Coronavirus: anche lettori targa per controlli su arrivi a Prato

Telelaser, lettore di targhe automatico e impianti di videosorveglianza saranno utilizzati a Prato in controlli interforze attuati lungo alcune delle principali direttrici di accesso al territorio provinciale per monitorare ogni eventuale spostamento delle persone fisiche provenienti dai “territori a contenimento rafforzato” per l’emergenza coronavirus.

E’ quanto deciso nel pomeriggio durante la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto Rosalba Scialla. Al Comitato hanno partecipato anche presidente della Provincia, sindaco di Prato e i sindaci della provincia e i vertici delle forze dell’ordine.
Obiettivo era dare esecuzione alle disposizioni contenute nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo. Inoltre è stato anche stabilito che saranno effettuati controlli presso locali, esercizi commerciali, bar, attività di ristorazione per far rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro e l’adozione, da parte del gestore, di misure organizzative tali da consentire un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o, comunque, idonee ad evitare assembramenti di persone, nel rispetto della distanza di
sicurezza interpersonale di almeno un metro.

Carcere: dopo trattativa, protesta sta rientrando a Prato. No disordini a Sollicciano

Sarebbe terminata la protesta che era scoppiata in 4 sezioni del carcere di Prato. Domati anche gli incendi divampati in alcune celle. Dopo una trattativa tra dirigenti della polizia penitenziaria, della polizia di Stato e detenuti, la situazione sarebbe tornata sotto il controllo delle autorità. Nel corso della protesta non ci sarebbero stati feriti. Resta comunque alta l’attenzione intorno al penitenziario con decine di poliziotti e carabinieri schierati nelle vie esterne alla struttura e un elicottero delle forze dell’ordine che sorvola la zona.

I disordini nel carcere di Prato, dove sta proseguendo la trattativa tra polizia penitenziaria e
detenuti, hanno riguardato quattro sezioni dove ci sono circa 370 reclusi, una parte di quelli ospitati nell’intera struttura.
Le sezioni si trovano al secondo e al terzo piano. Secondo quanto si apprende i responsabili della rivolta hanno dato vita a principi di incendio, poi spenti, che hanno provocato il danneggiamento delle videocamere di sorveglianza e l’interruzione della corrente elettrica in due sezioni

Tra le urla che si sono sentite all’esterno quelle di “indulto” e “libertà”. La protesta era cominciata in mattinata, in una sezione. Quando la rivolta sembrava essere stata circoscritta, invece si è estesa ad altre zone del carcere, arrivando a coinvolgere almeno due sezioni. Nel carcere di Prato ci sono circa 600 detenuti.

carcere PratoDa questa mattina sono una trentina le carceri dove si sono svolte proteste da parte dei detenuti, alcuni dei quali chiedono l’amnistia a causa dell’emergenza Coronavirus. Gravi disordini si registrano nei carceri di San Vittore a Milano e di Rebibbia a Roma, dove alcuni reclusi avrebbero assaltato le infermerie. Tentativi di evasione sono stati bloccati nel carcere di Foggia e in quello palermitano dell’Ucciardone. Sei i detenuti morti, a causa di overdose dopo avere sottratto farmaci alle infermerie: tre a Modena ed altri tre a Parma, Alessandria e Verona.

Nel primo pomeriggio sarebbe iniziata una trattativa con dirigenti della polizia penitenziaria e della polizia di Stato della Dogaia, e dei reclusi. Secondo quanto appreso, gli incendi e i principi di roghi nelle celle sono stati domati, e non risultano al momento, feriti. Secondo quanto appreso, la situazione starebbe tornando sotto il controllo delle autorità.

Intanto, dall’esterno si è sentito più volte un forte rumore di tazze, contenitori ed altri oggetti battuti sulle sbarre delle celle. Su un lato del carcere è possibile notare sulle pareti esterne i segni del fumo e della fuliggine causati dagli incendi. Oltre allo schieramento di decine di poliziotti e carabinieri nelle vie esterne alla struttura, un elicottero delle forze dell’ordine sorvola più volte il penitenziario a bassa quota.

La diretta di Lorenzo Braccini

Situazione sotto controllo nel carcere fiorentino di Sollicciano, dove non ci sono stati disordini come invece è accaduto in altri penitenziari italiani. “La situazione è tranquilla”, fa sapere il direttore del carcere, Fabio Prestopino, che questa mattina ha incontrato alcuni detenuti. “Una rappresentanza di detenuti è stata informata dei provvedimenti – afferma il direttore – e si è discusso di come compensare le limitazioni che ne derivano”.

Lettera di due studentesse multate “per il decreto sicurezza”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di due giovani multate insieme ad altre 19 persone con 4.000 € di sanzione per blocco stradale, nell’ambito delle iniziative a sostegno dello sciopero alla tintoria Superlativa di Prato. Secondo il Si Cobas, il sindacato che ha organizzato la manifestazione e che ha promosso un presidio il 21 dicembre scorso, si tratta della prima applicazione a livello nazionale di una norma contenuta nel Decreto sicurezza voluto dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Caro direttore,

siamo Elena e Margherita, due ragazze di Firenze. Ogni mattina, come tutti i nostri coetanei, ci alziamo e andiamo a scuola, il pomeriggio studiamo e passiamo il tempo libero con gli amici. Siamo due ragazze normalissime, che però qualche giorno fa si sono viste recapitare a casa una multa di 4000 euro. Può immaginare la sorpresa all’apertura della busta, ma niente rispetto allo sgomento che abbiamo provato scorrendo le righe dell’ammenda. In breve siamo accusate, insieme ad altri 21 operai, di blocco stradale e grazie al Decreto Sicurezza voluto l’anno scorso da Matteo Salvini adesso verremo punite per il pericolosissimo reato di solidarietà. Sì, perché questo abbiamo fatto. La mattina del 16 ottobre abbiamo letto dell’investimento di una sindacalista davanti alla fabbrica Superlativa di Prato, i cui operai da mesi sono in sciopero perché non vengono pagati dall’azienda, e le cui vicende avevamo seguito anche in estate. Molti giornali infatti avevano parlato delle condizioni di lavoro disumane degli operai di Superlativa e delle loro semplici richieste: avere quello stipendio che mancava ormai da sette mesi. Quella mattina, dunque, abbiamo deciso di prendere il treno e andare pure noi davanti a quei cancelli, con il semplice intento di manifestare la nostra vicinanza tanto agli operai quanto alla sindacalista ferita. Non ci sembrava che chiedere il rispetto di un contratto potesse essere in un qualche modo criminale, ma le multe che sono state recapitate due mesi più tardi a noi e ad altri 21 operai questo farebbero pensare.
Ci chiediamo, quindi, come sia possibile tutto questo.
Lo scorso 30 novembre la nostra città, Firenze, è stata letteralmente invasa da un mare di quarantamila sardine e in Piazza della Repubblica, stretti come tutti gli altri, c’eravamo anche noi. Non ci piacciono le parole di odio di Salvini, e come giovani ci sentiamo doppiamente attaccati dalle sue politiche perché (e questo nessuno lo dovrebbe mai dimenticare) il Paese che vorrebbe costruire è quello che, un giorno, erediteremo noi. E allora forse quello che oggi ciascuno si dovrebbe chiedere è se l’Italia che ci volete lasciare è proprio questa, in cui due ragazze solidali con degli operai vengono multate; in cui la priorità pare essere diventata quella di impedire l’ingresso ai migranti piuttosto che mettere in campo delle politiche grazie alle quali i giovani come noi non debbano diventare loro stessi emigranti, cercando sorte migliore all’estero; e i paradossi che potremmo elencare sarebbero ancora tanti. Noi non crediamo in queste pratiche di odio cieco verso il prossimo e pensiamo che, nonostante le mille difficoltà, stia ancora ad un’istituzione come la scuola stimolare nei ragazzi e nelle ragazze di oggi quel pensiero critico di cui tanto si parla. E allora, signor direttore, non possiamo fare a meno di domandarci come sia possibile che quando abbiamo semplicemente deciso di mettere in pratica proprio quel pensiero critico ci siamo poi ritrovate con un’ammenda di 4000 euro.
In tantissimi, dicevamo, siamo scesi nelle piazze di tutta Italia per chiedere un cambiamento in questa politica, e abbiamo visto proprio moltissimi esponenti di varie forze del Parlamento spendere parole in favore di questo fenomeno “di novità”. Ma non è più tempo delle parole, gli effetti dei provvedimenti razzisti si stanno cominciando a vedere, e sta succedendo adesso: da ormai quasi quattro mesi è in carica un governo, che purtroppo però non ha ancora trovato il tempo per eliminare una legge fascista come il Decreto Sicurezza.
La nostra speranza è che questo tempo si trovi al più presto, di modo da cancellare una norma così ingiusta.
Cordiali saluti
Elena e Margherita

Intanto vi segnaliamo che Potere al Popolo comunica che è stata attivata un pagina fb, e diffuso un appello rivolto alla Prefetta di Prato Rosalba Scialla e alle istituzioni cittadine e un’assemblea pubblica che si terrà il 7 gennaio per costruire una mobilitazione il 18 gennaio. Sono le iniziative messe in campo nell’ambito della campagna “Liberi dai decreti Salvini. Prato sta con gli operai”, volta a far sì che il Prefetto ritiri le 21 multe.

Nicola Bitozzi, di Potere al popolo Prato, “le condizioni di lavoro di Superlativa non sono un’eccezione ma la normalità nel distretto, e solo grazie al Si Cobas stanno finalmente emergendo. Il prefetto Scialla due anni fa dichiarò che la sua priorità era riportare la legalità nelle attività produttive. Ora ha la possibilità di fare qualcosa di concreto, ritirando queste multe, che, comminate in base al decreto sicurezza, rischiano di soffocare un movimento di lavoratori e di ripiombare la città in condizioni di lavoro inaccettabili, nell’illegalità e nell’insicurezza. Anche il Pd, che governa la città, è silente. Finora Biffoni non si è mai visto davanti ai picchetti, né al presidio sotto la prefettura di Sabato 21 dicembre. C’eravamo solo noi di Pap. Invece di continuare a regalare soldi alle imprese il governo dovrebbe favorire e rendere effettivi i controlli, consentendo l’estensione dei diritti e di salari degni, che gioverebbero al benessere e all’economia di Prato tutta. E abolire i decreti sicurezza, visto che hanno la maggioranza parlamentare per farlo.”

Prato, 25 aprile: fischi a prefetto, pm chiede archiviazione

Il procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi ha chiesto al gip di archiviare le indagini per la contestazione contro il prefetto Rosalba Scialla e il questore Alessio Cesareo avvenuta il 25 aprile scorso.

Quel giorno, in occasione della cerimonia a Prato in piazza S.Maria delle Carceri per la Festa della Liberazione, partirono fischi e cori e furono mostrati cartelli contro prefetto e questore. Il fascicolo, secondo quanto appreso, è stato chiuso con una richiesta di archiviazione per insussistenza dei fatti.

L’indagine era stata avviata pochi giorni dopo il 25 aprile, in seguito a un’informativa della Digos inviata dalla questura alla procura.
Prefetto e questore furono contestati per aver consentito a Forza Nuova di manifestare a Prato il 23 marzo scorso, in occasione del centenario della creazione dei Fasci di combattimento. A proposito di questa manifestazione, è tuttora aperto in procura il fascicolo che vede indagato per apologia di fascismo l’ex leader di Forza Nuova a Prato Massimo Nigro: i magistrati vogliono chiarire gli aspetti organizzativi e le eventuali responsabilità. Pochi giorni fa, convocato in procura, Nigro si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Prato: questore annuncia denuncia per iscritti Anpi che hanno fischiato lui e la prefetta

Il questore di Prato Alessio Cesareo annuncia al ministero dell’Interno che la Questura denuncerà tutti quegli iscritti all’Anpi ritenuti responsabili di aver fischiato il prefetto Rosalba Scialla durante l’ultima celebrazione della Festa di Liberazione. E’ quanto riportato oggi dal Corriere Fiorentino.

Un telex «urgente» sarebbe stato firmato dallo stesso questore il 25 aprile scorso per informare il dicastero sulla contestazione avvenuta durante la celebrazione in piazza Santa Maria delle Carceri, a Prato nell’ambito del 74esimo anniversario della Liberazione, contro la prefetta Scialla in merito all’autorizzazione che concesse della manifestazione di Forza Nuova dello scorso 23 marzo. 

Quando lo speaker del cerimoniale ha fatto il suo nome alcuni presenti alle celebrazioni hanno fischiato, chiedendo le dimissioni con slogan e cori. Il “Corriere Fiorentino” riporta alcuni passaggi del telex inviato dal questore al ministero, nei quali si legge che “nel corso delle celebrazioni per la Liberazione, un gruppo di soggetti appartenenti all’Anpi ha contestato con cori e cartelli, poi acquisiti dai poliziotti, il prefetto Scialla e il questore Cesareo” e che “i cori sono consistiti nel chiedere le dimissioni del prefetto e nell’intonare alcuni canti tipici della lotta partigiana”.

Nelle ultime righe del telex si legge che la Digos e la polizia scientifica hanno fatto delle riprese “acquisendo alcuni cartelli con frasi considerate non rispondenti alla solennità della manifestazione” e che “i soggetti ritenuti responsabili di questi comportamenti, che sono in corso di identificazione, saranno segnalati all’autorità giudiziaria”.

“Credo che Prato non abbia bisogno di nuove tensioni: e questo lo dico a tutte le parti in causa. Lunedì chiederò al questore Cesareo di chiarire le ragioni giuridiche delle sue dichiarazioni”. Lo afferma il sindaco di Prato Matteo Biffoni in merito all”iniziativa del questore di Prato Alessio Cesareo, che ha deciso di denunciare i cittadini che nel corso delle celebrazioni pubbliche del 25 aprile avevano fischiato e chiesto le sue dimissioni assieme a quelle del prefetto. “Le contestazioni capitano in democrazia – sottolinea Biffoni -. Capitano alle persone pubbliche, che siano ministri, prefetti e questori. Credo che una carica con tanta responsabilità verso l”ordine pubblico e la sicurezza della terza città del centro Italia, come il nostro questore, possa affrontare senza scomporsi le emozioni di chi la pensa in modo diverso da lui”.

“Ridicola e intimidatoria”. Così, in una nota, l”Anpi di Prato definisce l”ipotesi, appresa dalla stampa, di una denuncia, da parte del questore di Prato, per i fischi rivolti al prefetto durante le celebrazioni del 25 aprile nella città toscana. “Ridicola – si spiega in una nota firmata da Angela Riviello, presidente dell’Anpi pratese – perché se si denunciassero i fischi alle iniziative pubbliche tutte le procure sarebbero intasate di lavoro. Intimidatoria perché proviene da un funzionario dello Stato che per di più rivelerebbe di aver già individuato i ”colpevoli” prima ancora di averli identificati. Considerando la pessima gestione della recente vicenda relativa alla manifestazione di Forza nuova, sarebbe una ulteriore prova di inadeguatezza. Se dovessero concretizzarsi le presunte denunce risponderemmo difendendo, l’immagine e i diritti dell’Anpi in ogni sede, nonché i cittadini, iscritti o no all’associazione, che risultassero identificati”.

“Il 25 aprile il prefetto e il questore di Prato sono stati giustamente fischiati dalla piazza per aver autorizzato poche settimane prima della Liberazione una gazzarra fascista di Forza Nuova. Oggi leggo che il questore” ha annunciato “l’intenzione di denunciare l’Anpi per quei fischi. Credo che dobbiamo chiedere al Governo che prefetta e questore vengano rimossi dall’incarico”. Lo ha detto il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, presentando oggi le candidature alle europee de La sinistra. “Anni fa – ha aggiunto Fratoianni -, in una manifestazione in cui venne contestato, Pertini coniò la frase ”libero fischio in libera piazza”. Dovremmo ricordarlo al Governo.

“Solidarietà senza se e senza ma al Questore di Prato Alessio Cesareo, uomo delle Istituzioni che difende la nostra Repubblica. Per la sua azione rispetto al 23 marzo scorso io avevo proposto anche un encomio”. È quanto dichiara il deputato pratese di Forza Italia Giorgio Silli riguardo, riferisce una nota del parlamentare, “all’azione di denuncia dei fischi e delle proteste ricevute da Prefetto e Questore in occasione delle manifestazioni pubbliche del 25 aprile”.

I deputati toscani Antonello Giacomelli e Gabriele Toccafondi presenteranno una interrogazione al ministro degli Interni sulla decisione del questore di Prato, riportata oggi dalla stampa, “di denunciare – si spiega in una nota dei due parlamentari – i cittadini che durante la cerimonia del 25 aprile hanno espresso il loro dissenso nei confronti del Prefetto di Prato e dello stesso questore “per aver consentito a Forza Nuova di celebrare il centenario del fascismo” lo scorso 23 marzo. “Il diritto di critica e di dissenso, e più in generale il diritto di manifestare, nel rispetto delle leggi, la propria opinione, è una libertà garantita dalla Costituzione e non può essere conculcata” affermano i due parlamentari che, si ricorda in una nota, “avevano già interrogato il Governo sulla illegittima schedatura dei giornalisti che sarebbe stata effettuata” il 23 marzo in occasione della manifestazione a Prato. “Ho sinceramente sperato la notizia fosse falsa. Personalmente – spiega Giacomelli – non avrei scelto né i fischi né il 25 Aprile per esprimere la mia opinione critica ma questo non mi impedisce certo di rispettare la libertà di chi ha deciso diversamente”. Per Giacomelli “c’è qualcosa, come dire, di pirandelliano nella linea d”azione del questore: tanto tollerante, accondiscendente e accomodante con Forza Nuova a cui consente di celebrare, violando la legge, il centenario del fascismo, quanto minaccioso e intimidatorio verso l’Anpi ed i cittadini che esercitano liberamente quel diritto alla critica e al dissenso che invece la Costituzione e la legge garantiscono a tutti”.

25 Aprile: tensione durante corteo Iam a Firenze, protesta contro prefetta a Prato

Qualche momento di tensione ma nessun disordine né problema di ordine pubblico stamani a Firenze, secondo quanto spiegato dalla stessa polizia, in occasione del corteo promosso dai giovani del collettivo di Iam, Iniziativa antagonista metropolitana, per il 25 aprile.

Sempre secondo quanto spiegato c’è stato qualche spintone tra una settantina di manifestanti e agenti in borghese della Digos quando i partecipanti al corteo, proveniente da piazza San Lorenzo, deviando dal percorso previsto, hanno cercato di raggiungere piazza San Firenze per poi arrivare in piazza Signora dove erano in programma le celebrazioni ufficiali per la Liberazione. La situazione è tornata in breve tempo alla
normalità. Il corteo si è poi concluso, come previsto, in piazza dei Ciompi.

“Ieri il sindaco aveva detto che avrebbe consentito la libera partecipazione ed espressione di “tutti”…tutti quelli che la pensano come lui. È vergognoso che la giornata della liberazione venga privatizzata, usata come passerella elettorale ad uso e consumo del PD.
È vero, non volevamo partecipare alle celebrazioni per applaudire il discorso del Sindaco.
Abbiamo sfidato il divieto a manifestare perché volevamo parlare anche noi. È così grave? Tutti gli anni da quel palco si fa appello a noi giovani. Quotidianamente ci dipingono come menefreghisti e disinteressati. Non è così. Se ci sono degli eredi della lotta partigiana, di chi 74 anni fa ha deciso di lottare per un mondo migliore, sono i giovani uomini e donne che ogni giorno lottano contro politiche di sfruttamento e razzismi” si legge in una nota diffusa da IAM iniziativa antagonista metropolitana.
Nel corso delle celebrazioni a Prato per il 74/o anniversario della Liberazione, in piazza Santa Maria delle Carceri, è andata in scena una protesta contro la prefetta Rosalba Scialla. Quando lo speaker ha fatto il suo nome alcuni presenti alle celebrazioni hanno fischiato, chiedendone le dimissioni con slogan e cori.
La protesta, secondo quanto hanno riferito alcuni dei manifestanti, si riferisce al comportamento della prefetta riguardo all’autorizzazione della manifestazione di Forza Nuova dello scorso 23 marzo a Prato.
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