Girona, via al processo Ciatti. Scontro verbale tra famiglia e imputato

Girona – La rabbia della famiglia Ciatti esplode fuori dal tribunale di Girona, dove si svolgerà il processo per l’omicidio di Niccolò. La sentenza è attesa già per venerdì.

Si è aperto questa mattina il processo per l’omicidio di Niccolò Ciatti, in Spagna. La situazione è fin da subito molto tesa, con i familiari del giovane che perse la vita nella discoteca di Lloret de Mar il 12 agosto 2017, che si sono scagliati contro Rassoul Bissoultanov.

Come riporta anche il quotidiano ‘La Repubblica’, infatti, fuori dal tribunale di Girona la famiglia Ciatti ha incontrato per la prima volta Rassoul Bissoultanov (che ha dato il colpo assassino) e Mosvar Magamadov. “Hai rovinato la vita a noi e a nostro figlio di 22 anni. Assassino”. I Mossos d’esquadra, la polizia della Catalogna, sono usciti per cercare di riportare la calma. In Spagna ci sono la madre Cinzia e il padre Luigi Ciatti, assieme al cognato e la sorella di Niccolò. Bissoultanov è arrivato accompagnato dalla madre ed è entrato in Aula, accelerando il passo con anche l’altro imputato Mosvar Magamadov.

Il processo inizia oggi, ounedì 30 maggio, e ci saranno quattro giorni di udienze (oggi intanto sono stati scelti i giurati e sentiti gli amici che erano con Niccolò a Lloret de Mar). La sentenza, in teoria, è attesa già per la giornata di venerdì.

La difesa di Rassoul Bissoultanov, ceceno con cittadinanza russa ha chiesto che il sospetto sia condannato in Spagna per omicidio preterintenzionale e non per omicidio doloso, come sostiene invece la procura. Questo è quanto emerge dallo scritto presentato al Tribunale provinciale di Girona dal legale Carles Monguilod, che rappresenta Bissoultanov. La tesi della difesa è che il calcio in faccia che risultò fatale a Ciatti non gli fu dato dall’accusato con l’intenzione di ucciderlo. Per questo, la pena massima che si potrebbe infliggere non dovrebbe superare i 4 anni di carcere. Una versione dei fatti che cozza con quella proposta dall’accusa, secondo i quali, invece, Bissoultanov uccise il 22enne fiorentino intenzionalmente. Il pm chiede una pena da 24 anni di carcere e nove di libertà vigilata.

La celebrazione del dibattimento spagnolo è legata alla sua presenza, perché, come abbiamo appreso dal caso Ciatti, in Spagna non è previsto il processo per contumacia. Ma con il doppio procedimento in corso (in Italia Bissoultanov rischia l’ergastolo, ma in presenza di un altro giudicato il nostro paese potrebbe abdicare la giurisdizione), a questo punto all’imputato – come pure al suo connazionale – conviene andare incontro alla giustizia spagnola.

Omicidio Ciatti: la Cassazione annulla scarcerazione ceceno

Omicidio Ciatti – Intanto il 30 maggio al via il processo a Girona per i due imputati, Bissoultanov e un altro suo connazionale.

Il ceceno accusato dell’omicidio del ventenne Niccolò Ciatti, di Scandicci (Firenze) vittima di un pestaggio in una discoteca in Spagna, di Lloret de Mar, la notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017, non doveva essere scarcerato dalla Corte d’Assise di Roma. Lo ha stabilito la Cassazione che ha annullato il provvedimento con cui i giudici romani avevano messo in libertà Rassoul Bissoultanov il 29 dicembre scorso. E’ quanto riportano oggi Corriere Fiorentino e Nazione di Firenze.

Sul perchè della decisione bisognerà adesso attendere le motivazioni della Suprema corte. Intanto l’avvocato Agnese Usai che con Massimiliano Stiz assiste la famiglia Ciatti, spiega: “Noi sostenevamo che fosse inammissibile il ricorso perché il procedimento si è tenuto senza di noi come parti offese che avevamo il diritto di difenderci”.

“Senza quella scarcerazione le cose sarebbero andate diversamente — commenta Luigi Ciatti, padre di Niccolò —, Bissoultanov sarebbe stato processato in Italia, così come chiedevamo noi dopo che la Spagna, durante tutti questi anni, ha mostrato solo inerzia. Questo processo — ha sempre ripetuto il padre del giovane — si doveva celebrare in pochi giorni. C’è un video che inchioda l’omicida alla sua responsabilità”.

Intanto a Girona, il 30 maggio si aprirà il processo a carico dei due imputati, Bissoultanov e un altro suo connazionale. Sempre che i due ceceni siano presenti: in Spagna il processo in contumacia non si può celebrare e si sospende. Andrà invece avanti regolarmente il processo italiano che si è aperto a Roma lo scorso gennaio.

Omicidio Ciatti: processo si farà anche in Italia, via l’8 giugno

Il processo per l’omicidio di Niccolò Ciatti prenderà il via il prossimo 8 giugno. I giudici della terza Corte d’Assise di Roma hanno respinto l’istanza presentata dai difensori del cittadino ceceno Rassoul Bissoultanov.

Si farà anche in Italia il processo per l’omicidio di Niccolo’ Ciatti, il ventenne toscano ucciso nel corso di un pestaggio in una discoteca in Spagna la notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017.

I giudici della terza Corte d’Assise di Roma hanno respinto l’istanza presentata dai difensori del cittadino ceceno Rassoul Bissoultanov, accusato di omicidio, che avevano sollevato nella prima la questione di giurisdizione in quanto anche in Spagna è stato incardinato un processo su questa vicenda. Il dibattimento si aprirà il prossimo 8 giugno.

Nell’aula bunker di Rebibbia, la terza Corte di Assise di Roma, dunque sono state rigettate le eccezioni della difesa che aveva fermato il processo in Italia, iniziato il 24 gennaio contro il ceceno considerato l’assassino di Niccolò Ciatti.

Nei giorni scorsi erano arrivate numorose richieste anche da esponenti politici per avere il dibattimento in Italia. Il proseguimento del processo anche in Italia, adesso, costringe nuovamente Italia e Spagna a trovare un accordo. Ma, in caso di conflitto, secondo le norme internazionali, è valido il processo che finisce prima. “Siamo fiduciosi” aveva detto il padre di Niccolò, Luigi, che da 4 anni si batte in memoria di  suo figlio, per avere un processo che gli renda giustizia.

“Tre giorni fa ho incontrato la famiglia Ciatti per ribadire il sostegno del M5s alla loro legittima richiesta di giustizia. Oggi arriva una decisione importante: il processo per fare luce sull’omicidio si farà in Italia. Verità e giustizia per Niccolò!”. Lo scrive su Twitter il presidente del M5s, Giuseppe Conte.

Omicidio Ciatti: Bissoultanov sarà processato in Spagna

Rassoul Bissoultanov, è tornato in Spagna in quanto ha chiesto e ottuenuto dalle autorità iberiche di essere processato a Girona. La prima udienza è stata fissata per il 30 maggio 2022.

Rassoul Bissoultanov, il ceceno accusato dalla giustizia italiana dell’omicidio di Niccolo’ Ciatti, il 22enne di Scandicci (Firenze) pestato a morte l’11 agosto del 2017 mentre si trovava con gli amici sulla pista da ballo di una discoteca di Lloret de Mar, è tornato in Spagna.

Secondo quanto riportato dal quotidiano fiorentino,  ‘La Nazione’, l’uomo, sotto processo in Italia davanti alla corte di assise di Roma, ha chiesto alle autorità iberiche, che lo avevano rinviato a giudizio nel corso di un’indagine parallela a quella italiana, di essere processato in Spagna. La sua richiesta è stata accolta e la prima udienza è fissata per il 30 maggio 2022 davanti al tribunale di Girona.

Alla fine di maggio, riparte così il processo, in parallelo a quello italiano. Accanto al suo legale spagnolo, Carles Monguilod, Bissoultanov ha pure tenuto una veemente conferenza stampa, in cui il sistema giudiziario italiano è stato definito “fascista” e non competente. Una mossa che potrebbe avere lo scopo di non partecipare al processo italiano iniziato lo scorso 24 gennaio. Processo che è stato stoppato dai legali del ceceno per incompetenza di Roma su questo procedimento

Istanza, come riporta sempre La Nazione, che fa leva sull’annullamento della misura cautelare che ha permesso al ceceno di tornare in libertà dopo l’arresto in Germania e la successiva estradizione in Italia. Se Bissoultanov dovesse essere assolto nel nostro Paese, potrebbe anche evitare il processo spagnolo e far perdere le proprie tracce.

In Spagna, infatti, se l’imputato non è presente il processo non si celebra. Un’assoluzione dalla corte di Cassazione italiana che si pronuncerà il prossimo 4 maggio, darebbe a Bissoultanov questa possibilità.

Al momento l’udienza a Girona è fissata per il 30 maggio, la sentenza prevista per il 3 giugno.

“Non sono un assassino, la morte del ragazzo è stata un incidente”. Lo ha detto alla stampa spagnola, come riportato alcuni quotidiani iberici, Rassoul Bissoultanov.

“Io non fuggo dalla giustizia, però voglio essere giudicato qui, perché non mi fido della giustizia italiana. In Italia mi hanno trattato male e mi hanno fatto firmare documenti senza un avvocato o un interprete” ha detto ancora Rassoul Bissoultanov. In base a quanto pubblicato sempre dalla stampa spagnola, il legale spagnolo di Bissoultanov, avvocato Carles Monguilod, ha dichiarato: “In Italia per una legge di Mussolini ancora vigente è possibile arrivare a condannare una persona all’ergastolo senza che sia presente al processo. In Italia – ha aggiunto – Bissoultanov non avrebbe garanzia di difesa”.

“Auspico che i giudici riconoscano la giurisdizione italiana. Diversamente si rimette nelle scelte del Bissoultanov il fatto di farsi processare in Spagna”, dice l’avvocato della famiglia Ciatti Agnese Usai. “Bissoultanov ha avuto tutte le garanzie di legge – aggiunge il legale, rispondendo alle affermazioni fatte dall’imputato in conferenza stampa -, è stato lui a scegliere di non essere presente all’udienza, non ci sono leggi fasciste che glielo hanno impedito. La vittima non è lui, ma la famiglia che ha perso un figlio a calci in faccia”.

 

Omicidio Ciatti, al via il processo, per il Pm: “Si deve fare in Italia”

Si apre oggi il processo per l’omicidio di Niccolò Ciatti, avvenuta nella notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017 a Lloret de Mar. Il pm della Procura di Roma, Erminio Amelio, ha affermato che il processo a carico del cittadino ceceno Rassoul Bissoultanov, “si deve fare in Italia”.

Il nodo della giurisdizione è stato al centro della prima udienza del processo sull’omicidio di Niccolò Ciatti, il ventenne toscano ucciso nel corso di un pestaggio in una discoteca in Spagna. Secondo il  pm Amelio, che ha parlato in apertura di udienza, il processo, si deve fare in Italia “perché ci sono tutte le condizioni per dare giustizia a Ciatti, ucciso con inaudita violenza. E’ un processo che dobbiamo allo Stato, a Niccolò e alla sua famiglia”.

Bissoultanov, accusato dell’omicidio di Niccolò Ciatti, era stato estradato nel nostro Paese dalla Germania ma dal 22 dicembre scorso è tornato libero dopo che i giudici hanno accolto una istanza dei difensori su un difetto di procedura. Per il rappresentante dell’accusa “l’Italia ha la giurisdizione e non siamo in presenza di un arresto illegittimo: non siamo andati a prendere Bissoultanov di notte, ci è stato dato legalmente dalla Germania ed era legittimamente in Italia. Altro che sequestro di persona, come sostiene la difesa. L’elezione di domicilio c’è e il processo si può celebrare”.

La questione della giurisdizione è stata sollevata ai giudici della Corte d’Assise dai difensori dell’imputato. Bissoultanov “non vuole sottrarsi al processo”, hanno detto i penalisti aggiungendo che oggi l’uomo si troverebbe in Spagna, “Paese dove è successo il fatto e che si è vista sottrarre la giurisdizione. Il processo lì sarebbe iniziato se non fosse stato arrestato ed estradato in Italia”. I giudici hanno aggiornato il procedimento al prossimo 17 marzo quando scioglieranno la riserva sulla eccezione.

“Speriamo di non avere ulteriori sorprese. Siamo fiduciosi che si possa dare giustizia a Niccolò'”, ha detto Luigi, padre di Niccolò Ciatti. Il procedimento si svolge davanti ai giudici della prima corte d’assise della Capitale. Roma è competente in quanto si tratta di cittadino italiano ucciso all’estero.

Padre Niccolò Ciatti: “Estradizione passo decisivo per giustizia”

Padre di Niccolò Ciatti: “Penso che sia il passo decisivo verso quella giustizia che Niccolò merita e che aspetta da tanto, troppo tempo. L’unico condannato innocente è mio figlio”.

Così all’Adnkronos il padre Luigi Ciatti ha accolto la notizia che sarà estradato in Italia il ceceno Rassoul Bissoultanov, ritenuto responsabile del pestaggio mortale del figlio 21enne avvenuto senza alcun motivo, la notte del 12 agosto 2017 nella discoteca ‘St Trop’ di Lloret de Mar in Spagna. Le autorità giudiziarie tedesche hanno dato parere favorevole alla consegna del 27enne ceceno rifugiatosi in Germania dopo la scarcerazione dello scorso 17 giugno in Spagna. Bissoultanov era stato arrestato dalla polizia tedesca il 3 agosto a Kehl su mandato europeo emesso dal gip del tribunale di Roma. “Quell’assassino deve restare in carcere, altrimenti tenterà ancora di fuggire”, ha detto Luigi Ciatti raggiunto dall’Adnkronos nella sua casa di Scandicci alle porte di Firenze. “L’estradizione in Italia e la detenzione in carcere è l’unico modo per impedire la fuga di questo assassino – ha aggiunto il padre di Niccolò – Ha tentato la fuga il 3 agosto scorso dopo aver ottenuto da un giudice spagnolo un permesso per recarsi a Strasburgo per ritirare dei documenti. Dare la libertà ad un vero assassino è vergognoso”. “Dire che sono contento non è corretto – spiega Luigi Ciatti – Posso dire però che sono soddisfatto se il ceceno resta in carcere e mi auguro che ci sia il processo. Vogliamo la giustizia dovuta. Finora non ho capito perchè la giustizia spagnola per quattro anni non sia riuscita a fare il processo”. Il ceceno, esperto di arti marziali, in particolare del tipo di lotta chiamata Mma, la notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017, sulla pista da ballo della discoteca ‘St Trop’, insieme a due connazionali, improvvisamente prese di mira Niccolò Ciatti, che stava trascorrendo con i suoi amici l’ultima serata della vacanza in Costa Brava. Così iniziò il pestaggio mortale.

Bissoultanov, sferrò un violentissimo calcio alla testa del ragazzo di Scandicci, che non si rialzò più. Morì in ospedale alcune ore dopo. Per Bissoultanov il processo per omicidio al Tribunale di Girona dovrebbe cominciate il 26 novembre. “Voleva fuggire, voleva far perdere le sue tracce e impedire il processo, per questo si trovava in Germania”, sostiene Luigi Ciatti. “Mi auguro che questa sia la volta buona: a me non interessa dove si terrà il processo, l’importante è che venga processato e che quella bestia passi il resto dei suoi giorni in prigione”.

Il padre di Niccolò Ciatti infine ringrazia il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: “Ci aveva garantito il suo impegno per l’estradizione e così è stato”. Luigi Ciatti ha fatto pervenire i suoi ringraziamenti personali a Di Maio tramite l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che “ci è sempre stato vicino”.

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