Multe, Firenze top in Italia per contravvenzioni da autovelox

Gli incassi da multe nel 2022 in Italia sono cresciuti del 37% a 547 milioni. Al comando della classifica c’è Milano. Firenze è prima  nella graduatoria relativa agli autovelox, con un incasso pari a 23,2 milioni di euro nel 2022.

Terza in Italia, ma prima per gli autovelox: Firenze si conferma tra le regine delle multe in Italia. A renderlo noto il Codacons, che ha elaborato i dati della rendicontazione ufficiale che entro il 31 maggio di ogni anno gli enti locali devono fornire al governo per essere poi pubblicati sulla piattaforma web del ministero dell’Interno. Un trend in costante aumento: nel nostro Paese gli incassi da multe nel 2022 sono cresciuti del 37% a 547 milioni.

Al vertice della classifica si conferma  Milano con  oltre 151,5 milioni di euro di incassi incamerati nel 2022.    Al secondo posto si piazza Roma, con 133 milioni di euro, e molto più distaccate si trovano Firenze (46 milioni di euro), Bologna (43 milioni) e Torino (40 milioni circa).

Considerate le principali 20 città italiane, i proventi delle multe stradali hanno raggiunto nel 2022 la ragguardevole cifra di 547 milioni di euro, con una crescita del 37,4% rispetto al 2021, quando le stesse città prese in esame dal Codacons incassarono in totale 398 milioni di euro.

Firenze è la regina italiana degli autovelox, con un incasso pari a 23,2 milioni di euro nel 202. Seguono Milano con 12,9 milioni di multe tramite autovelox, e Genova con 10,7 milioni. A Napoli le multe inflitte dagli autovelox hanno garantito proventi per appena 18.700 euro”. Potenza è invece la città che ha visto crescere di più gli incassi, passando da 1,1 milioni di euro del 2021 ai 3,7 milioni dello scorso anno, con un incremento del 224%. Per aiutare i cittadini italiani a contestare le multe ingiuste, il Codacons ha organizzato per il prossimo 12 giugno un webinar dove legali ed esperti del settore forniranno informazioni agli automobilisti sanzionati.

Anno 2022, nuovo record per il riscaldamento dell’Oceano

Roma, l’anno 2023 si apre con la notizia di un nuovo record relativo al riscaldamento dell’Oceano accompagnato da un aumento della stratificazione e dalla variazione di salinità delle acque che prefigurano quale sarà il futuro del mare in un clima in continuo riscaldamento.

Secondo lo studio Another year of record heat for the oceans, pubblicato sulla rivista Advances in Atmospheric Science, nel 2022, per il settimo anno consecutivo, il contenuto termico delle acque dell’oceano ha segnato un nuovo record.

L’articolo firmato da un team internazionale di 24 ricercatori di 16 istituti, tra cui Simona Simoncelli dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e Franco Reseghetti dell’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) analizza osservazioni, dagli anni ’50 a oggi, appartenenti a due dataset internazionali: il primo dell’Institute of Atmospheric Physics (IAP) della Chinese Academy of Sciences (CAS), il secondo del National Centers for Environmental Information (NCEI) della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). “I dataset, IAP e NCEI, sono consistenti ed entrambi mostrano un valore record di calore accumulato nei primi 2000 m di profondità dell’oceano nel 2022”, commenta Tim Boyer della NCEI/NOAA.

Nello specifico, il contenuto di calore dell’oceano (OHC, Ocean Heat Content) stimato nel 2022 tra la superficie e i 2000m di profondità, è aumentato di circa 10 Zetta Joule  (ZJ), rispetto al valore record raggiunto nel 2021, equivalenti a circa 100 volte la produzione mondiale di elettricità nel 2021, circa 325 volte quella della Cina, 634 volte quella degli Stati Uniti e poco meno di 9.700 volte quella dell’Italia. Per dare un’idea della enormità del valore di energia accumulato, 10 ZJ di calore possono mantenere in ebollizione 700 milioni di bollitori da 1,5 litri di acqua per tutta la durata dell’anno.

Il professor Lijing Cheng dell’Accademia Cinese delle Scienze, nonché primo autore del lavoro, ha così commentato questi risultati: “Il riscaldamento globale dell’oceano continua e si manifesta sia con nuovi record del contenuto termico delle acque ma anche con nuovi valori estremi per la salinità. Le aree già salate diventano ancora più salate mentre le zone con acque più dolci diventano ancora meno salate: c’è un continuo aumento dell’intensità del ciclo idrologico”.

Tre indicatori chiave del cambiamento climatico relativi all’oceano confermano il continuo aumento della temperatura in abbinamento a livelli sempre più elevati di salinità e all’aumento della sua stratificazione, ovvero la separazione dell’acqua in strati che può ridurre fino ad annullare il rimescolamento gli scambi tra la superficie e le zone più profonde.

I dati del 2022 confermano che tutti questi fenomeni continuano su scala globale anche se non in modo omogeneo nei vari bacini. Tra le tante conseguenze, l’aumento della salinità e della stratificazione dell’Oceano può alterare il modo in cui il calore, il carbonio e l’ossigeno vengono scambiati tra l’oceano e l’atmosfera. Questo è un fattore che può causare la deossigenazione all’interno della colonna d’acqua che suscita forte preoccupazione, non solo per la vita e gli ecosistemi marini, ma anche per gli esseri umani e gli ecosistemi terrestri.

Tutto ciò contribuisce a ridurre la biodiversità marina, inducendo ad esempio specie ittiche importanti a spostarsi, provocando situazioni critiche nelle comunità dipendenti dalla pesca e la loro economia, originando quindi un effetto a catena sul modo in cui le popolazioni interagiscono con il proprio ambiente circostante.

Al tempo stesso, anomalie a livello meteorologico sono state ben evidenti nel 2022, che sarà ricordato per le ripetute ondate di calore in particolare nell’Europa occidentale con nuovi record di temperature atmosferiche in molti periodi dell’anno combinate ad una significativa riduzione delle precipitazioni. La conseguente siccità in queste aree ha influito negativamente non solo sulle attività agricole ma anche sulla qualità della vita delle persone (per gli elevati consumi energetici per la climatizzazione e per la produzione dell’energia elettrica stessa), aumentando anche il rischio di incendi. In altre aree si sono verificate invece alluvioni spesso sostenute dall’incremento di evaporazione nei mari più caldi. Tutto questo contribuisce a modificare il ciclo idrologico, rimarcando il ruolo interattivo che rivestono gli oceani.

Quanto al Mediterraneo si conferma il bacino che si scalda più velocemente tra quelli analizzati nello studio ma il contenuto di calore nel 2022 si attesta allo stesso livello del 2021 secondo le stime dello IAP-CAS (Institute of Atmospheric Physics, Chinese Academy of Sciences). I dati del modello di rianalisi del Mediterraneo prodotti e distribuiti dal servizio marino europeo Copernicus indicano invece una sua diminuzione rispetto al 2021. Tali differenze possono attribuirsi alle diverse tecniche di elaborazione dei dati e alla loro distribuzione spazio-temporale. Variazioni di breve periodo (inter-annuali) sono comunque parte caratteristica del sistema ed ulteriori approfondimenti sono attualmente in corso.

Morta Elena Gianini Belotti, autrice di ‘Dalla parte delle bambine’

Roma, Elena Gianini Belotti, l’autrice del più celebre libro che ha animato la coscienza femminista non solo in Italia, ‘Dalla parte delle bambine’ (Feltrinelli, 1973), scomparsa ieri all’età di 93 anni, ha ripubblicato lo scorso anno il suo primo romanzo, ‘Il fiore dell’ibisco’ (Rizzzoli, 1985).

“Perché le bambine e i bambini non possono fare le stesse cose? Perché questa differenza? – si legge in una biografia di Elena Gianini Belotti pubblicata sul sito web http://www.enciclopediadelledonne.it/ – Elena Gianini Belotti si poneva queste domande sin da piccola, vivendo come una terribile ingiustizia le limitazioni dovute alla sua appartenenza al genere femminile”.

“Il suo nome è legato al saggio ‘Dalla parte delle bambine’ che tante donne hanno letto ed apprezzato e che è stato un testo importante per le battaglie femministe. La prima edizione vede la luce nel 1973 e né l’autrice né la casa editrice immaginavano il grande successo che il libro avrebbe riscosso”.

“In Dalla parte delle bambine Elena espone la sua tesi secondo la quale la differenza caratteriale tra maschi e femmine non è innata, ma è frutto dei condizionamenti culturali che si subiscono sin dai primi anni di vita: ‘la bambina vivace ed esuberante non rientra negli stereotipi’, si deve quindi intervenire ‘femminilizzando’ questa sua caratteristica”.

“Il maschio spacca tutto è accettato, la femmina no. – si legge in ‘Dalla parte delle bambine’ – La sua aggressività, la sua curiosità, la sua vitalità spaventano e così vengono messe in atto tutte le tecniche possibili per indurla a modificare il suo comportamento”.

E ancora: “I movimenti del corpo, i gesti, la mimica, il pianto, il riso sono pressoché identici nei due sessi all’età di un anno o poco più mentre cominciano in seguito a diversificarsi… a quest’età sono aggressivi maschi e femmine. […] Mentre più tardi l’aggressività del bambino continuerà ad essere diretta verso gli altri, la bambina diventerà auto aggressiva per aderire al modello che la società impone e che le vuole incanalate verso la debolezza, la passività, la civetteria”.

L’ultimo suo romanzo Onda lunga è del 2013: la protagonista, una signora avanti con gli anni, continua a vivere le sue esperienze considerando la terza età una risorsa. Il confronto tra il presente ed il passato a volte fa vacillare le certezze di un tempo ma vi è sempre una reazione che sprigiona voglia di vivere in situazioni che a volte risultano tragicomiche ma che vengono affrontate con sensibile consapevolezza, ironia e spirito critico.

Omicidio Ciatti, al via il processo, per il Pm: “Si deve fare in Italia”

Si apre oggi il processo per l’omicidio di Niccolò Ciatti, avvenuta nella notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017 a Lloret de Mar. Il pm della Procura di Roma, Erminio Amelio, ha affermato che il processo a carico del cittadino ceceno Rassoul Bissoultanov, “si deve fare in Italia”.

Il nodo della giurisdizione è stato al centro della prima udienza del processo sull’omicidio di Niccolò Ciatti, il ventenne toscano ucciso nel corso di un pestaggio in una discoteca in Spagna. Secondo il  pm Amelio, che ha parlato in apertura di udienza, il processo, si deve fare in Italia “perché ci sono tutte le condizioni per dare giustizia a Ciatti, ucciso con inaudita violenza. E’ un processo che dobbiamo allo Stato, a Niccolò e alla sua famiglia”.

Bissoultanov, accusato dell’omicidio di Niccolò Ciatti, era stato estradato nel nostro Paese dalla Germania ma dal 22 dicembre scorso è tornato libero dopo che i giudici hanno accolto una istanza dei difensori su un difetto di procedura. Per il rappresentante dell’accusa “l’Italia ha la giurisdizione e non siamo in presenza di un arresto illegittimo: non siamo andati a prendere Bissoultanov di notte, ci è stato dato legalmente dalla Germania ed era legittimamente in Italia. Altro che sequestro di persona, come sostiene la difesa. L’elezione di domicilio c’è e il processo si può celebrare”.

La questione della giurisdizione è stata sollevata ai giudici della Corte d’Assise dai difensori dell’imputato. Bissoultanov “non vuole sottrarsi al processo”, hanno detto i penalisti aggiungendo che oggi l’uomo si troverebbe in Spagna, “Paese dove è successo il fatto e che si è vista sottrarre la giurisdizione. Il processo lì sarebbe iniziato se non fosse stato arrestato ed estradato in Italia”. I giudici hanno aggiornato il procedimento al prossimo 17 marzo quando scioglieranno la riserva sulla eccezione.

“Speriamo di non avere ulteriori sorprese. Siamo fiduciosi che si possa dare giustizia a Niccolò'”, ha detto Luigi, padre di Niccolò Ciatti. Il procedimento si svolge davanti ai giudici della prima corte d’assise della Capitale. Roma è competente in quanto si tratta di cittadino italiano ucciso all’estero.

Tni Italia, tornano in piazza i ristoratori. Domani presidio a Roma

Tornano in piazza i ristoratori toscani assieme a Tni Italia, con un presidio previsto per domani 12 gennaio in Piazza Santi Apostoli a Roma.

L’introduzione del super green pass per entrare nei ristoranti e la proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo 2022 crea ancora molti disagi a chi lavora nel mondo della ristorazione. Per questo, domani, fa sapere Tni Italia (Tutela Nazionale Imprese) in una nota, manifesterà a Roma per chiedere misure urgenti.

Prima della partenza per Roma, domani mattina alle 8,30, una delegazione di ristoratori fiorentini consegnerà al sindaco Dario Nardella, le scatole di cartone contenenti le lettere di licenziamento.

“Alberghi e ristoranti vuoti nel primo giorno di super green pass. Non mancano solo i non vaccinati, mancano i turisti e moltissime sono le famiglie bloccate a casa tra isolamenti e quarantene”. Inizia così la nota di Tni Italia la quale stima che “mediamente da oggi le imprese della ricettività e della ristorazione perderanno una nuova fetta del loro fatturato: un -20 per cento ulteriore che si va a sommare al -40 per cento perso da Natale in poi”.

“Stiamo affrontando, di fatto, un nuovo lockdown e senza aiuti inizieranno a chiudere le aziende e fioccheranno i licenziamenti. Solo i nostri associati hanno dichiarato 10mila esuberi. Siamo al disastro economico. Per questo – annuncia Raffaele Madeo, presidente di Tni Italia – torneremo con una delegazione a Roma, per un presidio”, domani a partire dalle 12, in piazza dei Santi Apostoli.

Sempre per Madeo “il Governo deve intervenire con misure urgenti. Porteremo in piazza i 10mila licenziamenti. Per noi fare sindacato vuol dire anche fermare ogni deputato e senatore per spiegare loro i problemi delle nostre imprese. Ed è quello che faremo”.

Le priorità per Tni Italia sono tre: cassa integrazione Covid, credito d’imposta per quegli imprenditori che hanno i locali in affitto e la moratoria sui finanziamenti. Visto l’alto numero di contagi – spiega Tni -, anche altre città si stanno organizzando per fare presidi e manifestazioni locali”, intanto domani, prima della partenza per Roma, “alle 8.30, una delegazione di ristoratori fiorentini consegnerà le scatole di cartone contenenti le lettere di licenziamento al sindaco Dario Nardella”:

“Vista la proroga dello stato di emergenza al 31 marzo – fa presente Madeo – ci aspettavamo dal nostro sindaco, come accaduto in altre città, che fossero prorogati anche gli spazi all’aperto per i tavolini“.

Donna presidente della Repubblica, petizione con quasi 2000 firme

Roma, intellettuali e politici, scrittori e personalità delle istituzioni. In tanti in questi giorni si stanno esprimendo a favore della possibilità che ci sia una donna presidente della Repubblica.

“Non è una questione di nomi – si legge in un comunicato di Aidda che promuove una petizione per una donna presidente – è una trasformazione culturale quella per la quale stiamo combattendo e per questo accogliamo con molto favore il dibattito di questi giorni, che noi stesse abbiamo contribuito ad innescare agli inizi di dicembre, lanciando una petizione che oggi sfiora le 2 mila firme. Ma adesso occorre la spinta finale, l’obiettivo può diventare concreto”.

A tre settimane dall’inizio ufficiale della procedura per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica torna in campo Aidda, l’associazione delle donne imprenditrici, con la presidente nazionale Antonella Giachetti. Già un mese fa l’associazione aveva lanciato in un’iniziativa a Napoli una raccolta firme fra le donne imprenditrici del Paese per chiedere che una donna diventi prossimo capo dello Stato.

Adesso siamo al dunque. E Aidda rilancia: “Siamo al momento decisivo. Lo sforzo di questi mesi adesso può diventare realtà. L’ideale può diventare storia. Siamo convinte che questo Paese abbia bisogno della sensibilità e delle peculiarità delle donne. Per affrontare le sfide che il futuro ci presenta c’è bisogno di valori femminili, dei valori della cura e della sostenibilità, e per questo è ora necessario ed urgente portare una donna nel ruolo più prestigioso del Paese, quello che ha il compito di rappresentare l’unità nazionale”, afferma la presidente Aidda Giachetti.

Le firme a sostegno della petizione lanciata a dicembre sono ormai quasi a quota 2 mila ma la raccolta non si ferma: “C’è bisogno del contributo di tutte e tutti, ricordando che più che di una richiesta di genere, si tratta di una improrogabile e necessaria modificazione (una rivendicazione) di valore politico, sociale, simbolico: la nomina di una presidente donna sarebbe esempio per le nuove generazioni della trasformazione in atto e sancirebbe una svolta nell’immaginario pubblico collettivo, l’inizio di una fase diversa dove la dimensione della cura entra a far parte della vita pubblica. Facciamo il tifo per una donna al Quirinale e chiediamo a tutte le donne di questo Paese di dare una mano e far sentire la loro presenza” invoca Giachetti.

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