🎧 Movimento 5 Stelle presenta proposta di legge per ripubblicizzare il servizio idrico integrato in Toscana

“La nostra battaglia per dare compimento al nostro programma e all’esito del referendum del 2011 non si arresta” commentano Silvia Noferi prima firmataria della proposta e Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle in Regione Toscana“. Il nostro modello renderebbe questa Regione la prima a definire una gestione pubblica e partecipata del ciclo integrato dell’acqua”.

“La Proposta di Legge presentata dal Movimento 5 Stelle si prefigge l’obiettivo di favorire una gestione esclusivamente pubblica e partecipativa del ciclo integrale dell’acqua, in grado di garantire un uso sostenibile e solidale della risorsa, nel solco di quanto sancito dalle Risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2010 e nel 2013, di numerose direttive Comunitarie, dell’iniziativa dei cittadini europei “Acqua potabile un diritto universale! L’Acqua è un bene comune non una merce” del 2012 e degli esiti del referendum italiano del 2011, mai attuato da nessun governo” così nel presentare la PDL Scrivono Galletti e Noferi consigliere regionali del Movimento 5 stelle.

La legge, Dicono le due consigliere del Movimento “parte  dall’assunto che l’acqua è un bene naturale, che deve essere destinata prioritariamente a soddisfare il diritto inalienabile ed inviolabile di ogni persona (….) la  proposta di legge prevede per ogni persona un quantitativo minimo e gratuito di 50 litri giornalieri e (…) la gestione deve essere svolta senza finalità lucrative ma con l’obiettivo economico-finanziario di garantire il mero pareggio di bilancio”.

La proposta di legge prevede un modello di governo e di gestione del servizio idrico integrato decentrato, ossia vicino ai territori e alle comunità. I nuovi ambiti territoriali ottimali (ATO) per il servizio idrico integrato dovranno essere identificati in base ai bacini idrografici e al principio dell’unità del bacino o del sub-bacino idrografico, secondo quanto espressamente previsto dall’articolo 147 del d.lgs n.152/2006.

“Per la definizione dei nuovi ambiti -affermano le consigliere del Movimento 5 Stelle-  è necessario tener conto, oltre che delle conformazioni idrografiche e geomorfologiche del territorio, anche delle infrastrutture idrauliche già presenti. I nuovi ambiti territoriali ottimali, ora identificati su base di bacino, non potranno comunque essere in numero inferiore alle sei conferenze territoriali soppresse, anche per garantire l’esercizio del potere di indirizzo e di controllo da parte dei cittadini che risiedono all’interno del perimetro dell’ambito”.

E ancora “per ogni ambito territoriale ottimale (ATO) deve essere redatto un bilancio idrico partecipato al fine di assicurare sia il diritto all’acqua, sia l’equilibrio tra i prelievi e la capacità naturale di ricostituzione del patrimonio idrico (…) Nessuna nuova concessione per sfruttamento, imbottigliamento e utilizzazione di sorgenti, fonti, acque minerali o corpi idrici idonei all’uso potabile potrà essere rilasciata senza una preventiva analisi, studio, comprensione dello stato della risorsa in ogni singolo ambito territoriale ottimale”.

Nella proposta del Movimento 5 Stelle, viene  inoltre modificata la composizione dell’assemblea, che non è composta da soli sindaci, o loro assessori delegati, ma anche da tre membri rappresentativi dei lavoratori del servizio idrico integrato eletti dai lavoratori stessi, tre membri designati dal Comitato regionale consumatori ed utenti, tre membri delle associazioni ambientaliste ed, infine, tre membri designati dal Forum toscano dei movimenti per l’acqua.

La proposta  ribadisce poi  il carattere pubblico delle reti ed impianti (le opere di captazione, gli acquedotti, le fognature, ecc.) essendo queste il capitale tecnico necessario ed indispensabile per lo svolgimento di un servizio pubblico. E  prevede l’istituzione di uno specifico fondo, il Fondo regionale di solidarietà, finanziato dalla fiscalità generale, per assicurare l’accesso generalizzato all’acqua potabile, in particolare ai cittadini meno abbienti. Un apposito regolamento specificherà le modalità di erogazione delle risorse di questo fondo.

“Al contrario di quanto organizzato dal partito di maggioranza in Regione con la predisposizione della Multiutility per la gestione di tutti i maggiori servizi pubblici, dal sistema idrico ai rifiuti, noi crediamo e ci batteremo sempre perché i servizi pubblici essenziali vedano la massima partecipazione degli enti locali e dei cittadini” concludono le due consigliere del Movimento 5 stelle in Regione Toscana.

Bezzini, mancano 200 medici per urgenza in Toscana

Firenze, l’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini rispondendo in Consiglio regionale a un’interrogazione della consigliera Silvia Noferi del M5S, ha riconosciuto la scarsità di personale medico all’interno delle asl.

“A causa della grave carenza di personale medico nella disciplina di medicina e chirurgia di accettazione e di urgenza – ha detto l’assessore Bezzini – le aziende sanitarie si trovano in difficoltà a garantire la copertura dei turni delle postazioni di emergenza territoriale, infatti le unità mediche mancanti, si aggirano attorno alle 200 unità”.

Bezzini ha poi precisato che “riguardo alla Asl sud est sono state scorse le graduatorie di dirigente medico di medicina e chirurgia di accettazione e urgenza e di dirigente medico di medicina interna” e che nemmeno “il percorso formativo per il reperimento di personale medico per emergenza-urgenza ha dato i risultati auspicati”.

Tra le situazioni di maggior difficoltà, ha spiegato Bezzini, quella sull’Isola del Giglio dove “risulta difficile intervenire per coprire i turni anche con la produttività aggiuntiva”. Bezzini ha anche ricordato che con “il pensionamento del medico di medicina general, residente nell’isola ci sono problemi anche nell’assicurare la continuità dell’assistenza primaria”.

Sempre in Consiglio Comunale, Bezzini ha poi garantito i presidi emergenza in Valdichiana: “La piena funzionalità degli ospedali di Nottola e Abbadia San Salvatore è assicurata grazie al supporto dei medici chirurghi, internisti e specialisti nello stesso ospedale. Sono confermate le quattro postazioni di emergenza territoriale di Sarteano, Nottola, Abbadia San Salvatore e Sinalunga senza variazione di organizzazione e con standard di qualità ed efficienza previsti per legge, pur nelle carenze di organico”:

La risposrta di Bezzini è stata ad un’interrogazione del capogruppo Iv Stefano Scaramelli sul depotenziamento del servizio di emergenza urgenza nella Valdichiana senese e in tutta la provincia di Siena.

Bezzini ha poi ricordato che “è stata condivisa la necessità di valutare la riattivazione da parte della Regione dei corsi Dipartimento emergenza urgenza” e che “saranno ricercate ulteriori disponibilità aggiuntive di personale medico”. “Nonostante le difficoltà – ha concluso Bezzini – i presidi e il servizio sono garantiti ovunque”.

Reazioni al piano di ripartenza del progetto nuova pista Peretola

Firenze, immediate le reazioni all’annuncio della ripresa dell’iter del progetto per costruire la nuova pista dell’aeroporto di Peretola, con completamento previsto per l’anno 2035.

Le prime reazioni arrivano dal sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi: “Dalle prime informazioni il piano di sviluppo aeroportuale presentato oggi non pare riportare particolari novità rispetto a quello già ripetutamente bocciato. Attendiamo, ovviamente, di leggere gli atti e di valutare il progetto nel merito, al di là degli annunci che, negli ultimi anni, sono sempre stati smentiti. Per quanto ci riguarda rimaniamo fermi sulle nostre posizioni in difesa del Parco della Piana quale elemento ordinatore per tutta l’area e non come spazio verde residuale per mitigare l’enorme impatto ambientale della nuova pista. La nostra contrarietà rimane e continueremo a farla valere in tutte le sedi”.

Più energica la reazione del M5S: “È inconcepibile che un’opera la cui compatibilità ambientale era stata subordinata a una serie di prescrizioni sproporzionate non sia stata ancora definitivamente messa in soffitta, anzi che sia ora ripresentata con delle pennellate di ecologia, come se bastassero quelle a cancellare un impatto colossale sulla Piana fiorentina.” Lo scrivono la Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle in Toscana, Irene Galletti e la Consigliera regionale Silvia Noferi.

“La società di gestione degli scali toscani – proseguono Galletti e Noferi nella nota – ha presentato questa mattina a Firenze la bozza preliminare del nuovo piano infrastrutturale per gli aeroporti della nostra regione: 460 milioni di euro, di cui 380 per Firenze e la rimanente parte a Pisa. Disparità che già in qualche modo sottolinea la valenza strategica dell’intervento, che probabilmente impegnerà gran parte dei soldi per la realizzazione della pista aggiuntiva”. ”

Toscana Aeroporti – precisano le pentastellate – conta di prendere il 50% dei soldi da finanziamenti pubblici, includendo nel progetto opere legate alla transizione ecologia: impianti di micro-eolico e fotovoltaico a sostegno di veicoli a mobilità elettrica per gli spostamenti dei terminal e altri interventi legati al condizionamento, alla raccolta di acque piovane ed altre opere di efficientamento energetico. E la politica toscana di governo esulta – segnalano le cinquestelle -, senza voler ammettere che l’impatto ambientale di un aeroporto è legato soprattutto all’inquinamento prodotto dagli aerei e alle opere che squasseranno il territorio con interventi profondamente impattanti. Le micro-opere di cui sopra, seppur utili e necessarie, sono una goccia nel mare. Pazienza se l’intenzione è quella di realizzare una nuova pista in una delle piane più inquinate d’Europa (sic!) e per farla si intendono utilizzare i soldi della transizione ecologica.”

🎧 Galletti e Noferi (M5S):”Non lasceremo la Toscana in mano alla criminalità organizzata”.

I Cinquestelle hanno scritto una lettera al presidente della giunta regionale Toscana, Eugenio Giani, e al presidente del consiglio regionale, Antonio Mazzeo. La nostra intervista con la consigliera IRENE GALLETTI

Il Movimento 5 Stelle torna sul caso della maxi inchiesta sullo smaltimento illegale di rifiuti che ha travolto la Toscana e al sistema di convenienze economiche e politiche descritte dai pm della Dda fiorentina come l’anello di congiunzione con la criminalità organizzata. Nella conferenza stampa di oggi, la Capogruppo Irene Galletti e la Consigliera regionale Silvia Noferi hanno affrontato varie questioni, dalle denunce pubbliche fatte negli anni sulle questioni ambientali, alle iniziative intraprese in Consiglio Regionale per porre rimedio, fino alla Richiesta di Comunicazione da parte del Presidente Eugenio Giani in merito all’inchiesta Keu sullo smaltimento illecito dei rifiuti dell’industria conciaria. In contemporanea alla conferenza stampa è stata protocollata una lettera ufficiale indirizzata al Presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo, per sollecitarlo a calendarizzare gli atti del Movimento 5 Stelle collegati a questioni ambientali urgenti e che da tempo attendo di essere discussi nelle sedi opportune.
“Di primo impulso abbiamo depositato una richiesta di comunicazione urgente su alcuni degli aspetti più inquietanti della vicenda – spiega la consigliera Irene  Galletti – nell’immediato dell’uscita delle notizie sulla maxi inchiesta che coinvolge drammaticamente esponenti della ‘ndrangheta. Riteniamo sia un atto dovuto da parte del presidente Giani, che deve pretendere lui medesimo trasparenza sull’accaduto da parte delle strutture regionali investite da questa inchiesta.”

“Scoprire oggi che gli eventi oggetto dell’inchiesta non sono circostanze singole e scollegate, ma originate da quello che appare agli inquirenti come un sistema collaudato di condotte personali per rilasciare e farsi rilasciare atti autorizzativi in deroga, anche mediante emissioni di atti ritenuti in contrasto con le normative, e per concludere accordi e protocolli per continuare ad assicurare la gestione illecita dei rifiuti – incalza Galletti – getta ombre pesanti sulla Giunta Regionale riguardo la conduzione della macchina amministrativa e la sua permeabilità in qualche forma da parte della criminalità organizzata. Ombre che deve essere spazzata via al più presto con indagini interne che devono procedere in parallelo a quelle degli inquirenti, per individuare chi sono i soggetti responsabili di questa rete e soprattutto tutelare chi ha sempre servito le istituzioni pubbliche con disciplina e onore. Questi ultimi – evidenzia la cinque stelle – sembrano aver avuto spesso vita difficile in Arpat, che dovrà essere oggetto di verifiche riguardo gli spostamenti del personale. Lo chiederemo con un apposito atto.”

“Sulla vicenda sarà importante audire esperti di anticorruzione e organizzazioni come la Fondazione Caponnetto, ma anche la Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza della Giunta Regionale Toscana, che dal mese di ottobre 2020 lo è anche del Consiglio. E poi – rileva Galletti – dovremo intraprendere lo stesso percorso per il porto di Livorno: perché se per lo smaltimento di rifiuti si parla di decine, forse centinaia di milioni di euro, nel porto con il narcotraffico si raggiungono miliardi.”
E conclude: “Ancora ci sarebbe da parlare dei commissari speciali alle opere pubbliche, dei loro poteri e del loro operato in simili circostanze. Questo sarà un impegno che dovrà caratterizzare la Regione Toscana per i mesi, se non gli anni, a venire.”

Gli atti della Capogruppo M5S Irene Galletti in attesa di discussione:
1. In merito al programma della Regione Toscana per la gestione degli scarti di lavorazione e i c.d. gessi rossi (mozione 275 del 20 marzo 2021).
2. In merito alla nuova gestione della discarica della Grillaia di Chiana (PI) (interrogazione orale 152 del 6 aprile 2021).
3. Istituzione di una Commissione speciale finalizzata alla verifica ed identificazione degli sversamenti ed utilizzi impropri di sostanze tossiche operati dalle aziende della filiera conciaria, e coordinamento dell’attuazione delle misure più appropriate, celeri ed efficaci di intervento per al tutela della salute e delle matrici ambientali, e per il monitoraggio delle stesse (mozione in attesa del numero di protocollo).
4. Azioni da intraprendere a tutela della salute e dell’ambiente a seguito delle vicende relative agli sversamenti (mozione in attesa del numero di protocollo).
5. Necessità di ripristinare e potenziare la dotazione organica, strumentale e finanziaria Arpat alla luce degli ultimi eventi (mozione in attesa del numero di protocollo).
6. Tutela delle risorse naturali, artistiche, paesaggistiche, agricole, artigianali, dell’ecosistema e della salute umana nella definizione delle aree non idonee allo sviluppo delle risorse geotermiche in Toscana (mozione in attesa del numero di protocollo).

 

Silvia Noferi: “Solvay sta scappando dalle sue responsabilità?”

Firenze, dal primo marzo 2021 lo stabilimento Solvay di Rosignano per la produzione di soda è stato scorporato dal gruppo belga e messo sotto il controllo di una nuova società mentre allo stesso tempo la dirigenza non esclude in futuro l’entrata di nuovi soci se si dovessero rendere necessari cospicui investimenti, in queste mosse aziendali, la Consigliera della Regione Toscana del Movimento 5 Stelle, Silvia Noferi, vede delle manovre di disimpegno da responsabilità in materia di tutela ambientale.

“È chiaro che la multinazionale belga ha contezza del pericolo che corre – afferma la consigliera Silvia Noferi – ossia che un giorno la politica o l’autorità giudiziaria la obblighino alla bonifica dei territori e del mare che ha contaminato per oltre un secolo, bonifiche dal costo di diverse centinaia di milioni e la creazione di una ‘Bad company’ è lo stratagemma perfetto trovato per scrollarsi di dosso responsabilità e costi vertiginosi”.

“I finanziamenti a pioggia di denaro pubblico senza vincoli, gli “sconti” incredibili avuti per lo sfruttamento di materie prime (acqua dolce e salgemma) ma soprattutto la chiusura di tutti e due gli occhi di chi doveva controllare e impedire lo sversamento a mare di sostanze inquinanti senza depurazione, sono stati complici di questo sistema produttivo che non sarebbe consentito nemmeno nel Terzo Mondo”.

“Nel 2019 Solvay è stata giudicata colpevole per disastro ambientale al termine di un procedimento penale durato oltre dodici anni. La Corte di Cassazione italiana ha ritenuto Solvay colpevole di un disastro ambientale, dovuto a violazioni penali delle leggi ambientali e della normativa sanitaria pubblica, per lo scarico di cromo esavalente presso lo stabilimento Solvay di Spinetta Marengo in Piemonte. Tre manager sono stati condannati al carcere”.

La sentenza pubblicata il 7 maggio 2020 ha accertato che “la vicenda criminosa è caratterizzata dalla persistenza di eventi realizzabili in un arco temporale molto prolungato, ‘goccia a goccia’, per mesi o anni e dall’impossibilità di individuare il momento storico del raggiungimento dell’acme della contaminazione, a differenza delle fattispecie di disastro per loro natura istantanee quale, ad esempio, il crollo” e che  Solvay avrebbe “dovuto direttamente adottare i rimedi per scongiurare pericoli alle persone e all’ambiente e, solo successivamente, comunicarli agli enti territoriali competenti, eventualmente anche inter- rompendo la produzione e gli sversamenti nel sito.” (Corte di Cassazione, n.  13843/2020).

“Per questo è importante che oggi la Regione Toscana – continua Silvia Noferi – intervenga per evitare che i responsabili del disastro ambientale sulle coste e sul territorio di Rosignano Marittimo si sottraggano ai costi della bonifica e possano usare il ricatto occupazionale per continuare a sfruttare senza ritegno le risorse naturali del territorio toscano scaricando sostanze velenose e/o nocive direttamente in mare”.

“Abbiamo inviato una pec – conlude – contenente una mozione affinché la Giunta si faccia promotrice presso il nuovo Ministero della Transizione Ecologica di una riconversione sostenibile dello stabilimento Solvay di Rosignano Marittimo, per evitare che non vengano più depauperate le risorse naturali del territorio, vengano costruiti idonei sistemi di depurazione, l’azienda sia costretta a proprie spese alle bonifiche e soprattutto che il personale dipendente di Solvay possa essere impiegato anche nelle lunghe operazioni di bonifica dell’area interessata”.

Protesta del Movimento 5 Stelle: “Ci tengono fuori da commissione ambiente”

Protesta del Movimento 5 Stelle al Consiglio regionale della Toscana, sia contro il centrosinistra sia contro il centrodestra che, a loro dire, vogliono tenere il movimento fuori dalla commissione ambiente.

E’ quanto affermano in una nota la capogruppo del Movimento, Irene Galletti e la consigliera regionale Silvia Noferi nel giorno dell’insediamento delle commissioni consiliari.

“Vogliono tenere fuori dalla commissione ambiente l’unica voce in Consiglio che si oppone a discariche e inceneritori: il Movimento 5 Stelle. Ancora una volta centrosinistra e centrodestra in Toscana danno prova di essere due facce della stessa medaglia,  a causa delle loro manovre di palazzo saranno i toscani a rimetterci”. Sostengono le due esponenti.

Per l’elezione dei membri della commissione ambiente, questa mattina, non c’è stato un voto unanime.

“Avevamo chiesto di far parte della commissione ambiente io vi parteciperò senza diritto di voto, è questo il motivo per cui voterò contro”. Ha detto stamattina Noferi annunciando il suo voto contrario.

Galletti e Noferi ricordano di aver “sempre sostenuto che ci fosse un legame particolare fra Pd e Lega in Toscana e oggi ne abbiamo avuta un’altra prova. Il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo nella scelta dei membri della commissione ambiente, su tre membri riservati alle minoranze, due li ha riservati alla Lega e uno a Fratelli d’Italia. Il Movimento 5 Stelle – concludono – è stato caparbiamente escluso dai membri della commissione ambiente dal presidente del consiglio che dovrebbe tutelare i diritti di tutte le minoranze, non solo quelle di destra”.

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