Incidenti lavoro: sindacati, prefetta convochi incontro

A Firenze, con all’ordine il tema della sicurezza dopo la serie di incidenti sul lavor avvenuti dal 30 gennaio

“Chiederemo urgentemente al prefetto di farsi promotore di una riunione con all’ordine del giorno il tema della sicurezza dei posti di lavoro, in modo che si costruisca una strategia condivisa di tutti coloro che hanno responsabilità in materia, prima che quanto sta avvenendo si trasformi da emergenza a condizione irreversibile”. E’ quanto scrivono, in una nota, Cgil, Cisl e Uil territoriali dopo la serie di infortuni sul lavoro registrati in provincia di Firenze negli ultimi giorni e settimane.

“L’emergenza sanitaria – riprendono i sindacati -non è l’unica priorità che oggi è necessario affrontare, gli infortuni sul lavoro sono una piaga profonda che negli ultimi giorni ha mostrato tutta la sua crudeltà specie nel nostro territorio, riders, artigiani, operai e non solo. Serve una strategia comune di rete di tutte le istituzioni deputate alla prevenzione ed ai controlli per affrontare in modo efficace ed operativo la tematica degli infortuni nei luoghi di lavoro siano essi dovuti al contagio da Covid che infortuni di varia natura”.

“È evidente la necessità e l’urgenza di operare per un impegno forte, innanzitutto da parte della Regione, perché si investa sul sistema di prevenzione in termini di risorse, formazione e programmi – riprendono – indicando anche eventuali nuove regole in grado di affrontare la situazione ricercando precisi indirizzi di intervento mirati più efficaci e funzionali alla tutela e alla prevenzione nei luoghi di lavoro. Maggiori investimenti in formazione che coinvolga i servizi ispettivi, i responsabili per la sicurezza aziendali, i rappresentanti dei lavoratori”. Per i sindacati per contrastare gli incidenti sul lavoro “serve investire nella cultura del rispetto delle regole, in particolare di quelle del lavoro, iniziando dalle scuole”.

Morto fattorino a Montecatini Terme: Cgil, servono sicurezza, tutele e formazione

Cordoglio del sindacato dopo la morte del fattorino a Montecatini ,’sia applicato Contratto nazionale merci e logistica’

“Servono sicurezza, tutele e formazione: sia applicato il Contratto nazionale merci e logistica”. E’ quanto chiede la Filt Cgil di Firenze Prato Pistoia e che si unisce al cordoglio e al dolore per la morte del fattorino di 47 anni avvenuta sabato scorso a Montecatini (Pistoia) .

“Il food delivery – riprende il sindacato – è uno dei settori che in questi anni, con l’avvento delle piattaforme digitali, è esploso, senza regole per il lavoro e la sicurezza. Come Filt negli ultimi anni abbiamo adattato il Contratto nazionale merci e logistica a queste nuove figure, e sia a Firenze che a Prato abbiamo sottoscritto accordi per l’applicazione di questo contratto ai rider, dando così le tutele del lavoro subordinato ai ciclofattorini”.

Secondo la Filt Cgil “la strada è ancora in salita e i tentativi fatti sia al Ministero dello Sviluppo Economico sia alla Regione Toscana non hanno portato alla definizione di un quadro di norme chiare e precise né sulla subordinazione, né sulla messa in sicurezza di questi lavoratori, ed il Contratto nazionale firmato da Assodelivery e dall’Ugl non dà soluzioni alla precarietà di questo lavoro”. “Crediamo con convinzione, anche in questo momento di dolore – prosegue la nota -, che debba essere affermato con forza che i rider sono lavoratori dei trasporti e che, come ai loro colleghi che si occupano di consegne, debba loro essere riconosciuto il Contratto nazionale merci e logistica. Lo strumento del ‘cottimo’ impone a questi lavoratori ritmi tali da mettere in pericolo la loro stessa vita, come questo tragico caso ci dimostra. Svolgere il proprio lavoro in strada espone i rider a fattori di rischio ancora più alti degli altri lavoratori dei trasporti in ragione del mezzo che utilizzano (in particolare per chi usa la bicicletta), a volte in totale assenza di obblighi verso la conoscenza delle regole del codice della strada. Sicurezza e formazione devono sempre andare di pari passo, e pertanto ribadiamo la necessità di un impegno del Ministero dei Trasporti per obbligare le aziende a dare la necessaria formazione a questi lavoratori anche in termini di sicurezza stradale”.

Riders contro il contratto nazionale, presidio in Piazza Duomo

Stamani si è tenuto un presidio dei ciclofattorini organizzato da Nidil Cgil contro l’accordo Ugl-AssoDelivery.

“Oggi diamo avvio alle nostre mobilitazioni contro questo contratto firmato da Ugl che per noi è illegittimo perché fimato da solo un sindacato” spiega Ilaria Lani, segretaria generale Nidil Cgil Firenze, “si tratta di un contratto che peggiora le condizioni del lavoro come i compensi, lasciando inalterata la situazione di sfruttamento che c’è in questo settore”

Alcune piattaforme stanno già intimando i lavoratori e le lavoratrici di accettare le condizioni del nuovo contratto pena l’interruzione del rapporto di lavoro.

“Questo contratto ci porta ad avere un paga ancora più bassa di quella che già abbiamo adesso e non porta nessun miglioramento ai nostri diritti”, commenta Bruna Oss, rider da cinque anni che lavora per Just Eat.

Al presidio in piazza Duomo è arrivato il presidente della Regione Eugenio Giani che si è interessato alla vertenza, si è impegnato a incontrare quando possibile i rider e il sindacato.

La protesta promossa da Nidil Cgil continuerà anche nei prossimi giorni, per impedire l’entrata in vigore del contratto nazionale e si valutano anche dei ricorsi in tribunale contro l’accordo.

Ilaria Lani, segretaria generale Nidil Cgil Firenze e Bruna Oss, rider intervistate da Monica Pelliccia, durante il presidio.

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Riders fiorentini lanciano #dimenticatidaConte

Firenze, i riders fiorentini, insieme a Nidil Cgil Firenze, hanno lanciato dal capoluogo toscano la campagna social #dimenticatidaConte.

Lo fanno attraverso la pagina Fb ‘Firenze riders’ per chiedere che il Governo garantisca un sussidio anche a loro, così come le partite Iva e i co.co.co. che riceveranno un’indennità di 600 euro secondo quanto prevede il decreto ‘Cura Italia’.

La maggior parte dei riders, sostiene il sindacato, per volontà delle piattaforme lavora infatti con una collaborazione occasionale, anche se collabora da tempo.

Nidil chiede un sostegno al reddito utile “anche nel caso in cui i riders, visto che le società non si sono ancora fatte carico di consegnare dispositivi di protezione individuale, decidessero di fermarsi.

È inaccettabile infatti che i lavoratori si debbano trovare di fronte al ricatto di dover rischiare la propria salute per pochi euro. Riteniamo quindi che a fronte del grave comportamento delle piattaforme debbano intervenire con fermezza le Istituzioni per vigilare sulla salute da una parte e garantire sussidi dall’altra”.

Comitato dei riders Firenze, denuncia caso di razzismo contro ciclofattorino straniero

I riders si sono ritrovati questa mattina per un presidio e sciopero per chiedere una paga oraria dignitosa, tutele contributive e assicurative, trasparenze, sicurezza e diritti sindacali.

Un ciclofattorino sarebbe stato minacciato di denuncia e poi etichettato con epiteti razzisti dal manager fiorentino di Uber Eats: la denuncia arriva da Riders union Firenze (Ruf), il comitato autonomo dei fattorini che, dopo l’episodio, torna a chiedere il contratto di lavoro nazionale della logistica.

Secondo quanto hanno raccontato i rappresentati di Ruf, in conferenza stampa, il ciclofattorino di origine Nordafricana sarebbe stato minacciato di denuncia per non aver restituito lo zaino aziendale dopo un breve periodo di inattività, nonostante, hanno sottolineato, tale restituzione non sia prevista dal contratto firmato dai riders. Inoltre il rider sarebbe stato apostrofato con frasi razziste.

“Ci sono stati dei messaggi su whattsapp – ha spiegato uno dei rappresentanti di Ruf – che il manager fiorentino di Uber Eats ha mandato a un nostro collega in cui lo minaccia di denuncia se non avesse restituito lo zaino in tempi brevi anche se il contratto non prevede la restituzione”.

“Questo episodio – ha aggiunto un altro riders – lascia un sottofondo di amarezza per tutti noi, per le continue e quotidiane ripercussioni dovute alla mancanza di un contratto. Chiediamo di essere inseriti in un contratto nazionale esistente che è quello della logistica e di essere riconosciuti come lavoratori subordinati a tutti gli effetti”. Poi il Ruf si rivolge direttamente al ministro del Lavoro Luigi Di Maio: “ha strumentalizzato la questione dei riders usandola per fare propaganda elettorale. Il tavolo di contrattazione è partito dall’insediamento del governo che ci ha promesso tutele e garanzie e che avrebbe imposto alle aziende di inserirci nel contratto nazionale della logistica – conclude -, ma ad oggi non si hanno riscontri se non altri spot elettorali.”

Lo sciopero che interessa soprattutto i riders di Glovo è stato indetto dalla Nidil Cgil Firenze perché la settimana scorsa, la piattaforma ha annunciato di eliminare in quasi tutti i turni la paga minima garantita in assenza di consegne, applicando esclusivamente il cottimo.

La segretaria della Nidil Cgil Firenze Ilaria Lani ha spiegato che “oggi stiamo facendo il primo sciopero, ci sono riders di Glovo che hanno preso il turno, ma non risponderanno alle chiamate per le consegne. Questo è un segnale forte che vogliamo dare alle piattaforme per dire che non accettiamo questo ricatto, vogliamo diritti per questi lavoratori, innanzitutto il ripristino del minimo garantito, chiediamo i diritti che hanno tutti i lavoratori, chiediamo alle piattaforme di aprire una discussione e al ministro Luigi Di Maio diciamo basta promesse vogliamo regolamentare questo settore.”

“I lavoratori delle piattaforme di food delivery – spiega in una nota il sindacato – continuano a lavorare senza nessuna tutela e garanzia, anzi le condizioni peggiorano: in questi mesi, dalla maggior parte delle piattaforme, le collaborazioni coordinate e continuative sono state sostituite con la prestazione occasionale che interessa circa 20mila riders in tutta Italia e un migliaio a Firenze. Inoltre – conclude la nota -, le paghe sono calate, le condizioni di sicurezza sono inesistenti e il rischio è tutto sulle spalle dei riders.”

Le voci di due membri del Comitato Riders raccolte al microfono di Gimmy Tranquillo.

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