Sardegna: violentò turista, condannato a 5 anni

E’ stato condannato a cinque anni il 30enne a processo a Nuoro con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una turista toscana che l’estate scorsa trascorreva le vacanze in Sardegna.

L’imputato, Michele Pelosi, napoletano di 30 anni – come riferisce il quotidiano La Nuova Sardegna – presente ieri in aula, è stato giudicato con rito abbreviato. Nel luglio del 2018 avrebbe stuprato una ventenne di Arezzo a Budoni, località turistica sulla costa nord orientale della Sardegna.
Il pm Giorgio Bocciarelli, concludendo la sua requisitoria, aveva chiesto per il giovane campano una condanna a quattro anni e sei mesi, condanna che è stata dunque aumentata di sei mesi dai giudici.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’estate scorsa i due giovani si erano conosciuti in spiaggia: lei in vacanza e lui venditore ambulante di cocco arrivato da Napoli per la stagione estiva. Poi una sera si sono rivisti e la violenza sessuale si sarebbe consumata in auto.
Qualche ora dopo, ancora sotto choc ma incoraggiata dall’amica, la 20enne aveva trovato la forza di raccontare tutto ai carabinieri, che avevano subito rintracciato e arrestato il venditore di cocco.

Cori contro tifoso Cagliari morto, Digos ispeziona filmati

Non sono ancora conclusi gli accertamenti della Digos della Questura di Cagliari sui cori di un gruppetto di tifosi viola, nel finale di Cagliari-Fiorentina, mentre i soccorritori cercavano di rianimare Daniele Atzori, il tifoso di 45 anni deceduto in Curva Sud dopo aver accusato un malore durante la partita di venerdì sera alla Sardegna Arena.

Gli specialisti della Polizia stanno recuperando tutti i filmati per ascoltare i cori. Quello incriminato, “devi morire”, infatti è stato sentito solo da chi si trovava in curva sud, settore che confina proprio con quello riservato alla tifoseria ospite. Parole per le quali la stessa tifoseria viola si è scusata.
Se dai filmati emergessero solo quei cori, non è detto che dal punto di vista tecnico scattino provvedimenti come i Daspo: non si tratta di cori a sfondo razziale e nemmeno incitano alla violenza. Potrebbero, però, arrivare provvedimenti dalla giustizia sportiva.

Sardegna, Rossi: “con Zedda la sinistra dimostra di esistere”

Enrico Rossi, governatore della Toscana: costruire una coalizione di sinistra plurale, ampia, senza nessun cedimento nei confronti dei Cinque stelle.

“Forse non vinceremo neanche in Sardegna, ma la sinistra dimostra di esistere”. Lo ha affermato Enrico Rossi (Mdp), presidente della Regione Toscana, commentando il risultato parziale conseguito da Massimo Zedda nelle elezioni regionali sull’isola.

“C’è un popolo di sinistra – ha detto, a margine della presentazione di un protocollo di intesa con Fendi – la sinistra è viva e invita a determinate condizioni. Alla condizione di costruire una coalizione plurale, ampia, come è stato fatto in Abruzzo e come è stato fatto anche in Sardegna, a condizione di trovare anche il modo di ricentrare il proprio baricentro verso sinistra, questo mi pare Zedda lo fa, con la sua storia, è un amministratore capace, lo conosco, pulito, e di sinistra”. Questo però, ha aggiunto Rossi, “non significa rinchiudersi a sinistra: significa rimettere verso sinistra il baricentro di una coalizione democratica. Il Pd come è evidente non ce la fa da solo, deve coinvolgere altre forze”.

“Bisogna non avere cedimenti” a sinistra “nei confronti dei Cinque stelle”, ha poi aggiunto Rossi, presidente della Regione Toscana, commentando i risultati parziali delle elezioni regionali in Sardegna. “Io sono sempre stato dell’opinione – ha proseguito – che i Cinque stelle sono una cosa profondamente diversa da una sinistra democratica di governo, e noi credo che facciamo bene a continuare a prendere le distanze. Si stanno liquefacendo, le contraddizioni stanno venendo in porto”.

Secondo Rossi, che ha parlato a margine della firma di un protocollo di intesa con Fendi, “anche la Lega mi pare che non la dia più a bere con la Lega nazionale che bastona i migranti per prender voti, e la Lega della Padania che invece vuol fare la secessione dei ricchi per tenersi i soldi. E’ una novella che mi sembra cominci anche questa un po’ a sfumare”.

Per il governatore toscano “per parlare dei problemi bisogna essere un po’ competenti: in 48 ore non si risolve il problema del latte ovino. Noi ci siamo intervenuti per quel poco che ci riguarda, è da novembre che ci stiamo sudando, e abbiamo prodotto qualcosa”.

Collisione navi tra Capraia e la Corsica: allarme inquinamento

Collisione tra Capraia e la Corsica: da Legambiente il sollecito a dare seguito alle operazioni di contenimento in maniera rapida ed efficace per tutelare la biodiversità e la fauna marina minacciate dallo sversamento di centinaia di metri cubi di olio carburante

La collisione tra la nave tunisina Roro Ulysse e la portacontainer cipriota CLS Virginia avvenuta domenica mattina nell’area del santuario dei cetacei, santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, dimostra per l’ennesima volta l’estrema vulnerabilità di questo prezioso triangolo di mare tra il nord della Sardegna, la Corsica, la Toscana e la Liguria, ricco di biodiversità marina.

La collisione è avvenuta a 28 km da Capo Corso e ha provocato uno sversamento in mare di 600 metri cubi di olio carburante enormemente tossico per l’ambiente marino, che ha generato in mare una chiazza estesa per circa 10 km quadrati che si è estesa per una lunghezza di circa 20 Km. Il fatto che l’incidente sia avvenuto in buone condizioni meteomarine dimostra che il santuario è quotidianamente esposto a rischi troppo alti e che evidentemente i controlli non sono sufficienti a metterlo in sicurezza. Sul luogo della collisione stanno intervenendo in queste ore mezzi anti-inquinamento francesi e italiani.

Com’è noto, le operazioni di disincagliamento possono essere causa di un ulteriore rischio di sversamento, inoltre occorre gestire al meglio questo delicato intervento per cercare di contenere il rischio incendi vista l’alta infiammabilità del carburante. Per tale ragione, è fondamentale che le azioni volte al contenimento avvengano in maniera rapida, al fine di limitare i danni sia nei confronti della fauna e della flora presenti nell’area che dei mammiferi marini e della tartaruga Caretta caretta che ha iniziato negli ultimi anni a nidificare lungo la costa toscana, all’Isola d’Elba e in Sardegna e per evitare che il carburante raggiunga la costa.

Piogge e venti forti stanno ostacolando le operazioni di pulizia della chiazza d’idrocarburi che galleggia sul mare e si sposta di ora in ora. Il rischio maggiore, proprio per l’alta densità del combustibile sversato, è che possa in parte finire sotto la superficie dell’acqua, rendendo più difficile il recupero e mettendo in pericolo un numero maggiore di animali. “L’aumento del moto ondoso – afferma l’Ispra – non permetterà un agevole recupero del combustibile che ingloberà goccioline di acqua (fino all’80% del volume totale) favorendone altresì lo spostamento sotto la superficie del mare, non vista dai sistemi di rilevamento in atto, e apparire solo quando in prossimità della costa”.

Se si è per fortuna evitata quella che poteva essere una tragedia con molte vittime, i danni ambientali rimarranno per molto tempo e nessuno sa davvero quali effetti avranno in un’area vitale per i cetacei, sia per le loro rotte migratorie che per il fenomeno della risalita delle acque fredde che fertilizzano il mare dando il via alla catena alimentare che li attira fino alle coste liguri.

Ci preoccupano anche le dichiarazioni del ministro dell’Environnement et de la Transition écologique della Francia, François de Rugy, secondo il quale la collisione tra la nave ro-ro tunisina e la portacontainer cipriota deriva da «Un comportamento della nave ro–ro totalmente anormale» e che ha aggiunto che «Non c’era nessuno sveglio al timone della nave ro-ro. Altrimenti la collisione si sarebbe potuta evitare». E’ chiaro che in questo come in altri incidenti marittimi ha svolto un ruolo anche la scarsa preparazione professionale lo sfruttamento degli equipaggi di navi come quella tunisina.

Il Santuario dei Cetacei rischia di restare un’istituzione importante e strategica solo sulla carta. Di fatto, infatti, è sempre più teatro di incidenti a causa dell’intenso traffico navale, a partire dal naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio e poi la caduta nel mare in tempesta al largo di Gorgona di decine di bidoni contenenti sostanze tossiche (molti dei quali mai recuperati), fino a naufragi sfiorati e collisioni, mentre nell’Arcipelago Toscano le navi cariche di sostanze pericolose continuano a passare vicinissime a Pianosa e ad altre isole protette”.

L’auspicio di Legambiente, dunque, è che i controlli aumentino in maniera sensibile in modo tale da garantire la necessaria sicurezza del sito. Nel tratto di mare in cui è avvenuta la collisione transitano circa un centinaio di navi al giorno che non solo disturbano balenotteri, capodogli, stenelle e delfini, ma costituiscono un pericolo per la biodiversità marina. Occorre, pertanto, attivare un sistema di protezione dell’area, facendo in modo che quello accaduto domenica non sia l’ennesimo incidente destinato a cadere nell’oblio. Non è pensabile che in una delle aree teoricamente più controllate del Mediterraneo, soggetta ad un trattato internazionale in cui la navigazione dovrebbe essere estremamente sicura e sita in prossimità dell’area protetta francese e del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano, possa accadere un incidente di tale portata che avrà ripercussioni molto gravi a prescindere dal tempestivo intervento che ci auguriamo venga messo in atto.

Corsica, collisione navi: Santuario Pelagos a rischio

L’incidente tra le due navi avvenuto ieri a largo della Corsica mette a rischio l’area del Santuario dei cetacei Pelagos, un ecosistema di enorme interesse scientifico grazie alle sue caratteristiche naturali e al patrimonio di biodiversità che custodisce.

In territorio italiano, il Santuario Pelagos (chiamato anche Santuario per i mammiferi marini) è stato istituito nel 1991 come area naturale marina protetta di interesse internazionale, e occupa una superficie a mare di 2.557.258 ha (circa 25.573 km2) nelle regioni Liguria, Sardegna e Toscana

Legambiente e Expédition MED, impegnate nel progetto Pelagos Plastic Free per difendere la biodiversità del Santuario dei cetacei dall’inquinamento da plastiche, lanciano un appello ai governi di Italia, Francia e Monaco affinché si mettano in campo tutte le opzioni per limitare i danni provocati dallo sversamento di olio combustibile in mare e si intervenga in tempi rapidi con una normativa ad hoc per il traffico delle merci in quest’Area Specialmente Protetta d’Importanza Mediterranea (ASPIM).
“La collisione fra le due navi avvenuta al largo della Corsica ha dell’incredibile per le dinamiche dell’incidente e perché ancora una volta assistiamo impotenti a uno sversamento importante di sostanze inquinanti in una zona protetta” ha dichiarato Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente .
“E’ evidente che, come chiediamo da tempo, sia necessario normare in maniera più stringente i traffici marittimi in una porzione di mare così preziosa come il Santuario Pelagos. Ci ritroviamo invece a sperare nella buona sorte e nelle condizioni meteomarine che consentano di recuperare la maggior parte delle sostanze oleose che stanno fuoriuscendo dai serbatoi delle navi”.
Sull’argomento sono intervenute anche Cgil Toscana e Livorno attraverso un comunicato stampa:
“Circa alle 7 di domenica 7 ottobre, è avvenuto un inspiegabile incidente a nord di Capo Corso. Oggi le navi hanno strumenti in grado di prevenire eventi pericolosi sia per l’ambiente che per le persone eppure è accaduto. La prima domanda che ci poniamo è quali siano le misure di sicurezza dedicate agli equipaggi in casi anche come questi e se siano stati fatti rilievi a bordo per verificare lo stato fisico ma anche psicologico (dato lo shock evidente) dei marittimi a bordo. Dalla stampa si rileva che siano state le navi stesse a garantire che nessuno si sia fatto male.
Come CGIL Toscana e Livorno chiediamo quali garanzie esistono sul contenimento dello sversamento in mare che ieri era di 10 KMQ ed oggi è già di 20 con 600 m cubi di olio carburante.
Le operazioni di separazione delle due navi desta grande preoccupazione. Anche le isole dell’arcipelago Toscano sono a poche miglia da Capo Corso e tutta la costa Toscana come la Liguria sono a rischio. Un salto di vento è sempre possibile in mare. Il consorzio Lamma è presente e speriamo che possa prevedere e monitorare con estrema precisione, resta la preoccupazione dell’azione conseguente che si dovrebbe fare. La tempistica è essenziale in quanto una mareggiata anche minima potrebbe provocare l’affondamento del materiale con grave danno della flora dei fondali e in conseguenza anche della fauna.
Preoccupa inoltre che non si sia fatto cenno dei contenuti dei Ro Ro della nave Cipriota. Da Legambiente perviene preoccupazione e si paventa che possano contenere sostanze altamente tossiche e cancerogene. L’alta intensità di traffico nelle zone determinate dalla presenza di più porti nello spazio marino interessato, obbliga a interventi di sicurezza assolutamente trasparenti, conosciuti da lavoratori e cittadini e certo, questo caso, non suggerisce che le cose stiano esattamente in questo modo. ”
Maurizio Brotini segretario CGIL Toscana
Patrizia Villa segretaria CGIL LIvorno
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