Anime verde speranza + The River con MetJazz e Camerata Strumentale Pratese

Il MetJazz 2020 si chiude in bellezza giovedì 27 febbraio ore 21.00 al Teatro Politeama Pratese  con una composizione in prima assoluta coprodotta dal festival e dalla Camerata Strumentale di Prato.

Anime verde speranza: Fuga di cuori e cervelli per grande orchestra di Paolo Silvestri, massima autorità del jazz sinfonico in Italia, compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra e pianista che da anni si dedica all’intreccio e all’incontro di linguaggi differenti.

La suite è in dieci episodi che si susseguono l’un l’altro, ognuno ispirato a musicisti che hanno fatto la storia del jazz, da John Coltrane a Ornette Coleman, da Charles Mingus a Wayne Shorter, da Billy Strayhorn a Carla Bley, fino a Hermeto Pascoal e Duke Ellington.

A seguire sarà proprio il Duca del jazz ad essere omaggiato con la vivace e luminosa partitura di The River in cui la musica celebra lo scorrere del fiume, dalla sorgente alla foce, metafora del ciclo vitale. Concepito nel 1970, il brano  venne pensato per un balletto di Alvin Ailey a cui poi Ellington decise di dare forma sinfonica affidando l’orchestrazione al canadese Ron Collier: sarà questa grandiosa versione, qui arricchita da integrazioni di Silvestri, a chiudere il nuovo inizio del Met Jazz 2020.

  • A traghettarci in questo intreccio musicale sarà la Camerata Strumentale Pratese in un profondo dialogo con tre artisti provenienti dal mondo classico, ma attivi anche nell’ambito contemporaneo e jazzistico: il trombettista Andrea Tofanelli, l’eclettico pianistaAntonio Siringo e il batterista Walter Paoli.

 

  • Biglietti da 5 a 25 euro acquistabili presso la biglietteria del Teatro Politeama
  • Politeama Pratese / Via Garibaldi 33, Prato/ tel 0574 603758.

Scoperto traffico di ‘Shaboo’ tra Roma e Prato

Firenze, scoperto dai carabinieri un traffico di shaboo tra Roma e Prato. I carabinieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo nella Capitale, a Taranto, Napoli e Firenze un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal gip su richiesta del Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti della Procura di Roma.

I soggetti delle misure cautelari sono 22 persone di varie nazionalità, tra cui italiana, cinese, filippina e sono ritenuti responsabili di spaccio del tipo di metanfetamina, nota sul mercato con il nome di shaboo.

Alcuni cittadini cinesi titolari di esercizi al dettaglio nella zona del centro di Roma si approvvigionavano di stupefacente da loro connazionali nella città di Prato. Lo stupefacente veniva portato nella Capitale da giovani ragazze, incensurate, che viaggiando in treno potevano garantire un trasporto sicuro.

Giunti a Roma i cristalli di shabu venivano rapidamente spacciati tramite una intricata rete di pusher collocati nelle varie piazze di spaccio. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno già arrestato 38 persone, in flagranza, per spaccio.

Shabu è il termine usato per la cristal-metanfetamina nelle Filippine, ed è la droga scelta dal 90% dei tossicodipendenti locali. Shabu può essere comunemente prodotto usando medicinali economici contenenti efedrina, anche se la polizia nelle Filippine afferma che Shabu sia spesso realizzato in laboratori in stile industriale che sono in grado di produrre oltre una tonnellata al giorno.

Shabu alla partenza nelle filippine è una droga veramente economica, ma gli effetti sono molto forti già a partire da dosi minime, con una dose di soli 0,1 grammi si possono avere effetti fino a 10-14 volte superiori a quelli della cocaina. Chi la consuma ha la possibilità di rimanere svegli, anche per più giorni, senza avere alcuna necessità di dormire. Ma gli effetti collaterali sono convulsioni, atteggiamenti violenti, perdita di appetito, di denti e di capelli, e per alcuni perfino la deformazione del viso.

Shabu è inodore, tanto che risulta difficile da individuare anche per i cani antidroga. Enormi sono i guadagni per i trafficanti della sostanza, visto il bassissimo costo di produzione con un prezzo di vendita al grammo intorno ai euro.

‘Diavolo di Prato’, si allargano indagini e numero vittime

Prato, starebbero uscendo allo scoperto nuove vittime, sia maschi che femmine, delle presunte violenze sessuali inflitte loro dal cosiddetto ‘Diavolo’ di Prato, un 23enne su cui sta indagando la Dda con la squadra mobile di Firenze.

La polizia avrebbe ascoltato in questi giorni altri giovani, tutti maggiorenni, che avrebbero preso coraggio dall’evidenza mediatica della vicenda e hanno deciso di parlare con gli investigatori sulle violenze subite dal ‘Diavolo di Prato’.

Finora le indagini avevano appurato quattro vittime, tre ragazzi e una ragazza, tra loro due minori, ma ora starebbero arrivando nuove testimonianze.

Il 23enne, secondo quanto emerge, è accusato di aver organizzato a Prato e a Firenze, pare anche in ambito universitario, una specie di setta di cui sarebbe stato il ‘dominatore’, ponendo in soggezione psicologica gli adepti con l’obiettivo di abusarne sessualmente, circostanze rivelate dall’inchiesta.

Svariati i metodi di plagio e soggezione inventati dall’indagato: inquietanti cambi del timbro di voce, inalazione di incensi con ‘sangue di drago’, atteggiamenti da ‘vampiro’ con strani patti di sangue, simulazioni da illusionista, rituali esoterici e assurdi.

Secondo le ricostruzioni diceva di combattere e poter scacciare le entità maligne dai corpi: in pratica con queste fantasie perverse circuiva i soggetti più deboli che cadevano nella sua rete e via via, alcuni riusciva a violentarli. Le nuove testimonianze, su cui gli investigatori mantengono riserbo, starebbero rafforzando il quadro probatorio a suo carico.

La setta si riuniva nei boschi di Prato per praticare dolorosi riti di iniziazione, la storia sarebbe andata avanti per oltre un anno, fino a quando la madre di una delle presunte vittime si è rivolta alle forze dell’ordine, facendo scattare le indagini che hanno portato alla denuncia del presunto ‘Diavolo di Prato’.

Il 23enne avrebbe persuaso gli appartenenti alla settadi essere dotato di poteri soprannaturali, e di averli scelti per salvare il mondo. Per convincerli della sua superiorità e porli in uno stato di soggezione psicologica al fine di abusarne, avrebbe anche elaborato una sorta di rituale di resurrezione, inscenando uno strangolamento da parte di un sodale, al termine del quale si rialzava da terra fingendo di rimettersi a posto il collo.

Coronavirus: a Prato drastico calo in sale da gioco, -70%

L’effetto Coronavirus si fa sentire anche sul mercato del gioco, soprattutto nelle aree dove è elevata la presenza della comunità cinese, come la provincia di Prato. Secondo un’indagine condotta dall’agenzia specializzata Agimeg, infatti, sale scommesse e sale gioco tra città e provincia hanno registrato una flessione della clientela pari al 70%.

Stando agli ultimi dati, Prato è in assoluto la provincia italiana con la più alta spesa pro capite nei giochi, pari a 576 euro. L’indagine Agimeg ha coinvolto oltre 30 sale, tra agenzie di scommesse e sale slot, della città toscana.

“Il calo di giocatori cinesi in queste settimane è più che evidente, sia alle macchinette sia al bancone delle scommesse, forse hanno paura, non escono più”, racconta chi lavora nelle sale slot della città o nelle agenzie di scommesse. In alcuni casi la diminuzione si attesta intorno al 20%-30%, ma ci sono punte del 50% e oltre. “Da noi c’è stata una fortissima diminuzione, intorno al 70% – racconta la titolare di una sala giochi all’interno di un centro commerciale – ma il calo è evidente anche per le altre attività commerciali qui presenti. Da quando è scoppiata l’epidemia di Coronavirus, non si vedono quasi più cinesi e questo per noi, così come per gli altri negozi, è un grande danno”

Capodanno Cinese, anche a Prato non si festeggia

Prato, dopo le decisioni delle comunità cinesi di Roma e Milano, anche la comunità cinese di Prato, fa sapere che i festeggiamenti per il Capodanno cinese non si terranno in segno di solidarietà verso il popolo cinese in Cina, colpito dal coronavirus.

“Il Tempio Buddista Cinese di Prato Phua e le Associazioni di Amicizia Italia Cina del territorio – si legge in un comunicato – hanno deciso di comune accordo di non svolgere le tradizionali sfilate del dragone previste per il capodanno cinese di sabato 1 e domenica 2, febbraio in segno di solidarietà nei confronti della nazione che sta vivendo un grave momento di difficoltà e dolore. Niente sfilate quindi nel distretto tessile toscano che ospita una delle più grandi comunità cinesi, oltre ventimila persone”.

È una scelta per esprimere solidarietà alla madrepatria “ritenendo inopportuni i festeggiamenti in un momento così difficile per i loro concittadini”.

“Come hanno già dichiarato molti dei rappresentanti delle comunità cinesi in Italia, anche quelli pratesi ci tengono a comunicare la loro solidarietà alla madrepatria ritenendo inopportuni i festeggiamenti in un momento così difficile per i loro concittadini”.

L’amministrazione di Prato prende atto di questa scelta e condivide questa decisione degli organizzatori.

A Prato, resterà comunque in programma l’intervento dell’artista Ai Teng, che la mattina di domenica 2 febbraio attaccherà sulle pareti di via Pistoiese 716 stampe nianhua, insieme a tutti coloro che vorranno prendere parte a questa performance, che assume, in questa delicata occasione, un potente segno di solidarietà e di speranza. Le stampe nianhua sono infatti, nella tradizione cinese, un grande augurio di pace, salute e prosperità per il nuovo anno.

Queste stampe sono il segno più immediato e più antico del Capodanno, e raffigurano tante scene diverse, tanti diversi dei, eroi e personaggi del passato e del presente, scene familiari, fonte di sentimenti di felicità e di energia positiva.

Restano inoltre in programma la tombola del Dragone al Circolo Curiel, l’anteprima del film Il drago di Romagna al Cinema del Centro Pecci e tutte le visite guidate al Tempio Phua di Prato.

Tutti gli aggiornamenti sulle manifestazioni sulle pagine facebook e Instagram Capodanno Cinese a Prato.

Capodanno Cinese, Roma e Milano: “Non c’è niente da festeggiare”.

Mentre la Cina continua a blindarsi per attenuare il diffondersi dell’epidemia del coronavirus, anche in Italia si prendono alcune contromisure, soprattutto in segno di solidarietà con i malati: i festeggiamenti per il Capodanno cinese a Roma e a Milano sono stati rinviati “perché non c’è niente da festeggiare”.

La comunità cinese di Roma ha annunciato che il 2 febbraio, ovvero domenica prossima, non si terrà a San Giovanni la festa per il Capodanno cinese: “Abbiamo concordato in modo congiunto con tutta la comunità che la festa deve essere rinviata perché c’è gente che sta male e non è il caso di festeggiare – ha spiegato la portavoce Lucia King – Ci dispiace perché i preparativi duravano da tre mesi, ma in questo momento è la scelta migliore. Comunicheremo in seguito una nuova data”.

A pochi minuti la stessa comunicazione, ma dalla comunità di Milano, per bocca di Francesco Wu, membro del direttivo di Confcommercio Milano-Monza Brianza e rappresentante dei commercianti cinesi della Chinatown di Milano: la grande parata per il Capodanno cinese, che doveva sfilare in via Paolo Sarpi il 2 febbraio, è stata annullata in segno di solidarietà “verso il popolo cinese in Cina, colpito dal coronavirus che non ha potuto festeggiare il capodanno lunare attraverso manifestazioni pubbliche”.

E se i cinesi che vivono in Italia rinunceranno, per il momento, al loro Capodanno, gli italiani stanno disertando sempre di più i ristoranti cinesi: tra voli annullati e psicosi da contagio, molti non se la sentono di cenare all’orientale: “Mi dispiace ma i miei amici sono terrorizzati”, è quello che si sentono dire in questi giorni i ristoratori cinesi.

Ma purtroppo la paura del contagio, che in molti casi si concretizza nell’annullare cene al ristorante cinese, è sfociata in due veri e propri episodi di razzismo.

A Venezia una baby gang di adolescenti ha seguito, insultato e sputato contro una coppia di turisti cinesi. E a Torino una famiglia di cinesi che vive in Italia da decenni, parenti di Lucia King, portavoce della comunità cinese di Roma, si è sentita dire: “Allontaniamoci che portano la Sars dalla Cina”.

A Venezia i due turisti stavano passeggiando lungo la riva del Canale della Giudecca, quando il gruppo di adolescenti avrebbe cominciato ad insultarli per poi sputargli addosso. Le forze dell’ordine finora non hanno ricevuto segnalazioni sulla vicenda che verrà approfondita ma si ipotizza che l’episodio possa essere legato all’epidemia da coronavirus.

Un episodio che ha fatto lanciare un appello a Lucia King: “Il nostro, a nome di tutte le comunità cinesi in Italia, è che finiscano gli episodi di intolleranza e discriminazione. Il virus può colpire tutti, non solo i cinesi. Non c’entra nulla con la razza delle persone. Quando ci sono stati i terremoti in Italia la comunità cinese non si è mai tirata indietro adoperandosi con donazioni e aiuti di ogni genere. Questo è il momento in cui la Cina ha bisogno di aiuto: non chiediamo donazioni, ma comprensione e tolleranza”.

E ancora: “L’umanità deve essere unita per lottare contro questo virus. In questo momento non è il caso di allarmarci in Italia. Naturalmente è importante prendere le dovute precauzioni. La comunità cinese vive da decenni in Italia. Non esiste nessun pericolo. I ristoranti cinesi acquistano gli ingredienti dagli stessi fornitori di quelli italiani”.

Intanto, un comunicato del ministero della Salute rende noto che al momento sono “tutti negativi” i casi segnalati in Italia di sospette infezioni da coronavirus 2019-nCoV.

“Le ulteriori verifiche fatte dalle autorità competenti sui casi segnalati si sono tutte rilevate negative”, scrive il ministero. Nel frattempo, si legge nella nota, “prosegue il monitoraggio costante dopo la riunione della task-force di oggi del ministero della Salute sul coronavirus (2019-nCoV)”.

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