Firenze, baby gang rapina 16enne: arrestati

Firenze – In manette, con l’accusa di rapina aggravata, sono finiti un 18enne e un 19enne, mentre per un 14enne e per due 16enni è scattata una denuncia.

Secondo quanto ricostruito, l’episodio è avvenuto intorno alle 23 in via del Parione, quando una baby gang di età compresa tra i 14 e i 19 anni, è stato bloccata ieri sera dalla polizia in centro a Firenze, poco dopo aver rapinato un 16enne. Quest’ultimo, che stava tornando a casa dopo aver passato la serata con degli amici, è stato avvicinato da uno dei giovani, che l’ha fermato con la scusa di una sigaretta. In pochi secondi si è trovato accerchiato dal gruppo. I rapinatori lo hanno minacciato, dicendo che lo avrebbero picchiato se non avesse dato loro tutto quello che aveva. Il ragazzino ha consegnato 15 euro in contanti, un paio di cuffie e il suo cellulare.

I malviventi della baby gang, che indossavano tutti tute da ginnastica e cappellini, sono stati rintracciati poco dopo dalla polizia in via degli Speziali. Alla vista delle volanti hanno cercato di allungare il passo, ma sono stati bloccati. I tre minorenni, incensurati, tutti residenti a Firenze e provincia, sono stati denunciati e riaffidati ai genitori. I due maggiorenni si trovano agli arresti domiciliari su disposizione del pm Sandro Cutrignelli.

Firenze: chiuse indagini su maxi-truffa criptovaluta da 120 mln

 

Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Gabriele Mazzotta e dai sostituti Sandro Cutrignelli e Fabio Di Vizio, sono partite a seguito di un esposto dello stesso 34enne. Nel 2018 lo stesso indagato denunciò l’ingente furto di criptovaluta Nano Xrp (pari appunto a 120 milioni di euro), realizzato sfruttando un bug del protocollo Nano e attraverso illecite transazioni

La procura di Firenze ha chiuso le indagini a carico di un 34enne, Francesco Firano, abitante a Signa, considerato dalla polizia postale l’autore del più grande attacco cyber-finanziario mai avvenuto in Italia. L’uomo, amministratore unico di una società che gestisce criptovalute, sarebbe al centro di una maxi-truffa che ha prodotto un ‘buco’ di 120 milioni di euro sulla piattaforma informatica hackerata ‘Bitgrail’, con oltre 230mila risparmiatori danneggiati in tutto il mondo.

Le contestazioni a suo carico sono di frode informatica, autoriciclaggio, bancarotta fraudolenta e violazione del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Gabriele Mazzotta e dai sostituti Sandro Cutrignelli e Fabio Di Vizio, sono partite a seguito di un esposto dello stesso 34enne. Nel 2018 lo stesso indagato denunciò l’ingente furto di criptovaluta Nano Xrp (pari appunto a 120 milioni di euro), realizzato sfruttando un bug del protocollo Nano e attraverso illecite transazioni.

Ma le sue contraddizioni e quelle dei suoi collaboratori hanno insospettito gli investigatori. E con indagini sofisticate si è scoperto che le illecite sottrazioni di criptovaluta erano cominciate già nel giugno 2017 e che l’amministratore della società consapevolmente non le aveva impedite omettendo di implementare la sicurezza della piattaforma, continuando in questo modo a percepire i profitti derivanti dalle commissioni e procurando agli hackers, non ancora individuati, un guadagno complessivo di 11.500.000 Xrb, equivalenti a circa 120 milioni di euro.

Empoli: ragazzo in bici investito da pirata della strada

Un ragazzo 23enne in bicicletta è stato investito in strada a Molin Nuovo, nel comune di Empoli (Firenze). Sul posto sono arrivati un’ambulanza e l’automedica del 118, oltre alla polizia municipale che sta compiendo accertamenti.

Il giovane è stato trovato vicino al parapetto della strada, un tratto di via di Molin Nuovo di recente costruzione, parallelo alla strada regionale 429, in cui possono circolare sia mezzi a motore che biciclette. Gli accertamenti sono condotti dalla polizia municipale. Il tratto di strada coinvolto è stato riaperto al traffico intorno alle 11.15.

A dare l’allarme, poco prima delle 7.30 di oggi, sono stati i dipendenti di un’azienda che si trova nelle vicinanze del luogo dove è stato trovato l’uomo riverso per strada già morto. Gli agenti hanno trovato segni evidenti di impatto rilevati sulla bicicletta trovata a una decina di metri dal corpo del giovane. Il 23enne, secondo quanto appreso, viveva in zona  e lavorava in un’azienda di Campi Bisenzio, dopo essere stato ospite, negli anni scorsi, di un centro di accoglienza a Molin Nuovo.

“Il Comune di Empoli sta valutando la possibilità di costituirsi parte civile in un eventuale processo a carico del responsabile dell’incidente”, annuncia il sindaco Brenda Barnini in una nota. La polizia municipale dell’Unione dei Comuni Empolese Valdelsa è intervenuta per compiere i rilievi del tragico sinistro. Si cercano eventuali testimoni che abbiano assistito all’incidente per far luce sulla morte di questo ragazzo. Sul caso sta indagando, per conto della procura della Repubblica di Firenze, il pm Sandro Cutrignelli.

Reggello: comunità Podere Pilano sotto inchiesta per maltrattamenti

I proprietari della casa Podere Pilano di Reggello, sono sotto inchiesta per maltrattamenti. La comunità per l’accoglienza di minori, fondata nel 1980, era considerata un’eccellenza Toscana.

Ombre anche su un’altra comunità di accoglienza per minori in Toscana dopo il caso Forteto: è la casa famiglia Podere Pilano di Reggello (Firenze), dove la vedova del fondatore del centro Laura Clementi e il figlio Maurizio Scarpelli (che oggi guida la struttura) sono sotto processo per maltrattamenti con l’accusa di comportamenti aggressivi, dopo un’inchiesta partita nel 2016, nei confronti di tre minorenni.

La struttura, fondata nel 1980 da Renato Scarpelli, come ricorda Repubblica nelle pagine di cronaca fiorentina, negli anni ha accolto oltre 100 bambini e adolescenti, affidati dal tribunale dei minori.

Secondo il pm Sandro Cutrignelli ai tre ragazzini sarebbe stato impedito di uscire dal Podere Pilano, di frequentare altri coetanei o di telefonare ai genitori, oltre a sistematici atteggiamenti vessatori, offese e anche botte.

L’inchiesta è nata dalla denuncia della madre di uno dei ragazzi e dalle segnalazioni di un educatore e delle assistenti sociali.
La struttura era considerata un’eccellenza nel sistema toscano.

Il fondatore, Renato Scarpelli, scomparso nel 2008, era un tecnico del Nuovo Pignone e mentre era al lavoro in Arabia Saudita rimase impressionato nel vedere bambini affamati nel deserto. Decise allora di lasciare il lavoro e fondare il centro divenuto poi un punto di riferimento per l’accoglienza dei minori, soprattutto dell’est Europa.

Nel 2005 Scarpelli fu anche nominato cavaliere dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi per la sua opera a tutela dei minori.

Castelfiorentino: False residenze e finti lavori per stranieri

Indagato un 48enne originario del Marocco che aiutava stranieri ad ottenere il permesso di soggiorno attraverso finte residenze e falsi lavori.

Un 48enne originario del Marocco e residente a Castelfiorentino (Firenze) è stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di firma per l’ipotesi del reato di favoreggiamento all’ingresso e alla permanenza illegale di stranieri in Italia disposta dal gip di Firenze Sara Farini, su richiesta del pm Sandro Cutrignelli, titolare delle’inchiesta.

Altre 51 persone, tutti stranieri, sono indagate perchè ritenute responsabili, a vario titolo, delle ipotesi di favoreggiamento in concorso all’ingresso e alla permanenza illegale in Italia ai fini di lucro e falso continuato.

Diverse le perquisizione domiciliari eseguite nel corso delle indagini condotte dalla guardia di finanza e dalla polizia municipale: l’uomo, secondo l’accusa, avrebbe gestito una agenzia di intermediazione occulta alla quale gli stranieri si rivolgevano per chiedere aiuto per il rinnovo del permesso di soggiorno, in cambio di soldi.

Per farlo il 48enne si sarebbe presentato più volte agli uffici demografici del municipio di Castelfiorentino dichiarando che le persone ‘sue clienti’ alloggiavano in appartamenti di sua proprietà, in modo da poter avviare le pratiche per la residenza.

Nel corso dell’inchiesta, secondo la gdf, sarebbe emerso che il 48enne avrebbe anche favorito l’organizzazione di matrimoni combinati e falsi rapporti di assunzione, creando pure false posizioni previdenziali e contributive: 27 persone sarebbero titolari di partita Iva come venditori ambulanti, pur non svolgendo di fatto la professione.

A beneficiare dei ‘servizi’ offerti dall’agenzia non solo stranieri presenti in Toscana ma anche in Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Puglia, oltre che soggetti provenienti direttamente da stati esteri quali il Marocco, la Tunisia e la Romania.

Accertati 51 casi di false residenze anzi, in due casi, gli stranieri coinvolti risultavano aver fatto ricorso, nel tempo, contro il provvedimento di annullamento della richiesta di iscrizione nelle liste dei residenti.

Firenze: Singh condannato a 4 per lesioni e calunnia

Il giudice di Firenze Alessandro Moneti ha condannato a quattro anni per lesioni e calunnia Harwinder Singh, 28 anni, indiano, che la notte del 20 febbraio scorso rincorse per alcuni chilometri una giovane donna e laaggredì, ma lo ha assolto dall’accusa di tentata violenza
sessuale “perchè il fatto non sussiste”.

La decisione oggi pomeriggio al termine di un processo in rito abbreviato. Il pm
Sandro Cutrignelli aveva chiesto cinque anni e dieci mesi di condanna confermando tutti i capi di imputazione.
Nella vicenda l’indiano inseguì la giovane donna di notte, in città, a Firenze, fino a bloccarla con una specie di cappio al collo, da cui la stessa vittima riuscì a liberarsi, venendo poi
soccorsa da una pattuglia della Guardia di finanza di passaggio che notò la scena.
L’indiano fu arrestato per tentata violenza sessuale, poi fu anche successivamente accusato di lesioni e di, per ferite causate alla giovane, e di calunnia per aver detto di esser
stato colpito dai finanzieri. Il giudice Moneti ha calcolato la pena di quattro anni sui reati di lesioni e calunnie (due anni ciascuno), ma non ha condannato l’indiano per la tentata
violenza sessuale. La sentenza prevede anche che debba risarcire la vittima di 15mila euro e il Comune di Firenze di 8mila euro.
Tra 90 giorni le motivazioni. Lo straniero ha sempre sostenuto di aver inseguito la giovane ritenendola responsabile del furto del suo telefonino, volendo recuperarlo, ma non per motivi di violenza sessuale. Il difensore dell’indiano, avvocato ChiaraRugi, anche oggi a margine della sentenza ha ricordato che il telefonino non è stato mai ritrovato.
Inoltre il giudice Moneti si è riservato la decisione sulla misura cautelare. Al momento Harwinder Singh è in carcere a Sollicciano, detenzione di cui la difesa ha chiesto la revoca.

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