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Rissa in p.zza dei Ciompi, Di Giorgi (PD): “A Salvini dico: la campagna elettorale è finita, mandi in città gli agenti richiesti”
Dichiarazione di Rosa Maria Di Giorgi, parlamentare del Partito Democratico. “Come avevamo previsto il decreto ‘sicurezza’ rischia di creare ulteriori problemi alle amministrazioni locali”
“Le immagini dell’inseguimento e della rissa in Piazza dei Ciompi, in pieno centro, a due passi dal Duomo, è quanto di peggio ci potessimo augurare per la nostra città, perché restituisce una sensazione di insicurezza e di paura che lascia scioccati. Tanto più se consideriamo che i fatti si sono svolti in orario serale, mettendo a rischio la vita di tante persone che stavano tornando a casa o si intrattenevano nei locali della zona. Non possiamo più tollerare che accadano cose del genere” afferma Di Giorgi.
“Sarebbe bene che il Ministro degli Interni, cui nel nostro ordinamento compete la responsabilità della gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico, mantenesse gli impegni presi settimane fa, dotando la città di un dispositivo di forze dell’ordine all’altezza delle esigenze, come più volte richiesto dagli amministratori locali” sottolinea Di Giorgi.
“ Abbiamo come l’impressione che, impegnato in una perenne campagna elettorale, Salvini sia molto preso dalle promesse dimenticando le responsabilità che il Governo del paese comporta. E’ giunto dunque il momento di richiamarlo alle sue responsabilità, ricordandogli che da 10 mesi non è più all’opposizione, ma siede al Viminale e coordina uno dei settori strategici del nostro Paese” conclude la parlamentare Pd.
Peretola, Di Giorgi (PD): hanno vinto le buone ragioni
La deputata Dem esprime soddisfazione per l’esito della conferenza dei servizi. “La sinergia tra le forze del territorio ha sventato il maldestro tentativo di far saltare l’opera”
Di Giorgi (PD): Ciao Silvano. E grazie di tutto
Messaggio dell’On Rosa Maria di Giorgi, in ricordo del Partigiano Silvano Sarti, scomparso oggi
Con Silvano Sarti scompare un uomo straordinario, che le parole non bastano a contenere. Un uomo di grandissima energia, un trascinatore di folle, dotato di una grande lucidità di pensiero che sapeva naturalmente esprimere con concetti semplici ed allo stesso tempo profondissimi. Una persona di estremo rigore morale che con entusiasmo ha testimoniato fino all’ultimo i valori della lotta di Liberazione contro il nazifascismo che lo vide protagonista, e che furono poi trascritti mirabilmente nella nostra Carta Costituzionale, cui lui faceva sempre riferimento.
Silvano era il simbolo stesso del movimento partigiano fiorentino. Di lui ricordo le tante iniziative pubbliche, quelle fatte nelle scuole quando ero assessore alla pubblica istruzione del comune. E il garbo con cui mi chiamava ‘Rosellina’ spronandomi ad impegnarmi perché i valori della democrazia e dell’antifascismo fossero sempre affermati nelle Istituzioni come nella vita civile. L’ho sentito l’ultima volta due mesi fa: lo stesso tono di voce fermo con cui immancabilmente conquistava l’attenzione del pubblico, chiunque fosse ad ascoltarlo. Anche in quell’occasione mi disse di non mollare, in questo momento così difficile per il nostro Paese Di serrare le fila dell’opposizione contro i pericoli di una deriva autoritaria che lui intravvedeva chiaramente. Era preoccupato dall’incapacità di far fronte comune contro gli avversari.
Mi diceva sempre:” l’unità costa, ma sapessi quanto costa di più la divisione” e citava ad esempio quello che fu fatto con il CNL, quando tutte le differenze delle forze antifasciste furono messe in disparte in vista della lotta contro il nemico comune per la liberazione del Paese .
Silvano lascerà un vuoto profondo: da oggi siamo tutti più soli. Lui però aveva una grande speranza nei giovani, e proprio per questo dobbiamo credere fermamente che le nuove generazioni, con il nostro aiuto, sapranno raccogliere il testimone di quello straordinario manipolo di eroi che, giovanissimi, combatterono per la libertà e la democrazia nel nostro Paese.
Manifesto Calenda: Nardella e Di Giorgi, per Europa più unita
“Di fronte a una crisi europea la soluzione non è sfasciare l’Europa e neanche difenderla così com’è ma, rilanciarla e costruirla più unita e più forte. Un appello del genere se può servire a questo scopo, ad unire e a guardare all’Europa con intelligenza e con voglia di cambiamento, vale la pena che sia sostenuto”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, a margine di un evento su Giorgio La Pira, in merito al manifesto lanciato da Carlo Calenda per una lista unica delle forze civiche e politiche europeiste alle prossime elezioni europee.
“Io da quando sono sindaco ho sempre lavorato per l’unità – ha aggiunto Nardella -, mi dispiace invece che a sinistra prevalga un sentimento di divisione e di distinzione a tutti i costi. Gli elettori sono un po’ stufi di vedere la politica divisa, soprattutto gli elettori nostri, gli elettori democratici”. In questo senso, per Nardella “l’Europa può essere una grande occasione. Noi non dobbiamo difendere l”Europa così com”è, questo sarebbe un grave errore, però, dobbiamo anche respingere l”aggressione dei sovranisti che vogliono smantellare l’Europa senza proporre alcuna alternativa. Noi dobbiamo avere un”idea nuova di Europa”.
Secondo il sindaco i cittadini vogliono “un’Europa più unita, ad esempio nel campo della difesa, nel campo del fisco, ma anche nel campo del lavoro. Quello che è successo agli operai della Bekaert, a cui è arrivata una lettera di licenziamento prima di Natale, è grave – ha sostenuto Nardella – anche perché la proprietà di questa grande azienda di Figline ha spostato tutto in Romania, un altro Paese europeo, per il semplice fatto che lì il lavoro costa meno e le tasse sono più basse. Ecco, io voglio un’Europa che tuteli tutti, a cominciare dai lavoratori, perché le regole devono essere uguali”.
Amministrative Firenze, Di Giorgi (PD): alla sinistra dico “perché farsi del male?”
La deputata Dem lancia un appello alle forze di sinistra ‘orfane’ del candidato sindaco dopo che Andrea Magherini ha declinato l’invito. “Con molti esponenti della sinistra abbiamo governato insieme a Firenze anche recentemente, le distanze si possono appianare con la discussione politica”.