Di Giorgi (IV), celebrare il 25 aprile non è retorica ma fedeltà ai valori democratici

“Domani è il giorno della Festa della Liberazione e io sarò come sempre convintamente in piazza a celebrare una ricorrenza che non è mai retorica, ma la testimonianza dell’impegno civico che tutti noi dobbiamo mettere per affermare i valori della  Costituzione” dice Di Giorgi

“Domani è il giorno della Festa della Liberazione e io sarò come sempre convintamente in piazza a celebrare una ricorrenza che non è mai retorica, ma la testimonianza dell’impegno civico che tutti noi dobbiamo mettere per affermare i valori di quella Costituzione che è il lascito più importante della lotta al nazifascismo espressa durante al Resistenza. Un frutto che ebbe tante radici: dalla tradizione cattolica a quella scolastica a quella comunista fino a quella repubblicana e liberale”. Così Rosa Maria Di Giorgi, ex vicepresidente del Senato candidata Iv alle europee nel collegio Italia centrale.

“Le forze migliori del nostro Paese si unirono per risollevare il nostro Paese dalle macerie del Regime e dall’abominio delle leggi razziali – aggiunge  Di Giorgi in una nota -. Celebrare la Liberazione significa ricordare che prima del ’45 le donne non votavano, che non esisteva una Carta Costituzionale e che il Fascismo aveva abolito tutte le libertà, che non c’era suffragio universale, e che l’Italia era una monarchia dittatoriale, la libertà di stampa era stata abolita, e gli oppositori venivano o eliminati o messi a tacere in carcere. Questo non dobbiamo mai dimenticarlo, ed è per questo che è giusto e necessario festeggiare il 25 aprile come data fondativa della nostra repubblica democratica”.

Renzi “a Firenze il Pd rinnega le primarie”. E lancia Saccardi

“Sabato racconteremo con Stefania Saccardi perché noi la pensiamo in un altro modo” dice l’ex Rottamatore. Gli fa eco l’ex vicepresidente del Senato On.Di Giorgi, ora nella direzione nazionale di Italia Viva,  che sottolinea “con  ‘no’ a primarie Pd sceglie  strada chiusura autoreferenziale

La scelta di non fare le primarie e di lanciare subito in lizza Sara Funaro non è piaciuta ad italia viva. ”A Firenze il Pd rinnega le primarie. E sceglie la candidatura alleandosi con la sinistra radicale: sarà interessante leggere il programma sull’aeroporto, sullo stadio, sui servizi pubblici. Sabato con Stefania sacrari racconteremo con perché noi la pensiamo in un altro modo. Ma proprio in un altro modo. Abbiamo scelto di fare la conferenza stampa in un luogo di libertà: le Murate. Ci vediamo sabato, inizia una sfida fantastica” scrive su X il leader di Iv Matteo Renzi.

Gli fa eco l’ex vicepresidente del Senato On. Rosa Maria Di Giorgi, ora nella direzione nazionale di Italia Viva, che in un comunicato sottolinea “il Pd dice no alle primarie e decide di scegliere il candidato sindaco con una consultazione interna, In contraddizione assoluta con i principi statutari del Pd. Una chiusura che mai si era vista in città e che forse non avremmo immaginato in questa forma”

“ A maggio avevo chiesto le primarie – prosegue Di Giorgi-  ma ci fu un’alzata di scudi sproporzionata contro di me. Guai a interferire in un percorso già tracciato e che infatti si è concluso ieri sera sul nome predefinito da mesi e mesi. Ho capito subito che non c’era alcuna intenzione di cambiare ciò che era stato deciso da pochi. I dirigenti Pd me lo dissero chiaramente. Ho sperato che cambiassero idea, vista la richiesta diffusa di primarie in città o cmq di un percorso condiviso dalla coalizione. Nelle settimane successive, dalle fila di Italia Viva, ho seguito il cammino di Cecilia Del Re nella sua richiesta legittima. Niente da fare. Hanno scelto un candidato in solitudine” .

“Adesso cambierà il quadro politico. Si è scelto di non percorrere un cammino di partecipazione, di democrazia e di apertura alla città e alle idee di tutti. Una paura ossessiva delle primarie, ma non solo, anche la paura di aprire a un candidato condiviso dalla coalizione. La tempesta perfetta. Davvero un’occasione persa per il centrosinistra” conclude Di Giorgi

Musica, a Firenze nasce l’associazione Amici del Cherubini, a sostegno del Conservatorio

Obiettivo è valorizzare l’attività del conservatorio per l’alta formazione professionale dei giovani musicisti supportando eventuali esigenze non curriculari, aiutando gli studenti con borse di studio, promuovendo la conoscenza della musica a partire dalla scuola elementare, incentivando la formazione e l’educazione musicale.

Un’associazione a sostegno del conservatorio di Firenze: è ‘Amici del conservatorio Luigi Cherubini‘, presentata oggi. Obiettivo è valorizzare l’attività del conservatorio per l’alta formazione professionale dei giovani musicisti supportando eventuali esigenze non curriculari, aiutando gli studenti con borse di studio, promuovendo la conoscenza della musica a partire dalla scuola elementare, incentivando la formazione e l’educazione musicale.

L’attività sarà rivolta all’organizzazione di concerti, conferenze, convegni al fine di avvicinare il pubblico alla cultura musicale, raffinare il gusto e la capacità d’interpretazione e godimento dell’esperienza musicale. Tra i presupposti che hanno portato alla nascita dell’associazione, è stato spiegato, anche la consapevolezza che il messaggio veicolato dalla musica possa sensibilmente contribuire all’armonia collettiva.

Spiega la presidente degli Amici del Conservatorio  Cherubini, Antonia Ida Fontana: “Ci siamo uniti per promuovere la diffusione della musica nella nostra città; per questo intendiamo da una parte offrire supporto di tipo pratico al conservatorio Cherubini e dall’altra valorizzare gli studenti, ai quali intendiamo assegnare premi, borse di studio e sostegno per partecipare ai concorsi e incentivi in grado di contribuire alla loro formazione professionale”.

“Una grande gioia poter essere la madrina, in qualità di Presidente del Conservatorio, di
questa associazione che viene presentata oggi. Tanti amici, tanti appassionati, tanti fiorentini che
vogliono seguire e valorizzare le attività del ‘proprio’ conservatorio e dei nostri studenti. La
musica, con le sue grandi istituzioni, a partire dal Maggio, è parte fondante della cultura fiorentina. Credo che questa associazione favorirà ulteriormente la diffusione della cultura
musicale in città, anche attraverso l’impegno all’interno delle scuole fiorentine” dichiara Rosa Maria Di Giorgi, presidente del conservatorio.

Per Giovanni Pucciarmati, direttore del Cherubini, “con la costituzione dell’associazione continua il percorso di sviluppo del progetto del Cherubini. Un’organizzazione dedicata a sostenere i talentuosi studenti della nostra comunità che lavorano instancabilmente per eccellere nell’arte della musica”.

Di Giorgi (IV): dal Pd reazioni scomposte, evidentemente ho toccato un nervo scoperto

L’ex presidente del Senato recentemente uscita dal Pd per entrare in IV risponde alle critiche. ” Il mio malessere, non solo di cattolica, nei confronti della linea politica del PD risale a tempi non sospetti, addirittura ad un periodo anteriore alle scorse elezioni politiche, come da comunicazioni ufficiali che si possono rintracciare tranquillamente anche in rete”

“Sono bastate 24 ore per trasformare le reazioni dei vertici fiorentini del Partito Democratico alla mia decisione di uscire dal PD e di entrare in Italia Viva. I toni gentili e rispettosi di una scelta dei primi minuti si sono trasformati immediatamente in attacchi scomposti, per non dire sguaiati, che offendono non tanto la mia vita politica e personale, la cui coerenza è sotto gli occhi di tutti, quanto piuttosto il buonsenso e la lucidità, doti che un politico dovrebbe sempre tenere in gran conto” lo afferma l’On. Rosa Maria Di Giorgi, ex vicepresidente del Senato.

“Innanzitutto vorrei rinfrescare la memoria di chi mi attacca, ricordando loro che il mio malessere, non solo di cattolica, nei confronti della linea politica del PD risale a tempi non sospetti, addirittura ad un periodo anteriore alle scorse elezioni politiche, come da comunicazioni ufficiali che si possono rintracciare tranquillamente anche in rete” precisa di Giorgi. Che aggiunge “i miei detrattori dovrebbero poi ricordare che la mia decisione di correre in primarie per la carica di sindaco, una decisione politica e non personale, data non due giorni fa, come in maniera maldestra continuano a sostenere, ma a maggio, quindi ben 4 mesi (120 giorni) fa”.

“ Cosa è successo in questi mesi? Da una parte niente, dall’altra troppo. Niente perché di quella apertura al dibattito che io avevo chiesto non si è vista nemmeno una traccia. Anzi abbiamo letto commenti ispirati alla sufficienza ed all’autoreferenzialità, anche talvolta offensiva. Troppo perché la linea politica dell’attuale gruppo dirigente del Pd, come l’ultimo caso relativo alla quotazione in borsa della Multiutility dimostra in maniera lampante, si è fatta ancor più ondivaga, incomprensibile e soprattutto si è trascinata lontano anni luce dalla dimensione riformista cui io appartengo” prosegue Di Giorgi.

“E ancora, questo insistere sulla “strumentalizzazione” da parte mia del mondo cattolico per dire che il PD si occupa della vita vera, del lavoro, del salario, e che invece pochi esaltati, minoritari, di cui io sarei un esempio, si occupano di inizio vita, ossia “utero in affitto”, e “fine vita”. È così che si vorrebbe grossolanamente ed in maniera maldestra liquidare il tema dell’allontanamento di tanti cattolici dal PD, con una leggerezza che trovo sorprendente”.

“Mi sono chiesta in questi mesi perché tanta rabbia, tanta opposizione diffusa alla mia richiesta di primarie, ribadisco, solo richiesta di primarie, da parte del Pd fiorentino a vocazione Schlein e da parte del sindaco in carica. Le reazioni di questi giorni mi confermano che probabilmente sono proprio i temi politici ed estremamente concreti sul modello di amministrazione sviluppo della città che pongo da sempre a mettere in imbarazzo una dirigenza che ha scelto, per altro legittimamente, altre strade” sottolinea l’ex vicepresidente del Senato.

Che precisa “da ciò l’impraticabilità della mia richiesta di aprire il percorso della candidatura a sindaco. Perché probabilmente non si vuole un candidato autonomo, non dipendente dalla politica, (per il fatto che ho un lavoro) e quindi un po’ distante dai modelli che evidentemente si hanno in mente. “

“Queste reazioni scomposte, superficiali e liquidatorie mi confermano nella scelta compiuta. Si facciano qualche domanda in più. Abbandonino questa loro arroganza. Si pongano con maggiore umiltà nei confronti dei fiorentini. E soprattutto si rispettino le persone. Perfino in politica si può fare, e anche di questo si accorgono i cittadini” conclude Di Giorgi.

 

Politica, Di Giorgi (PD): Chi ha paura delle primarie?

L’ex  vicepresidente del Senato  Rosa Maria Di Giorgi:” La stagione che si apre ha bisogno di credibilità, competenza, onestà e dedizione. Usiamo al meglio le nostre risorse, non chiudiamo a riccio il partito e non pieghiamo uno dei nostri tratti distintivi, ossia le primarie, agli interessi o ai capricci di dirigenti più o meno qualificati.

“Leggo che vari dirigenti del Pd fiorentino, anche ad alto livello, definiscono “fantasiose” le candidature in campo per  sindaco di Firenze, relegano le primarie che da più parti si chiedono a un esercizio inutile, e addirittura  parlano di primarie  “anarchiche”. Insomma un insieme di termini sprezzanti che poco hanno a che fare con la storia del Pd e con le recenti primarie che, molto partecipate, hanno visto la vittoria di Ely Schlein. Ci si chiede che cosa stia succedendo nel partito alla vigilia di un appuntamento così importante come le amministrative dell’anno prossimo. Vogliamo tornare alle segrete stanze?” lo scrive l’ex vicepresidente del Senato  Rosa Maria Di Giorgi.

“Vogliamo evitare una prova di democrazia che altri partiti ci invidiavano? Abbiamo nostalgia di metodi che in molti ritenevamo ormai superati? Insomma chi ha paura delle primarie? Chi è che teme la discussione aperta sul futuro della città, sui programmi, sulle alleanze? ” chiede ancora Di Giorgi. Che aggiunge “le primarie servono a dare identità ai progetti e alle persone che hanno idee sulla città e che vogliono proporle agli elettori in una competizione leale e franca che dia spazio a movimenti e associazioni, a tutti coloro che credono che la nostra città possa svilupparsi, essere sempre più vivibile e piena di energia”.
“Per questo mesi fa ho rotto gli indugi e ho chiesto un confronto aperto e schietto al mio partito per la scelta del candidato, mettendomi per prima a disposizione, come altri a seguire, per questo percorso. Alla luce del sole, senza stanze segrete, senza accordi fra correnti ed equilibrismi che non sono più comprensibili per i cittadini” sottolinea l’ex vicepresidente del Senato. Che conclude “la stagione che si apre ha bisogno di credibilità, competenza, onestà e dedizione. Usiamo al meglio le nostre risorse, non chiudiamo a riccio il partito e non pieghiamo uno dei nostri tratti distintivi, ossia le primarie, agli interessi o ai capricci di dirigenti più o meno qualificati”.

Celebrazioni pucciniane, Di Giorgi lascia comitato scientifico. Bufera su Veronesi che si candida per FDI in Lombardia

L’on. Rosa Maria Di Giorgi, presidente del conservatorio Cherubini di Firenze, si è dimessa dal comitato scientifico del Comitato per le celebrazioni pucciniane. Lo annuncia lei stessa con una nota motivando la scelta con “valutazioni personali concernenti l’organizzazione dei lavori del Comitato”. Intanto il sindaco Viareggio, Del Ghingaro, dopo la conferma della candidatura del presidente Alberto Veronesi per FDI in Lombardia

“Le dimissioni del tesoriere e di altri componenti del comitato, in aggiunta alla mancanza di un project manager che possa supportare l’azione della presidenza, con il compito di dare seguito alle proposte del Comitato scientifico e per seguirne l’eventuale realizzazione mi inducono a ritenere che non ci siano le condizioni, al momento, per poter svolgere un proficuo lavoro” dice Di Giorgi .

“Tengo infine a precisare – conclude riguardo alla candidatura con Fdi del presidente del Comitato, Alberto Veronesi, per la Regione Lombardia – che le mie sono valutazioni che riguardano esclusivamente la gestione delle Celebrazioni e che non hanno nulla a che fare con le scelte politiche del presidente verso le quali nutro il massimo rispetto, come sempre in questi casi”.

Il Comitato, che gode di fondi pubblici, è stato insediato per organizzare le celebrazioni verso il centenario della morte di Puccini che ricade nel 2024.  il sindaco di Viareggio (Lucca), Giorgio Del Ghingaro, critica apertamente  invece la decisione  di Veronesi e in un post su Fb pone dubbi sull’opportunità di proseguire nel ruolo di presidente del Comitato delle Celebrazioni Pucciniane.

Del Ghingaro, ricordando che Veronesi era stato nominato dall’ex premier Mario Draghi al vertice del Comitato, scrive che il maestro “deve, prima di ogni cosa, essere sopra le parti” pertanto “non condivido la sua scelta di candidarsi, in qualsiasi partito abbia deciso di farlo, alle elezioni regionali in Lombardia. Questo sua decisione, ancorché libera e legittima mi appare, nella sua attuale veste di presidente di un Comitato così altamente istituzionale, inopportuna e portatrice di inevitabili divisioni che potranno solo complicare e rallentare i lavori dell’organismo già complesso da gestire”. “Gli auguro – aggiunge – tutta la miglior fortuna in questa sua nuova avventura e al contempo spero voglia ripensare il suo ruolo nel Comitato Pucciniano, per non creare difficoltà e imbarazzi nelle diverse componenti. Tutto e il contrario di tutto nella vita non si può fare, ogni tanto bisogna scegliere”. “Ad Alberto voglio bene, è acuto, simpaticissimo, piacevole e capace di esprimere una professionalità a volte travolgente”, ma, sottolinea Del Ghingaro, “dirigere un’orchestra di grandi professionisti, però, non è uguale a coordinare una ventina di interlocutori appassionati, portatori di vari interessi, collocati in diverse maniere a livello accademico, sociale e istituzionale, che un decreto ha unito in un organismo nel nome di Puccini, con un obiettivo chiaro: celebrarlo. Chi è a capo di un consesso del genere deve avere la disponibilità all’ascolto e alla condivisione, deve condurre verso una meta prestigiosa una macchina molto sofisticata e costosa, senza permettersi frenate e sbandate. Deve, prima di ogni cosa, essere sopra le parti, per confermare a tutti di essere garantiti nel loro lavoro complicato di portatori d’interesse”.

Prima di Del Ghingaro era intervenuto il sindaco di Pescaglia, altro luogo caro al musicista Giacomo Puccini (1858-1924) insieme alla città di Lucca.

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