Ristoratori Toscana: “Chiudere? Meglio ora che a dicembre”

Firenze, “Se pensate di farci chiudere, fatelo ora e non a dicembre, perché il danno a Natale sarebbe incalcolabile, una vera catastrofe – queste le parole di Pasquale Naccari, portavoce dell’associazione Ristoratori Toscana, a proposito delle ipotesi di lockdown a fine anno – Meglio perdere novembre che il periodo delle Feste, che potrebbe ridarci un minimo di ossigeno”.

“Siamo rimasti delusi dalle dichiarazioni del presidente del consiglio Giuseppe Conte – accusa il portavoce dei ristoratori – Da lui ci attendiamo realismo, sì, ma non terrorismo psicologico. Ci aspettiamo che tratti l’Italia per quella che è, una grande potenza economica, e che abbia dunque progetti per il futuro e piani per limitare i danni. Da parte di un leader politico ci vuole lungimiranza. E prospettare una chiusura a Natale è tutto fuorché lungimirante. Il premier ci aveva detto che sarebbero aumentati i posti Covid nelle strutture sanitarie e i mezzi pubblici per garantire a studenti e pendolari di spostarsi in sicurezza. Invece, dopo mesi, gli ospedali sono già in sovraccarico, il trasporto al collasso e le scuole senza insegnanti. È inaccettabile. Ricordiamo che siamo stati i primi a chiudere, per senso di responsabilità. Adesso però non ha senso mettere limitazioni ai nostri locali e allo stesso tempo lasciare senza regole i trasporti pubblici”.

“Se, come ha già fatto, Conte afferma di non escludere un lockdown a dicembre, le famiglie e i lavoratori che temono di perdere il posto si chiudono in casa, risparmiano, non consumano. Lo stanno già facendo: basta fare un giro dentro i negozi e i ristoranti vuoti. I nostri soci ci stanno inondando di foto e di video che fanno spavento: le persone si sono già barricate. Questa paura porterà gli italiani a non andare al ristorante, ma anche a non comprare scarpe e vestiti, tanto per fare qualche esempio. Insomma, il danno economico colpirà tutto il Paese e sarà devastante per l’intera economia nazionale”, mette in guardia Naccari.

“Perciò, se si pensa che la situazione peggiorerà e che ci sarà la necessità di richiudere – conclude il portavoce dei Ristoratori Toscana – meglio farlo subito e consentire così alle imprese di recuperare una parte delle perdite nel periodo natalizio, anziché condannarci ad una lenta agonia. Se secondo lockdown deve essere, che almeno si pensi immediatamente ai sostegni per le famiglie”.

Ristoratori: “delusi dal decreto Agosto. Disattese gran parte delle nostre richieste”

Nei prossimi giorni l’associazione Ristoratori Toscana,  incontrerà il ministro Bellanova.Ascolta l’intervista  con PASQUALE NACCARI, portavoce dell’associazione che riunisce 15 esercizi in regione Toscana

«Faremo presente al ministro le nostre proposte per dare ossigeno al nostro settore», spiega il presidente di Ristoratori Toscana, Pasquale Naccari. «Pensavamo che davvero questo decreto potesse rappresentare una svolta, invece per il momento è un elefante che ha partorito un topolino. Ci aspettavamo una maggiore attenzione per la categoria dei ristoratori. Si è parlato tanto di bonus per 1,5 miliardi. Una misura che non ci convinceva, ma che avrebbe potuto essere migliorata. Invece è sparita dal decreto».

Ristorazione: “25mila posti lavoro a rischio in Toscana”

“25mila lavoratori della ristorazione rischiano il posto in Toscana, 6mila a Firenze”: questi i risultati allarmanti dell’indagine di Ristoratori Toscana presentata stamani a Firenze. Naccari (Ristoratori Toscana): “Rinvio di tutte le imposte al 2021 o a novembre chiudiamo”

Hanno pagato in parte l’affitto, ma non è bastato. A due ristoratori del centro di Firenze sono già arrivate le richieste di sfratto. Una vera e propria mazzata che si abbatte su una categoria in grave difficoltà a causa dell’emergenza Covid. A denunciare la «situazione sempre più complicata» sono i Ristoratori Toscana, gruppo nato spontaneamente durante il lockdown al quale nel giro di pochissimo tempo si sono uniti 9mila imprenditori, per un totale di 13mila ristoranti nella regione, di cui 4mila a Firenze, e 53mila dipendenti.

Secondo l’indagine basata su interviste agli associati, il 90% dei ristoratori toscani, se non ci fosse il blocco, sarebbe pronto a licenziare. A rischiare il posto sono 25mila dipendenti in Toscana, di cui 6mila a Firenze, e questo solo sulla base dei 13mila locali aderenti a Ristoratori Toscana. La perdita di fatturato rispetto all’epoca pre Covid è mediamente del 75%, con picchi oltre il 90%. Solo il 10% dei ristoratori ha avuto inoltre gli aiuti sopra i 25mila euro, mentre la cassa integrazione di marzo e aprile è arrivata all’80% delle imprese del settore. Con la riapertura, solo il 35% dei lavoratori è stato richiamato a lavoro.

A livello territoriale, a soffrire di più sono le città d’arte, Siena, Pisa e in particolar modo il capoluogo toscano. Il 60% dei ristoratori fiorentini che hanno partecipato al sondaggio hanno dichiarato che se entro ottobre non arriveranno aiuti, saranno costretti a chiudere. Il 35% dei locali che aveva coraggiosamente riaperto è in procinto di riabbassare le saracinesche. Sono circa 500 i ristoranti, inoltre, quasi tutti in centro storico, che chiuderanno per tutto il mese di agosto, vista la carenza di lavoro. Soprattutto chi lavora coi turisti e collabora con gli alberghi non ce la fa a far quadrare i conti. Se le città d’arte soffrono di più, anche la costa non sorride, con il lavoro che è concentrato soprattutto nel week-end e non basta certo a compensare le enormi perdite.

«Previsioni foschissime. Chiediamo a gran voce un anno bianco, con rinvio al 2021 di tutte le scadenze fiscali. Altrimenti non riusciremo a sopravvivere», afferma Pasquale Naccari, portavoce del gruppo. Il problema numero uno, spiega, «è la mancata erogazione del credito da parte delle banche, che prima hanno mandato segnali d’apertura e poi hanno fatto dietrofront». «Chiediamo un urgente accesso al credito. Non possiamo continuare a raschiare il fondo del barile. Chi è in cassa integrazione prende il 40% dello stipendio. In soldoni, si tratta di 5-600 euro al mese coi quali è impossibile andare avanti». E poi c’è il «dramma del mancato accordo sulle locazioni». Solo un ristorante su cinque (20%) ha ottenuto una riduzione sul canone di affitto. A tale proposito la richiesta è quella di «fare una moratoria sulla legge Bersani per evitare almeno che chi chiude adesso venga subito rimpiazzato da un’altra attività»

Ristoratori: nessuna chiarezza su modalità riaperture

Un corteo silenzioso e pacifico composto da oltre 1000 imprenditori e dipendenti della ristorazione  e affini si è mosso oggi da piazza del Duomo passando da via Calzaioli arrivando in Piazza della Signoria. ASCOLTA L’INTERVISTA

Nonostante la pioggia e le comprensibili paure a partecipare ad una passeggiata dimostrativa, I Ristoratori Toscana non si sono fermati e hanno, con questa iniziativa ,voluto ribadire le loro richieste stilate fin dalla metà di marzo all’ insorgere dell’ emergenza epidemiologica.

In particolare le richieste sono concentrate nei seguenti punti:

  • Tutela per i dipendenti: la maggior parte non ha ricevuto la cassa integrazione.
  • Assenza di linee guida per la ripartenza (su come aprire in piena sicurezza): si parla di date ma non viene fatto riferimento specifico al COME. L’unica regola certa è che hanno attributo ai titolari delle attività una responsabilità penale per l’eventuale contagio dei dipendenti alla quale i Ristoratori Toscana si oppongono fermamente.
  • Assenza dei sostegni “promessi” dalle istituzioni: tutte le nostre richieste presentate formalmente sono rimaste inascoltate e i sostegni previsti sono inadeguati e insufficienti (in allegato i documenti inviati formalmente al Comune e alla Regione)I ristoratori Toscana si dissociano da ogni strumentalizzazione politica o associazionistica riferita all’iniziativa e ribadiscono: “ la nostra è una passeggiata spontanea organizzata per noi e i nostri dipendenti, del tutto pacifica e ci impegneremo al massimo perché avvenga tutto nel rispetto delle regole imposte dai DPCM”.

Riguardo alle notizie che circolano da stamani sulla riapertura anticipata I Ristoratori Toscana dichiarano:  “ Siamo molto preoccupati riguardo la decisone presa dalla Regione Toscana di anticipare la riapertura al 18 maggio, si continua a parlare di date ma non ci sono ancora istruzioni e direttive concrete sulla riaperture. Chiediamo direttive da 2 mesi e, ancora, a meno di 5 giorni dalla riapertura non abbiamo niente in mano per poterci organizzare. Inoltre non sono arrivate le casse integrazioni ai nostri dipendenti… siamo abbandonati a noi stessi nel totale caos e ci sono famiglie in grave difficoltà!

Aggiungono: “Attendiamo risposte sollecite e concrete dalle istituzioni e solo allora saremo disposti a incontrarle. Abbiamo avuto tanti incontri formali con loro che purtroppo a oggi non hanno portato a niente. E concludono: “attenzione ai tentativi di strumentalizzare il nostro gruppo, ribadiamo siamo un movimento di imprenditori della ristorazione  e affini lontani dai partiti e dalle associazioni di categoria”.

Ristoratori: consegna chiavi, Nardella “blocco Cosap, al vaglio anche Tari e lancio piano sul suolo pubblico”

Incontro oggi a Firenze tra il Sindaco di Firenze, Dario Nardella e una delegazione dei Ristoratori Toscani, il gruppo che raccoglie oltre 6000 imprese del mondo della ristorazione.

Consegnate al primo cittadino le chiavi di 1500 locali che ieri sera hanno spento le luci per l’ultima volta in un flash mob per evidenziare la situazione di difficoltà del settore, in vista di una apertura che nelle intenzioni del Governo non sarà prima di giugno. “Sono gli stessi problemi che come Sindaci stiamo portando all’attenzione del Governo, abbiamo bisogno di ripartire in condizioni di sicurezza fattibili e garantite facendo rete tra istituzioni, soggetti economici e cittadini – ha detto Nardella annunciando le azioni dell’amministrazione comunale: “cancellare la Cosap per il periodo di chiusura dei locali, siamo impegnati a valutare anche allo stop della Tari e lanciamo la candidatura di Firenze per un piano di uso del suolo pubblico,  i luoghi di socializzazione devono essere quanto più possibile all’aperto quindi quando il governo farà aprire la ristorazione daremo suolo pubblico gratuito a chi non ce l’ha, con sedie e tavolini e spazio aggiuntivo a chi già lo paga”.

Ascolta le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco Nardella e da Pasquale Naccari dei Ristoratori Toscana ai microfoni di Chiara Brilli

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