Arezzo: 100 dosi di eroina in auto, arrestato

Massiccio ritorno dell’eroina sul mercato dello spaccio: un operaio trentenne, è stato preso con cento dosi.

All’interno del mezzo sono stati ritrovati, abilmente occultate nei pressi della batteria, due sacchetti contenenti 100 dosi di eroina già confezionate e pronte per la vendita ai tossicodipendenti. Peso totale, 70 grammi circa. Tutto il quantitativo è stato sequestrato dai carabinieri. Il macedone è stato trasferito in carcere ad Arezzo.

L’uomo, pregiudicato, è stato fermato a bordo della propria auto durante un controllo da parte di una pattuglia dei carabinieri a San Giovanni Valdarno (Arezzo). Il trentenne, di origine macedone, ha mostrato segni di nervosismo per cui i militari hanno deciso di effettuare una attenta perquisizione.

Arezzo: sgominata organizzazione criminale dedita all’evasione fiscale e riciclaggio

Guardia di Finanza Arezzo, sgominata un’organizzazione criminale operante nel Valdarno, dedita all’evasione fiscale e riciclaggio. Trenta le persone indagate, oltre 30 i milioni di euro occultati al fisco

Si sono concluse nei giorni scorsi complesse ed articolate indagini di polizia giudiziaria, dirette dalla Procura della Repubblica di Arezzo e coordinate dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Arezzo, nei confronti di un’organizzazione criminale, avente base nel Valdarno, ed operante tra la Toscana, Lombardia, Veneto, Lazio e Campania, dedita al riciclaggio di denaro ed all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

I finanzieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno, che hanno condotto l’attività, anche con l’ausilio di indagini tecniche, hanno così posto fine ad un vorticoso giro di fatture false che hanno permesso all’organizzazione di occultare al Fisco oltre 30 milioni di euro.

Tutto trae origine dallo sviluppo di segnalazioni per operazioni sospette che riguardavano un imprenditore di origini campane, residente da tempo nel territorio del Valdarno. I finanzieri, analizzando i conti correnti, sia personali che delle aziende edili allo stesso riconducibili, hanno potuto così ricostruire un intreccio economico-finanziario tra plurime società, alcune realmente esistenti ed aventi operatività nel territorio nazionale, altre, invece, meramente cartiere, intestate a prestanomi, senza alcuna struttura organizzativa, create con lo scopo di emettere sistematicamente fatture per operazioni inesistenti, anche per ingenti importi che venivano poi utilizzate da aziende in difficoltà, in cerca di liquidità.

Complessivamente sono 24 le perquisizioni domiciliari, locali e personali eseguite in più regioni, oltre 30 milioni di euro evasi al fisco e 30 le persone denunciate, a vario titolo, all’Autorità Giudiziaria per reati fiscali e societari, esercizio abusivo dell’attività finanziaria e bancarotta fraudolenta. Coinvolti anche due commercialisti, residenti anch’essi in Campania, che procacciavano le imprese in difficoltà economica.

Nel corso dell’indagine sono state rilevate, altresì, plurime violazioni alla normativa antiriciclaggio, in odine alle movimentazioni di denaro contante al di sopra della soglia consentita, nonché il coinvolgimento di un funzionario di banca che ha omesso le previste comunicazioni obbligatorie ai sensi del D.Lgs 231/2007.

Arezzo: false assunzioni per avere permessi soggiorno, 60 indagati 

Falsi contratti di lavoro come colf, badanti o operai per ottenere permessi di soggiorno e indennità di disoccupazione. E’ quanto scoperto dalla Guardia di finanza di San Giovanni Valdarno (Arezzo). Coinvolte sessanta persone, di origine straniera, iscritte nel registro degli indagati dalla procura di Arezzo. Sono in corso anche accertamenti su dipendente di un Caf .

Le ipotesi di reato sono truffa, falso e violazione delle norme sull’immigrazione. Accertamenti sarebbero in corso anche sull’attività di un impiegato di un Caf. L’inchiesta delle Fiamme gialle è partita nel 2015 ed ha portato a controllare un’ottantina di contratti di assunzione, soprattutto di colf e badanti provenienti dall’estero, da parte di stranieri. Una sessantina quelli che si sono rivelati fasulli, con falsi datori di lavoro e falsi assunti. Il meccanismo, secondo la guardia di finanza, era volto non solo a ottenere il permesso di soggiorno ma anche l’indennità di disoccupazione una volta che il falso lavoro terminava.

San Giovanni Valdarno (AR): giro di spaccio al parco, carabinieri effettuano 4 arresti

Spacciano dentro al Parco dei Cappuccini di San Giovanni Valdarno (Arezzo), i carabinieri intervengono e arrestano quattro uomini. Il blitz è scattato su segnalazione degli abitanti che avevano notato uno strano e continuo andirivieni dalla boscaglia del parco.

In manette sono finiti un 33enne, due 32enni e un 28enne, tutti di origini nigeriane, di cui uno con moglie e figli indagati dai militari dell’Arma con pedinamenti e appostamenti all’ interno e all’ esterno del parco.

Il controllo nel parco è scattato con 35 uomini e unità cinofile antidroga. Dopo aver documentato la cessione di sostanze stupefacenti ad alcuni tossicodipendenti i carabinieri hanno arrestato i quattro nonostante un tentativo di fuga.
Le perquisizioni personali, del luogo dello spaccio e dei domicili degli arrestati, hanno permesso di sequestrare undici involucri di carta stagnola, racchiudenti infiorescenze di marijuana, 12 telefoni cellulari;
11 “ovuli” di pellicola trasparente e carta igienica con cocaina, un pezzo di hashish e 1.255 euro provento dell’attività di spaccio. I carabinieri hanno ritrovato anche appunti riportanti la contabilità del giro di spaccio.

Antiquario ruba opere arte e le vende a prete

Arezzo, arrestato antiquario per aver rubato quadri del Seicento per poi rivenderli ad un prete.

È questo l’esito di una complessa indagine dei carabinieri della compagnia di San Giovanni Valdarno (Arezzo) e della stazione di Levane, nel corso della quale oltre ad arrestare l’antiquario sono state denunciate altre tre persone, tra cui il sacerdote.

Era luglio 2017 quando a Città di Castello (Perugia) un noto avvocato del posto si era rivolto ai carabinieri per denunciare il furto di tre tele del ‘600 e l’appropriazione indebita di una quarta, coeva.

Quest’ultimo quadro, infatti, era stato affidato dal proprietario all’antiquario per venderlo, ma il commerciante aveva trattenuto il bene, senza corrispondere denaro al legale, ed è così che ndagando sull’antiquario, i militari hanno scoperto che era stato l’uomo, insieme a un paio di complici, a mettere a segno il furto delle tele ai danni dell’avvocato: un colpo nello studio da circa 90 mila euro.

Nella ricerca della refurtiva poi, i militari si sono anche imbattuti nella figura di un prete della zona, destinatario finale delle opere d’arte.

I carabinieri, certi che i quadri fossero stati rivenduti al prelato, hanno effettuato una perquisizione nella sua abitazione con personale specializzato del nucleo tutela patrimonio artistico dell’Arma, trovando uno dei dipinti, che era proprio quello della vendita mai avvenuta.

I militari, su disposizione dell’autorità giudiziaria perugina, hanno eseguito oggi tre misure cautelari, sottoponendo agli arresti domiciliari l’antiquario, attualmente domiciliato in Umbria, mentre per i due complici (che sono indagati in stato di libertà anche per numerosi furti in esercizi commerciali) è stato disposto ed eseguito l’obbligo di dimora nel comune di Montevarchi (Arezzo) insieme all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il sacerdote è stato denunciato per ricettazione.

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