che celebra il dibattimento, la certificazione da cui risulta che il loro assistito è appunto indagato a Firenze.  Gli avvocati Coppi e Ghedini che assistono l’ex premier, dopo la citazione a deporre del loro assistito da parte dei difensori di Dell’Utri nel processo trattativa, avevano chiesto alla corte d’assise d’appello di Palermo di definire in quale veste giuridica sentirlo: se come teste o indagato di reato connesso, stato questo che gli consentirebbe di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il nodo è stato sciolto dagli stessi avvocati dell’ex premier che si sono informati con i pm fiorentini.
La riapertura a Firenze delle indagini su Silvio Berulusconi nell’ambito del procedimento sulle stragi mafiose del 1993 per le quali l’ex premier era già stato indagato e archiviato nel capoluogo toscano per due volte risale a due anni fa. E’ quanto si apprende in ambienti giudiziari a Firenze. La riapertura era stata disposta in seguito alla trasmissione, da Palermo a Firenze, delle intercettazioni in carcere di Giuseppe Graviano disposte dalla procura siciliana. Allora si era parlato di un “atto dovuto” per le dovute verifiche. Accertamenti che, a due anni di distanza, non sono ancora stati conclusi.
“L’indicazione dell’iscrizione del presidente Berlusconi da parte della Procura di Firenze non costituisce certamente una novità. Siamo certi che come già nelle precedenti occasioni tale ipotesi non potrà che risolversi in un’archiviazione”. Lo affermano in una nota i legali di Silvio Berlusconi, Franco Coppi e Nicolò Ghedini.
“Del resto l’assurdità dell’ipotesi è conclamata non solo dalle risultanze processuali ma dalle numerose sentenze passate in giudicato sul punto che hanno confermato che il Presidente Berlusconi è stato semmai vittima della mafia. E tutti i provvedimenti assunti dai governi da lui presieduti vanno ulteriormente ad illustrare il suo costante impegno nel contrasto del fenomeno mafioso”, concludono i legali.

Rossi: governo deve fare ‘conti’ con conti, un pò preoccupa

Il programma del governo Conte-bis “deve fare i ‘conti’ con i conti, e da un certo punto di vista un po’ mi preoccupa”. Lo ha affermato in un’intervista Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, sottolineando che “non basta affidarci solo alla benevolenza che, mi auguro soprattutto con l’elezione di Gentiloni, ci potrà venire dalla nuova commissione. Il problema del debito pubblico è storico, così come quello della crescita”.

Rossi vede “una volontà forte di rilanciare lo stato sociale”, e ambiti quali la sanità “per troppo tempo penalizzati e lasciati in condizione di scarsità di finanziamenti. Leggo cose interessanti che vengono dette sulla scuola, a partire dagli asili nido, ma anche sull’università; cose interessanti anche per quanto riguarda la tutela del lavoro, degli investimenti nel new green deal”.

Il governatore Pd, che si era dichiarato contrario a un’alleanza con il M5s, dà atto a Zingaretti “di aver fatto un lavoro importante di farsi carico delle opinioni diverse, e di avere trattato bene questa fase delicatissima. Adesso c’è un governo nuovo, cosa fatta capo ha: bisogna guardare avanti, lavorare perché il governo duri e soprattutto faccia tutte le cose che ha promesso”.

Interpellato su una possibile futura alleanza Pd-M5s in regione Enrico Rossi ha rispoto che “in amore e in politica è possibile quasi tutto: bisognerebbe però rendere conto ai cittadini dei cambiamenti che si mettono in atto a livello politico, e soprattutto degli impatti che possono avere sulle cose concrete”. Ad esempio, ha ricordato il presidente di regione Toscana, “noi abbiamo il problema dell’adeguamento della pista dell’aeroporto di Firenze, a cui i 5 Stelle sono sempre stati contrari”.

“Occorre anche un social new deal per scuola e sanità”, per realizzare il quale “non è uno scandalo chiedere al 10% più ricco dei contribuenti un contributo sociale”. Lo ha scritto su Facebook il governatore toscano, secondo cui “il fatto che, invece, la maggioranza di governo abbia fatto pochi riferimenti alle entrate per finanziare le nuove spese sociali, rende meno sicuro l’ambizioso programma che si è presentato”.

Rossi sottolinea che “per fare cose importanti all’insegna di un social new deal, accanto al green new deal esplicitamente richiamato nel programma di governo, sarà necessario trovare le risorse senza aumentare il debito enorme, il cui pagamento già impegna una quantità enorme di spesa pubblica. Quindi, occorre intensificare la lotta all’evasione e superare quel riflesso berlusconiano, che ha fatto proseliti anche a sinistra, per cui le tasse sarebbero un furto dello Stato, un ‘mettere le mani in tasca ai cittadini'”.

“Gioia” di Nomellini riunito grazie a prestito Berlusconi

Esposto al pubblico dopo 30 anni, nelle due parti riunite, il dipinto ‘Gioia’ in cui Plinio Nomellini ha ritratto Isadora Duncan. Una parte del quadro è stata prestata dal suo proprietario Silvio Berlusconi per la prima mostra sulla danzatrice americana allestita dal 13 aprile al 22 settembre a Villa Bardini e al Museo Stefano Bardini.

L’esposizione, a cura di Maria Flora Giubilei e Carlo Sisi, in collaborazione con Rossella Campana, Eleonora Barbara Nomellini e Patrizia Veroli, è promossa da Fondazione Cr Firenze e da Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, con il patrocinio del Comune di Firenze.
La disponibilità di Silvio Berlusconi, sottolinea la curatrice Maria Flora Giubilei, “consente, eccezionalmente, di offrire ai visitatori della mostra un prezioso documento in cui arti visive, danza e natura, grazie a un’esecuzione pittorica virtuosa e fluente, danno vita a una immagine travolgente e suggestiva di straordinario impatto simbolico”.
Plinio Nomellini, spiega una nota, realizza il dipinto tra il 1913 e il 1914, dopo aver visto Isadora danzare sulla spiaggia di Viareggio e dopo averne tratto disegni e uno studio. Lo espone alla mostra della Secessione romana nel 1914, data con cui completa la sua firma e, subito dopo, come scrisse in una lettera alla Duse, oggi in mostra, tolse la tela da telaio e lo arrotolò e nel 1935 lo divise in due parti (il quando intero misura circa 200 x 360 cm) ma non ne sono noti i motivi.
Il dipinto intero fu di nuovo esposto solo nel 1966 nella mostra curata da Raffaele Monti e da Giacinto Nudi, con un saggio introduttivo di Carlo Ludovico Ragghianti, per il centenario della nascita di Nomellini, al Museo Fattori di Livorno e a Palazzo Strozzi a Firenze. In quell’occasione il dipinto fu intitolato ‘Gioia tirrena’.
Fu nuovamente ricomposto nel 1989, in occasione della mostra ‘Nomellini/ La Versilia’ al Palazzo Mediceo di Seravezza dove, nel 1989, l’opera fu veduta da Carla Fracci e da Beppe Menegatti i quali ne usarono la riproduzione gigante nello spettacolo ‘Eleonora Duse – Isadora Duncan. Adieu et au revoir’ del 1990.
Plinio Nomellini, simbolista nel profondo, ha compreso perfettamente l’essenza della danza di Isadora, la sua passione per la pittura di Botticelli e ne restituisce un’immagine antica e nuovissima al contempo: Isadora, gioiosa menade dalla testa riversa, avvolta in un vitalistico drappo rosso, sembra generata dalle onde del mare, moderna venere botticelliana. Sono quindi 30 anni che il dipinto, oggi proposto in mostra con le due parti affiancate, non viene esposto al pubblico.

Rossi a Renzi: “Nessuno deve chiedere scusa a Berlusconi”

“Nessuno deve chiedere scusa a Berlusconi” queste le parole di Rossi, presidente della Regione Toscana, commentando quanto affermato da Renzi ieri sulla sua pagina Facebook

“Nessuno deve chiedere scusa a Berlusconi, come ha affermato Renzi. È stato Berlusconi ad inserirsi nel vuoto della politica e a soffiare sul vento del populismo e dell’antipolitica. Da quel punto in poi è stato il degrado, con una Sinistra che si è sgretolata inseguendo il berlusconismo e perdendo se stessa, l’antipolitica che si è fatta partito con il M5S e i razzisti che ora sono al governo di questo paese”. Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. “Non bisogna chiedere scusa a Berlusconi – aggiunge Rossi -, ma agli italiani. E mettersi a rifondare una nuova Sinistra che lotti a testa alta per costruire un paese con più diritti civili e sociali. Punto”.

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