Strage Viareggio, appello: prime richieste Pg, c’è prescrizione

Il sostituto procuratore generale di Firenze Luciana Piras ha chiesto condanne scontate di 6 mesi per i manager tedeschi e austriaci imputati nel processo di appello per la strage ferroviaria di Viareggio dicendo che le diminuzioni sono dovute solo alla prescrizione scattata nel maggio 2018 per i reati di incendio colposo e lesioni personali colpose.

Le condanne così riformulate vanno da 7 anni e 6 mesi a 8 anni e 10 mesi per 9 dirigenti di società estere del trasporto ferroviario. Il sostituto pg Piras ha pronunciato le sue richieste di condanna nella prima fase della requisitoria del processo di appello sulla strage di Viareggio che è stata esclusivamente dedicata alle posizioni degli imputati tedeschi e austriaci.

La stessa requisitoria prosegue con il pm di Lucca Salvatore Giannino per quanto riguarda le altre posizioni tra le quali quella dell’ex ad di Fs Mauro Moretti (anche oggi in aula) e sono previste altre due udienze. Riguardo a queste prime richieste di condanna, il sostituto pg Piras, facendo riferimento alla prescrizione che ha dovuto applicare nel ricalcolo delle pene, ha detto che “non si può non rilevare che fatti gravissimi come questi trattati nel processo vengano cancellati dalla prescrizione come un colpo di spugna e ciò lascia un forte senso di ingiustizia”.
La stessa Piras, andando ad elencare le richieste di condanna così riformate, ha anche aggiunto che “è per mio dovere, solo per questo dovere, che chiedo di non doversi procedere” per i reati estinti dalla prescrizione.  Piras in circa tre ore di fase iniziale della requisitoria ha evidenziato “le gravi carenze organizzative” delle società ferroviarie tedesche e dei loro dirigenti imputati nel processo, in particolare soffermandosi sulle gravi criticità nella manutenzione dei materiali.
Il sostituto pg ha accusato gli imputati di non aver tenuto “la corretta diligenza” nelle loro funzioni, aspetto da cui viene fatto dipendere il cedimento dell’assile del carro merci
con gpl che deragliò a Viareggio causando il disastro del 29 giugno 2009 con 32 morti, numerosi feriti e ingenti danni.

Viareggio: 5 arresti per sfruttamento prostituzione e favoreggiamento immigrazione

Quattro uomini e una donna, su disposizione del gip di Lucca Antonia Aracri, sono stati arrestati a Viareggio (Lucca) con le accuse di sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, spaccio di droga e rapina. Altre due persone, una romena e un tunisino, accusati a vario titolo di concorso, sono stati sottoposti all’obbligo di dimora.

Si tratta appunto di 5 persone: tre uomini di 31, 35 e 28 anni, tutti di origine albanese, un 28enne romeno e una donna di Viareggio di 33 anni.

Tra le attività poste in essere dal ‘sodalizio’ e bloccate dalla polizia di Lucca, l’acquisto di donne poi costrette a prostituirsi in Versilia, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso la celebrazione di matrimoni fittizi tra italiane e marocchini o tunisini, e diverse rapine o tentativi.

Un caso recente riguarda una ristoratrice di Torre del Lago (Viareggio) che nella borsa custodiva l’incasso della serata e che, nonostante esser stata trascinata per diversi metri, è riuscita a salvare il denaro.

Ed ancora, sempre per la procura, furti in case e in un cantiere: la merce è stata rinvenuta e restituita ai proprietari.

Tutte le attività della banda erano finalizzate a finanziare lo spaccio di droga. A dar il via alle indagini l’incendio appiccato il 5 giugno 2017, a seguito del lancio di una bottiglia incendiaria, al container ove viveva il fratello del 28enne romeno.

Qualche giorno dopo vennero fermati i due autori mentre stavano per scappare all’estero.

L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Salvatore Giannino, ha permesso di scoprire che i due romeni tentarono di ottenere diecimila euro, a titolo di risarcimento, dai familiari dei due arrestati.

Alla fine le due famiglie hanno composto la lite grazie alla giustizia rom e da allora hanno iniziato a ‘lavorare’ insieme.

Sono state inoltre perquisite, sempre a Viareggio (Lucca), le abitazioni di altri sei indagati.

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