IDLES, “Tangk”. Il Disco della Settimana

Tangk è il quinto album degli Idles. Prodotto e scritto assieme a Nigel Godrich, segna una nuova fase per la band inglese simbolo del post-punk più contaminato, politico e contemporaneo.

Gli IDLES sono un gruppo musicale post-punk inglese nato nel 2009 a Bristol, città multietnica nota per tutt’altro tipo di suoni. La formazione originale comprende il cantante Joe Talbot, il bassista Adam Devonshire, i chitarristi Mark Bowen e Lee Kiernan, e il batterista Jon Beavis. Nel corso degli anni, la band ha pubblicato tre album: BRUTALISM (2017), JOY AS AN ACT OF RESISTANCE (2018), ULTRA MONO (2020) con collaborazioni con artisti come Jehnny Beth, Warren Ellis, David Yow e Jamie Cullum e, nel 2021 CRAWLER, nominato Best Rock Album ai 65th Annual Grammy Awards.

Gli IDLES sono noti per la loro energia esplosiva, i testi politicamente carichi e la capacità di trasmettere un messaggio di resistenza attraverso la loro musica. La loro esplicitata, colta, nevrosi, declinata tra post-hardcore e post-punk, li ha resi uno dei portabandiera del genere negli anni recenti.

La band ha appena pubblicato il loro quinto album intitolato “Tangk”, termine onomatopeico ispirato al suono di una pennata sulla chitarra distorta o del battito di un cuore. Questo album rappresenta un’evoluzione per gli IDLES, che si sono allontanati dalle ruvidezze post-punk-hardcore dei primi due dischi. “Tangk” è un lavoro più sperimentale e inclassificabile, con una varietà di soluzioni musicali che spaziano tra l’innovazione e l’introspezione. La produzione coinvolge nomi come Nigel Godrich (noto per il suo lavoro con i Radiohead e Beck) e Kenny Beats (un guru dell’hip-hop) e il chitarrista della band Mark Bowen. Il disco trasmette un messaggio di rabbia, unità, comunione e indignazione, e continua a esplorare temi cari agli IDLES: sudore, voglia di ballare e di urlare in una esperienza musicale che va oltre i confini stilistici già esplorati, guidata dalla passione e dall’urgenza della band.

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L’album è stato anticipato da “Dancer”, brano che ha annunciato il ritorno degli IDLES con i cori James Murphy e Nancy Whang degli LCD Soundsystem e da “Grace”, accompagnato da un video che è una riproposizione dell’iconico video di “Yellow” dei Coldplay con Chris Martin che grazie a un AI “deepfake” sembra che stia cantando “Grace”. Chris ha anche aiutato ad addestrare l’AI per rendere il video ancora più realistico.

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La band sarà in Italia per le tre date già annunciate:

5.03.24 – Alcatraz, Milano SOLD OUT
23.06.24 – Sherwood Festival, Padova
29.06.24 – Flowers Festival, Collegno (TO)

Sebbene le reazioni all’album non siano uniformemente entusiaste (alcune critiche sono state mosse per alcune tracce meno efficaci, per una certa mancanza dell’energia e per una  innovazione non sempre centrata), Tangk è la dimostrazione di una band che fatica a ripetersi su schemi già esplorati preferendo esplorare territori inediti e magari più rischiosi.

Noi, per farci un’idea più precisa, lo abbiamo eletto “Disco della Settimana” per avere l’occasione di ascoltarlo con maggiore attenzione. Buon divertimento!

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Yard Act “The Overload” – Disco Della Settimana.

Reagire a crisi economica, depressione sociale, neoliberismo e manipolazione dei media attraverso un liberatorio funk/post-punk tutto da ballare. E’ la sfida di The Overload, album di debutto dei giovanissimi Yard Act.

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Anticipato da una manciata di EP, The Overload, dei giovanissimi Yard Act (da Leeds) è già l’album di debutto in vinile più venduto di qualsiasi band dell’ultimo ventennio. Crisi economica e depressione sociale, preoccupazione per le manipolazioni a mezzo stampa,  una vaga pulsione allo scontro sociale in chiave antiliberista, sono le fonti ispiratrici di un post-punk danzereccio (da un suono forse troppo”pulito”) che sembra essere una formula comune alle nuove generazioni di musicisti d’oltremanica, una comunanza di intenti e stilemi musicali che potrebbe far pensare alla contestazione degli anni ’70 e ’80 nei confronti del governo di Margaret Thatcher.

Yard Act«Il capitalismo crea l’illusione della libertà», spiega James Smith, frontman della band, «Ma in fondo siamo tutti animali, vogliamo cibo, calore, sesso, e il capitalismo ce li procura, così pensiamo che vada bene. L’intrattenimento arriva subito dopo e tutti abbiamo una tv a casa, piena di canali. La libertà non è a basso prezzo, la paghiamo in tanti modi e la domanda che ci poniamo nel disco è: come possiamo essere veramente liberi?».

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Figli del blocco pandemico (durante il quale hanno composto a distanza i primi EP), nipotini di Fall e LCD Soundsystem, gli Yard Act manifestano attraverso un cinismo ed una ironia tutta britannica l’urgente necessità ti scendere in strada e di tornare a una fisicità relazionale.

Con The Overload riparte, dopo la pausa festiva e sanremese, la fortunata rubrica del nostro Disco della Settimana.
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Disco della settimana: Amyl and The Sniffers “Confort to me”

Comfort to Me è il secondo album degli australiani Amyl and the Sniffers. Look “Mod”, violenza punk, il suono di Detroit e testi influenzati dal rap. Un’operazione tutt’altro che revivalista ed un modo riuscitissimo di riportare l’attenzione su quello che si può fare con basso/chitarra/batteria e tanta, tanta attitudine.

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Comfort to Me è uscito il 10 settembre su Rough Trade, registrato nel 2020 con il produttore Dan Luscombe (già all’opera con Courtney Barnett). Il lavoro è nato durante il lungo anno di lockdown, con i quattro chiusi in un appartamento in affitto con 3 camere da letto nella loro città natale, Melbourne: «E’ stato difficile per i ragazzi  stare lontani dal pub e dai loro amici – ha dichiarato la frontwoman Amy Taylor nella nota stampa – Ma abbiamo avuto molto tempo per lavorare a questo disco… La cosa principale, volevamo solo che fossimo noi».

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Dal punto di vista musicale, le influenze sono chiaramente quelle del rock “deviante” dei tardi anni 70 (dal Detroit Sound al primo punk), dell’hardcore moderno (Warthog e Power Trip) e dal suono di alcuni miti conterranei (Radio Birdman o Cosmic Psychos). Dal punto di vista testuale, invece, risente molto degli idoli rap di Taylor e di innumerevoli garage band filtrati dalla nevrosi “pandemica”: «Avevo tutta questa energia dentro di me e nessun modo per sfogarla perché non potevo esibirmi. La cosa ha avuto un effetto frenetico sul mio cervello, che si è evoluto e deformato, tanto che il mio modo di pensare il mondo è completamente cambiato». In questi mesi Amy ha collaborato anche con i Sleaford Mods nel brano Nudge (dall’album “Spare Ribs”)

Mixato da Nick Launay (Nick Cave, IDLES, Yeah Yeah Yeahs) e masterizzato da Bernie Grundman (Michael Jackson, Prince, Dr. Dre), l’album è stato anticipato dai singoli Guided By Angels, Security e Hertz che avete già ascoltato sulle nostre frequenze. In questa settimana ascolteremo insieme gli altri brani di questo che è il nostro nuovo “Disco della settimana”.

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Shock antistatico, il post punk italiano 1979-1985. L’intervista all’autore

All’inizio degli anni Ottanta l’Italia musicale si è trovata magicamente in sintonia con quanto stava avvenendo nel resto del mondo. “Shock antistatico” cosa è successo dal 1979 al 1985. Tante storie, interviste inedite a molti personaggi dell’epoca. Giustina Terenzi ha intervistato l’autore Stefano Gilardino

“Prendendo spunto dal suono fresco ed entusiasmante di Joy Division, Pop Grop, PiL, Bauhaus e Human League, centinaia di band uscirono orgogliosamente dalle sale prova, formando una scena nazionale ricca di talento. Troppo facile ricordare solamente Diaframma, Litfiba, Denovo, Pankow, Jo Squillo Eletrix e Gaznevada, dietro a cui si muovevano nomi meno conosciuti, ma altrettanto interessanti e degni di (ri)scoperta. “Shock antistatico” racconta cosa è successo in quel quinquennio – o poco più – che ha lasciato in eredità band e dischi indimenticabili, puntualmente collezionati (e ristampati) ancora oggi. Decine di storie che vanno a comporre un quadro d’insieme, con interviste inedite a molti dei protagonisti e discografia selezionata.”

ASCOLTA L’INTERVISTA:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2021/03/shock-antistatico-PER-SITO-RADIO.mp3?_=1

Stefano Gilardino è tra i principali giornalisti musicali e scrittori Rock in Italia. ha scritto i libri “La storia del punk” (Hoepli 2017), “Il quaderno punk 1979 -1981” (Goodfellas 2018), e con Roberto Caselli “La storia del rock in Italia” (Hoepli 2019)

“Shock antistatico. Il post-punk italiano 1979-1985”, di Stefano Gilardino
Editore: Goodfellas – Collana: Spittle – Anno edizione: 2021

Disco della settimana: Sleaford Mods “Spare Ribs”

Esce per Rough Trade il sesto album degli Sleaford Mods, anticipato da una manciata di singoli. Punk, elettronica, hip hop e tonnellate di inglesità “mod” per un album estremamente violento e politico.


Gli Sleaford Mods pubblicano il sesto album in studio “Spare Ribs” per Rough Trade Records, anticipato dal primo singolo “Mork n Mindy” feat. Billy Nomates con un video diretto da Ben Wheatley e girato a Nottingham, in una replica della casa in cui Jason è cresciuto. Nel disco anche la partecipazione di Amy Taylor, frontwoman di Amyl and the Sniffers. Riguardo al brano e all’album, il frontman Jason Williamson afferma: ““Mork n Mindy è il suono del riscaldamento centralizzato e l’odore terribile della cena della domenica in una casa nel 1982. Cemento, garage ammaccati, nicotina. Dove la bellezza esiste principalmente nelle piccole crepe sul guscio della tua immaginazione. Catturata perfettamente nel video di Ben Wheatley per il brano.

Siamo indubbiamente dalle parti di un linguaggio musicale britannicissimo, in cui gli echi del post-punk sono fortissimi (Public Image Limited e Fall su tutti), ma ibridati di elettronica, hip hop e ovviamente” “modernismo” “Io sono cresciuto con la cultura mod, che era legata alle classi più basse e che é stata molto importante negli anni 60, 70, 80 e 90 ma ormai non lo é più come in passato, é cambiata, ci sono poche persone che gravitano intorno al Modernismo. Aggiungerlo nel nome della band era un modo per citarlo, per tenerlo in considerazione e omaggiarlo perché io mi riconosco ancora nei principi del modernismo”, dice Jason Williamson.

Il secondo singolo ‘Shortcummings’ è, come leggiamo dal comunicato stampa, “un singolo politico senza peli sulla lingua. L’arroganza dei privilegiati in questo momento è una delle cause che creano miseria, sofferenza e spreco dei soldi pubblici. Criceti snob che si combattono l’un l’altro. E’ veramente faticoso coesistere con questa elite. La roccaforte del controllo è troppo potente ora e non vedo nessuno che si voglia opporre a questa rapina a cielo aperto.”

Il terzo singolo,“Nudge It”, arriva accompagnata da un video musicale diretto da Eddie the Wheel in cui la band  trasmette la traccia mentre gironzola per strade vuote, con alcuni effetti della telecamera che danno al procedimento una sensazione a scatti. Jason Williamson ha dichiarato circa il nuovo brano: “Immagina di avere opzioni limitate, non sei sicuro di come te la passi quella settimana, guardando fuori dalla finestra dell’appartamento umido in cui non vuoi vivere in, e vedere un gruppo di posers fare un servizio fotografico perché “Bella architettura fratello, sentiamo il tuo dolore”!

Quanto al titolo dell’album: “…è la distruzione che vedo attorno a me: edifici incompiuti, altri demoliti a metà, magazzini abbandonati, imprese fallite: è quello che si vede quando prendi l’autostrada o quando parti per il tour. Vedi cose del genere di continuo. Le nostre vite sono sacrificabili per la maggior parte dei governi, secondarie sotto un sistema di governo monetario. Siamo scorte se volete, pezzi su uno scaffale a scopo di lucro, scartati in qualsiasi momento se una crisi (costruita oppure no) minaccia la produttività. È una costante, ovviamente, e in particolare nell’attuale pandemia. Le masse non possono essere presenti nelle menti di leader inadatti, no? Altrimenti la consapevolezza della gestione catastrofica paralizzerebbe le loro menti. Proprio come il corpo umano che può ancora sopravvivere senza un set completo di costole, siamo tutti “spare ribs” (costine di scorta), preservazione per il capitalismo e disponibili come parti di ricambio. “

Scopri di più su www.sleafordmods.com/

 

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